Serie TV > Supernatural
Ricorda la storia  |      
Autore: serClizia    04/04/2016    5 recensioni
ATTENZIONE!
Questa storia non è a sé stante, è una specie "missing moment" di "I got demons inside my head", quindi SPOILERS.
Genere: Angst, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prompt: Una notte di temporale
Note: Ambientata temporalmente una di quelle sere in cui Dean è sedato e Cas gli fa visita. Grazie, Donnie <3

 
Dean aprì gli occhi di colpo, il rombo di un tuono che riverberava ovunque nella camera, contro le finestre.
Se era riuscito a svegliarlo persino con gli ultimi strascichi dei sedativi, doveva essere davvero bello forte.
Si voltò a cercare Cas, seduto sulla sua seggiolina, come ogni sera. Non era la prima volta che Dean se lo trovava lì addormentato, e lo preferiva di gran lunga a quando si svegliava e lui era già andato via.
I continui lampi lo illuminavano, completamente scomposto, la testa all’indietro contro lo schienale, la bocca semiaperta. Era sempre buffo per Dean guardare le persone addormentate, come la mollezza del sonno togliesse quella scintilla di personalità dal volto di chi dorme.
Un altro tuono scosse l’aria, e come se volesse correggere quel suo ultimo pensiero, Castiel si contrasse tutto, corrucciando le sopracciglia e stringendo le labbra. Le braccia si contrassero in dei piccoli spasmi ritmici – a Dean sembrò quasi che piegasse l’indice freneticamente, come se premesse ripetutamente un grilletto. Non ne era sicuro solo perché la flebile luce del corridoio che filtrava dalla porta non era abbastanza per saperlo con certezza.
Il tuono successivo lo fece peggiorare, le labbra ormai una stretta linea pallida su di un viso sempre più increspato. Dean non era certo su cosa fare, almeno finché non lo sentì emettere un flebile gemito di disperazione.
Allungò le dita oltre il suo letto, maledicendo i sedativi e la sua schiena acciaccata, e arrivò al polso di Cas, stringendolo dolcemente. Cas sbarrò gli occhi, gli afferrò il braccio con una presa solidissima e si alzò di scatto, schiacciandolo contro il letto.
“Cas, woah…!”, Dean se lo ritrovò di fronte, ansimante, gli occhi spalancati e ricolmi di una paura folle.
Lo guardava come se non sapesse chi fosse, come se dovesse solo ucciderlo e salvarsi la vita.
“Cas… sono io. Va tutto bene, sono io.”
In un battito di ciglia Castiel lo rimise a fuoco, rintontito. Lo fissava, un po’ sorpreso.
“Ehi, amico,” Dean sorrise, grato di essere ancora vivo, lo spavento che gli scivolava via dal petto. Avrebbe riconosciuto quello sguardo confuso tra mille, Cas era tornato.
Cas si accigliò ancora di più, abbassò lo sguardo sulla presa che bloccava il braccio di Dean contro il suo petto, l’altra mano che Dean aveva alzato, palmo aperto, in segno di resa.
Lo lasciò andare lentamente, e indietreggiò al rallentatore fino a risedersi sulla sedia.
Gli lanciò uno sguardo contrito. “Le mie scuse.”
“Ehi, non dirlo nemmeno. Incubi?”
Annuì, abbassando il capo.
“Ne hai spesso così?”
Annuì di nuovo, le mani strette sulle cosce.
“Il temporale è una merda, uh?”
 Lo guardò di sottecchi, aprì la bocca, ma poi la richiuse.
“Cosa è successo?”, chiese infine.
“Niente di che, davvero.”
“Dean… avrei potuto ferirti.”
Come se Dean si sarebbe lasciato ferire così facilmente!
“Oh, andiamo, non l’avresti fatto.”
“Non puoi saperlo.”
E Cas sembrava seriamente convinto che se non si fosse fermato in tempo, le cose sarebbero potute andare davvero molto, molto male.
“Cosa è successo?”
Dean incrociò le braccia. “Colpa mia, ok? Stavi sognando… e volevo svegliarti. Ti ho toccato, e non avrei dovuto. Soddisfatto?”
Lo fulminò, chiaramente. “Non sono affatto soddisfatto, Dean.”
“Gesù, Cas, cosa vuoi che ti dica? Che avrei anzi dovuto lasciarti far-“
“Sì, forse avresti dovuto,” lo interruppe. “Sono pericoloso, Dean.”
Dean ridacchiò di gusto, anche se la cosa gli fece guadagnare un’altra occhiataccia.
“Ti rendi conto che stai parlando ad uno che fino a qualche giorno fa era legato al letto? Che hanno dovuto sedare per eccesso di violenza?”
Cas roteò gli occhi. “Non è la stessa cosa.”
“Certo, come no.”
“Dean,” il tono di voce di Cas scese di qualche tono, trasudando autorità da tutti i pori. “Sono serio.”
Va bene, continuare a discutere era inutile, Cas era troppo preoccupato per farla cadere così in cazzata senza una rassicurazione.
“Lo so che lo sei, amico.”
Cas inclinò la testa di lato, scettico.
“Davvero.”
Non sembrava ancora convinto. Si leccò le labbra, prese un lungo respiro. Gli piantò addosso uno sguardo che i lampi gli rimandavano così blu, anche se era notte e non poteva vederlo. “Non potrei mai perdonarmi se ti succedesse qualcosa per colpa mia.”
Un altro tuono li sorprese, facendoli trasalire entrambi.
Castiel lanciò un’occhiata verso la finestra, come per assicurarsi che nessuno stesse cercando di entrare e attaccarli.
“Vorrà dire che domani mi procurerò un sedativo. Per placare i tuoi potenziali eccessi di violenza. Ok?”
Annuì, sollevato che stesse prendendo la cosa sul serio. In realtà Dean stava scherzando, ma non riuscì proprio a dirglielo.
Quando vide Castiel alzarsi, non riuscì a fermarsi in tempo prima di chiedere: “Dove vai?”
Si bloccò in piedi, tra il sorpreso e il colpevole. “Nella mia stanza.”
Oh. Giusto.
“Giusto. Bene.”
Cas si stropicciò le dita, incerto.
Dean si risistemò sui cuscini. “Vai a dormire. Su quella seggiolina poi ti farai venire un’ernia.”
Rimasero in silenzio. Un disagio alieno e fin troppo familiare in quei mesi con Cas aleggiava nell’aria.
“Posso rimanere un altro po’, se vuoi.”
“Cosa? No, no, va bene,” Dean mulinò le mani in aria. “Vai. Io mi riaddormento tra tre secondi. Ci vediamo domani sera, ok?”
Castiel piegò leggermente le labbra di lato, un minuscolo sorriso che Dean non gli aveva mai visto fare.
“È un appuntamento, allora.”
Dean aprì la bocca, niente ne uscì fuori. La richiuse.
Chiaramente Cas non intendeva quello che aveva pensato. Voleva dire che le loro serate in camera di Dean erano ormai un appuntamento fisso. Nient’altro.
“Buonanotte, Dean.”
"Notte, Cas."
E svolazzò via come un fantasma, scomparendo dietro la porta, silenzioso.
Dean ci mise molto più di tre secondi a riaddormentarsi.
  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: serClizia