Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: Carme93    04/04/2016    2 recensioni
Anno 2020.
L'ombra sta nuovamente calando sulla comunità magica inglese (o forse europea) ed ancora una volta toccherà ad un gruppo di ragazzi fare in modo che la pace, con tanta fatica raggiunta, non venga meno.
Tra difficoltà, amicizie, primi amori e litigi i figli dei Salvatori del Mondo Magico ed i loro amici saranno coinvolti anche nel secolare Torneo Tremaghi, che verrà disputato per la prima volta dal 1994 presso la Scuola di Magia e stregoneria di Hogwarts.
Questo è il sequel de "L'ombra del passato" (l'aver letto quest'ultimo non è indispensabile, ma consigliato per comprendere a pieno gli inevitabili riferimenti a quanto accaduto precedentemente).
Genere: Avventura, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, James Sirius Potter, Un po' tutti | Coppie: Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo primo

La femme fatale

Bellatrix Dolores Selwyn.

Due nomi ed un cognome che aveva sempre amato, ma che l’avevano segnata per tutta l’infanzia e l’adolescenza.

Odio e rancore. Queste due sentimenti le aveva trasmesso la madre per tutta l’infanzia. Odio verso coloro che avevano ostacolato e sconfitto il Signore Oscuro. Rancore verso coloro che avevano incarcerato il padre, condannandolo a vita perché Mangiamorte, perché devoto servitore del Signore Oscuro, perché era un crudele assassino. Rancore verso coloro che hanno costretto sua madre a nascondersi per anni, che l’hanno costretta per anni nelle ristrettezze economiche ed a vivere in modo indegno ad una Selwyn, perché i beni dei Mangiamorte erano stati tutti congelati in attesa di indagini.

Odio e rancore le erano stati inculcati, mentre Il Bambino-che-è-sopravvissuto, il Prescelto, il Salvatore del Mondo Magico veniva acclamato dall’intera Comunità Magica per aver messo fine alla vita del Signore Oscuro; mentre il nuovo e saggissimo Ministro della Magia, Kingsley Schacklebolt iteratamente annunciava pace e sempre nuovi provvedimenti contro i Mangiamorte catturati, ma soprattutto contro quelli ancora in fuga. Li prenderemo tutti, Proteggeremo la pace, Non più discriminazioni affermava; mentre i Malfoy ancora una volta ne uscivano quasi puliti ed il loro patrimonio veniva affidato alle mani dell’unico erede, Draco: un povero ragazzo costretto dal Signore Oscuro a compiere gravi nefandezze, degno quindi di comprensione e perdono.

Bellatrix rise sprezzante, mentre con la sua ampia veste porpora sfiorava lievemente il pavimento di candido marmo dell’immensa sala, nell’unico castello dei Selwyn, che era riuscita a riprendersi al compimento dei diciassette anni. In Germania, lontano da tutti e da tutto. Ecco perché avevano acconsentito, per non vederla mai più.
 I suoi occhi dardeggiarono all’apparire di un elfo domestico, che le annunciava l’arrivo di Thomas, del suo uomo.

Odio e rancore erano cresciuti dentro di lei durante l’adolescenza trascorsa nel millenario castello di Hogwarts. Odio verso i suoi compagni Serpeverde: maledetti impavidi, dopo la guerra erano tutti silenziosi e remissivi; si lasciavano additare dagli studenti delle altre Case, permettevano che al loro passaggio mormorassero mangiamorte con disprezzo. Lo permettevano persino a quei buoni a nulla dei Tassorosso! Tutti avevano alzato la cresta contro la progenie di Salazar e vergogna delle vergogne questa non era stata in grado di difendersi. Odio verso gli insegnanti ed il loro falso buonismo: le Case sono tutte uguali, non c’è alcuna differenza tra uno studente e l’altro, creiamo armonia e concordia tra tutte le Case!

Cazzate! Tutte cazzate!

