Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: aamazayn    02/04/2016    0 recensioni
Storia momentaneamente sospesa
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

 





 


(1)
 
 


Dieci mesi prima, nel retro del locale, Zayn aveva fatto a pugni con Tyler Black e al tempo, Gigi era ancora minorenne e non era riuscita a convincere nessuno a farla entrare.
Proprio quando Zayn era sul punto di finire l'opera e spaccare definitivamente il naso alla sua vittima, lei si era nascosta il volto tra le mani, terrorizzata e, prima ancora di riuscire a trattenerlo, si era lasciata sfuggire un gemito.
Fu quello che probabilmente salvò Tyler.
Zayn l'aveva sentito, si era fermato di colpo e si era girato nella sua direzione.

La sua espressione era mutata all'istante quando, lanciando un'occhiata a lato della strada, l'aveva notata.
Seduta sul marciapiede, con le ginocchia rannicchiate al petto, Zayn pensò, in principio, che sembrava una bambina. Quel pensiero lo portò a lasciare la presa dalla sua vittima e a dimenticarsi quasi totalmente della sua presenza o della rabbia che prima, gli opprimeva le viscere e gli oscurava la vista.
Tutto ad un tratto, ebbe solo una gran voglia di raggiungerla e di vederla smettere di tremare.
Il suo volto era trasfigurato dalla paura, gli occhi grandi, sbarrati vagavano nel vuoto e quando rintracciandolo a distanza, lei ebbe il coraggio di posare lo sguardo spaventato su quello di lui, Zayn provò un forte senso di colpa. 
Dai tratti delicati, immaturi non le dava più di diciassette anni e Zayn si chiese cosa ci facesse lì, senza giacca, da sola, a quell'ora di notte, quella ragazzina.
I lineamenti di Zayn, resi ancora più scuri dal buio del vicolo, pian piano si rilassarono e si fecero più morbidi. Continuando a tenere fisse le sue iridi nere nella direzione di lei, si sfregò rapidamente le mani sui jeans per poi, senza neanche pensarci troppo, alzare le braccia in aria, in modo da farle capire che non le avrebbe fatto del male.
Non sapeva bene come avrebbe reagito ma era stanco di aspettare e l'espressione terrorizzata della ragazzina cominciava a metterlo veramente a disagio.
Gli fu difficile comportarsi in maniera normale, ma in un qualche modo ci riuscì. Un attimo dopo, provò ad accennarle un sorriso.

Gigi rimase dov'era, alzò leggermente il mento sprezzante verso di lui, incredula, ma mantenne la sua posizione, non ricambiò, finché non lo vide muoversi ed avvicinarsi a lei.
A quel punto, sussultò ma non fece comunque niente, incapace di reagire. Non accennò ad un movimento neanche quando Zayn le fu abbastanza vicino per frasi sentire e le disse “Non è come sembra” addolcendo lievemente la linea dura delle sue labbra.

Eppure, per lei, era proprio come sembrava.
Continuò a fissarlo, Zayn si avvicinò un po' di più e, senza avere ancora la forza di allontanarsi, lasciò che si sedesse di fianco a lei.
Dopo qualche breve accenno di silenzio, lui fece schioccare le labbra e le indicò con la testa Tyler, che ormai aveva ripreso le forze necessarie per alzarsi e stava zoppicando via.

“Vedi – ripeté Zayn – te l'ho detto. Non è come sembra”
Sorrise soddisfatto alla vista di quel coglione, infilando la lingua tra i denti ma forse ne venne fuori una smorfia poiché la vide, con la coda dell'occhio, concentrarsi sulle sue labbra troppo a lungo e troppo intensamente: sembrava le stesse studiando.
Zayn non capì quella sua reazione e si bloccò per almeno un paio di secondi quando poi lei, passando in rassegna lo sguardo dalla sua bocca ai suoi occhi, lo guardò, incenerendolo.
Irritato dal fatto che la ragazzina non aveva ancora aperto bocca e i suoi tentativi di tranquillizzarla parevano essere stati inutili, si sentì terribilmente a disagio.
Non era da lui e detestava la sensazione che stava provando.
“Parlerai mai? – le chiese, concedendole qualche attimo per rispondere – Non ti farò del male. Ho avuto le mie ragioni per fare quello che ho fatto dieci minuti fa. Meritava le botte che ha preso”
Gigi fece una smorfia, alzò un sopracciglio e Zayn pensò a quanto fosse buffa, terrorizzata in quel modo.
“Ho sete – continuò implacabile lui - mi accompagneresti a prendere da bere? Come dici? Si? Hai fame anche tu? Oh, si, certo che ti comprerò qualcosa da mangiare ma solo se la finirai di parlare così tanto. La tua voce mi sta dando il mal di testa”

