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Autore: Jack Le Fleur    03/04/2016    0 recensioni
Non ricordo molto di quel giorno. Era tutto freddo e luminoso, innaturale quasi. C'era la neve. Quella me la ricordo bene: appena uscito di casa ero scivolato e c'ero finito dritto in mezzo. Poi ero andato a scuola, come tutte le mattine.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Neve


Non ricordo molto di quel giorno. Era tutto freddo e luminoso, innaturale quasi. C'era la neve. Quella me la ricordo bene: appena uscito di casa ero scivolato e c'ero finito dritto in mezzo. Poi ero andato a scuola, come tutte le mattine. Dalle mie parti vai a scuola anche se ci fa il nido un drago tibetano. Le ore erano passate lente, sfiancanti. Non vedevo l'ora di andare a casa a giocare a pallate di neve con mio fratello.

Stavo attraversando la strada e di colpo mi svegliai in un posto tutto bianco. Non c'era neve. C'era solo odore di malati e disperazione. Mi chiesero se sapevo chi ero, che giorno era e altre domande senza senso. Mi dissero che una macchina mi aveva investito. “Quindi niente neve?” avevo chiesto. L'infermiera mi aveva guardato male, come se le mie parole fossero state chiacchiere inutili e fastidiose.

Fissavo la neve fuori dalla finestra. Mi addormentai.

Quando mi svegliai, mi alzai dal letto e feci un giro. Nessuno sembrò notarmi. Meglio così.

Mi vennero a prendere. Piangevano. Non capivo. Stavo bene, perché sembravano così disperati?

Poi venni a sapere che qualcuno era morto. Due giorni dopo ci sarebbe stato il suo funerale.

Passai quei due giorni a casa, senza che nessuno mi dicesse di fare niente. Mi piaceva stare a casa. Era rilassante.

 

Il giorno del funerale sedetti con la mia famiglia in prima fila, in attesa che il morto fosse portato al cimitero. La marcia funebre fu piena di preghiere e io mi sentii in qualche modo sereno: quel poveraccio sarebbe potuto salire in Cielo e trovare la pace.

La bara fu sotterrata e la piccola folla di conoscenti cominciò a sciamare. Rimasi solo io.

Continuavo a fissare le lettere con cui era incisa la memoria di quel ragazzo in quel luogo pieno di ricordi perduti:

Jeremy Stevenson

03121995

05172010

 

È così strano vedere il proprio nome su una tomba.






Il mio angolino

Salve! Vorrei ringraziare chiunque abbia letto questa storia (o anche altre mie storie) e chiedere scusa a chiunque aspettasse qualche aggiornamento che credo ci sarà prima o poi, ma forse non nel futuro più prossimo. Mi sono resa conto da poco che non scrivo più/aggiorno da più di un anno ormai e mi dispiace molto per questo. Questi due anni non sono stati un periodo particolarmente florido per me, quindi non ho più avuto voglia nè di scrivere nè di fare altro in realtà. Ma ho intenzione di continuare le mie storie (anche se alcune le ho sviluppate davvero male xD) e spero che vi piacciano tanto quanto piacciono a me. Adesso smetto di scrivere che il commento è quasi più lungo della storia.
Alla prossima (probabilmente),
M.J.V.

  
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