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Autore: Giulz95    01/04/2016    0 recensioni
"-Grazie.- Accennò al cadavere dietro di lei. –Se non fosse…-
-Sei sola?- La interruppe. La ragazza lasciò un sospiro abbassando le spalle. Mentire non sarebbe servito a nulla.
-Sì.-
L’uomo la guardò per un secondo facendo scorrere i suoi occhi sulla sua figura. Devo avere un aspetto terribile. Fanculo, non che lui sia meglio. Non che nessun altro sia meglio. L’apocalisse arriva con una ventata di carne marcia e malnutrizione, condita con la scarsa igiene personale e la spossatezza. Cristo, devo fare davvero schifo. Slegò velocemente un paio di scoiattoli dalla corda e li lanciò ai piedi della ragazza, che alzò lo sguardo verso di lui. L’uomo alzò le spalle voltandosi verso il bosco, cercando con gli occhi una traccia della preda ben più grande. Della mia preda.
-Il cervo è mio.- E si incamminò sparendo tra la boscaglia."

PS: Per meglio comprendere gli avvenimenti precedenti alla storia vi consiglio di leggere la fanfiction su Wattpad "Novocaine". Il link è alla fine del primo capitolo, ed è un AU sui pentatonix durante l'apocalisse Zombie. Io ho solo aggiunto un personaggio e rivisitato alcune cose. Diciamo che l'ho usata come spunto, ecco.
Buona Lettura!
Genere: Angst, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Glenn, Lori Grimes, Nuovo personaggio, Sophia Peletier, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Devil's backbone'
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Aspettare non era mai stato il suo forte. L’attesa per un treno, per una risposta, per una chiamata. Stare seduti ad aspettare era la cosa che odiava di più. Ma cos’altro poteva fare ora? Alzarsi e tentare di scalfire le porte di metallo con un’ascia, accanto a Shane e Daryl? No, inutile. Tutto inutile. Non poteva che aspettare. Carol la guardò per un secondo stringendole la mano. Sophia e Carl, tra le braccia delle loro madri, piangevano ancora. Spaventati. Quando dovrebbero aver paura di quello che c’è la fuori.
Forse Jenner ha ragione. Forse è meglio così.

-Meglio per chi?-

-Per tutti noi! Sapete cosa c’è la fuori. Una vita breve e violenta e una morte lunga ed in agonia.- Il dottore si volta verso Andrea. –Tua sorella.
Hai detto che è stata morsa vero? Come si chiamava?-

-Amy.-

-Amy. Lo sai che succede. L’hai visto.-

-L’abbiamo visto tutti.- La mia voce è debole e bassa. –Tutti abbiamo perso qualcuno.-

Jenner annuì prima di guardare Rick. -E’ questo che vuoi per tua moglie e tuo figlio?-

-Io non voglio che accada questo!-

Shane e Daryl ritornarono verso il gruppo. Il cacciatore rimase in piedi, mentre l’altro uomo si appoggiò ad una macchina, spossato.

-Non riesco a scalfirla…-

-Quelle porte sono progettate per resistere a ben altro.-

-Beh la tua testa no!- Julie lo sentì, ma non aveva le forze di alzarsi. Daryl alzò l’ascia mirando al dottore, ma venne di nuovo fermato dagli altri uomini.
Parole, e ancora parole. Julie non le stava più a sentire. Chiuse gli occhi e appoggiò la testa alla scrivania dietro di lei.

È meglio così.

Non avrebbe mai rivisto Avi, mai ritrovato, mai riabbracciato. Ma questo non aveva più importanza ora. Ora c’erano soltanto lei e il fuoco. Avi e tutti gli altri non erano stati che un ricordo lontano, e tra una manciata di minuti non sarebbero stati più nemmeno quello.
Niente più rimpianti.

Una mano strinse la sua. Aprì gli occhi e lo sguardo spaventato di Sophia si puntò nel suo.

-Hai paura?- Le chiese la bambina.

-Un po’. Tu?-

Sophie annuì infilandosi una mano in tasca e porgendole il contenuto subito dopo. Julie abbassò lo sguardo e si sentì mancare il fiato. Una margherita dal gambo spezzato giaceva sotto i suoi occhi, che ora si stavano velocemente riempiendo di lacrime.

Loro vogliono vivere.

Sophia vuole vivere. Non importa quanto tempo avranno una volta fuori di qui, questa non è la loro ora. Di nessuno di loro.

-Non è giusto!- Carol urla di fianco a lei. –Tu non puoi tenerci chiusi qui!-

-Un piccolissimo momento, un millisecondo. Nessun dolore.- Il dottore la guarda con condiscendenza. –Non sarebbe più compassionevole stringere quelli che ami e aspettare che il tempo scada?-

-Non è compassione.- Julie alzò lo sguardo sul dottore, fissandolo negli occhi. –Non è compassione se ci tieni prigionieri. È omicidio.- La stanza cadde nel silenzio, ascoltando la ragazza, che nel frattempo si era alzata continuando a guardare Jenner dritto negli occhi. –Il suicidio è la strada più semplice. La più pratica e veloce. È una scelta, e tu la stai togliendo a queste persone.  Vogliono vivere. Il perché non ti concerne, non sei tu a dover scegliere per loro. A questo punto non sei altro che un altro assassino.-

-La fuori morirete comunque tutti! Magari non oggi, magari domani o tra un mese, ma morirete! E sarà lungo, e brutale, e agonizzante. Ma questo… -

-Lei è un dottore, giusto?- Julie lo interruppe. –Scienziato?-

L’uomo annuì dopo qualche secondo.

