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Autore: Anmami    05/04/2016    1 recensioni
"-Mamma.- mormorò Judith con la sua vocetta un po' incerta."
Un po' di amore dopo la sconvolgente puntata di ieri sera.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carl Grimes, Enid, Judith Grimes, Michonne, Rick Grimes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ancora sconvolta dalla puntata di ieri ho deciso di pubblicare questa one-shot su Michonne e Rick.
Vive l'amour, ora più che mai!
Spero vi piaccia.
Annalisa.
 
LA PRIMA PAROLA

Scongiurato il pericolo Negan, nonostante le perdite e la sofferenza che ne era conseguita, la comunità di Alexandria riprese la sua vita.
Il tempo ricominciò a scorrere con la stessa lentezza di prima, le giornate si susseguirono le une uguale alle altre, tra una spedizione alla ricerca di cibo ed una visita ad Hilltop. I rapporti tra le due comunità si erano rafforzati parecchio dopo la sconfitta di quel tanto temuto nemico comune e dei suoi scagnozzi, i Salvatori.
Rick passava le giornate dividendosi tra il suo ruolo di leader e quello di padre. La sua famiglia, della quale ormai Michonne era un membro ufficiale, stava finalmente vivendo un tanto meritato periodo di pace.
Carl stava bene, nonostante la cicatrice ed aveva accettato con entusiasmo la relazione tra il padre e la donna.
Dopo la morte della madre, Michonne era stata la figura che più si avvicinava a quella materna e saperli innamorati non poteva che farlo felice.
Il resto del gruppo non si era minimamente scomposto dopo la notizia della loro storia, probabilmente tutti loro si aspettavano che succedesse da un momento all'altro.
Quella sera in particolare, sarebbe stato il loro primo anniversario. 
Un anno era passato dal loro bacio sul divano, da quella prima notte insieme.
Lo sceriffo Grimes, con il suo rinnovato animo romantico, aveva preparato con cura quella serata, tra le battute sarcastiche di Daryl che lo aveva definito più volte un “coglione bollito tutto smancerie” ed i suggerimenti di Maggie, che si era offerta di fare da baby-sitter a Judith che pareva andare parecchio d'accordo con la piccola Elizabeth, sua figlia. 
Carl aveva detto al padre che avrebbe passato la notte da solo in una delle case vuote di Alexandria, ma Rick aveva il sospetto che anche per il figlio quella sarebbe stata una serata romantica. 
Lui ed Enid passavano molto tempo insieme, ma il ragazzo si rifiutava di ammettere che tra di loro ci fosse qualcosa.

Nel salone di casa Grimes quella sera si respirava un'aria diversa. 
Tante candele posizionate in modo strategico illuminavano la stanza creando atmosfera, sul pavimento una coperta ricoperta di cuscini con sopra l'occorrente per un picnic. Il pezzo forte però era quella piccola scatolina di legno appoggiata su uno dei cuscini accanto ad una rosa.
Ci aveva pensato mille volte su quale fosse il regalo perfetto per una donna come lei ed alla fine aveva avuto un'illuminazione.
In una delle ultime spedizioni insieme a Daryl si erano imbattuti in una gioielleria ed era stato più forte di lui. Si era infilato quel solitario in tasca senza pensarci due volte.
L'idea di inginocchiarsi e chiederle di sposarlo però, non era sufficientemente originale, quindi, sempre sotto una pioggia di battute sarcastiche di Daryl, si era dato molto da fare per trovare l'oggetto giusto per accompagnare quell'anello: un pacco di mentine.

Tutto era pronto, il brillante infilato sul tubetto di caramelle e riposto con cura dentro la scatola, la cena pronta, i ragazzi fuori di casa. 
Rick si sentiva nervoso come non ricordava di essere mai stato. 
Aveva fatto una cosa del genere anni prima, ma le sensazioni che provava in quel momento non erano minimamente paragonabili al passato. 
Era giovane e convinto di aver trovato in Lori la donna della sua vita, ma con il senno di poi forse era stato spinto più dall'incoscienza dell'età che dal vero amore. Aveva amato quella donna, profondamente, ma era un amore immaturo, acerbo, non completamente consapevole. 
Con Michonne invece era tutta un'altra storia, lei era ogni cosa di cui lui avesse bisogno. Un'amica, una compagna, una mamma per i suoi figli, un sostegno per lui, un'amante, una guida, tutto.
Si erano detti ti amo una sola volta, quando pensavano di essere spacciati durante lo scontro con Negan, ma tra loro non c'era bisogno di parole. Si amavano e lo sapevano. Si amavano nei gesti, negli sguardi, nelle mani che si sfioravano casualmente. Si amavano la sera quando mettevano insieme Judith nel suo lettino, si amavano quando stavano sul divano a raccontarsi la loro giornata.

La stava aspettando ormai da qualche minuto quando la porta d'ingresso si aprì e la sentì rincasare.

-Si può sapere dove siete tutti?- domandò la donna trovando la casa stranamente buia e silenziosa.