Mai i Serpeverde avrebbero collaborato con gli altri studenti della Scuola, erano solo troppo spaventati dalle conseguenze della guerra e dalla gente che li incolpava delle crudeltà compiute dalle loro famiglie.
C’era stato anche chi aveva proposto l’espulsione di tutti i Serpeverde e la cancellazione dell’intera Casa. Una damnatio memoriae in piena regola, proprio come quella cui era stato condannato il Signore Oscuro. Guai a nominarlo, guai a parlarne, guai a leggere qualcosa che inneggiasse a lui.
La faceva ridere la politica anti-discriminazione di Schacklebolt: i vinti vengono sempre discriminati, ma attenzione i vincitori non parlano mai di discriminazione, ma di giusta punizione.
Rise, rise a lungo da sola come ormai aveva imparato a fare da anni.
Aveva imparato ad odiare sua sorella. Sua sorella che aveva voltato le spalle alla sua famiglia, l’aveva rinnegata: una schifosa Grifondoro che se la faceva con un compagno di Casa Mezzosangue, che a tratti brillava della celebrità riflessa della zia, uccisa forse dal Signore Oscuro in persona.
Odiava Horace Lumacorno perché era il più pavido dei Serpeverde, aveva combattuto contro il Signore Oscuro e dopo la guerra parlava di armonia e concordia ai suoi studenti come tutti gli altri insegnanti. Incapace di affrontare la paura che lui stesso aveva provato. Lo odiava perché aveva ostacolato ogni suo tentativo di riportare la Casa di Salazar ai suoi antichi splendori. Aveva parlato di lei alla Preside, maledetta Grifondoro, come di una sediziosa e ribelle; era stata ad un passo dall’espulsione. Lo odiava perché per sette anni aveva ignorato e sminuito il suo grande potere ed il suo talento in pozioni; aveva visto di cattivo occhio le sue domande sull’alchimia ed i suoi tentativi più o meno fruttuosi di accedere al Reparto Proibito della Biblioteca di Hogwarts.

Odio e rancore generano vendetta.

