— I petali impigliati fra le tue ciglia

 

«Sai, le persone si dimenticano spesso delle cose che amano: si dimenticano di quanto siano buoni i dolci, di quanto sia divertente buttarsi in un fiume, di quanto sia bella la primavera. Di quanto sia bella la vita».
   Io invece ricordo ogni giorno la tua, di bellezza. Non la scordo mai, ma la ricordo: svegliandomi la mattina, so che tu sei il mio sogno di primavera. Profumi di canelés. Profumi di libertà e di musica. Chiudo solo un attimo gli occhi e realizzo che sai di fiori. Sei un'artista che crea in me una nota, un colore, un sentimento – una protuberanza nel cuore che si riscalda, si trafigge, si consuma. Ti nascondi fra gli spartiti ed insegui gli arcobaleni dopo la pioggia, vivi fra le passeggiate della sera e le esibizioni senza tempo. Kaori, tu vivi. Sei sempre viva, in ogni dove. È come se tutta la primavera si struggesse per te: allora, quando le stagioni si ricordano del loro lutto, gli alberi s'inginocchiano ed i mari piangono ed i fiori divampano. Percepisco il vento che scuote i miei capelli, dimenandosi. Il cielo invece, sacro ed intoccabile, profuma malinconicamente di te.
   «È per questo che ho paura: tu mi ami, Arima Kousei. Ti ricorderai di me? Ti ricorderai di tutti i dolci che ho mangiato? Ti ricorderai delle nostre esibizioni? Ti ricorderai della mia primavera, della mia bugia d'aprile?».
   Ricordo i tuoi occhi che, la prima volta che ci incontrammo – non la prima volta che le nostre anime s'intrecciarono da piccoli, come per gioco –, versarono lacrime che non conoscevo. M'insegnasti a piangere ed a ricordare. M'insegnasti a suonare e a vivere. M'insegnasti ad amare: te ne sono grato. Sono gli insegnamenti più preziosi, che accarezzo di tanto in tanto nel mio album dei ricordi, attraversando i tasselli del pianoforte pensando a te.
   «Kousei, io amo la musica. Sono una musicista».
   Anch'io la amo. Sono un musicista, dopotutto. Grazie a te – ti ringrazio solo una volta, perché è un grazie conclusivo, che ne rilega di infiniti, come le stelle nel mare blu – sono riuscito a rincorrere le note fantasma degli spartiti e le memorie rarefatte del mio passato. Sono cresciuto ed avrei voluto conoscerti un po' di più, giusto un poco: solo un chiucchiaino di zucchero nell'amaro caffè che abbiamo ingurgitato. Ma tu, come i gatti, vai e vieni: e io ti cerco, ti amo, ma so che non mi appartieni. Tu sei solo della vita, della freschezza, della musica. E la primavera ti appartiene. Tu, Kaori, sei la bugia più bella, perché sei più vivida della realtà.
   «Kousei, ricordati che ti amo».
   Anch'io ti amo. Sono Kousei, dopotutto.
 

… forse stanno scomparendo.

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ora che ho finito di vedere shigatsu wa kimi no uso〔四月は君の嘘〕capisco finalmente perché ne parlano tanto bene – e perché fa così male. i suoi difetti li ha, ma è un anime che mi ha coinvolto emotivamente ed è riuscito anche a commuovermi, a farmi pensare, ad ispirarmi. l'ho amato, nonostante i difetti. ed ho amato i personaggi (anche se mi sono affezionata particolarmente a kaori). e, nonostante abbia un debole per i childhood friends, la  kousei/kaori  è una super otp. 
non penso ci siano spoiler espliciti in questa fanficfion, ma insomma, è palese che si parla di kaori come se fosse morta – rifacendosi un po' all'episodio finale. e dunque sì, questa fanfiction scritta senza rimuginarci troppo parla della morte di kaori e di come questa tragedia venga affrontata da kousei; tenta inoltre di ricordare l'atmosfera dell'anime che, guarda caso, coincide con i generi su cui scrivo più spesso e con più piacere.
e… come risultato mi piace (parecchio), quindi spero piaccia anche a voi. grazie mille per aver letto!
—HITSUKI.