-“Consapevole della solennità del mio atto, giuro di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una persona”..- L’intera stanza sembrava rapita dalle parole della ragazza. – Ricordi il tuo giuramento di Ippocrate? Tu dovresti preservare la vita delle persone, non decidere di toglierla a tuo piacimento.-
 
Jenner sospirò scosse la testa. Aveva funzionato.
 
-Vi ho detto che il piano di sopra è sigillato, non posso aprirlo.- Il dottore tornò alla scrivani premendo il codice sul palmare accanto allo schermo e le porte d’acciaio si riaprirono con un rumore metallico.

-Andiamo!-

-Forza, muovetevi!-

Il gruppo corse verso l’uscita ma la ragazza rimase ferma accanto al dottore, guardandoli con un sorriso. Daryl si voltò non appena si accorse della sua mancanza.

-Cosa ti serve, un invito scritto?!-

-Io resto qui.-

Daryl la guardò per un secondo prima di voltarsi verso il resto del gruppo.

-Datevi una mossa!-

Julie si voltò verso Jenner e Rick. Il dottore stava sussurrano qualcosa all’orecchio dello sceriffo, niente di buono a giudicare dalla sua faccia. Lori fu accanto al marito in un attimo, tirandolo con se verso l’uscita, così come Daryl in un secondo fu davanti alla ragazza, stringendole il braccio e trascinandola verso la porta.

-Lasciami andare!- Cercò di liberarsi, di fare resistenza con i piedi, ma era inutile. L’uomo era più forte di lei, così Julie abbassò la testa e affondò i denti nella mano di Daryl, che la liberò con una smorfia di dolore.

-Sei impazzita?!-

-Non hai più tempo, devi andare!-

-Tu vieni con me!- La guardò dritta negli occhi prima di correggersi. –Con noi! Muoviti!-

-Io non ho più niente per cui vivere. Non ho niente da fare là fuori. Vuoi un’altra chance? Vai. Non puoi obbligarmi a venire con te.-

-Hai detto che devi trovare qualcuno!-

-Non succederà mai. Non lo troverò mai.- Le lacrime le riempirono gli occhi. Pronunciare a voce alta quello che già pensava da tempo gli aveva conferito ancora più credibilità.

-Ascoltami bene, donna.- La stava stringendo di nuovo, il suo viso minacciosamente vicino a quello della ragazza. –Io non ho intenzione di tirare le cuoia oggi, e non ho intenzione di uscire da quella porta senza di te. Quindi ti conviene darti una mossa.-

Lo guardò negli occhi per un attimo. Aveva sentito bene?

-Daryl…-

La tirò di nuovo verso l’uscita, e questa volta lei lo seguì.
...
 
Julie non voleva nemmeno pensare a come Rick avesse un granata, ma era stata l’unica cosa che era riuscita a sfondare le vetrate dell’edificio. Daryl l’aveva girata di spalle, facendole scudo con il suo corpo per evitare spiacevoli incidenti con le schegge di vetro. Cosa sta facendo? Cosa pensa di fare?
Saltarono attraverso la nuova uscita e corsero il più velocemente possibile verso i veicoli parcheggiati fuori da esso. Daryl la trascinò di nuovo verso il suo pick up, la spinse sul sedile del passeggero ed entrò dal lato del guidatore.

-Sta giù!-

Julie abbassò la testa dietro il cruscotto e sentì di nuovo il corpo dell’uomo sovrastarla per proteggerla. Pochi secondi, e la terra tremò. L’esplosione fu assordante, e il cielo di Atlanta si tinse di un bagliore innaturale. Daryl si spostò lasciandola libera di alzare lo sguardo.
Il CCM era collassato su se stesso, completamente avvolto dalle fiamme. Il calore proveniente dall’edificio scottava sulla pelle della ragazza. Avrebbe potuto essere là dentro. Poteva essere finita, questo incubo maledetto… Finito. Invece, per uno scherzo mal riuscito del destino, era ancora viva. Respirava ancora, e si ritrovò a maledire ogni molecola d’aria che le riempiva i polmoni.
Aveva lo sguardo fisso sul fuoco. Daryl la guardò dopo un secondo, e notò l’espressione apatica della ragazza.

-Stai bene?-

Julie si voltò a guardarlo e scosse la testa prima di appoggiarla al vetro e guardare fuori dal finestrino.
Nessuno dei due parlò ancora, nemmeno quando il camper davanti a loro iniziò a muoversi, aprendo la carovana. Sarebbe stata una lunga strada.

Lunga, e silenziosa. 
 

Ed eccoci alla fine della prima stagione.
Da domani inizierò a publicare la seconda, sperando di riuscire a riempire in tempo il buco che ho lasciato tra la prima e la seconda parte della stagione :D 
Comunque, senza divagare troppo..
Grazie mille a chi ha messo la storia tra le seguite, a chi ha commentato e a chi ha avuto la pazienza di seguirmi fino alla fine!
Vi aspetto con la prossima stagione da domani :)
Ora torno a farmi mangiare dall'ansia nell'attese del finale di stagione (pls AMC, let my baby Daryl be ok)
  
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