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Autore: naisia    30/03/2016    4 recensioni
Dal primo capitolo:"La terraferma è un luogo insidioso e pieno di pericoli, e le creature che lo abitano, gli umani, sono perfino peggio, non devi mai avvicinarti a loro!"
Consapevole che farò rivoltare il povero Hans Christian Andersen nella tomba ecco a voi il più famoso consulente investigativo di Londra tramutato in un sirenetto.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Charles Augustus Magnussen, Jim Moriarty, John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1: curiosità


 
 
“La terraferma è un luogo insidioso e pieno di pericoli, e le creature che lo abitano, gli umani, sono perfino peggio, non devi mai avvicinarti a loro!”

Questo era ciò che suo fratello maggiore, Mycroft, gli aveva ripetuto fino alla nausea sin da quando era uscito dall’uovo e aveva continuato ogni volta che aveva provato ad avvicinarsi alla superfice.
Se avesse scoperto che ora stava nuotando rapidamente verso l’alto, dove la luce del sole penetrava più agevolmente attraverso l’acqua dell’oceano probabilmente sarebbe montato su tutte le furie.

Sherlock emerse lentamente assaporando per la prima volta nella sua lunga vita di tritone marino la sensazione del sole e dell’aria sulla pelle chiara. Si scostò i capelli fradici dagli occhi color ghiaccio e si guardò intorno incuriosito. Per prudenza era salito in superficie al largo della costa sabbiosa che circondava le spiagge della grande isola al largo della quale vivevano lui e la sua gente. Nonostante la maggior parte dei loro simili preferissero le acque calde delle zone tropicali il loro territorio era situato molto a nord, vicino alla costa del luogo che gli umani chiamavano gran Bretagna.
Le ragioni erano semplici, più cibo, soprattutto durante la migrazione dei salmoni, e un rischio di venire scoperti estremanente più basso grazie alla scarsa balneazione.

Nei secoli precedenti era stato facile per i loro simili evitare che il segreto della loro esistenza venisse alla luce, nonostante la disattenzione di alcuni individui che aveva fatto nascere numerose leggende sul loro conto, alcune davvero assurde.
Come il fatto che potessero respirare fuori dall’acqua o che avessero un canto in grado di ammaliare ogni essere vivente e che lo usassero per cibarsi di carne umana. “Mycroft è troppo apprensivo, delle creature così stupide da inventarsi delle storie tanto irrazionali non possono essere poi così pericolose” pensò con un sorriso mentre si lasciava trasportare pigramente dalla corrente, osservando la terraferma e pregustando ciò che sarebbe riuscito a vedervi.
L’idea che ci potessero essere delle creature in tutto e per tutto simili a loro dalla vita in su ma con un paio di bizzarre estremità simili a braccia al posto di una coda lo aveva sempre incuriosito. Aveva spesso provato a procurarsi un corpo integro di questi esseri per poterli studiare approfonditamente ma con la drastica diminuizione dei naufragi nell’ultimo secolo l’impresa si era rivelata più ardua del previsto.
Alla fine aveva deciso di rinunciare e occuparsi d’altro ma il pensiero di quello che avrebbe potuto apprendere su di loro continuava a tornare a stuzzicarlo periodicamente, come una lisca di pesce acuminata. Con il passare del tempo quella curiosità si era trasformata in un hobby che occupava il suo tempo quando rischiava di annoiarsi o quando qualche tedioso membro della sua razza non apprezzava le sue deduzioni. Era abbastanza usuale infatti vederlo aggirarsi con il ventre pinnato che sfiorava il fondale alla ricerca di manufatti umani, e nell’arco della sua vita aveva raccolto un discreto numero di oggetti curiosi, i più preziosi dei quali teneva sempre con se in un ciondolo intorno al sottile collo pallido.

Rimase a guardare la scogliera che cedeva il passo dopo qualche miglio ad una costa di sabbia grigiastra apparentemente disabitata per un po’, quasi indeciso. Poi, notando che all’orizzonte si avvicinavano delle nuvole scure preannuncianti una tempesta estiva, decise di darsi una mossa, prima che la superficie si facesse troppo movimentata.  Si passò una mano palmata tra i capelli scuri “niente esitazioni” si disse, prima di reimmergersi con un potente colpo della lunga coda argentea.
 
*
 
Ad alcuni chilometri di distanza, nell’entroterra inglese,nel suo ufficio Charles Magnussen osservò le onde concentriche dilatarsi dal punto in cui la creatura era scomparsa. A volte avere accesso ai satelliti spaziali poteva risultare davvero conveniente, soprattutto quando si andava alla ricerca di creature schive come le sirene.
Sollevò una tazza di caffè freddo e ne bevve un sorso, più per festeggiare la vittoria che per una sete reale. Sul suo volto si dipinse un sorriso gelido che non coinvolse gli occhi, poi premette il tasto nove del suo telefono. “Si signore?” chiese la voce neutra della sua segretaria “Contatti Jim Moriarty e gli riferisca che il pesciolino ha abboccato all’amo”.
 
*
 
“Sei davvero sicuro di voler uscire? Ho visto il meteo e diceva che nel tardo pomeriggio si sarebbe scatenata una tempesta poco lontano dalla costa” disse Mike Stamford rivolto all’uomo biondo che stava armeggiando con una piccola barca a remi.
John Watson raddrizzò la schiena e sorrise all’amico mentre spostava una grossa cima di canapa “Da quando dai credito a quello che dicono quei buffoni del meteo?”.  Poi fece un gesto ampio con la mano indicando il mare aperto sulla cui superficie rinfrangevano giocosi i raggi del sole “Avanti dai un’occhiata. Non ricordo quando è stata l’ultima volta che ho visto una giornata così limpida,e poi siamo inglesi, non morirò certo per due goccie d’acqua” rise il medico.

Mike scosse il capo dubbioso “Siamo in estate John, in questa stagione i temporali arrivano quando meno te lo aspetti e non sono esattamente ‘due goccie d’acqua’” disse sbuffando “e poi non capisco questa tua passione improvvisa per la pesca. Insomma, sei un dottore, non hai bisogno di tirare su merluzzi per vivere. Così ci porti via il lavoro” aggiunse poi con una risata. Il biondo sorrise “temo di non essere abbastanza esperto da rappresentare un pericolo per voi vecchi lupi di mare, dai dammi una mano” disse poi iniziando a spingere la barca in acqua.
I due uomini riuscirono infine a spostare sufficientemente la scialuppa perché questa galleggiasse, con un balzo agile il medico saltò oltre il bordo e si mise ai remi.
“Fa buona pesca” gli urlò il marinaio “e sta attento alle sirene” aggiunse scherzando.

John rispose con un cenno della mano, con un po’ di fortuna forse quella sera avrebbe evitato il polpettone inquietante che da settimane la signora Hudson insisteva per fargli assaggiare.


Heilà sperò che il primo capitolo non sia un completo disastro, è la mia prima storia su efp, nonchè la mia vera e propria Fanfiction. Spero di poter aggiornare presto, al massimo con scadenza settimanale anche se spero di riuscire ad essere più veloce.
I commenti e le critiche sono sempre bene accetti.
A presto
   
 
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