«Mia signora» disse un uomo, entrando nella Sala in compagnia dello stesso elfo di prima. Egli si avvicinò e le baciò la mano, mentre l’elfo si inchinava e li lasciava da soli.
«Thomas, mi sei mancato» sussurrò, baciandoli il collo.
«Bella, sono venuto il prima possibile. Mi dispiace, ma devo mantenere la facciata del perfetto matrimonio purosangue di fronte alla società ed i viaggi internazionali non sono mai rapidi quanto vorremmo. In più gli Auror e la Squadra Speciale Magica hanno aumentato i controlli».
«Non possono sospettare di te».
«Di che cosa dovrebbero sospettare? Io sono un uomo innocente. Ho sempre fatto il mio dovere nei confronti della mia famiglia. Ti vogliono per un interrogatorio, però. Pensano che ci sia tu dietro all’attacco di Natale a Samuel e soprattutto dietro all’omicidio di quella stupida babbana».
Bella rise. «Credevo che il Salvatore del Mondo Magico fosse uno stupido ed invece è più sveglio di quanto pensassi».
«Che cosa farai? Come vuoi muoverti?».
«Voglio Samuel morto, lo sai. Harry Potter ha umiliato definitivamente la nostra famiglia prendendo in affidamento quel ragazzino. Capisci? Samuel rappresenta il tradimento di mia sorella! L’ho uccisa personalmente ed ora tocca a Samuel. Ho aspettato tutto questo tempo, perché la Comunità Magica si dimenticasse di me, di quello che mi lega alla strage di quella notte in cui sono rimasta sola al mondo. Emmanuel Vance ha ucciso mia madre per vendicarsi, ma io ucciderò Samuel. E poi toccherà ai figli di Harry Potter, non doveva mettersi in mezzo».
«Farò quello che desideri Bella, a costo di ucciderli personalmente. Ho un conto in sospeso con lui, lo sai».
«Lo so. Ti concederò i due più piccoli per la tua vendetta. Il primogenito Harry Potter dovrà vederlo soffrire e morire, ne sarà distrutto. Poi seguiranno gli altri due. Il Prescelto non è una grande minaccia. Ma ora Thomas non parliamo, questa notte voglio che tu mi faccia compagnia. Domani, domani ci sarà la riunione e vedremo quanti davvero mi sono fedeli».
«Mi rendi l’uomo più felice di questa terra, Bella».
Thomas prese la sua mano e si lasciò condurre da Bellatrix nelle sue stanze.
Era una donna bruna ed esile, così esile che Thomas non aveva mai capito da dove tirasse fuori quell’energia e quella forza che mai in vita sua sarebbe stato in grado di contrastare. Ogni suo volere e sentimento si annullava di fronte a quella donna, sembrava risucchiare tutte le sue energie. Era suo e di nessun altra. Se lei gliel’avesse chiesto avrebbe ucciso anche i suoi stessi figli.
La camera da letto era sfarzosa: un enorme letto a baldacchino occupava la parte centrale. Le tende e le coltri erano verde acido ed il legno era scuro, così come quello degli altri mobili che adornavano la stanza altrimenti spoglia: un comò, un armadio ed uno specchio dall’aspetto inquietante.
Thomas sorrise: era il nido del loro amore.
Aiutò Bella a spogliarsi e poi lei fece lo stesso con lui.
Quella notte giacquero insieme, felici come non lo erano da mesi. Thomas era stato trattenuto lontano da lei da alcuni affari e soprattutto l’aumento dei controlli aveva comportato una maggiore attenzione a trovare una buona scusa per dover uscire dal territorio britannico per recarsi proprio dove sapeva per certo stessero portando le indagini degli Auror congiunte a quelle della Squadra Speciale Magica. Steeval e Potter li stavano addosso. Per fortuna dopo l’uccisione di suo padre, sua madre aveva spinto lui e le sue sorelle ad assumer un profilo basso per evitare ripercussioni. E per anni avevano fatto quasi finta di non appartenere alla nobile Casata dei Rosier, ma presto suo padre sarebbe stato vendicato.