“Non ho fame” rispose lei di rimando, interrompendolo. Il timbro della voce era piatto, indecifrabile. 
“Stai mentendo” disse Zayn “Il tuo stomaco brontolava prima, l'ho sentito. In ogni caso, peggio per te. Mi guarderai mangiare”
Detto quello, balzò in piedi e nel mentre, tirò su anche lei che, nonostante i muscoli visibilmente contratti, non fece niente per fermarlo.
A quel punto, Zayn si chiese se aveva ancora paura. 



Zayn era ancora sporco di sangue quando ordinò un cheeseburger e una Cola.
La cameriera gli chiese se aveva bisogno di soccorso e solo in quel momento, lui face caso al suo sopracciglio tagliato.
Non si scompose neanche in quella circostanza, si passò semplicemente il dorso della mano sul viso, scosse la testa, gli sorrise in modo educato e gli bastò dire “Sono a posto, grazie” per farla tornare dietro al bancone con la sua ordinazione.
Sembrava soddisfatto della sua scelta e sistemandosi comodamente sulla sedia, prese a giocare con le bustine di zucchero sul tavolo.
Gigi, in silenzio, lo guardava.

Nessuno si era mai comportato in quel modo con lui. Soprattutto le ragazze. Anche in situazioni più assurde di quella.
“Lasciami indovinare” esclamò Zayn, ad un tratto, ridacchiando “Ti sei lasciata con il fidanzato, non è vero? Probabilmente ti ha scaricata in mezzo alla strada e tu non hai potuto chiamare un taxi perché i soldi li aveva lui. Non sei potuta tornare neanche dentro perché non ti sei fatta fare il timbro. Avrai pensato che bastava il suo e poi, sei rimasta fregata”
Gigi prese a fissare il mucchietto di carta sparso sul tavolo, quello che lui aveva appena creato. Pareva non lo ascoltasse neanche.
Zayn, allora, spazientito, le sventolò una mano in faccia, per richiamarla: “Ei, sto parlando con te – indugiò mezzo secondo – A proposito, il tuo nome è..?”
“Gigi”
“Io mi chiamo Zayn. Si pronuncia proprio come l'ho detto e si scrive Z A Y N. Non è difficile eppure lo sbagliano tutti. Odio quando succede”
“E?”
“Volevo che lo sapessi”
“Non penso scriverò mai il tuo nome da qualche parte, quindi, tranquillo. Non lo sbaglierò”
E dopo quella risposta più che evasiva, Gigi mantenne il suo sguardo per qualche secondo, accennò, per la prima volta, un mezzo sorriso. Zayn prese a fissarla, sorrise anche lui più che soddisfatto.
“Eppure ci sarà una ragione se sei ancora seduta qui con me”
Gigi aprì la bocca per ribattere ma non fece in tempo; l'ordinazione di Zayn, si posò dal vassoio al tavolo e lei ritornò seria e infastidita. Servendoli, la cameriera mantenne con insistenza gli occhi puntati sul sopracciglio di lui, più curiosa che preoccupata ma entrambi, questa volta, la ignorarono e lei non ebbe più il coraggio di proferire una parola a riguardo.
Quando si fu allontanata abbastanza, Gigi tentò nuovamente di parlare ma questa volta ad interromperla fu Zayn porgendole il bicchiere stracolmo di Cola sotto il naso.
“Vuoi?”
Lei scosse la testa, nettamente infastidita mentre lui fece spallucce con gli occhi sorridenti.
Cominciava a divertirlo quella situazione.

