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Autore: Gayzelle    01/04/2016    1 recensioni
Crack!pairing assurda, non so come mi sia venuta in mente .-.
Natsumi è innamorata del capitano Endou, solo che lui non è interessato a lei.
A questo punto entra in gioco Kazemaru, che cercherà di aiutare "l'amica", ma...
Dal capitolo tre:
"Smossi dal vento umido, i capelli della ragazza sembravano assumere le più svariate tonalità che andavano dall’incantevole e seducente color rame, al caliginoso ma risplendente corvino creatosi grazie alla pioggia e tra le ciocche pettinate con tanta cura la mattina stessa, che ora -ahimé- traboccavano di grovigli simili a tanti minuscoli nidi di rondine, scivolavano impacciate le sue candide dita affusolate, le quali tradivano l’apparente impassibilità della manager.
Era un gesto al quale era solita abbandonarsi inconsciamente in momenti di forte turbamento ed ora sentiva il batticuore farsi sempre più insistente, quasi doloroso, tale era l’agitazione.
Non solo era stata appena rifiutata da Endou, ma aveva anche ricevuto una dichiarazione ed il tutto in meno di un’ora.[...]
-Pensavo che per dargli una svegliata potesse essere d’aiuto farlo ingelosire, magari vedendo la sua presunta spasimante stare con il suo migliore amico. Che ne dici?-"
Spero che vi piaccia ^^
A presto!
Alicchan
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Mark/Mamoru, Nathan/Ichirouta, Nelly/Natsumi, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Jaloux?

CAP 3

 

