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Autore: potterhead_slytherin    04/04/2016    1 recensioni
Secondo una leggenda molto antica, una strega, curiosa di scoprire i segreti della natura di questo mondo, si era imbattuta in tre esseri viventi: lupi, pesci e aquile. La donna rimase affascinata dalle loro doti, perciò convinse gli animali a lavorare per lei, permettendogli di esaudire il loro più grande desiderio. Alla fine chiesero tutti la stessa cosa: volevano un corpo umano. Il lupo divenne licantropo ma con dei denti aguzzi e affilati. L'Aquila divenne fata, mantenendo le sue possenti ali. Anche il pesce assunse sembianze umane pur avendo delle branchie sul collo. I servi della strega cercarono di adattarsi al mondo degli umani, ma questi non li accettarono. Il licantropo per vendicarsi delle ingiustizie dell'uomo iniziò uccidere chiunque avesse intralciato il suo cammino. La fata, al contrario, si impegnò per proteggerli. Il pesce rimase indifferente. La strega decise quindi di creare una nuova creatura, per riportare l'ordine: i cacciatori. Sono trascorsi diversi secoli dalla Rinascita, ma qualcosa è cambiato. Cosa succederebbe se un cacciatore decidesse di cancellare tutto ciò che gli era stato insegnato pur di stare con la donna che gli ha fatto riscoprire cosa significa amare e apprezzare ogni istante come se fosse l'ultimo?
Genere: Introspettivo, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Triangolo
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PROLOGO

 

 

 

Catherine
Quattordici anni prima

 

 

Era da poco tempo trascorso il giorno del suo terzo compleanno.
La piccola Amelia era sdraiata supina nel suo lettino ed ascoltava con attenzione la fiaba della buona notte che le stavo raccontando, prelevata dal libro dei fratelli Grimm che le avevo regalato.

- Si avvicinò al letto e scostò le cortine: la nonna era coricata con la cuffia abbassata sulla faccia, e aveva un aspetto strano. "Oh, nonna, che orecchie grandi!" - "Per sentirti meglio." - "Oh, nonna, che occhi grossi!" - "Per vederti meglio." - "Oh, nonna, che mani grandi!" - "Per afferrarti meglio." - "Ma, nonna, che bocca spaventosa!" - "Per divorarti meglio!" E come ebbe detto queste parole, il lupo balzò dal letto e ingoiò la povera Cappuccetto Rosso. - lessi il passo più famoso del racconto, prestando molta attenzione all'intonazione della voce per migliorare la narrazzione.

A quelle parole la bambina sussultò e raggomitolandosi tra le coperte azzurre, strinse con più forza l'orsacchiotto di pezza per proteggersi.

Le sorrisi. Era così carina con quel suo pigiamino rosa sbiadito, a causa dei troppi lavaggi in lavatrice, e quegli occhioni verdi vispi e curiosi che le illuminavano il viso.

- Mamma! Mamma! - squittì con la sua vocetta infantile - se l'è mangiata! Il lupo cattivo si è mangiato Cappuccetto Rosso. E anche la nonna! Non mi piace questa storia, è triste...-
- Aspetta, tesoro. Il racconto non è ancora finito - replicai - lo sai, si dice che non bisogna mai giudicare un libro dalla copertina. -
- E che vuol dire?-
- Significa che finchè non hai letto tutto il libro, non puoi dire se è bello oppure no. - spiegai.
- Ma io non so ancora leggere - protestò. Sul suo viso comparve un broncio adorabile.
Sorrisi - è per questo che ci sono qua io a leggere per te. Dai, ora vediamo di finire questo libro perchè sono curiosissima di sapere cosa succederà. Ci stai? - Annuì con convinzione.

- Poi, con la pancia bella piena, il lupo si rimise a letto, s'addormentò e incominciò a russare sonoramente.- Amelia ridacchiò in modo alquanto buffo e poi emise un piccolo sbadiglio. Mi sporsi sulla sedia per rimboccarle meglio le coperte, quindi ricominciai la lettura. - Proprio allora passò lì davanti il cacciatore e pensò fra sè: "Come russa la vecchia! devi darle un'occhiata se ha bisogno di qualcosa." Entrò nella stanza e avvicinandosi al letto vide il lupo che egli cercava da tempo. Stava per puntare lo schioppo quando gli venne in mente che forse il lupo aveva ingoiato la nonna e che poteva ancora salvarla. Così non sparò, ma prese un paio di forbici e aprì la pancia del lupo addormentato... - continuai a leggere ancora per un bel pò.

Amelia continuava ad ascoltarmi, ma si vedeva che la stanchezza stava iniziando ad avere il sopravvento sulla sua curiosità. Gli occhietti le si chiudevano spesso ma lei si sforzava di tenerli aperti, solo per sapere il finale della fiaba.

-Erano contenti tutti e tre: il cacciatore prese la pelle del lupo, la nonna mangiò la focaccia e bevve il vino che le aveva portato Cappuccetto Rosso; e Cappuccetto Rosso pensava fra sè: "Mai più correrai sola nel bosco, lontano dal sentiero, quando la mamma te lo ha proibito. -

Le palpebre le si erano abbassate non da molto tempo, quando conlcusi la lettura, trascinandola definitivamente nel mondo dei sogni. Quella bambina era, soprattutto quando dormiva, la personificazione della tenerezza.