«Non mi piace che Rabastan Lestrange ti giri intorno» sussurrò dopo un po’.
Bella rise, non una risata sprezzante come quella di prima ma divertita: «Sei geloso, Thomas?».
«Sì. Un uomo che ha trascorso sedici anni ad Azkaban ed ha vissuto latitante per altrettanti non rispetta le donne altrui. Non mi interessa se ti serve il suo aiuto, se ti tocca lo crucerò e poi lo ucciderò. Non capisco che te ne fai di uno come lui! Posso fare tutto io».
«Oh, Thomas. Se Lestrange fa qualcosa che non dovrebbe, lascerò a te la punizione. Non sarà lui a comandare alla fine, lo sai. Lascia che s’illuda. Ci serve, perché anche lui è spinto dalla vendetta ed è un uomo senza scrupoli… Ultimamente hai le cruciatus facili, ho sentito…».
«Mmm» lui la baciò, «Di che parli?».
«Evan mi ha detto che hai cruciato pesantemente Pauline in questi giorni».
Thomas si staccò da lei e sbuffò: «Se lo merita. Si è fatta bocciare per la seconda volta! Ti rendi conto? È una vergogna per i Rosier! Ne ha preso sicuramente da quella scema della madre».
«Pauline è molto intelligente, ma è una ragazzina ribelle».
«Sarà come dici tu… Comunque non c’è nulla di meglio della Maledizione Cruciatus per domare quelle come lei».
«Ti amo, Thomas» sussurrò Bella, dopo averlo baciato a lungo. «Vedrai che quest’anno si darà una regolata. Evan mi ha assicurato che i tuoi argomenti sono stati molto convincenti».
«Lo spero bene. Mia moglie ha dato la colpa a me… Dice che non sto abbastanza attento ai miei figli… Ti assicuro che non mancherò di dedicare tutta la mia attenzione a Pauline quest’estate».
«Prima di andartene domani, passa a salutare il nostro principino. Ha chiesto di te parecchie volte. Lui sì che sente la tua mancanza!».
«Lo so, manca anche a me. Purtroppo non sono riuscito ad arrivare prima che andasse a dormire. Il vero erede dei Rosier! Continua ad apprezzare la compagnia di Vasilij?».
«Oh, sì. La prossima settimana si trasferirà qui al Castello, così potrò istruirlo a dovere sul compito che avrà durante il prossimo anno scolastico».
«Lo farai partire per Hogwarts?».
«Naturalmente. Mi fido ciecamente di lui. Le resistenze di Potter e della McGranitt sono state sconfitte?».
«Ancora no, ma non manca molto. Ti porto una notizia sorprendente però».
«Spero sia una buona notizia».
«Fa cambiare le carte in tavola. Kingsley Schacklebolt ha dato le dimissioni. Saranno ufficializzate solo la prossima settimana».
Bella rimuginò a lungo sulla novità, poi disse: «Dobbiamo incrementare la nostra presenza all’interno del Ministero. Quante possibilità ci sono che sia Parkinson a prendere il suo posto?».
«Poche Bella, poche. Potter non lo permetterebbe mai».
«La parola del Salvatore del Mondo Magico, certo vale più di quella dell’intera comunità magica. Figuriamoci».
«Non ha ancora compreso chi sia la nostra spia» si compiacque Thomas.
Bella fece una smorfia. «Tieni d’occhio quel ragazzo. Non è convinto. Non sente davvero la nostra causa. Prima o poi crollerà, e quando lo farà dovrà sapere pochissimo di noi o saremo nei guai. Già Main ha combinato un disastro, è meglio per lui che se ne stia un po’ ad Azkaban o dovrà affronterà la mia ira. Edward è spinto dalla paura e dalle minacce del padre. Ammira Potter e prima o poi ci tradirà».
«Parkinson gli ricorda quotidianamente da che parte deve stare e suo padre fa altrettanto, te lo assicuro».
Lei scosse la testa e lasciò cadere l’argomento. Lo abbracciò di nuovo e giacquero insieme ancora una volta. Ben presto il sonno scese su di loro.

