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Autore: eliseCS    03/04/2016    2 recensioni
Per "festeggiare" il fatto di aver finito gli esami ho deciso (invece di cominciare a concentrarmi sulla tesi) di cominciare a pubblicare questa ff che ho per le mani da un po' di tempo.
Dopo quella sui fondatori e quella su Draco e Astoria la new generation non poteva certo mancare, quindi eccola qui.
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Una ragazza comincerà a scoprire le sue potenzialità in modo alquanto singolare.
Ricordi torneranno pian piano a galla.
Una profezia (forse, l'autrice è ancora un po' indecisa al riguardo)
E ovviamente non si può chiedere ai Potter di restare fuori dai guai, no?
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[...] Non sapeva che invece quello era stato solo l’inizio, come non sapeva che quella crisi era in qualche modo collegata a quello che uno strano bambino dai capelli scuri e spettinati le aveva detto diversi anni prima dietro la siepe di un parco giochi.
Per Elise quello strano incontro era ormai diventato un vecchio ricordo sbiadito e senza importanza, nulla più di un insolito e confuso sogno.
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Un piccolo assaggio dal prologo
Buona lettura
E.
(Pubblicata anche su Wattpad)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Prologo
 
 
 
Avvocato di successo lei , chirurgo molto conosciuto e stimato lui: ci si sarebbe aspettato che i signori Starlet fossero contenti della vita apparentemente perfetta che conducevano.
E invece dopo il lavoro, dopo la casa, si erano accorti che nella loro vita mancava ancora qualcosa: qualcuno.
Quando alla fine avevano scoperto di non poter avere figli non avevano avuto dubbi: ne avrebbero adottato uno.
L’Orfanotrofio Wool era stato il primo posto dove erano andati a informarsi.
Lì una molto professionale signora Collins, la direttrice dell’istituto, aveva provveduto a fornire alla giovane coppia tutte le informazioni di cui avevano bisogno.
Dopo una lunga serie di scartoffie, documenti e incontri con l’assistente sociale, i due furono finalmente considerati idonei ad avere in custodia un bambino.
Passarono così alla seconda parte dell’adozione: la scelta.
 
La signora Starlet era stata irremovibile: lei voleva una bambina, e il marito non aveva neanche provato a opporre resistenza. Alla fine dei conti la moglie era pur sempre un avvocato, e sapeva far valere bene le sue motivazioni: discutere con lei non sarebbe servito a molto. E poi, in fondo in fondo, neanche a lui dispiaceva l’idea di avere una piccola principessa per casa.
Sul secondo punto erano invece d’accordo: se possibile avrebbero preferito adottare una bambina piccola, meglio se sotto i quattro-cinque anni. Pensavano che così, essendo più piccola, la nuova arrivata sarebbe riuscita ad adattarsi meglio al cambiamento.
 
Queste erano le loro idee, ma poi avevano visto Elise.
 
La prima volta che l’avevano notata si stava dondolando a testa in giù, appesa per le gambe a uno dei giochi nel cortile dell’orfanotrofio. Sembrava persa in un mondo tutto suo.
Dopo un po’ si era riscossa, era scesa, e aveva cominciato a giocare con gli altri bambini.
Non aveva fatto niente di strano, niente di speciale, ma gli Starlet erano comunque rimasti stranamente colpiti da quella bambina.
Durante la loro visita successiva avevano chiesto, curiosi, chi fosse.
E così gli venne raccontata la storia di una neonata trovata infagottata in una pesante coperta davanti alla porta d’ingresso dell’orfanotrofio un’uggiosa mattina di novembre di quasi otto anni prima.
Non aveva niente con sé, se non uno strano foglio di pergamena tutto stropicciato infilato tra le coperte su cui erano stati scarabocchiati un nome e una data in corsivo, con una calligrafia stretta e sottile: Elizabeth Charlotte – 31 ottobre
Gli venne spiegato come quello scricciolo dalla zazzera bionda era ben presto stata soprannominata ‘terremoto’ per la sua energia che pareva non mancarle mai e la voglia di fare, pur rimanendo una bambina buona ed educata, sempre allegra e gentile con tutti.
Visita dopo visita alla fine la coppia era arrivata a decidere che sarebbe stata lei che avrebbero adottato, perché quella bambina era sembrata loro speciale fin da subito, li aveva incantati, stregati.
 
