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Autore: elliedream    04/04/2016    3 recensioni
Abbiamo lasciato Nick Wilde e Judy Hopps, diventati partners in polizia nel distretto di Zootropolis, dopo aver risolto il caso Bellwether. Come si sentirà Nick avendo sulle spalle questo nuovo compito? Riuscirà a lasciare indietro il proprio passato? Sicuramente grazie all'aiuto della sua nuova amica coniglietta saprà come mettersi veramente in gioco.
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Judy Hopps, Nick Wilde, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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“Hopps, Wilde, nel mio ufficio!” tuonò il capitano Bogo varcando la soglia dell’ufficio dei due colleghi.
“Nick, finalmente, forse lavoreremo di nuovo a un caso interessante!” sussurrò speranzosa Judy all’amico mentre si dirigevano nell’ufficio del capitano.
“Mmh speriamo questa volta di non rimetterci la pelliccia, ci eravamo andati vicini l’altra volta.” Scherzò Nick.
“Ci sono state nuove sparizioni di animali.” Esclamò Bogo, appena si furono seduti.
“Ma..non è possibile Capitano, è finita, l’abbiamo..arrestata..” disse Judy guardando preoccupata Nick che aveva il suo stesso sguardo.
“Non possiamo ancora dare per certo che sia collegato al caso Bellwether, ma finora sembrano agire allo stesso modo. Questo qualcuno forse ha iniziato in modo isolato con le stesse motivazioni che aveva la Bellwether, oppure era in qualche modo collegato all’ex vice sindaco o addirittura è rimasto in contatto con la stessa in carcere; non abbiamo nulla di verificabile ora.
Per questo, voi dovete indagare nell’ultimo posto in cui è sparito un animale. Ecco la foto del suddetto. E’ stato trovato il suo portafogli in uno dei quartieri adiacenti a Hyde Forest. Ha molti precedenti penali quindi bisogna anche capire se non sia anche lui un possibile sospettato.” Il capitano Bogo mostrò la foto ai due colleghi. Era una volpe, proprio come Nick, che in quello stesso momento ebbe un lieve sussulto. Judy lo notò ma non ci fece caso.
“Ci metteremo subito al lavoro Signore!” esclamò con prontezza la coniglietta.
Vennero congedati dall’ufficio del bufalo e tornarono al proprio. Nick era rimasto in silenzio per tutto il tempo e aveva un’espressione indecifrabile.
“Nick, stai bene?”
"Oh..certo Carotina, sono..solo..preoccupato per il nostro nuovo..forse vecchio caso. Credo che oggi tornerò a casa un po’ prima; è meglio che io sia riposato e pronto per cominciare ad indagare domani.”
“Ma..stasera dovevamo provare quel locale che mi avevi detto, non ti ricordi? Quello con la torta di mirtilli più buona di tutta Zootropolis! Forza Wilde..non pensiamoci ora, questa sera divertiamoci e da domani..si ricomincia a fare sul serio!” disse Judy avvicinandosi all’amico e dandogli un pugno affettuoso sulla spalla.
“Mi dispiace...ma..credo di dover proprio dire di no.” Disse allontanandosi dal tocco della coniglietta.
“O-ok…come vuoi..allora..a domani collega!” disse con un sorriso un po’ forzato all’amico.
“A domani.” Disse Nick.
Lo guardò allontanarsi e uscire dal distretto.
Qualcosa non andava. Nick non avrebbe mai detto di no a una buona fetta di torta ai mirtilli. Sembrava sconvolto per qualcosa. Forse, era davvero solo preoccupato. No, ormai lo conosceva troppo bene. Non era solo questo, doveva parlarci. Doveva aiutarlo.


Nick aveva preso un piccolo appartamento nella parte est del quartiere di Northwind, lo stesso dove risiedeva Judy; era stata lei stessa infatti a consigliargli il posto. Ora come poliziotto, in effetti, il suo collega si era reso conto di non poter più vivere per strada sul furgoncino che aveva sempre condiviso con l’amico Finnick. Judy si stava dirigendo proprio lì. Doveva sapere cosa tormentasse l’amico.