*

La mattina dopo Thomas si alzò molto prima di Bella: aveva dei compiti da svolgere e sarebbe tornato da lei più tardi.
Per prima cosa si recò nell’ala del castello del figlio. Il piccolo Merlin dormiva beatamente nel verde letto a baldacchino, in cui il suo esile corpicino decisamente si perdeva. Lo baciò delicatamente sulla fronte, senza svegliarlo. Quel bambino era il frutto del reciproco amore che nutrivano lui e Bella.
Quella sera rientrò in tempo per la riunione e non poté andare a trovarlo, ma con sua grande sorpresa lo trovò in compagnia della madre nel salottino che coincideva con l’anticamera della stanza da letto di quest’ultima.
«Merlin, ha preteso di aspettarti in piedi. Meno male che sei arrivato. La riunione sta per iniziare. Ti aspetto» lo accolse frettolosa Bella, dopo che le fece il baciamano.
«Merlin» sorrise Thomas.
Il bambino corse da lui. I due si squadrarono per un momento, poi il più piccolo disse eccitato: «Vasilij questa mattina mi ha insegnato a Disarmare… mi ha prestato la sua bacchetta… ci sono riuscito al primo colpo! Vasilij non ci credeva».
«Sei stato bravo» concesse Thomas sorpreso. Era abituato ad essere ignorato ed evitato da Evan e Pauline. Merlin, invece, aveva disobbedito alla madre solo per potergli raccontare i suoi progressi. Per un momento gli tornò alla mente lo sguardo dolce ed amorevole di sua madre, prima che la tragedia li travolgesse. Quel bambino gli voleva bene, lo sentiva suo. «Diventerai un grande duellante, ne sono sicuro. E sarai un degno erede dei Selwyn e dei Rosier».
Merlin annuì e gli gettò le braccia al collo. Thomas per un momento si irrigidì, ma poi come ricordando un gesto dimenticato da tempo lo circondò con le sue braccia e lo strinse a sé. Non aveva mai abbracciato così gli altri suoi figli. Quella era l’ennesima prova di quanto amasse Merlin e Bella. L’ennesima prova di ciò che lui e Bella avevano capito da tempo: il Signore Oscuro aveva davvero commesso un errore a sottovalutare l’amore. Loro non l’avrebbero mai fatto.
Bella era sempre molto dura con il piccolo, perché lei non aveva conosciuto il vero amore di cui è capace una madre, ma lui sì e non l’avrebbe mai dimenticato. Lo prese in braccio e lo accompagnò personalmente nella sua camera e lo mise a letto.
«Ora dormi e non ti azzardare a vagare per il castello da solo» lo minacciò, tentando di ricomporsi. «Questa sera io e tua madre abbiamo una riunione molto importante. Ti prometto che nei prossimi giorno trascorrerò più tempo con te. Ti assicuro che io conosco molti più trucchetti di Vasilij. Ti andrebbe di impararli?».
Merlin lo guardò ad occhi sgranati ed annuì. «Sì, sì ti prego. Insegnami tu».
«Va bene, ma non disobbedire più a tua madre od a me. Chiaro?».
«Sì, signore» replicò rapido lui. «Papà, mi abbracci un’altra volta prima di andare alla riunione?».
Thomas fu preso alla sprovvista. Chi gli aveva insegnato quelle cose? Certamente Bella non era il tipo da abbracciare o baciare il bambino. Al di fuori delle loro notti di passioni, era una donna gelida e sapeva diventare altamente crudele. Per conto suo non si era mai permesso di rivolgersi a suo padre in quel modo. Si morse il labbro, suo padre aveva sempre fatto come lui faceva come Evan e Pauline. Non li aveva mai amati. Finalmente, dopo anni lo comprese. Per Evan Rosier era esistito solo il Signore Oscuro ed i suoi ideali.
«Quando non ci sono io, chi abbracci?» indagò. Bella selezionava attentamente le compagnie del bambino e difficilmente le sarebbe sfuggito qualcosa.
«Camilla. Prima Vasilij non era d’accordo, diceva che sono cose da femminucce. Poi però Camilla ha cominciato a baciarlo ed allora ha iniziato ad essere più gentile anche lui con me. Non quanto Camilla però».
«Capisco». Camilla Blanchard era una Purosangue francese. La sua famiglia e quella di Vasilij si conoscevano da diverso tempo perché i padri avevano frequentato insieme Durmstrang. Così i due ragazzi avevano avuto modo di conoscersi. Naturalmente Vasilij aveva avuto un’educazione simile alla sua, ma doveva essersi realmente innamorato della francesina. Infatti Bella gli aveva raccontato che la ragazza aveva cominciato a frequentare il castello dopo il loro fidanzamento ufficiale.
«Però papà non capisco, Camilla bacia sempre Vasilij sulla bocca, ma a me mai».