“Ma almeno l'hai l'età giusta per entrare nei locali?” la stuzzicò poi, bevendo un sorso della sua bibita ma Gigi non rispose. Alzò gli occhi al cielo. 
“Ti sto annoiando?”
“Abbastanza”
“Se non rispondi a nessuna mia domanda, continuerò a fartele”
Gigi li alzò di nuovo e Zayn pensò fosse un tic o un qualcosa del genere perché tendeva a farlo ogni due per tre. Attendendo una risposta, si grattò una guancia e Gigi gli guardò il dorso della mano con più attenzione.
“Quanti tatuaggi hai?” gli domandò lei, cercando di mettere da parte dal suo tono di voce qualsiasi accenno di sorpresa. 
Zayn ammicò “Perchè questa curiosità? Una domanda per una domanda”
“Va bene” sbuffò Gigi “Ho diciassette anni e no, non mi ha scaricata il ragazzo”
“Però ce l'hai?”
“Tocca a te, rispondimi”
“Ne ho una trentina, in tutto il corpo”
“E io non ho il ragazzo”
“E allora cosa ci facevi da sola, prima?”
“Non sono riuscita ad entrare. Alcune delle mie amiche, però, si e le stavo aspettando fuori. Stavamo giusto per tornare a casa”
“Adesso si chiederanno che fine hai fatto” le disse semplicemente. 
“Si. Molto probabilmente penseranno che qualcuno mi ha rapita e avranno ragione”
Zayn incassò il colpo e rise. Mollò il panino che teneva tra le mani e pescò il cellulare dalla tasca dei jeans.
“Tieni – glielo porse – chiamane una, dille che stai bene e che ti riporterò a casa intera quando avrò finito di mangiare”
Gigi tentennò e Zayn si chiese se finalmente le fosse passata del tutto la paura. Ne ebbe la conferma quando poi, la ragazza compose un numero sul display e si portò il telefono all'orecchio, attendendo risposta.
Nei minuti successivi, ascoltò tutta la conversazione in silenzio e solo quando la chiamata concluse, riprese a parlare: “Non devi andare in posti come quello se sei minorenne. Lì trovi solo della brutta gente e, senza un documento, non ti faranno mai entrare. Ma dato che sei troppo piccola – calcò il tono, su quella ultima parola – non ti servirà neanche quello. Hai bisogno di un aggancio”
“Come?”
“La prossima volta che vuoi entrare, dovresti chiamarmi”
Gigi, al posto di rispondere, lo guardò diffidente, aggrotto le sopracciglia.
“Anzi, pensandoci, ti ci porto io in un bel locale. Domani sera ci andiamo”
“Oh, non direi proprio. Non penso una bella idea uscire con te”
“Effettivamente, lo stai già facendo adesso”
“Proprio per questo motivo, non penso ripeterò lo stesso errore domani”
 












 


 Ho perso definitivamente il conto di quante volte ho riscritto, letto ed aggiustato questo capitolo e penso anche che, ormai, lo potrei recitare a memoria. Nonostante tutto, ho capito anche che non mi piacerà mai e sono arrivata alla conclusione che solo nella mia testa risultava bene.
Probabilmente, appena pubblicato, mi maledirò da sola per averlo fatto e passato qualche giorno, mi chiederò con che coraggio ho potuto fare una cosa del genere ahaha 
Fatto sta che, ora sono qui, a scrivere questo spazio-autrice e sono passati secoli dall'ultima volta che ho fatto una cosa del genere, mi sembra una altra vita!
Spero solo vi piaccia e spero che qualcuna lasci una recesione. So che efp non va più molto come nel 2013 e credetemi quando vi dico che, a volte, vorrei ritornare a quel periodo!
Oltre a ciò, posso solo aggiungere un grazie a tutti coloro che sono arrivati a leggere e non si sono fermati! 
Spero di non doverlo fare anche io! 
Fatemi sapere,

C:) 
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: aamazayn