Il viso arrotondato e dai lineamenti ancora infantili era decorato da una buona dose di lentiggini, concentrate soprattutto sugli zigomi paffuti. Aveva lunghi capelli neri che tendevo a raccoglierle in una o due trecce e una frangetta abbastanza fastidiosa, che le finiva davanti ai grandi occhi verdi.

Nonostante la sua giovane età era molto intelligente e spesso se ne usciva fuori con dei ragionamenti molto maturi per una bimba di soli tre anni. Inutile dire quanto questo rendesse orgogliosi me e mio marito Sergio.

Di lì a pochi giorni avrebbe iniziato la scuola materna e tutta la famiglia era entusiasta all'idea di vederle compiere questo grande passo. Amelia, dal canto suo, non vedeva l'ora di stringere amicizia con qualche bambina della sua età così da poterle mostrare la bellissima casa di Barbie super accessoriata con cui si divertiva a giocare.

Chiusi il libro delle fiabe con cura e lo appoggiai sulla scrivania quindi mi avvicinai alla mia piccolina e le posai un dolce bacio sulla fronte - sogni d'oro, cucciola - mormorai accarezzandole la guancia.

Mi beai ancora per qualche minuto della sua visione e poi iniziai a sistemare la sua cameretta. Raccattai i vari giocattoli lasciati in giro e rimisi al loro posto le bambole, negli appositi scatoloni.

Circa una ventina di minuti più tardi la stanza era ritornata al suo ordinario splendore e proprio quando stavo per uscire dalla porta per dirigermi in salotto a guardare un pò di televisione, Amelia iniziò ad agitarsi nel sonno.

Ben presto il suo respiro divenne irregolare ma io rimasi immobile, sulla soglia, incapace di muovere un muscolo. Ero come pietrificata, mentre una devastante consapevolezza si faceva strada dentro di me.

- No! - gridava la bambina disperata, nel buio della notte, nel tentativo di sottrarsi a quello che non era altro che il peggiore degli incubi. Le sue urla e richieste di aiuto mi sottrassero dal mio stato di trans e mi affrettai a raggiungerla ai piedi del letto.

Iniziai a scuotere il suo corpicino, per cercare di svegliarla, ma sapevo che sarebbe stato tutto inutile. Certe volte bisogna combattere le ombre del proprio passato da soli, ed Amelia doveva imparare a farlo.

La sua pelle si imperlò di sudore e agli angoli degli occhi ancora chiusi le si formarono delle lacrime. Vederla così terrorizzata, senza che potessi aiutarla in alcuna maniera, era una stretta al cuore. Per cercare di annullare un pò della sua, e mia, sofferenza la presi tra le braccia ed iniziai a mormorarle parole di conforto.

Dopo quelle che mi parvero ore, ma che avrebbero potuto benissimo essere solo una manciata di minuti, il battito del suo cuoricino, inizialmente iperattivo, si regolarizzò così come il suo respiro. Le sue palpebre si sollevarono, ed io le asciugai le lacrime con il pollice.

-Mamma?- mormorò. Aveva una voce così triste...
-Si tesoro, sono qui. Era solo un incubo, tranquilla. Ora è tutto finito.- -Voglio la mamma!Voglio la mamma!- incominciò a scalciare e a dimenarsi per essere accontentata.
-Sono qui, Amelia. Sono qui, io non ti lascio - ripetei.

Tentai di tranquillizzarla, anche se sapevo benissimo che sarebbe stato solo l'inizio di una serie infinita di momenti come quello.
Il suo destino era stato scritto e per quanto tentassi di negare la realtà dei fatti, non potevo fare nulla per cancellare o modificare il naturale corso delle cose.

Potevo solo rallentare il processo, con l'intenzione di posticipare una fine che l'avrebbe comunque accolta.
-Non voglio più andare in quel posto. - affermò dopo un pò -voglio restare qui con te.-
Sgranai gli occhi, sorpresa - di quale posto parli? -

L'avevo rimessa sotto le coperte e avevo incominciato a baciarle la fronte e ad accarezzarle il viso, raccontandole altre storie per cercare di distrarla. Sembrava che stesse funzionando, ma evidentemente mi sbagliavo. 
Non ottenni risposta alla domanda perchè si era già riaddormentata.

Tre anni prima avevo giurato che avrei fatto qualunque cosa per proteggerla, nascondendola il più a lungo possibile dalla verità. 
Era diventato il mio unico scopo nella vita, e avrei fatto di tutto per salvarla.
Qualunque cosa. Anche a discapito delle persone che amavo di più.


*n.d.a
La fiaba di Cappuccetto Rosso è stata estratta dalla raccolta dei fratelli Grimm. Quelli che avete letto sono alcuni dei passi più significativi.
Per chi avesse già letto la storia in precedenza, volevo scusarmi. So di essere scomparsa all'improvviso e di aver cancellato The Hunter senza alcun preavviso, ma non ero soddisfatta del mio lavoro. Ora, dopo diversi mesi, sono riuscita a concludere qualcosa e ad inserire nuovi personaggi e nuovi colpi di scena! Spero di non deludervi. Un bacio
Potterhead_slytherin Greta

   
 
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