Si trattenne dal ridere: suo figlio prima ancora dell’erede di due importanti famiglie purosangue, era un bambino. Forse l’aveva capito in tempo per non commettere gli stessi errori che aveva compiuto con gli altri due e soprattutto non aveva mai davvero voluto bene a suo padre. Lo aveva sempre temuto e poi si era ritrovato a venerare il suo ricordo ed a desiderare di vendicarlo. Non sarebbe caduto nel baratro di odio e rancore che lentamente uccideva Bella, anche se non era sicuro che sarebbe riuscita a salvarla. Lo abbracciò, esaudendo la sua richiesta e mentre lo stringeva nuovamente a sé, comprese che doveva difenderlo come un vero papà, ma lui non lo sarebbe stato mai: l’impresa in cui si erano imbarcati lui e Bella avrebbe potuto rivelarsi suicida. Thomas non nutriva le sue stesse certezze.
«Vasilij e Camilla sono fidanzati. Solo i fidanzati si baciano sulla bocca».
«Quindi quando io sarò grande potrò baciare sulla bocca una ragazza bella come Camilla… cioè no aspetta prima mi fidanzo con lei e poi ci baciamo, giusto? Ma io ne voglio una dolce e carina come lei».
«Giusto. Quando avrai l’età di Vasilij sceglierai la ragazza che ti piacerà. Promesso».
Quando poco dopo si diresse nel Salone dove lo attendevano per la riunione, ringraziò Merlino e Morgana di aver avuto la prontezza di ordinare al bambino di non raccontare nulla alla madre. Bella non avrebbe potuto comprendere. Lei non poteva capire che cosa significasse sposare una donna che non ami ed odiarla ogni giorno di più. E soprattutto non doveva parlare alla madre di Camilla o l’avrebbe allontanata dalla Castello.
Entrò nel Salone ed osservando i convenuti, si ripromise di non far crescere Merlin nell’odio e nel rancore, ma nell’amore. Solo nell’amore. Lui avrebbe seguito Bella nel baratro se fosse stato necessario, ma Merlin si sarebbe salvato.
Conosceva tutti i presenti quanto meno di vista. Sedette alla sinistra di Bella. Con rabbia vide che di fronte a lui sedeva Rabastan Lestrange.
«Credo che vi conosciate quasi tutti, quindi non è necessario che io faccia le presentazioni» disse Bella.
Tutti annuirono in risposta. Thomas sapeva con certezza che nessuno di loro avrebbe avuto il coraggio di contraddirla apertamente.
Era la prima vera riunione dei Neomangiamorte. Nonostante fosse in disaccordo, Bella aveva scelto questo nome. Loro non erano come i vecchi Mangiamorte, ma Bella, non a torto, aveva ritenuto che quel nome avrebbe suscitato maggior timore tra i maghi e più facilmente avrebbe attirato consensi. E così era stato.
Tutti erano stati marchiati con l’uroboro con lo stesso incantesimo oscuro utilizzato dal Signore Oscuro. L’uroboro aveva infiniti significati: rigenerazione, vita e morte, infinito.
«Il nostro nuovo obiettivo è entrare ad Hogwarts» principiò Bella.
Molti trattennero il fiato, altri impallidirono.
«Mia signora», intervenne Lestrange. «Non crede sia troppo presto?».
«Sciocchi, pensate davvero che io sia così stupida da voler penetrare ad Hogwarts con la forza? Non mi avete forze detto che Potter e Steeval hanno spiegato tutte le loro forze per proteggere i pargoli? No, sarà indetto un nuovo Torneo Tremaghi. A che punto siamo Richard?».
Richard Parkinson si schiarì la voce e rispose: «Mia signora, sono riuscito a coinvolgere molti altri Capi di Dipartimento. Presto la vecchia e lo Sfregiato dovranno cedere».
«Ottimo, avvertimi appena succederà. Mi raccomando Richard, non vi fate scrupoli ad usare le cattive maniere. Eliminate chi vi ostacola troppo. Ho già scelto i ragazzi della delegazione di Durmstrang. Dimitri ti darò la lista al momento giusto».
«Come desidera, mia signora» replicò il corpulento Dimitri Vulchanova, Preside dell’Istituto di Arti Magiche di Durmstrang.
«Che cosa vuoi fare mandando dei ragazzi? Non puoi certo accompagnarli tu!» disse Lestrange.
«Se mi permette, mia signora» s’intromise un giovane, Bella annuì ed egli continuò. «Il capitano Potter…». Molti risero, l’uomo seduto accanto a lui, suo padre, lo gelò con lo sguardo.
«Su, smettetela! Non ridete di Edward, è costretto a mostrarsi rispettoso verso lo Sfregiato. Su, Edward continua pure».
«Stamattina è stato emanato un mandato di cattura per lei, mia signora».
Bella rise sprezzante: «Lo Sfregiato non perde tempo allora. Beh pazienza, tanto se ne pentirà presto. Non dovrai sopportarlo per molto. Comunque non avevo intenzione di andare ad Hogwarts. Ho però l’intenzione di tornare in Inghilterra. Dain, ragazzo mio, avete combinato un bel macello il giorno del solstizio d’estate».
Il ragazzo interpellato si raddrizzò, ma da bravo occlumante non mostrò le sue emozioni. «Mia signora, abbiamo frainteso la storia dei Fondatori. Non succederà una seconda volta».
