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Autore: vannagio    02/04/2016    4 recensioni
La matematica non è un'opinione: due più due è uguale sempre a quattro.
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Guida alla lettura: questo è un missing moment dell'epidosio 1x21 "The Undertaking"; si svolge dopo la scena in ospedale in cui Oliver prima ha uno scambio di battute con Malcolm e dopo confessa indirettamente a Laurel di amarla ancora.





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Fare la differenza




Ti aiuterò a salvare Walter, ma nient’altro.
Poi voglio solo tornare alla mia noiosa vita da tecnica informatica.
Questa è la mia offerta.

(Felicity Smoak, episodio 1x14 “The Odyssey”)


Il cielo era una trapunta di stelle, quella notte. Felicity si sfregò le braccia, rabbrividendo. E pensare che fino a qualche mese prima, a un’ora del genere, l’unica trapunta sotto la quale aveva l’abitudine di rannicchiarsi era una di calda e morbida piuma d’oca. Sul divano, durante l’ennesimo binge-watching di Doctor Who.
Trapunta che in quel preciso istante, coi piedi ridotti a due blocchi di ghiaccio, stava rimpiangendo ardentemente. Fece un paio di volte su e giù davanti alla panchina della fermata del pullman per riattivare la circolazione delle gambe. Cavolo, ora che ci penso, non ricordo più cosa è successo nell’ultima puntata di The Walking Dead che ho visto. Per ingannare l’attesa, stava provando a calcolare di quanti episodi fosse rimasta indietro, quando sollevò lo sguardo e lo vide.
«Oliver?», farfugliò. Mani affondate nelle tasche dei jeans, occhi bassi e passo del condannato a morte. Nessun dubbio, era proprio lui. «Oliver?», lo chiamò nuovamente, questa volta a voce più alta.
E infatti lui la sentì.
«Felicity?».
Si mossero simultaneamente e si incontrarono a metà strada.
«Che ci fai qua?», si chiesero a vicenda nello stesso momento.
Risero brevemente.
«A quest’ora ti credevo già tornata alla tua», Oliver mimò le virgolette, «noiosa vita da tecnica informatica».
«Ho l’auto in officina, sto aspettando il pullman. Che ovviamente è in ritardo», spiegò Felicity. «Tu, invece? Come mai non sei in ospedale con Walter e il resto della tua famiglia?».
«Il medico ci ha cacciati via. Walter ha bisogno di riposare». Il viso di Oliver si fece cupo all’improvviso. «E ho avuto una breve conversazione con Malcolm prima e con Laurel subito dopo».
«Non di quelle allegre, scommetto».
«Nope. Avevo bisogno di schiarirmi le idee». Scosse la testa, come per scacciare i cattivi pensieri, e fissò lo sguardo su di lei. «Sei stata carina a passare in ospedale, sono sicuro che Walter abbia apprezzato il gesto».
Felicity si strinse nelle spalle.
«Oh, sì, be’, insomma...».
Oliver inclinò il capo.
«Cosa?».
Si concentrò sulla punta delle ballerine per non essere costretta a guardarlo negli occhi.
«Niente, non voglio annoiarti, può aspettare fino a domani».
«La mia famiglia è di nuovo unita soprattutto per merito tuo». Le poggiò una mano sulla spalla. «Puoi annoiarmi quanto vuoi».
Felicity abbozzò un sorriso.
«É che... sai, non so cosa mi aspettassi esattamente. Mi sono precipitata in ospedale con quel grosso mazzo di fiori... come se ne avessi il diritto. Neanche fosse mio zio o chissachi. E quando tua madre, giustamente, mi ha domandato chi fossi...».
«Lascia stare mia madre», la interruppe Oliver. «Lei non lo sa. Nessuno può saperlo. Ma tu ce lo avevi eccome il diritto di essere lì. Hai dato il massimo per Walter. Se non fosse stato per te...».