-Ehy, Natsumi-chan… hai un po’ di cioccolata sulla guancia, vuoi che te la tolga?-
Cantilenò malizioso Kazemaru stando pericolosamente vicino alla manager, la quale, in tutta risposta, non esitò a colpirlo sulla spalla con il pugno, senza tuttavia provocargli il minimo dolore.
-Certo che avresti potuto evitare di farci cacciare fuori dal locale, Natsumi-chan. Non ti avevo mai visto strillare così nemmeno agli allenamenti e la tazza rotta è stata la ciliegina sulla torta!-
Continuò lui, sfoderando un sogghigno subdolo al quale si aggiunse anche il tono ironico della voce, rendendo il ragazzo incredibilmente irritante agli occhi della castana.
Natsumi, rimasta silenziosa fino a qual momento, eccezion fatta per qualche grugnito infastidito rivolto al compagno, si girò di scatto e gli rivolse uno sguardo sferzante.
-La colpa è di chi si mette a blaterare stupidaggini approfittandosi dell’animo ferito di qualcuno! Credevi avrei accettato solo perché ho appena ricevuto un rifiuto?-
Esplose lei un momento dopo, mantenendo l’occhiata graffiante puntata nelle iridi intimorite di Kazemaru.
Seguirono attimi di silenzio riempiti solo dallo scroscio delle gocce di pioggia sull’asfalto, mentre gli sguardi dei due ragazzi iniziarono a vagare nella tempesta, rimpiangendo di non aver fatto in tempo ad acchiappare i loro ombrelli prima di essere buttati fuori dal bar.
-Almeno ora non stai più piangendo, no?-
Disse il turchese accennando ora un sorriso tenero, cercando di addolcire l’animo della ragazza ancora intrappolato in un tumulto di emozioni.
In tutta risposta, Natsumi schioccò la lingua con sprezzo.
-E sto ancora attendendo una risposta, Natsumi-chan.-
Un altro pugno sulla spalla, anche se questa volta più forte del primo.
-Per te sono la Signorina Raimon, Kazemaru-san.-
-E vedo che continua ad evitare l’argomento, Signorina Natsumi-chan.-
Rispose lui in modo provocatorio, pronunciando in modo errato il suo titolo di proposito per vedere la sua
reazione che, con sua grande delusione, fu solo un sospiro esasperato. 
Continuarono a camminare fianco a fianco riparandosi dalla pioggia come meglio potevano, sotto tetti o cornicioni o ancora utilizzando le poche sporgenti tende appartenenti ai negozi che trovavano in giro, viste quasi come delle oasi per dei ragazzi vaganti in un simile temporale.
Smossi dal vento umido, i capelli della ragazza sembravano assumere le più svariate tonalità che andavano dall’incantevole e seducente color rame, al caliginoso ma risplendente corvino creatosi grazie alla pioggia e tra le ciocche pettinate con tanta cura la mattina stessa, che ora -ahimé- traboccavano di grovigli simili a tanti minuscoli nidi di rondine, scivolavano impacciate le sue candide dita affusolate, le quali tradivano l’apparente impassibilità della manager. Era un gesto al quale era solita abbandonarsi inconsciamente in momenti di forte turbamento ed ora sentiva il batticuore farsi sempre più insistente, quasi doloroso, tale era l’agitazione.
Non solo era stata appena rifiutata da Endou, ma aveva anche ricevuto una dichiarazione ed il tutto in meno di un’ora.
Ripensò fugacemente alla scena avvenuta all’interno del locale e rabbrividì all’idea di dover affrontare con il turchese a qualche passo da lei l’argomento da lui iniziato con quella domanda.
Si tratta solo di uno stupido scherzo. Pensò Natsumi.
Probabilmente freme dal desiderio di raccontare ogni piccolo dettaglio della mia reazione ai ragazzi della squadra., ridendo insieme a loro di quanto sia risultata ridicola e infantile in quel bar.
Si lasciò sfuggire un flebile sospiro immaginando la scena, piccolo dettaglio che non fu invisibile agli occhi di Kazemaru, il quale ridacchiò sommessamente guardando l’espressione turbata della ragazza.
-Credo di essere rimasto in silenzio abbastanza, forse ora è il caso di parlare del malinteso, non credi?-
Natsumi sussultò, girandosi di scatto trovandosi faccia a faccia con l’interlocutore, ed ebbe a malapena il tempo di capire le ultime parole prima che lui cominciasse a parlare senza nemmeno aspettare una sua risposta.
-Quando…quando ti ho chiesto di diventare la mia ragazza non intendevo davvero.- Continuò il turchese grattandosi la nuca imbarazzato.
Natsumi inclinò lievemente il capo, assottigliando gli occhi, mostrandogli un’espressione confusa e sconcertata che mise in soggezione il centrocampista dagli incantevoli occhi ambrati, i quali si sgranarono impercettibilmente alla vista dello sguardo cremisi che lo squadrava impaziente.
