Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Atramentum    03/04/2016    3 recensioni
- Puoi ancora accendere quella candela, con il fiammifero, se vuoi. Non ti forzerò a chiudere gli occhi, ma sappi che, se deciderai di spegnere quella fiamma, sarò costretto a compensarne il calore. -
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Levi Ackerman, Petra Ral
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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L’inaspettato
alla luce di una candela


Alla luce di una candela, tutto appare luminoso.
La buia stanza - ove Petra è intenta ad osservare la mappa sulla quale era stato tracciato, il giorno prima, il percorso che la sua Unità avrebbe dovuto seguire - è illuminata da una fioca luce, che avvolge la donna, seduta accanto alla sua scrivania.
Le Ali della Libertà rappresentano lei stessa ed i suoi compagni, oltre le mura. Quel disegno dalle tonalità porpora la inquieta un po', ma non lo avrebbe mai ammesso.
Non avrebbe mai ammesso che l'idea di uscire dalle mura la terrorizzava ogni volta, dalla sua prima spedizione.
È un soldato, la sua Unità non ammette deboli, tantomeno fifoni.
Percorre con l'indice il tratto che rappresenta il percorso, fermandosi in un punto.
"Morirò lì"
Il cuore perde un battito, quando la certezza si fa strada nella sua mente. Si chiede come sarebbe stato, cosa avrebbe provato. Quanto dolore.
- Petra Ral. -
All'udire quel tono, freddo e acuto, si alza in piedi di scatto, preparando il saluto tipico, rivolto al superiore.
Sfortunatamente, non va come previsto e, senza volerlo, urta la candela con il braccio.
Ancor prima che realizzi, il Caporal Maggiore corre nella sua direzione. Con una mano, afferra la candela prima che la fiamma tocchi il legno della scrivania, circondando il corpo della sottoposta.
Petra, colta dalla sorpresa e dallo spavento, chiude gli occhi, stringendoli più che può.
Quando l'instabile scrivania dà segno di non tremare, li apre pian piano, accorgendosi di essere avvolta dalla stretta del suo Capitano.
Attimi di imbarazzo seguono il suo accorgimento. Nessuno dei due osa muoversi o divincolarsi; Levi, dopo poco, sistema meglio la candela e si sposta, permettendole di respirare nuovamente.
- Stai bene? -, mormora e dapprima Petra non capisce ciò che ha voluto dirle.
Poi torna alla realtà, facendo un bel respiro. - Sì -, comincia col dire - la ringrazio. -
Il Capitano percorre i pochi passi che lo separano dalla finestra e, con un gesto secco, scosta le tende, per ammirare la Luna piena. - Ero venuto a chiederti se avessi ancora quelle candele profumate: le cantine puzzano di muffa. -
La donna scuote il capo, segno che per il Caporale, di mantener le cantine pulite e profumate, non c'è speranza.
- Che ci hai fatto? Erano nuove. -
- Niente d'importante -, tenta di sostenere il suo sguardo - divenuto ancor più magnetico per via dei riflessi di luce che entravano dalla finestra - con scarso successo. - Le ho messe intorno alla vasca da bagno. Adesso sono consumate.. -
Ammetterlo è imbarazzante. Solitamente, quando ad una persona narri un fatto, immagina lo svolgersi di esso. Spera vivamente che il suo Capitano non sia quel tipo di persona. Lo spera per lei.
Aspetta una risposta, un qualche segno di disapprovazione o rimprovero, invece non arriva nulla. Sente solo i suoi passi. Rivolge a lui nuovamente lo sguardo e nota che si trova dinanzi la scrivania.
Osserva attentamente la mappa che prima stava consultando Petra, la quale non perde occasione per scrutarlo di nascosto. Quegli occhi grigi l'hanno sempre incantata, l'hanno portata a fare spesso e volentieri scelte pericolose e insensate; ma l'insensatezza è propria delle persone innamorate, come ella è.
Avrebbe sacrificato la vita stessa per quegli occhi che tanto brama su di sé e dai quali poco ha potuto godere di essere osservata, e i fini non erano certo stati quelli da lei sperati.
Adesso è lì, con lei. Il suo Capitano, l'uomo che può abbracciarla così come soffocarla.
Proprio questo ha scritto nell'ultima lettera spedita al padre, che sarebbe stato di certo contento nello scoprire che la figlia avesse trovato una ragione per cui vivere o morire.
- Hai qualcosa con cui poter fare luce? -
I suoi pensieri vengono interrotti bruscamente da quella richiesta insolita. Si ritrova a dover cercare la chiave del suo cassetto - che tiene sotto il cuscino - e ad aprirlo.
Prende un fiammifero e un pezzo di legno ruvido, il tutto senza fiatare. Lo sfrega giusto un po', fino a quando non si accende una piccola fiammella.
- Ecco a lei -, glielo porge, ma egli - con un gesto della mano - lo rifiuta.
- Tienilo. -
Inaspettatamente, si avvicina, molto lentamente. Indietreggia meccanicamente, quando vede che la sta fissando. Intensamente.
Sbatte contro il materasso del suo letto, quando anch'egli arresta il suo passo.
Le afferra la mano che tiene il fiammifero e le stringe il polso, tanto da farle male.
- Dimmi Petra, secondo te cos'è l'inaspettato? -
È in procinto di rispondere, quando perde l'equilibrio e rischia di cadere. Riesce tuttavia a reggersi con la mano libera, finendo con l'essere seduta sul letto.
Cerca di riprendere fiato, ma risulta essere una bella impresa, dal momento che Levi non gliel'avrebbe permesso.
