Libri > La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo
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Autore: yelle    03/04/2009    5 recensioni
L'ultimo incontro fra Henry e Clare.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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CLARE: Questo fiume di lacrime non accenna a fermarsi.

Henry è qui, qui con me.

Lo stringo con tutta la forza di cui sono capace. Ho paura che questo momento, questo attimo a noi dedicato sfugga troppo presto, troppo in fretta. Ho paura che Henry fugga via da me prima che riesca a parlargli un’altra volta.

In questi anni, in tutti questi anni non ho fatto altro che attendere. Ho visto crescere Alba, la nostra magnifica, incredibile figlia Alba. Ho vissuto ogni suo momento importante, e l’ho vissuto con lei. L’ho vista diventare donna. Le ho insegnato l’amore per il prossimo, per l’arte e per tutto ciò che è bello. Ho vissuto, così come lui mi aveva detto. Così come lui aveva scritto in quell’ultima lettera che non ho mai smesso di leggere.

Ho vissuto, ma una parte di me, in tutti questi anni, è sempre rimasta in attesa. Di questo momento, di quest’esatto istante in cui i nostri corpi abbracciati tremano nella cristallina luce proveniente dalla finestra. Tremo per l’angoscia che non ho saputo scacciare dalla mia anima. Tremo per l’incontenibile gioia, e per la paura. Tremo per la certezza che anche questo momento effimero svanirà. E allora sarà davvero la fine.

Tremo perché non so fare altro.

Le braccia di Henry mi circondano, e non riesco a fare altro.

Per che cosa trema Henry?

 

Ho l’impulso di chiedergli, schiava di vecchie abitudini mai dimenticate, da che anno provenga, ma so che non me ne importa nulla. Come potrebbe? Qualsiasi sia la risposta, è comunque un momento che ho già vissuto.

Mi manca.

Mi manca mio marito. Mi manca l’idea di svegliarmi insieme a qualcuno che amo, di spartire i piccoli e grandi momenti di Alba insieme alla persona senza cui lei non sarebbe mai venuta al mondo.

Quel piccolo miracolo di vita che ha aiutato a dare un nuovo senso alla mia vita, a darmi un motivo per alzarmi dal letto, la mattina.

Il magone mi stringe la gola. Non riesco a respirare, non riesco a pensare. Voglio tenerlo stretto a me, per l’ultima volta.

Lo stringo, e penso a ciò che ho perso.

Lo stringo, e penso a ciò che ho ritrovato.

 

 

--- ---

 

 

HENRY: E’ di nuovo Clare.

Fra le mie braccia, tremante, con le lacrime agli occhi. È di nuovo la mia Clare.

Mi stacco dall’abbraccio e la guardo negli occhi.

Nel suo sguardo c’è una vita di cui io non faccio parte.

È una donna diversa, ma è sempre lei.

Vorrei chiederle di raccontarmi tutto. Della vita, del mondo là fuori. Ma in realtà mi interessa solo questa stanza, solo questa donna.

Con una mano le accarezzo la guancia, solcata dalle rughe. Ne percorro i tratti, i lineamenti.

La mia Clare. Adulta.

Una Clare che non conosco, che mi è stata negata. E che in questo istante è qui in fronte a me.

“Parlami” le dico.

Lei alza il viso, mi guarda negli occhi. Non riesco a dire ciò che porto nel cuore in quel momento. Non riesco a spiegarlo. E non riesco a capire.

Perché?

“Perché?” mi chiede.

La mia voce è sempre la stessa. Mi sorprende la sua. Arrochita. Appesantita dagli anni che porta come un peso sulle spalle curve.

Io sono muto. Non riesco a parlare.

“Sei qui”.

Sì, sono qui. Con lei. E non posso, non riesco a fare altro che abbracciarla di nuovo.

Il mio corpo ha fame di lei. Come una calamita mi sento attratto da questa donna di cui non conosco che una parte.

Mi mancherà lei. Il suo respiro. Il battere delle sue ciglia. Il fiume di parole con cui mi confortava.

E ora che sono qui cosa riesco a dirle?

Le sue mani rugose, cariche di vita, delle esperienze degli anni passati, si alzano e vanno a coprire il mio volto. Con foga iniziano ad accarezzarmi.

Prima la bocca. Poi, con dedizione, con tenacia, con l’ardore che le ho sempre amato, il mento, in alto, su su fino agli zigomi.

Gli occhi. Il naso.

Quella cicatrice. I capelli.

Mi tocca come se si stesse cibando di me, della mia carne. Del mio cuore.

Ed io le do tutto ciò che il suo sguardo mi sta chiedendo.

Anch’io la tocco, come un disperato che anela alla sua unica meta, la sua casa, il suo amore.

Siamo due naufraghi in attesa della tempesta imminente.

E nessuno riuscirà a salvarsi.

“Ti amo” le sussurro, labbra su labbra, fiato contro fiato.

“Ti amo” mi risponde lei, senza fiato, senza voce.

Ed è allora che la percepisco, quella sensazione.

Mi cibo della sua vista ancora per qualche istante, disperato, terrorizzato di lasciarla andare. Quando tornerò al presente lei sarà al mio fianco. Ma io non sarò con lei.

E poi scompaio.

 Per l’ultima volta, io scompaio.

   
 
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