Si liberò delle scarpe lasciandole accanto all'ingresso ed entrò nel salotto per cercare il resto della famiglia.
La prima cosa che notò furono le candele sparse per la stanza, la seconda fu la coperta poggiata sul pavimento e la terza fu lo sceriffo, tutto sbarbato ed elegante che l'aspettava con due bicchieri in mano.

-Che stai facendo?- disse Michonne con un sorriso.

-Buon anniversario.- sussurrò Rick porgendole uno  dei bicchieri e baciandole delicatamente una spalla.

-Dove sono i ragazzi?- domandò lei curiosa.

-Da Maggie e Glenn. La casa è solo per noi questa sera. Cin cin.- rispose lo sceriffo facendo scontrare i loro bicchieri.

-Hai organizzato tutto questo per venire a letto con me, sceriffo?- chiese la donna con sguardo malizioso.

-Mi hai scoperto. Hai fame?- sussurrò lui indicandole il picnic sul pavimento.

Michonne scosse la testa decisamente divertita da quella versione inedita dell'uomo, ma estremamente lusingata da tutte quelle attenzioni.
Non erano propriamente una coppia tradizionale e abituata a smancerie del genere, ma era comunque una donna e sarebbe stata ipocrita a non ammettere di desiderare un po' di romanticismo.
Si sedettero sul pavimento e la quarta cosa che la donna notò fu una piccola scatolina di legno accanto ad una rosa.

-Per me?- domandò indicando quello che sembrava un regalo.

-Direi di si.- rispose Rick sorridendo mentre mangiucchiava un pezzo di formaggio ed un pezzetto di pera.

La donna, con le mani che tremavano senza un apparente motivo, aprì la scatoletta ed il contenuto la fece dapprima sorridere, ma analizzandolo meglio, una lacrima, di gioia naturalmente, le percorse la guancia destra.

-Rick…- sussurrò trattenendo a stento un singhiozzo.

-Ho pensato per giorni a cosa dovessi dirti in un'occasione così importante, ho cercato e ricercato le parole giuste, ma niente pareva sufficientemente romantico o abbastanza per esprimere ciò che sento. Tra noi i ti amo non servono, ma beh ecco… ti amo.- disse lui asciugandole la guancia con il pollice.

-Anch'io ti amo.- disse lei baciandogli il palmo della mano.

-Permetti che sia io a mettertelo?- domandò lo sceriffo prendendo l'anello ed afferrandole la mano sinistra.

-Mi stai chiedendo di…- iniziò lei.

-Di sposarmi? Esattamente.- finì Rick sicuro.

-Si.- rispose lei senza aggiungere altro.

Il bacio che ne conseguì fu dolce, consapevole, pieno di amore e passione. Erano una famiglia, già una vera famiglia il matrimonio non era necessario, ma quella era la giusta conclusione, il finale di ogni fiaba che si rispetti.

Continuarono a baciarsi con la stessa intensità fino a raggiungere il divano. Rick la fece stendere delicatamente su di esso e la fece sollevare appena per poterle sfilare la canotta che indossava.
Michonne allungò le mani verso la camicia di lui iniziando a sbottonarla tra un bacio e l'altro, ma proprio quando arrivò all'ultimo, un insistente bussare alla porta li fece scattare in piedi.

-Rick apri! Si tratta di Judith.- disse qualcuno bussando con forza.

Dopo aver sentito quelle parole, la donna si infilò di corsa la canotta e corse ad aprire la porta seguita dallo sceriffo.
Davanti all'ingresso un Glenn preoccupato aspettava che qualcuno andasse ad aprire e dopo qualche la luce del portico si accese e sentì il rumore della serratura scattare.

-Glenn che succede?- domandò Michonne spaventata.

-Judith ha la febbre alta. L'abbiamo portata da Denise, c'è Carl con lei.- spiegò lui.

Rick non aspettò nemmeno di sentire il resto della frase, uscì di casa finendo di sistemarsi i bottoni della camicia e corse verso lo studio della dottoressa seguito da Michonne e Glenn.
La febbre alta era uno dei primi sintomi di contagio ed il terrore che la bambina potesse in qualche modo essere stata esposta spinse lo sceriffo ad aumentare l'andatura.
Ripassò mentalmente tutte le ore appena trascorse, cercando un dettaglio, qualcosa di sbagliato, ma non riuscendo a trovare nulla.

Una volta giunti nello studio, Rick si avvicinò al figlio che stringeva tra le braccia la sorellina. Era in lacrime e spaventata. Le guance rosse, il corpo attraversato da brividi.
La prese in braccio e la strinse forte cercando di calmarla e chiese spiegazioni alla dottoressa per sapere la causa di quella febbre così improvvisa.
Successe tutto molto in fretta, la bimba, accortasi della presenza di Michonne accanto al padre, allungo le manine e tra un singhiozzo e l'altro si sporse verso di lei.

-Mamma.- mormorò Judith con la sua vocetta un po' incerta.

