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Autore: saitou catcher    31/03/2016    0 recensioni
Cosa succede se due mondi differenti si uniscono e personaggi che non hanno nulla in comune finiscono per incontrarsi?
O meglio: cosa succede se due folli decidono di fondere gli universi di Harry Potter e I Miserabili e di tirare a sorte per creare coppie imperdibili?
Raccolta di one-shot su coppie create dal caso fra i personaggi di Harry Potter e dei Miserabili.
Leggete e recensite!
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"L'amore consiste nell'essere cretini insieme”

Paul Vàlery

 

Baby, someday
When high school is done
Somehow, someway
Our two worlds will be one


Marius non ricordava molte cose. Non ricordava, per esempio, come si fosse svolto il suo primo giorno a Hogwarts, o il suo primo incontro con Courfeyrac, non avrebbe saputo dire dove fosse stato il giorno precedente, e non era raro che brandelli di una conversazione appena svoltasi gli scivolassero via dalla mente. Per una qualche misteriosa ragione che nessuno comprendeva, il cervello di Marius non era in grado di riafferare nulla su cui egli non avesse posto in precedenza un'esclusiva e indiscussa e attenzione. Era come se tutto ciò che non gli interessava in maniera diretta finisse semplicemente per essere spazzata via dal suo subconscio, da dove poi di tanto in tanto riaffiorava, spesso nei momenti più inutili.

Ma il giorno in cui aveva incontrato per la prima volta Ninphadora Tonks... quello Marius se lo ricordava benissimo.

A voler essere onesti, non sarebbe stato in grado di richiamare l'esatto colore e forma che quel giorno la ragazza aveva dato ai suoi capelli, né ricordava di aver prestato un'attenzione particolare alla sfumatura o al taglio degli occhi. Ninphadora Tonks non era il tipo di ragazza che gli uomini si voltano a guardare per strada, e Marius era abbastanza sicuro che se le fosse passato accanto in un giorno qualsiasi, la sua immagine gli sarebbe presto scivolata via dalla mente. Ma quel giorno... quel giorno lei gli aveva sorriso, e quell'immagine non lo avrebbe più abbandonato per il resto dei suoi giorni.

Si era rialzata di scatto, sbuffando, ansimante, ancora barcollante dopo aver appena impattato nel portaombrelli che adesso giaceva ai suoi piedi, il contenuto sparso per vari metri sul pavimento. Aveva levato lo sguardo verso di lui, soffiando per allontanarsi una ciocca di capelli dagli occhi-rosa? Azzurri? Marius non sarebbe stato in grado di dirlo- e si era voltata a contemplare il disastro alle sue spalle per poi riportare l'attenzione su di lui, sul volto un'espressione allo stesso tempo rassegnata e desolata.

-Oh, mi dispiace!- aveva detto rapidamente- Sono proprio una frana, qualsiasi cosa tocchi, la distruggo!

-Capita anche a me- aveva borbottato Marius, distrattamente.

Lei si era accovacciata sul pavimento con l'intento di raccogliere tutti gli ombrelli, e il suo pensiero si era già distolto da lui, ma nel momento in cui il ragazzo disse quelle parole, la sua testa si alzò di scatto, e un sorriso, quel sorriso le balenò sul volto.

Era stato un attimo, un rapido balenìo su quei suoi linemenati mutevoli, ma era bastato perché Marius si fermasse di scatto e restasse immobile a contemplarla, uno strano grumo di calore che aveva iniziato ad agitarglisi all'altezza dello stomaco. Ninphadora Tonks gli sorrideva, accovacciata sul pavimento in un mare di ombrelli, e nei suoi occhi che lo osservavano non c'erano decisione né condiscendenza, ma solo comprensione, come se finalmente avesse trovato la persona giusta con cui condividere un'imbarazzante segreto. Come se finalmente avesse trovato qualcuno- ma questa era solo un'impressione di Marius- che nel mondo si trovasse fuori posto come lei, spaesato, disorientato come lei si sentiva.

Ma era stato appena un istante. Con un ampio sorriso, che tuttavia aveva perso quella strana sfumatura, Tonks si era rialzata, ondeggiando sotto il peso di tre o quattro ombrelli ed era scoppiata a ridere, dirigendosi barcollando verso l'ingresso. -Guarda, ti capisco. Mia madre ormai non mi permette nemmeno più di rifarmi il letto.

-A-aspetta, ti aiuto- aveva balbettato Marius, dirigendosi di corsa verso di lei.

Detto, fatto. Nel momente in cui aveva teso le braccia verso di lei, tutti gli ombrelli erano rovinati a terra con un fracasso infernale, e uno era atterato, ovviamente di punta, sul piede di Tonks, strappandole un grido di dolore.