-Cioè, sei indubbiamente una delle ragazze più avvenenti e brillanti che abbia mai visto, ma ciò a cui pensavo era in realtà una specie di accordo.-
Ora un sorriso sornione si disegnò sulle labbra rosee di Kazemaru, prendendo il posto del precedente nervosismo, incuriosendo così la manager che cercò tuttavia di mascherare l’interesse provocatole da quelle parole mantenendo uno sguardo indecifrabile, misto tra l’indifferente e l’indagatore; un vero paradosso.
Tuttavia, non fu così abile da nascondere il colore purpureo di cui si tinsero le sue gote in seguito alle lusinghe che le rivolse il ragazzo, il quale, a dirla tutta, forse sperava in una tale reazione .
La trovava davvero carina e, in qualche modo, tenera, se non fosse stato per quella maschera d’orgoglio che oscurava la parte più dolce del suo carattere, ed era un gran peccato, perché sarebbe davvero stata il sogno di ogni ragazzo e, perché no, di qualche ragazza se si fosse mostrata un pochino meno…Natsumi.
Scosse la testa per scacciare quei pensieri; non era il momento di fantasticare sulla manager prima di intraprendere un relazione completamente disinteressata con quest’ultima.
Oltretutto, era sicuro di non provare alcun sentimento per l’arrogante ragazza dai lunghi capelli ramati e dai taglienti occhi vermigli; anzi, la sopportava appena.
-Ahem…- un colpo di tosse appena percettibile lo riportò alla realtà.
Natsumi appariva ora seccata dal comportamento di Kazemaru, rimasto in silenzio a fissarla con lo sguardo perso senza accorgersene.
-Che ne dici di spiegarmi l’accordo di cui parlavi prima, evitando di perderti nei tuoi pensieri questa volta?- Esclamò la manager stizzita, assumendo una posa sicura e intimidatoria, portandosi le mani sui fianchi e allargando le gambe, per poi esibire un’espressione corrucciata.
Il ragazzo dai capelli color acquamarina si fece sfuggire una risatina sarcastica prima di riprendere il discorso.
Non c’era alcuna possibilità per lui di essere minimamente attratto da quella presuntuosa.
-Volevo proporti di far finta di stare insieme, almeno finché siamo i tra i componenti della squadra o tra i corridoi della scuola, così che le voci possano girare.-
Esordì lui con fare eloquente, spiegando il “piano” come se si fosse trattato di un’ovvietà.
-Non capisco dove vuoi arrivare.- Replicò lei titubante.
-Come ho detto prima, il tuo bell’aspetto non passa certo inosservato e ti posso garantire che anche il capitano, per quanto possa sembrare assurdo, ha i suoi punti deboli quando si parla di ragazze.-
Notò compiaciuto lo sguardo interessato della castana e questo gli bastò a dargli sicurezza per continuare il discorso.
-Ha certamente notato il tuo fascino e diciamo che il far parte della squadra ti ha in qualche modo reso più desiderabile ai suoi occhi.-
Forse perché c’è di mezzo il calcio. Pensò lui, ma si guardò bene dal pronunciare quella frase ad alta voce.
-Però non è ancora abbastanza, quel ragazzo ha bisogno di una svegliata.- Continuò dopo il breve attimo di pausa, incrociando le braccia e sospirando sconsolato, scuotendo la testa pensando all’ottusità del suo migliore amico.
-Ti spiacerebbe arrivare al punto?- Esalò esasperata Natsumi, visibilmente smaniosa di conoscere il modo in cui sarebbe finalmente riuscita ad intraprendere una relazione con Endou, provocando l’ennesima risatina irritante da parte del centrocampista.
-Pensavo che per dargli una svegliata potesse essere d’aiuto farlo ingelosire, magari vedendo la sua presunta spasimante stare con il suo migliore amico. Che ne dici?-
Al turchese, Natsumi non sembrava particolarmente convinta e, infatti, questa lo squadrava sbigottita e dubbiosa; era così assorta da non rendersi conto di essersi spostata sotto la pioggia e di non essere più al riparo della tenda del negozio sotto alla quale si erano fermati per parlare.
Nonostante il rumore delle goccioline che picchiettavano insistenti sul leggero giubbotto rosa della manager risultasse quasi melodico alle orecchie del ragazzo, egli decise comunque di preservare la salute dell’amica, afferrandole il polso e traendola gentilmente verso di sé, sussurrandole di fare attenzione a non beccarsi un raffreddore.
Natsumi si liberò repentinamente dalla presa e trasse il polso con un moto di stizza misto ad un lieve imbarazzo, quasi offendendo Kazemaru che almeno cercava di comportarsi in modo educato e premuroso data la situazione, cosa non particolarmente gradita a quanto poté constatare.
-Mi hai proposto quest’accordo per trarre un vantaggio ben più grande del mio! Non vuoi davvero far ingelosire Endou, ma solamente corteggiarmi da più vicino di quanto potresti fare nei panni di un semplice amico!- Esclamò con il viso scarlatto, provocando anche al turchese un brusco mutamento riguardante il colorito delle guance, divenute purpuree.