Suonò il campanello più volte, ma non rispose nessuno. Provò a guardare dalla finestra ma le tende erano tirate e le luci spente. Decise di chiamarlo al telefono, purtroppo però anche quello era spento. Stava cominciando seriamente a preoccuparsi. Si girò verso la strada quasi sperando che comparisse da un momento all’altro ma non arrivò nessuno la via era completamente deserta a quell’ora di sera.
Si stava per dare per vinta quando lo vide. Era seduto al bancone del bar di fronte, aveva un’aria sconsolata mentre beveva qualcosa da un bicchiere.
All’inizio Judy era sicura di volergli parlare a tutti a costi, ma in quel momento le sue certezze vennero meno. E se non volesse confidarsi con lei? E se la mandasse via? No! Nick era il suo più caro amico doveva farlo per lui, doveva aiutarlo in qualsiasi modo.
Si decise allora ad entrare nel bar. Era un posto squallido e abbastanza trasandato, con vecchi poster sportivi attaccati alle pareti, a brandelli, insieme alla carta da parati. Anche l’odore non era dei migliori. Era quasi vuoto.
Si avvicinò piano al bancone dove era seduto Nick.
“Nick, che ci fai qui?” gli chiese la coniglietta con tono apprensivo e preoccupato.
"Che ci fai TU qui Carotina? Mi pedini? Sai, non è un posto per adorabili conigliette questo.” Rispose sorridendole mestamente.
“Ma si può sapere che ti succede? Me ne puoi parlare, qualunque cosa sia ti ascolterò!”
“Mah…niente. Avevo voglia di un drink...tu vuoi bere qualcosa? Sai non penso che qui abbiano succo di carote; credo che la cosa meno forte sia lo Scotch.”
“Nick…mi stai ascoltando? Sono qui per te. Parlami!” Appoggiò la propria zampina su quella della volpe, ma lui la tolse per prendere in mano il bicchiere ormai vuoto.
“Un altro di questo, grazie” disse Nick rivolto al barman.
“Ma quanti ne hai bevuti di “questi”?” disse Judy irritata
“2, 8...ho perso il conto sai? Sei tu la vera detective qui, prova ad indovinare!”
“Nick sei ubriaco, torniamo a casa, così possiamo parlare davanti a una tazza di tè.” Disse la coniglietta con voce implorante.
“Io da qui non mi muovo piccola guastafeste, se vuoi, puoi arrestarmi!” suggerì la volpe dandole i polsi con fare teatrale.
“La vuoi smettere? E comunque se non te lo ricordassi anche tu sei un poliziotto Nick.”
“Aaaah è vero, quindi potrei decidere di arrestarmi da solo per oltraggio a una coniglietta rompiscatole? Mi sa che non lo farò."
“Nick, mi stai veramente facendo irritare. Io sono venuta in questo…postaccio..dimenticato da Dio per te, perché ci tengo. Perché voglio aiutarti. Ti prego fatti aiutare.” Lo implorò Judy.
Nick stava fissando il bicchiere che aveva appena svuotato: “Va bene, Carotina. Andiamo dove vuoi tu.”
Judy lo aiutò ad alzarsi e a camminare per arrivare fino all’uscita.
La volpe stava in piedi per miracolo e infatti sfortunatamente inciampò. Judy non riuscì a sostenere del tutto il peso del corpo dell’amico e per questo finì contro un enorme lupo grigio, al quale cadde di mano quello che stava bevendo.
“Stupida coniglietta, perché non guardi dove diavolo metti quelle zampine minuscole? Ti tocca ripagarmi quello che mi hai fatto cadere carina!” disse il lupo con un perfido ghigno, dal quale fuoriuscivano le bianche zanne.
“Mi...mi dispiace...” stava cominciando a dire lei ma Nick si mise in mezzo: “Prova ancora a chiamarla stupida coniglietta e giuro che te lo faccio rimangiare insieme alla coda brutto idiota!”
“Nick…ehm…forse è meglio andare, lasciamo stare forza.” Disse lei cercando di condurlo fuori.