Aiutandosi con la mano che stringe il polso della sottoposta, la attira verso di sé, in un gesto repentino ed a tratti violento.
Petra non riesce a porsi delle domande, nemmeno riguardo il calore proveniente dalle sue labbra. Non capisce immediatamente di cosa si tratti, non lo immagina neanche.
Le schiude leggermente, permettendo che lo stesso calore si insinui all'interno. Risponde con altrettanto calore.
Un attimo dopo, il freddo torna a fare da padrone. Apre nuovamente gli occhi e si specchia in quelli del suo superiore, lucidi e luminosi per via della luce del fiammifero.
Sta aspettando una risposta.
- Questo, capitano -, inizia - è inaspettato. -
Levi la guarda ancora per un istante, quando posa lo sguardo sulla finestra e comincia a parlare.
- Io non ti ho chiesto cosa fosse inaspettato, ma l'inaspettato. -
Si alza senza alcun preavviso e torna a contemplare il cielo. Petra si fa forza e, con una lieve spinta, si alza per avvicinarsi a lui, mantenendo comunque una certa distanza.
È visibilmente rossa in viso, mano stretta al petto. - Lei.. si sta prendendo gioco di me? -, balbetta, trovando il coraggio di dire ciò che realmente pensa - Perché queste domande? Perché quel gesto? Cosa signifi.. -
Viene interrotta dal suo sguardo impaziente, che dalla donna si va a posare sulla mappa.
Ciò la fa riflettere e finalmente arriva ad una conclusione. - La spedizione? -
La domanda del superiore comincia ad avere un senso. Comprende che anche per lui debba essere difficile ammettere a se stesso di provare sensazioni forti quali la paura ed il terrore.
È l'uomo più forte dell'umanità, ma è pur sempre una persona. Chi crede che egli non possa provare sentimenti e sensazioni non può che essere nel torto.
Anch'egli conta i suoi giorni.
- Lo faccio spesso -, comincia - osservo la mappa per individuare il punto in cui morirò. Naturalmente, le mie sono solo supposizioni. -
Levi la guarda nuovamente, prima di spegnere la candela con un soffio leggero, gesto che fa sussultare Petra.
- Se le cose stanno così, non guardare più. -
Le si avvicina nuovamente e, insieme ai suoi passi, aumentano i battiti del cuore della sottoposta.
- Puoi ancora accendere quella candela, con il fiammifero, se vuoi. Non ti forzerò a chiudere gli occhi, ma sappi che, se deciderai di spegnere quella fiamma, sarò costretto a compensarne il calore. -
Petra si ritrova ad osservare prima la piccola fiamma, in seguito gli occhi di Levi.
Comprende di non poter dare subito una risposta al superiore, riguardo l'inaspettato. È un pensiero, una teoria, una filosofia, che ancora in lei deve maturare.
Può solo evitare di pensare e di essere terrorizzata. Il coraggio, non si misura guardando, ma non guardando. Avere coraggio non significa pensare, ma non pensare.
Tutti gli eroi hanno avuto paura e mai nessuno ha osato guardarsi indietro o troppo avanti.
Tale pensiero, spinge la donna a soffiare e a permettere che la fiamma lasci spazio ad una scia di fumo che attornia entrambi, poco prima che il Capitano possa avvolgerla in una stretta calda, molto calda.
Le morbide lenzuola accolgono la schiena di Petra, seguita dalla pelle nuda che avvolge gli arti inferiori ed i muscoli protetti a loro volta da essi.
Poco dopo aver udito il rumore prodotto dai pantaloni a contatto con il pavimento, alla donna sfugge un sospiro, seguito da un altro ed un altro ancora.
Per poco non sente freddo, quando si ritrova a petto nudo, ma quello bollente del Capitano rimedia a ciò, posandosi su di esso.
Sfiora con le mani ogni centimetro di pelle, soffermandosi sulle cicatrici che tentano in ogni modo di imbruttirla, fallendo, a dir di Levi.
- Questo, invece, te lo aspettavi? -, le sussurra all'orecchio, con voce inaspettatamente calda.
In risposta, non può che sfuggirle un gemito, che prontamente cerca di nascondere.
- Non trattenerti: trovo che sia più sgarbato nei miei confronti. -
Petra annuisce e fa come l'uomo le ha consigliato. Non trattiene più i gemiti, neanche quando le sue grandi mani le accarezzano le gambe, con movimenti lenti e sensuali.
Le labbra di Levi si posano nuovamente sulle sue e, finalmente, Petra capisce da dove proveniva tutto quel calore di quando era seduta sul letto.
L'imbarazzo, l'eccitazione precedente un atto sessuale, tutto viene sostituito dal semplice desiderio di un appiglio, un qualcosa a cui reggersi in quell'Inferno.
Avvolge il Capitano con le braccia e ribalta le posizioni, per poi far aderire i loro corpi.
Gli urla il bisogno di lui spingendolo dentro, sempre più. Levi affonda le sue mani nei capelli ramati della donna, attirandola a sé, per farle riversare le lacrime sul suo collo e non oltre.
Pianto, dolore, bisogno. Il gigante peggiore è l'uomo. È il peggiore perché prova sensazioni orribili e le trasmette, fino a consumarsi.
La chiave di una cantina non avrebbe mai potuto assicurare la salvezza degli esseri umani, poiché avrebbe distrutto i giganti, ma non i peggiori.
Con questi pensieri, Levi raggiunge il limite e smette di muoversi. Petra va avanti, tentando anch'ella di raggiungere il suo, consapevole tuttavia del fatto, che mai l'avrebbe raggiunto.

Alla luce di una candela, tutto appare luminoso.

Al buio, non vi è nulla, se non l'inaspettato.


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