-Non c’è alcun modo in cui io possa flirtare con te! Né come amico né tantomeno come finto ragazzo!- Ribatté lui con un tono ben più acuto del solito, marcando anche la parola “finto” con la voce.
-Allora cosa ci guadagneresti tu? E non ti azzardare a dire di farmi questo favore solo per il piacere di compiere una buona azione, non siamo amici così intimi da non aspettarci qualcosa in cambio di una tale gentilezza.- Replicò dunque Natsumi con tono sarcastico.
-Mi aspetto di suscitare a mia volta l’invidia di qualche bella ragazza, magari anche della Otonashi…-
-Oh, ma fammi il piacere. L’unica persona che può essere interessata a te è Miyasaka Ryou, ed è un ragazzo.-
Kazemaru la fulminò con lo sguardo, trattenendosi dal colpirla con un pugno sulla spalla perché si trattava di una ragazza, ma avrebbe desiderato vendicarsi per quelli che lei stessa gli aveva sferrato in precedenza.
-E oltretutto vai ad infatuarti della Otonashi. Sorella di Kidou Yuuto. Sei stanco di vivere?- Continuò beffarda, divertita dalle occhiate di puro odio che il turchese non si preoccupava di nascondere.
-Allora, mia cara Signorina Raimon, le consiglio di dipingere sul suo bel visino tanti bei pentagoni neri e bianchi e di far assumere al suo corpo  una forma il più possibile sferica; sono sicuro che, in questo modo, il capitano la noterà e le probabilità che provi attrazione nei suoi confronti saranno infinitamente più alte di quello che sono ora.- Contestò il compagno dopo gli attimi riempiti dalle risatine della ragazza, risatine ora zittite dallo stesso centrocampista al quale erano prima rivolte, poiché era riuscito a controbattere con una frecciatina forse fin troppo maligna in tono compiaciuto, sfoderando anche un benevolo sorriso che nascondeva la malizia di quelle parole.
Inutile dire che la manager aveva assunto l’espressione più buffa di tutta la conversazione, irata e sconvolta, quasi traumatizzata da quell’affermazione che le appariva veritiera in modo sconcertante.
Lo sguardo di sfida e la posa sicura a braccia conserte sul petto che Kazemaru aveva assunto stavano mettendo a dura prova i nervi della castana; non sapeva quale delle due opzioni esposte dal ragazzo fosse la peggiore, ma valutò che una finta relazione non sarebbe stata poi così terribile…no?
Natsumi, presa dallo sconforto, mise le mani tra i capelli e scosse violentemente il capo, per poi emettere un gemito arrendevole.
-E sia! Farò finta di stare con te, ma non prenderti troppa libertà o non mi farò scrupoli a colpirti e umiliarti di fronte all’intera squadra, chiaro?-
Kazemaru rise divertito alla reazione che aveva ottenuto grazie allo sconfortante ed ironico consiglio datole poco prima, annuendo in risposta alla sua intimidazione e porgendole la mano per suggellare l’accordo.
Doveva ammettere di essere rimasto un po’ stupito dalla rapidità con cui la ragazza gli aveva stretto la mano con un sorriso complice e lei, a sua volta, non mancò di arrossire vistosamente quando il turchese fece intrecciare le loro dita, per poi far ricadere le loro braccia.
-In quanto tuo “ragazzo” ora dovrei perlomeno portarti a prendere un’altra cioccolata per farmi perdonare di averti fatto cacciare fuori da quel locale, Natsumi-chan.-
-Dipende. Paghi tu?-
-Assolutamente.-
-Tsk, e sia, ma chiariamo una cosa: questo non è un appuntamento.-
Kazemaru portò la mano libera all’altezza del viso in segno di resa, già abbastanza soddisfatto che la castana non avesse obiettato sul nomignolo da lui utilizzato.
-Oh, e non azzardarti a chiamarmi così né in privato né in pubblico, ma soprattutto in pubblico.-
Come non detto. Pensò sorridendo tra sé e sé.
-D’accordo, Natsumi-chan!-
 
 

Angolino sbarazzino

Chi non muore si rivede. A volte.
Voglio un premio come persona più lenta ad aggiornare,
due anni che non scrivevo nulla su questo sito mannaggia.
Comunque sono felice di essere tornata e porgo le scuse
a chi sperava nell’aggiornamento di questa storia,
purtroppo mi sono allontanata dal sito per una serie di motivi, tra i quali anche la pigrizia.
Ma immagino che chi sarà arrivato fino a questo punto non mi conosca, quindi tanto piacere ^^
Ora che sono tornata sono abbastanza determinata a continuare a scrivere,
certamente senza assicurare la puntualità di ogni aggiornamento,
ma mi impegnerò.
Detto questo, un saluto a tutti!
Baci,
Alicchan
  
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