«Sì, lo so». Felicity raddrizzò la schiena. «So cosa ho fatto. É proprio questo il punto. Pensavo di voler aiutare Walter perché era stato gentile, perché era diventato come di famiglia per me. Invece quel “Chi sei tu?” di tua madre ha messo tutto nella giusta prospettiva, capisci? Stanotte, e tutte le altri notti negli ultimi mesi, ho fatto la differenza. Insieme a te e a Diggle ho contribuito a salvare delle persone. E non perché fossero miei parenti o amici. In cuor mio sapevo che era la cosa giusta da fare».
Il viso di Oliver non era più tanto cupo, adesso. Sembrava quasi che si stesse sforzando di trattenere un sorrisino compiaciuto. Come se avesse fatto due più due da un pezzo, ormai.
«Felicity, che cosa stai cercando di dirmi esattamente?».
«Che mi piacerebbe...». Chiuse gli occhi e prese un respiro profondo. «No. Che voglio continuare a fare la differenza». Riaprì gli occhi e si morse il labbro inferiore. «Sempre che a te e a Dig stia bene, ovvio».
«Non è che mi stia bene...». Lo sguardo serissimo, quasi minaccioso, di Oliver la fece deglutire a vuoto. «In effetti, ci contavo».
Il sollievo e il sorriso sbocciato all’improvviso sulle labbra di Oliver le infiammarono le guance. Nel frattempo, alle sue spalle, gli sportelli del pullman si erano appena spalancati. Felicity fece cenno all’autista di aspettarla.
«Bene, allora è deciso. Ci vediamo domani. Stesso posto, stessa...».
«Che fai stasera?», le chiese Oliver a brucia pelo.
Lei aggrottò la fronte.
«Non so... A casa mi aspettano una trapunta calda e un bel po’ di episodi di The Walking Dead da recuperare, perciò... nulla di particolare, suppongo. Perché?».
Questa volta fu lui a stringersi nelle spalle e a distogliere lo sguardo.
«Perché sto andando a scusarmi con Diggle. Nella remota possibilità che accetti le mie scuse, vorrei approfittarne per festeggiare il salvataggio di Walter con i miei due partner. Ora, capisco che la mia offerta non potrà mai competere con una trapunta calda e un episodio di... qualsiasi cosa sia, ma...».
«Ci sto».
Ecco di nuovo il sorrisetto compiaciuto.
«Sei sicura?».
«Scherzi?». Il pullman era ripartito da un pezzo, non senza l’accompagnamento di una colorita imprecazione da parte dell’autista. Felicity prese Oliver sottobraccio e insieme si incamminarono a piedi. «Non posso perdermi la scena di Diggle che ti prende a calci nel sedere».
Il cielo era una trapunta di stelle, quella notte. Felicity si sfregò le braccia, rabbrividendo. Da quel momento in poi le sue serate al calduccio sotto la trapunta di piuma d’oca erano ufficialmente finite, si rese conto. Sarebbe rimasta indietro di un sacco di episodi di un sacco di serie tv...
Intanto Oliver si era accorto che stava tremando e le aveva ceduto la sua giacca.
...ma l’idea non le dispiaceva affatto.







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Note autore:
L’ultimo episodio andato in onda (4x17) mi ha fatto ripensare a quando Felicity si è unita al team Arrow. In quell’occasione aveva fatto un’offerta ben precisa ad Oliver: lo avrebbe aiutato nella lotta contro il crimine fino a quando non avrebbero salvato Walter, dopo di che sarebbe tornata alla sua noiosa vita da tecnica informatica.
Sappiamo tutti come è andata alla fine, no?
Ho sempre pensato che mancasse una scena, dopo il salvataggio di Walter. Una in cui Felicity dice a Oliver che ha cambiato idea. Che vuole continuare a fare al differenza. Perché in fondo, e lo ha ribadito anche nell’episodio 4x17, è stata sempre questa la sua principale motivazione. Per fortuna le fanfiction servono anche a colmare le lacune. Perciò... detto fatto!
Spero che l’idea sia stata di vostro gradimento.
A presto, vannagio
   
 
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