04/04/2016
3 recensioniWhen you were born
Erano passati già nove mesi dal giorno in cui i suoi genitori gli avevano comunicato che sarebbe diventato un fratello maggiore. Non ne aveva capito bene il senso, sapeva solamente che per qualche motivo la mamma era iniziata ad ingrassare e non perché avesse mangiato il suo fratellino o la sua sorellina. A quei tempi non aveva ancora idea del sesso del nascituro.A quasi a tutti i bambini della sua età non interessava minimamente quel lento processo che portava alla formazione del feto fino alla nascita, ma a lui importava persino troppo e seguiva ovunque la madre, tranne al mattino perché costretto ad andare a scuola. Ad ogni passo era dietro di lei, pronto ad aiutarla e soccorrerla, ripetendosi sempre nella mente le parole che aveva sentito così spesso: “La mamma è stanca e deve riposare.”
Il periodo di gestazione passò così tanto in fretta che Leonard non si aspettava quell'avvenimento quando arrivò. Suo padre era andato a prenderlo a scuola, prima dell'orario di uscita, e lo stava portando in ospedale, con un'enorme orsacchiotto sui sedili posteriori. Era finalmente arrivata.
Leonard era sempre stato un bambino silenzioso e riflessivo, non aveva mai riempito i genitori di domande e anche quel giorno stava seduto in silenzio al suo posto, con la cintura allacciata e completamente zitto.
Arrivati in ospedale, il padre gli prese la mano e lo accompagnò dentro la stanza in cui c'erano la madre e la nuova arrivata ad aspettarlo.
La signora Snart era distesa sul lettino e, anche se lei aveva un sorriso sul volto, Leonard pensò a quanto fossero vere le parole che gli avevano ripetuto: la mamma sembrava davvero stanca.
Si avvicinò lentamente, quasi avesse paura di quel mostro rosa che urlava e piangeva senza sosta. Sembrava già essere l'opposto di quello che era lui, sembrava essere nata per portare il caos nella sua vita.
La madre cercò di incoraggiarlo, continuando a sorridere.
“Leo, è la tua sorellina. Avvicinati, non ti mangia”.
Deglutendo a fatica, fece qualche passo verso di lei e iniziò a fissarla all'interno della culla. Non sembrava così brutta come aveva notato qualche attimo prima, anzi, a guardarla bene, nonostante stesse continuando a piangere senza sosta, sembrava davvero carina, così piccola.
Sempre con la stessa calma e lentezza, allungò una mano verso di lei, più precisamente verso la sua manina. Rimase meravigliato quando la piccola smise di piangere, dopo aver stretto la piccola mano attorno alle sue dita. Fu quello il momento in cui rese conto di essere veramente diventato un fratello maggiore. Le sue labbra si curvarono in un enorme sorriso e alzò lo sguardo, rivolgendolo verso la madre. “Non piange più” disse, continuando a stare vicino ad entrambe.
Nel frattempo anche Lewis si era avvicinato al lettino della moglie, abbracciandone le spalle, ed entrambi lo stavano guardando. “Leo vuoi scegliere tu il nome?” chiese Lewis, con uno sguardo dolce rivolto verso di lui.
Non aveva pensato a questa possibilità, se lo avessero avvisato giorni prima ci avrebbe pensato e ripensato fino a trovare il nome perfetto. Adesso non aveva il tempo per pensarci.
“Lisa” esclamò d'istinto, osservandola ancora. Da quando aveva avuto l'età giusta per riuscire a comprenderla, aveva sempre amato l'arte, quindi scegliere quel nome fu quasi naturale. “Come la Monna Lisa”.
Note:
Ciao a tutti!
Eccomi con un'altra breve storiella sui miei due fratelli preferiti.
Mi piace pensare che la nascita di Lisa sia stato un momento felice per tutta la famiglia. Solo in seguito Lewis ha perso la testa ed è diventato quello che è, o era.
Utilizzo il nome Leo, solo e soltanto in questa ff, poichè rimane un nome ancorato al passato, al suo essere bambino. Nelle prossime ff leggerete solo Leonard, Len o al massimo Lenny, se sarà Lisa a pronunciarlo.
Len che ama l'arte è uno dei miei headcanon preferiti e mi è sembrato un'idea carina associare il nome di sua sorella a questa sua passione.
Come sempre dedico la ff alla mia best, Lia (<3)
Se vi va commentate e ditemi che ne pensate :)
Anto Snart