-Oh, Dio, scusami!- Marius alzò lo sguardo, rosso come un peperone. -Scusami, sono talmente imbranato...

Prima ancora che finisse la frase, i loro occhi s'incontrarono, e Tonks scoppiò a ridere, trovandosi praticamente piegata in due contro lo stipite della porta. Senza sapere come, Marius si trovò a ridere con lei, il grumo di calore nel suo stomaco che si trasformava in una piacevole sensazione.


 

Nei giorni che entrambi trascorsero nella villa di Courfeyrac, Marius ebbe modo di conoscerla meglio di quanto avesse sperato. Sia Marius che Courfeyrac provenivano da nobilissime famiglie Purosangue, ma mentre la famiglia di Marius, capeggiata dal nonno, restava arroccata in suo ideale di aristocratica superiorità, quella di Courfeyrac non aveva di questi problemi, ed era per questo motivo che in quei giorni d'estate la famiglia di Tonks si trovava ospite nella loro villa. La madre di Tonks, a quanto Marius aveva sentito da Courfeyrac, era stata ripudiata dalle proprie sorelle per il suo matrimonio con un Babbano, ma lui non si era mai preso la briga di indagare più a fondo. Con Tonks parlavano di altre cose.

Parlare con lei gli risultò più facile di quanto si fosse aspettato, più facile di quanto gli fosse mai apparso conversare con qualcuno. Tonks era estremamente curiosa, brillante ed attenta, avida di conoscenza sui più svariati argomenti, e quando era con lei, senza sapere come, Marius si trovava a saper rispondere alle sue domande senza insicurezze né imprecisioni. E più parlava con lei, più aveva l'impressione che l'idea che aveva avuto su di lei fosse giusta, che loro fossero più simili di quanto apparisse, entrambi persi in un mondo a volte troppo complicato e troppo grande per loro, un mondo in cui era troppo facile inciampare, cadere, provare, vergogna, trovarsi senza le parole giuste da dire, e a volte, ma solo a volte, Marius si chiedeva se quelle sue metamorfosi continue non fossero un modo come un altro di celare la confusione che agitava il suo cuore.

Ma se anche queste sue supposizioni si fossero rivelate fondate, per tutto quello che riguardava il resto Tonks non avrebbe potuto essere più diversa da lui. Lei era una combattente, tenace, esperta e determinata, una che, a dispetto di tutto il disagio che forse in fondo al cuore poteva provare, aveva individuato la sua via nella vita, era riuscita a ritagliarsi un posto, e non c'era nulla che Marius ammirasse di più. E così, mentre i giorni in sua compagania si susseguivano, si scoprì sempre più avido della sua conversazione, della sua risata, dei mutamenti che sapeva suscitare così improvvisamente sul proprio volto. Lei era il primo pensiero che gli si presentava nella mente al mattino e l'ultimo ad andarsene quando si addormentava. Se chiudeva gli occhi, poteva sentire la sua voce, figurarsi quel suo meraviglioso sorriso esattamente come se l'avesse avuta in quel momento davanti agli occhi.

L'infatuazione che provava per lei cresceva ogni giorno, tuttavia Marius nojn confidò mai a nessuno questi suoi sentimenti. Percepiva che l'unica persona a cui avesse il dovere di dirlo fosse lei, e semplicemente, come tante altre volte nella sua vita, non riusciva a trovare le parole.

Poi, un giorno, altri membri dell'Ordine della Fenice si presentarono a cena a casa di Courfeyrac. Quella sera, Marius vide qualcosa cambiare sul volto di Tonks. Non sorrideva, non rideva più com'era solita fare, ma sul suo viso c'era un'espressione strana, assorta, quasi triste. I suoi occhi restavano ostinatamente fissi su un punto che Marius non riusciva a individuare, e l'unica volta in cui riuscì ad attirare la sua attenzione, il sorriso distratto che gli rivolse aveva un'indiscutibile piega amara.

Per il resto della serata, Marius si tenne lontano da lei, fino a quando, con la coda dell'occhio non la vide alzarsi e lasciare la stanza a passo svelto, passandosi furiosamente le mani sul viso. Preoccupato, si alzò e la seguì fuori dalla villa fin dentro il giardino, incurante del vento freddo della sera.

La trovò seduta sul bordo della fontana, le spalle rivolte verso di lui scosse da piccoli, inconfondibili singhiozzi. C'era qualcosa di così strano e sbagliato in quella vista che Marius se ne restò in disparte per molto tempo, incapace di accostare quell'immagine a quella della ragazza ridente, distratta e determinata che conosceva.

