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Autore: Cinzia N Spurce    02/04/2016    1 recensioni
Storia partecipante alla challenge "Le situazioni di lui & lei" indetta da Starhunter sul forum di EFP.
Pairing: Peter/Lydia.
Prompt: Il giorno di San Valentino.
Quando è stata l’ultima volta che qualcuno ha avuto il coraggio di mostrarsi così ridicolo per te, Lydia?
E lo sai quando è stato, sai anche come è finita, poi. Per questo non ti sei più lasciata coinvolgere in quel qualcosa di simile che tanto ti piaceva.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lydia Martin, Peter Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Le situazioni di Lui e Lei'
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Storia partecipante alla challenge "Le situazioni di lui & lei" indetta da Starhunter sul forum di EFP.
Pairing: Peter/Lydia
Prompt: Il giorno di San Valentino

Di San Valentini improvvisati e allergia alle rose

 

Tutto ti saresti aspettata da quella serata, proprio tutto, ma di certo non quello.
Peter che ti chiamava misterioso e malandrino non era di certo una novità, ti eri abituata a quel giochino strano e perverso che si stava creando. Gli sguardi, i giochi di parole, gli sfioramenti fintamente casuali, mentre a loft di Derek nessuno si accorgeva di nulla.
Ancora non ti capacitavi di come quel branco potesse essere vivo quando era in grado di lasciarsi sfuggire dettagli singolari come l’elettricità che scorreva costante tra di voi non appena vi trovavate nella stessa stanza. Anzi, forse lo sapevi come erano rimasti in vita, grazie all’unico che anche in quel caso aveva capito qualcosa, e che quel qualcuno fosse un umano, semplice e vulnerabile, la diceva lunga sul livello di perspicacia di quel branco cui ti sei ritrovata a far parte, sul serio.
Quel vostro gioco poi sfociava sempre in qualcosa di più, più degli sguardi, più degli sfioramenti, dell’elettricità: esplodeva in una guerra di baci e carezze poco caste, in cui tutto era veloce e animale e decisamente poco romantico, ma estremamente eccitante.
Il brivido del proibito, di un Alfa psicopatico che ha cercato di usarti a da cui comunque non riesci ad allontanarti, come un magnete troppo potente che fa di te un burattino battagliero e fiero, nella sua morsa, sempre ribelle ma mai abbastanza per dire no.
Tutto avresti immaginato, quando Peter ti ha tolto la benda che ti aveva stretto sopra gli occhi quando con la Camaro rubata a Derek, quella sera, ti è venuto a prendere da davanti casa.
«Puoi sempre dire a tua madre che hai cominciato a frequentare il bello e misterioso Derek Hale» ti aveva risposto quando gli avevi chiesto come avresti giustificato quella splendida macchina ferma davanti casa, e tu hai seriamente pensato che San Valentino fosse una scusa in più per rotolarsi tra le lenzuola un’altra volta, senza particolari sotterfugi.
Tutto avresti creduto, ma non quello spettacolo che tanto stonava con l’Alfa Peter Hale: parte della radura allestita in maniera schifosamente romantica, teli che di certo costavano più delle tue scarpe, lanterne tutte intorno, musica classica, perché da poco avevi scoperto che il grande Peter Hale amava Chopin, e una distesa di petali di rose a formare una sorta di sentiero.
E, davvero, a te sembrava particolarmente fuori luogo dirgli che avevi un principio di allergia alle rose, ma tutto quello non riuscivi a capirlo. Peter non aveva mai avuto bisogno di stuzzicare la tua parte romantica, non quando quel suo sorriso a metà ti accendeva dentro la voglia di perderti in lui.
«Che co...» cerchi dirgli appena quello spettacolo si apre ai tuoi occhi, ma lui ti ferma e quello ti fa anche un po’ paura, perché per quanto possa conoscerti, sapere di poter rispondere ai tuoi pensieri prima che questi abbiano preso forma vuol dire che lui, in te, sa leggere più di quel che dici, più di quel che credevi di avergli mostrato.
«Non parlare, per favore» e ti stringe un po’, quasi come fosse un abbraccio e qualcosa di così delicato Peter non l’ha mai fatto. Lui ti prende, in quel modo rude e ti spinge piano ma deciso contro qualcosa, non chiede timidamente il permesso, non lo fa mai. E stavolta invece ti stringe i fianchi piano piano, sembra un sospiro quasi accennato, quel tocco fragile con cui ti culla oggi, mentre appoggia sulla tua nuca le labbra in un lieve bacio, appena accennato.