La donna, decisamente sorpresa afferrò la bambina e se la avvicinò al petto, cercando di trattenere le lacrime.
Tutti i presenti osservarono quella scena commossi, tutti tranne Carl.
Il ragazzo sbuffando uscì dalla stanza, seguito da Enid che gli intimava di fermarsi.

-Non c'è nulla di cui preoccuparsi Rick, sono gli ultimi dentini, i peggiori. La febbre è dovuta a quello. - spiegò la dottoressa, forse per stemperare la tensione creata dall'uscita di Carl.

-Grazie.- affermò lui sollevato, passando una mano sulla testolina della piccola.

-Dovresti andare.- disse Michonne indicandogli la porta.

-Penso che dovresti essere tu.- fece Rick prendendo tra le braccia la bambina e cullandola.

Michonne, dopo un respiro profondo, uscì dallo studio ed iniziò a cercare Carl.
Poco distante dal lago, incontrò Enid che scuotendo la testa si avviò verso casa sua. 
Evidentemente il ragazzo doveva essere piuttosto arrabbiato e la donna proprio non sapeva cosa dirgli per poterlo calmare.
Non era sua intenzione prendere il posto della madre, nessuno in nessun caso avrebbe mai potuto sostituirsi a Lori, ma era in un certo senso naturale che la bambina riconoscesse in lei una figura materna. 
Le avrebbero parlato della sua vera mamma, da grande lei stessa aveva l'intenzione di raccontarle ciò che sapeva, ma evidentemente per Carl non era sufficiente.
Michonne si avvicinò lentamente alle spalle del ragazzino e si fermò a pochi passi lui.

-Judith sta bene, sono solo gli ultimi dentini.- disse per rompere il silenzio ed avvisarlo della sua presenza.

-Bene, se non c'è altro vorrei restare solo.- rispose lui facendo rimbalzare un sasso sull'acqua.

-Penso invece che starò qui a far rimbalzare sassi sul lago.- fece lei chinandosi verso il terreno per raccoglierne uno sufficientemente piatto.

-Come preferisci, troverò un altro posto dove poter stare in pace.- rimbrottò Carl lanciando con forza una pietra in acqua.

-Carl…- sussurrò la donna allungano una mano e poggiandogliela sulla spalla.

Il ragazzo si divincolò dalla sua presa ed in quel momento tutta la fragilità della sua età venne fuori in una sola volta.
Era stato necessario che crescesse in fretta, che diventasse un uomo e rinunciasse alla sua infanzia per poter sopravvivere, ma restava comunque un adolescente, un ragazzino che aveva perso la mamma avendo addirittura l'ingrato compito di spararle.
Non appena voltò le spalle a Michonne, Carl iniziò a singhiozzare vistosamente. Era strano per la donna vederlo piangere, ma riusciva a comprendere perfettamente il motivo del suo dolore.
Judith non aveva conosciuto sua madre e perciò non ne avrebbe mai sentito la mancanza, mentre lui… beh lui avrebbe portato con sé il ricordo per sempre. 
Sentire la bambina chiamare Mamma un'altra donna, per Carl doveva essere stato come un oltraggio alla memoria di Lori.

-Non voglio prendere il suo posto. Non potrei mai farlo.- sussurrò la donna facendo qualche passo verso di lui.

Il ragazzo non rispose e non diede nemmeno segno di aver capito ciò che lei cercava di spiegargli, restava lì con le spalle che si muovevano a ritmo dei suoi singhiozzi.

-So che non vuoi farlo.- mormorò Carl.

Michonne, lentamente, si fece ancora più vicina e, come spaventata all'idea che lui potesse scappare, gli posò delicatamente una mano sulla schiena prendendo a muoverla in modo circolare.

-Mi dispiace…- disse lei.

-Non è colpa tua, non è colpa di nessuno in verità. Non era mia intenzione prendermela con te.- fece lui smettendo finalmente di singhiozzare.

-E' tutto ok…- sussurrò Michonne continuando con quella sua specie di carezza sulla schiena.

-Papà ti ha dato l'anello?- domandò Carl guardandola finalmente negli occhi.

Lei, con un sorriso a trentadue denti, alzò la mano e oscillò le dita davanti al suo naso.

-Penso che sia una vera figata.- disse lui con un mezzo sorriso molto simile a quello di suo padre.

-Hai ragione, lo è.- concordò la donna felice.

I due, dopo quella specie di chiarimento, decisero di tornare dalla bambina per controllare come stesse e magari portarla a casa. 
Certo quella serata non era stata romantica come si sarebbe aspettato lo sceriffo, ma fu comunque un momento importante per la loro famiglia.
Quando rientrarono nello studio di Denise, Rick osservò il figlio con apprensione, ma Carl gli sorrise tranquillo.
Il ragazzo prese in braccio la sorella e baciandole dolcemente la fronte le sussurrò una frase all'orecchio, quasi fosse un segreto.

-Vai dalla mamma, Judith.- disse lasciando la bimba tra le braccia di Michonne.
  
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