 
Elise non ci aveva messo molto ad ambientarsi nel nuovo, grande appartamento –praticamente un attico- e anche nella nuova scuola fu subito presa in simpatia da tutti: bambini e insegnanti.
E anche se all’inizio il signor Starlet aveva provato a dissuadere la moglie per non caricarla troppo, la bambina si era subito mostrata entusiasta delle lezioni di danza e di pianoforte a cui la sua nuova mamma l’aveva iscritta, dimostrandosi in breve tempo un’allieva piuttosto dotata e che imparava in fretta, senza mai tirarsi indietro davanti a nuove sfide.
Però a dispetto di tutte quelle cose che quella nuova vita aveva da offrirle c’era una cosa in particolare che rendeva Elise felice e orgogliosa più di ogni altra: finalmente aveva un cognome, finalmente il suo nome era completo.
 
Lei era Elizabeth Charlotte Starlet.
 
Col passare degli anni il fatto di essere stata adottata era passato sempre più in secondo piano: ormai Rupert e Diana erano i suo genitori a tutti gli effetti, nonostante fosse palese che lei non assomigliasse –almeno fisicamente- a nessuno dei due.
I suoi capelli biondi erano ben lontani dal castano scuro di Diana quanto dal nero corvino di Rupert, e per gli occhi era la stessa cosa: quel verde così insolito e brillante nella famiglia Starlet non si era mai visto.
Inoltre i due neogenitori ebbero ben presto l’occasione di rendersi conto che la loro bambina non era affatto come tutte le altre.
 
 
Era la sera del suo dodicesimo compleanno: Elise aveva già passato buona parte del pomeriggio con i suoi amici andando di casa in casa, per tutto il vicinato, a fare ‘dolcetto o scherzetto’, concludendo poi la festa a casa con una grande torta.
Fortunatamente tutti gli invitati erano già andati via, e i tre Starlet stavano finendo di riordinare la sala da pranzo che per l’occasione era stata addobbata a festa anche se alla fine assomigliava più ad un campo di battaglia.
Elise stava giusto facendo la spola dal salotto alla cucina portando piatti e bicchieri destinati alla lavastoviglie quando si bloccò di colpo sul posto, irrigidendosi.
In un attimo il rumore dei piatti che si infrangevano sul pavimento richiamò Diana e Rupert dalla stanza accanto, i quali si spaventarono non poco nel vedere la figlia svenuta per terra, percorsa da violenti tremiti, in mezzo ai cocci delle stoviglie che miracolosamente non l’avevano ferita.
 
Dalla casa all’ospedale il passo fu breve –e veloce- ma a quanto pareva neanche i medici riuscivano a spiegarsi quella strana crisi: avevano sottoposto la ragazzina a tutti gli esami del caso, e se non l’avessero vista con i loro occhi avrebbero potuto tranquillamente affermare che, basandosi solo sui risultati delle analisi, quella bambina scoppiava di salute.
Fu così che Elise venne riportata a casa e messa al caldo sotto le coperte, mentre Diana e Rupert passarono la notte a darsi il cambio per tenerla sott’occhio.
Fu con grande sorpresa e sollievo che la mattina successiva Elise si svegliò come se nulla fosse successo, allegra e in forze come ogni giorno. Aveva un vago ricordo di essere svenuta, ma non avrebbe saputo spiegare perché.
Si augurava solo che quello strano episodio fosse stato il primo e l’ultimo.
Non sapeva che invece quello era stato solo l’inizio, come non sapeva che quella crisi era in qualche modo collegata a quello che uno strano bambino dai capelli scuri e spettinati le aveva detto diversi anni prima dietro la siepe di un parco giochi.
 
Per Elise quello strano incontro era ormai diventato un vecchio ricordo sbiadito e senza importanza, nulla più di un insolito e confuso sogno.













Salve a tutti!
Lo so che è breve e che ovviamente non si capisce nulla, ma ho pensato che la protagonista si meritava la sua introduzione essendo Elise un personaggio nuovo.
Questa ff ho iniziato a scriverla qualcosa come un anno e mezzo fa, per poi lasciarla vergognosamente da parte per mancanza di ispirazione.
Diciamo che ho deciso di cominciare a pubblicarla per vedere se magari la suddetta ispirazione si degna di tornare, quindi eccomi qua.
Ci terrei davvero molto a sapere cosa ne pensate, anche semplicemente se quello che ho scritto fin ora è leggibile (visto che per quanto riguarda la storia vera e propria i contenuti penso lascino un po' a desiderare...)
Potrei magari decidere di caricare il secondo capitolo in un paio di giorni (se qualcuno manifestasse il suo desiderio di continuare a leggere) altrimenti vi toccherà aspettare fino alla prossima settimana.
Per il momento credo di aver detto tutto
Grazie a chi è arrivato a leggere fino a qua in fondo
alla prossima
E.
   
 
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