«Lo spero bene e poi da quest’anno si occuperà Evan di Hogwarts» disse indicando un ragazzo bruno seduto alla destra di Thomas. «Confido in te, ragazzo mio».
«Sì, signora».
«Devi creare un gruppo di arti oscure e spiegare loro i nostri obiettivi. I maghi non vivranno più in clandestinità!».
«Ai suoi ordini, mia signora. Farò di tutto per non deluderla».
«Konrad, a che punto sei con l’incarico che ti ho assegnato?».
«Ho preso contatti con il nostro uomo, signora. Lo incontrerò all’inizio della prossima settimana».
«Bene, mi raccomando se accetta i soldi buon per lui, in caso contrario prendi qualche uomo e falli capire che con noi non si scherza».
«Stia tranquilla, mia signora».
«Mia signora, si ricorda quella cosa che mi aveva chiesto di verificare?» intervenne Richard Parkinson.
«Naturalmente, Richard. Che cosa hai scoperto?».
«Esiste davvero una profezia pronunciata da Cassandra Cooman, ma non ho potuto ascoltarne il contenuto».
«Vorrà dire che lo chiederemo direttamente a Sibilla Cooman, visto che si diverte ad andare in giro e raccontare frammenti di profezie della sua più capace antenata solo per farsi bella» replicò Bella, guardandosi intorno. «Chi si offre volontario?».
«Io mia signora» disse pronto Dain Zabini.
«Anche io» disse pronto un altro ragazzo sui diciassette anni.
Bella lo osservò per un momento e poi un sorriso affiorò sulle sue labbra carnose. «Bene, bene Jesse Steeval. Ragazzo mio, lo sai, sono molto sorpresa di vederti qui questa sera. Sono molto curiosa di sapere che cosa hai detto a tuo padre».
«Nulla mia signora. Sono maggiorenne e faccio ciò che voglio. Mio padre se ne farà una ragione prima o poi. Non ha idea di dove sia e quanto starò fuori».
«Prima che partissi non ti ha raccontato qualcosa che potrebbe interessarci?».
Jesse sbuffò: «Lei non conosce mio padre. Non parla di lavoro, se non sollecitato. Una parte di lui crede che siamo ancora dei bambini. E comunque ciò che più potrebbe interessarci è coperto dal segreto professionale e mio padre è troppo rigoroso e rispettoso della legge».
«Perché hai deciso di unirti a noi?».
«Io credo veramente che i maghi dovrebbero dominare e voglio fare parte del nuovo ordine che verrà istaurato».
«Ammirevole, ammirevole Jesse, ma mi posso realmente fidare di te?».
«Sì, signora. Non mi scarti a causa di mio padre, la prego».
«No, no. Lascia che ti legga la mente però se non hai nulla da temere».
«Sono pronto» replicò Jesse alzandosi in piedi. Bella fece altrettanto ed estratta la bacchetta la puntò contro il ragazzo. Seguirono alcuni minuti di silenzio, nessuno osava fiatare e distrare la Signora. Quando finalmente il contatto si interruppe, Bella sorrise.
«Benvenuto nel gruppo, Jesse Steeval. Se ti dimostrerai leale, presto sarai marchiato con l’uroboro e diventerai ufficialmente uno dei nostri. Sì, voglio che vada anche tu con Zabini. Che ne dice di guidare lei l’operazione?».
Bella si era rivolta ad una donna tarchiata e dalla faccia da rospo, seduta a metà della tavolata.
«Oh, sarà un piacere» disse con un sorriso lezioso.
Bella annuì soddisfatta: Dolores Jane Umbridge aveva un grande desiderio di vendetta ed era una di quelle di cui si fidava maggiormente.
«Quando attaccheremo Azkaban?» intervenne Rabastan Lestrange.
«Piano, piano Lestrange» replicò Thomas con disprezzo. «Mi sembra che fossi tu alla guida dell’operazione il giorno del solstizio ed hai fallito miseramente. Per questo motivo le nostre forze hanno subito un brutto colpo! Se attaccassimo Azkaban, ci butteremmo direttamente nelle braccia del Ministero!».
«Ogni cosa a suo tempo. Dareus, a che punto siamo con i dissennatori?».
«Ottimo, mia signora. Presto saranno sotto il nostro potere» rispose un maghetto basso e dal viso coperto per metà da un grosso paio di baffi grigiastri.
«Per quanto riguarda i mercenari?».
«Ogni tanto danno qualche problema, ma sono quasi pronti a combattere» grugnì Gregory Goyle.
Bella annuì senza commentare; non aveva molta stima per quell’uomo: fortunatamente non si occupava lui dell’addestramento o gli uomini non sarebbero mai stati davvero capaci di combattere, ma si limitava a coordinare la squadra che se ne occupava. «Bene, se non avete altro di aggiungere. Possiamo chiudere qui la riunione» disse Bella dopo averli osservati uno per uno.

Angolo autrice:

Ciao a tutti!
Sono tornata, spero che vi faccia piacere :-D Ditemi che ne pensate di questo capitolo, finalmente la Signora Oscura ha un nome.

Vi auguro una buona serata :-D 
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Carme93