Che cosa diavolo è questa roba?
E più che alla parte materiale di quel gesto ti preoccupi di tutto quel che di non detto c’è in quel Peter così diverso da se stesso, da quello che fino a quel giorno hai imparato a conoscere.
In un angolo della tua testa apprezzi quel pensiero, ma la domanda sul perché l’abbia fatto offusca la voglia di goderti quella carineria che da tanto tempo nessuno ti dedica.
Quando è stata l’ultima volta che qualcuno ha avuto il coraggio di mostrarsi così ridicolo per te, Lydia?
E lo sai quando è stato, sai anche come è finita, poi. Per questo non ti sei più lasciata coinvolgere in quel qualcosa di simile che tanto ti piaceva.
Cerchi di voltarti per poterlo guardare negli occhi, perché vuoi vedere in quei chiari pezzi di luna se c’è qualcosa che va oltre il sesso, perché per un attimo hai paura che davvero possa succedere una simile disgrazia. Ma quando ti volti lui ti prende subito il viso tra le mani, e nonostante cerchi di rimanere dolce riconosci il Peter che non chiede niente.
Non ti dà il tempo di chiedere, perché te l’ha detto prima di non parlare, si appoggia sulle tue labbra, in maniera così diversa dal modo in cui sei abituata, non approfondisce il bacio, lo fa rimanere qualcosa di così pudico e casto, qualcosa che non sai gestire, perché la dolcezza che esprime ti disarma, in un solo attimo. Noti tante piccole cose, la morbidezza delle labbra, la loro consistenza, la ruvidità dei polpastrelli che ti incorniciano il viso e il modo in cui la punta del naso ti solletica piano.
Tu non lo sapevi che Peter era capace di tutto questo e vorresti essere un lupo mannaro come lui, adesso, per sapere solo con i tuoi sensi se sta facendo finta o se davvero quello è un lato di sé che ha deciso di farti vedere solo in quel momento, invece di andare a tentoni e farti così tante domande nella testa a cui non sai come rispondere, perché fermarti adesso e porgliele sarebbe davvero di cattivo gusto, lo sai, ma ci pensa la natura a fermarti e a fermare pure lui. Il naso comincia a prudere un po’ e tu lo senti arrivare, veloce come un fulmine, ti lascia giusto il tempo di allontanare Peter con un piccolo spintone prima di starnutire in quella maniera buffa che Stiles e Allison ti rimproverano sempre, strizzando gli occhi ed emettendo un verso veramente ridicolo.
Lo percepisci dal suo sguardo quando riapri di poco gli occhi, che ha ricominciato a utilizzare i suoi super sensi e comprende che stare lì, in quelle condizione, per te non è più una passeggiata.
«Sei allergica a cosa, esattamente?». Sembra quasi che ti stia accusando, perché se Peter Hale fa qualcosa di così romantico tu non puoi rovinarglielo con una stupida allergia ai fiori, ma la natura, purtroppo, non riesci ancora a gestirla e quindi ti tocca proprio sfatare tutti i suoi piani.
«Alle rose» sussurri, perché se solo fossi stata allergica a una stupidissima pianta perlomeno Peter non si sarebbe sentito un completo idiota, ma invece sei allergica alle rose, rose che lui ha portato lì e lui lo sa che rimuovere ogni petalo con cui ha cosparso quell’area è praticamente impossibile, perciò si sente un idiota, perché per qualche insana ragione ha cercato di fare qualcosa di romantico, schifosamente romantico, e tu gli hai rovinato gli sforzi.
Quando però ti guarda, dopo l’ennesimo starnuto e vede il naso diventare rosso, non ha la forza di fare l’offeso, cosa che non ti spieghi. Sembra quasi intenerito, ti stringe di poco contro di sé e contro ogni logica ti propone un hamburger.
«A quest’ora tutti i ristoranti saranno prenotati». E tu non riesci a far altro che sorridere, perché quella dolcezza così placida e naturale, così in contrasto con la natura dell’Alfa Peter Hale, ti stordisce un po’. Senza preavviso ti stampa un altro bacio, stringendoti per le spalle in un abbraccio così estraneo a voi, eppure così naturale, come se tutto ciò che avete sempre condiviso fosse più di quel che tu hai sempre creduto.
Annuisci alla proposta così fuori dalle abitudini di Peter e ti domandi, se mai qualcuno vi vedrà, come potrai spiegare la vicinanza a quell’uomo che è più grande di te di vent’anni, la sera di San Valentino, per di più. Peter si allontana a prendere quella bottiglia di Champagne che ti era sfuggita alla vista e te la porge dicendoti che la conserverà per dopo, perché accompagnare un hamburger a dello Champagne è un reato e non puoi far altro che concordare con lui, mentre ti sospinge piano verso la macchina, quasi come fosse un abitudine quella di camminare con lui che ti tiene un braccio sulle spalle.
Ti sposti di poco a guardarlo, ne scorgi il profilo, con quel sorriso appena accennato, ma noti che non è il solito sorriso di scherno, o di superiorità, è un sorriso tranquillo, se lo conoscessi bene diresti che è un sorriso di serenità e pensi che forse, in una realtà alternativa, camminare con Peter Hale che ti tiene un braccio sulle spalle non è male per niente e che forse non è nemmeno strano da far paura.



Eccomi con la seconda mini oneshot sulla ship Pydia, è estremamente facile scrivere su di loro, ma quant sono belli *-*
Spero vi sia piaciuta, e niente, spero ci sia qualche altro amante Pydia nel fandom, a parte me e la ragazza che indetto la challenge.
Spero anche di non essere andata troppo OOC, ma non sapevo come altro inserire la romanticheria con Peter.
Cinzia N. Spurce. ^^

   
 
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