“Nessuno ha chiesto il tuo parere volpe. Anzi perché mai qualcuno dovrebbe chiederlo? Siete la falsità fatta a persona no? Quasi mi viene il vomito a pensare che siamo della stessa famiglia” disse sputando sul pavimento. “Alla tua piccola amica dico quello che voglio! Qual è il problema hai paura che ti rubi la preda?”
A quella frase Nick non ci vide più e si buttò contro il lupo con tutta la forza che aveva.
“Nick!!! NOO!!!” Judy gridò troppo tardi. La volpe riuscì ad assestare un pugno alla mascella dell’altro, ma il lupo si riprese subito e tirò a Nick un pugno in pieno muso e allo stomaco scaraventandolo a terra.
“Provaci ancora volpe e la prossima volta di te rimarranno solo le ossa.” Disse il lupo sogghignando e massaggiandosi la mascella.
Judy intervenne: “Se non vuole finire la sua serata in carcere è meglio che se ne vada; si dà il caso che io sia un agente di polizia.” disse la coniglietta con fermezza, facendo vedere il distintivo.
Il lupo uscì dal locale senza aggiungere altro.
Judy si avvicinò subito a Nick per aiutarlo ad alzarsi. Era messo male: il muso era tutto insanguinato e l’occhio sinistro si stava gonfiando per la botta contro il pavimento. Nick non si muoveva, aveva lo sguardo fisso nel vuoto.
“Oh Nick…come stai? Ma cosa ti è saltato in mente? Ti potevi far ammazzare!! Forza…ora andiamo, siamo stati anche troppo in questo posto e io comincio seriamente ad odiarlo.”
Nick non rispose.
Con l’aiuto dell’amica, anche se con difficoltà, per colpa del dolore e dell’alcool, finalmente riuscirono ad uscire dal bar e ad incamminarsi verso casa di Nick. Lo fece sdraiare sul divano mentre intanto la coniglietta cercava in casa del ghiaccio e qualcosa per medicarlo. Finalmente trovò garze e disinfettante e si sedette vicino a Nick per iniziare a pulire le ferite.
“Ora brucerà un po’ ti avviso.” Disse con dolcezza all’ amico.
La volpe si ritrasse al suo tocco con un guaito di dolore, girando il muso verso il muro.
“Nick girati, devo finire di disinfettarti.” Disse Judy con calma.
“Sono un’idiota. Ti sarebbe potuto succedere qualcosa in quel bar e sarebbe stata solo colpa mia. Mi dispiace così tanto. Io non merito il tuo aiuto Judy.”
“Nick…” disse la coniglietta voltandogli il muso per guardarlo negli occhi “Io sarò sempre lì per aiutarti, come sono certa che tu sarai lì per me quando avrò bisogno; siamo partner ricordi? E siamo amici. E se c’è qualcosa che ti preoccupa lo possiamo affrontare insieme, io sono qui.”
Erano a pochi centimetri l’uno dall’altra quando Nick posò con dolcezza la sua zampa sulla guancia di Judy facendola sobbalzare leggermente a quel tocco.
“Tu non ti arrendi mai vero Carotina? Mi dispiace...avrei dovuto ascoltarti, avrei dovuto parlartene subito, ma…è complicato…e non volevo…metterti al corrente di qualcosa che riguarda solo un passato che vorrei dimenticare e con cui pensavo di non dover più avere a che fare. Non ero pronto. Ma tanto l’avresti scoperto presto.” Disse Nick guardandola intensamente negli occhi. Judy era rimasta quasi imbambolata a guardarlo, con la zampa calda dell’amico sul muso.
Non riusciva a capire cosa diavolo le stesse prendendo. Si ritrovò a pensare che era la stessa guancia su cui Gideon Grey, da piccola, l’aveva graffiata. Anche in questo momento sentiva un bruciore, qualcosa che però non riusciva a spiegare, questa volta piacevole.
Judy distolse lo guardo e si spostò con la scusa di prendere una benda pulita.
“Nick...io, non ti sto seguendo, di cosa parli?” gli chiese continuando a medicarlo.
Nick finalmente si decise: “L’animale sospettato e scomparso che il Capitano Bogo ci ha detto di trovare...beh…...è mio padre, anche se padre è l’ultimo termine che userei per chiamarlo.”
   
 
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