Rimase lì immobile a sentirla singhiozzare, fino a quando la ragazza non diede in un singulto più forte degli altri, e qualcosa dentro di sembrò spezzarsi a quel suono. Esitante, mosse un passo avanti.

-Tonks?- sussurrò- Ti disturbo?

Lei sussultò e si voltò a guardarlo. La luce della luna le colpiva metà del volto, illuminando di scintilli argentati le scie di lacrime. Marius non l'aveva mai trovata tanto bella come adesso.

-Oh, sei tu- disse lei. Qualcosa, nel tono in cui venne detta quella frase gli causò una piccola fitta al cuore, ma Marius si costrinse a ignorarla.Si sedette accanto e cautamente la fissò negli occhi, cercando disperatamente qualcosa d'intelligente da dire.

-C'è qualcosa... posso aiutarti?- tirò fuori infine.

Lei scosse appena la testa, senza guardarlo.

E a quel punto, Mariu scoprì di doverlo dire. Senza una ragione precisa, qualcosa gli disse che questo era il momento giusto.

Allungò una mano, afferrò quella di lei. I suoi occhi si alzarono a guardarlo, sorpresi.

-Tonks- mormorò Marius- Io ti amo.

Lo disse così, semplicemente. In quel momento ci credeva davvero.

Gli occhi di lei si dilatarono, e, di nuovo, come nel giorno del loro primo incontro, Marius ci vide qualcosa che non si sarebbe aspettato: Ninphadora lo guardò come se sapesse, come se capisse quello che stava provando, perché era quello che stava provando lei.

-Marius...- sussurrò.

In quel momento, seppe quale sarebbe stata la risposta.

Lentamente, automaticamente, lasciò scivolare via la mano da quella di lei. Si alzò in piedi. Non sentiva nulla, solo, da qualche parte, il cuore batteva un po' più lento del normale.

-Non dire nulla- rispose. La sua voce suonava strana, lontana dalle sue stesse orecchie. -Non dire nulla. Capisco. Davvero. Me lo aspettavo.

L'ultima frase era una bugia.

I suoi occhi lo fissarono, imploranti, disperati. -Mi dispiace- disse- Io ti voglio bene, Marius, davvero. Ma non in quel modo. Forse... forse un giorno... quando tutto sarà finito, quando noi saremo diversi...

Marius non aspettò che completasse la frase. Semplicemente, si voltò e se ne andò, inoltrandosi verso l'oscurità del giardino, lo sguardo di lei che gli sfiorava la schiena.

Quella notte, pianse anche lui.


 

La rincontrò alcuni anni dopo, di nuovo in una delle sedi dell'Ordine della Fenice. I suoi occhi non avevano perso la scintilla ribelle, ma il suo volto aveva un'espressione più matura, più rilassata, più... consapevole, in qualche modo. Una fede scintillava all'anulare sinistro.

Rimasero a fissarsi per alcuni, lunghi minuti, un sorriso imbarazzato sul volto, entrambi senza sapere che dire. Poi, lentamente, Tonks sorrise, di nuovo quel suo sorriso speciale.

-È da un po' che non ci si vede- disse.

-Già- Marius ricambiò il sorriso. -Congratulazioni, comunque.

Gli occhi di lei scintillarono, poi scivolarono oltre le sue spalle, e Marius sapeva cosa stavano guardando: la giovane, perfetta donna bionda che lo aveva reso migliore.

-È davvero molto bella- commentò.

Il sorriso di Marius si allargò. -Lo so.

-Sei felice, Marius?

Non ci furono dubbi sulla risposta. -Sì, sono felice.

Gli occhi di lei scintillarono di nuovo, poi, leggera e delicata, Tonks si alzò sulle punte dei piedi e gli posò un bacio sulla guancia.

-Abbi cura di te, Marius.

Si voltò e sparì tra la folla, e Marius sorrise, perché ancora una volta lei sapeva.


 

Non ho idea di quando sia stato l'ultima volta che abbiamo aggiornato,e vi chiediamo immensamente scusa. Non abbiamo abbandonato questa storia, ma purtroppo l'ispirazione ci aveva abbandonate entrambe.

Ad ogni modo, sembra che il santo protettore delle ship abbia davvero guidato la nostra mano, perché Marius e Tonks risultano stranamente ben assortiti (in pratica, fanno Scemo più Scemo). Spero che il capitolo vi sia piaciuto ;) Sotto con le recensioni! 
La canzone che ho utilizzato per aprire il capitolo è "Sandy" da Grease ;)

Un bacio,

Saitou

  
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