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Autore: EllyBeth    05/04/2016    6 recensioni
Salve popolo di EFP! Qui Kiry-chan che ha deciso di pubblicare questa raccolta di OS puramente NaLu! Spero vi possano piacere!
Capitolo 1. Mai dire mai: "Datemi una L! Datemi una U! Datemi una C! Datemi una Y!"
Capitolo 2. Autobus: "-...Non preoccupatevi per me! Mi piace un altro!-
Capitolo 3. Amici: "-...Mi fa: “ormai è tempo che tu diventi donna”, poi mi dà in mano una busta e scappa via. Io rimango lì basita e quando la apro che ci trovo?"
Capitolo 4. Solo mia: "-Natsu! I tuoi capelli!-"
Capitolo 5. Fatti...: "-Bè, io sono fatta, anche se per colpa tua, ma per me lo sei anche tu, lo sembri sempre.-"
Capitolo 6. Biblioteca: "-Oh Luce, davvero non lo riesci a immaginare? Davvero non riesci a immaginare il motivo per cui io venivo ogni giorno in un posto che odiavo solo per fissarti? Non lo immagini, Luce?-"
Capitolo 7. Graffiti.
Capitolo 8. Bambola: "-Quindi hai sentito tutto...-;-Tutto. Tutto quanto...-"
Capitolo 9. Battiti.
Capitolo 10. Vischio.
Capitolo 11. Child: "Già, com'era piccola. Forse troppo."
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mai dire Mai


Il forte ma rilassante rumore di una cascata andava a coprire i cinguettii degli uccellini che volavano intorno agli alberi di ciliegio imponenti e rigogliosi intorno a me. Il vento mi scompigliava i capelli biondo grano portandomeli davanti al viso, ma ciò non mi impediva di vedere quel così bel cielo azzurro senza alcuna nuvola a coprire lo stesso o il sole, che con i suoi caldi raggi mi scaldava la pelle. Il dolce profumo dei fiori arrivava al mio nasino all’insù, ed io mi inebriavo di esso.
 Mi alzai a sedere, passandomi una mano tra i capelli per togliere eventuali petali dei fiori di ciliegio. Ce n’era solo uno, e me lo portai davanti al viso. Il suo colore rosa acceso somigliava al colore dei capelli di Natsu, mentre il verde smeraldo del prato rispecchiava alla perfezione i suoi occhi. La cascata sembrava rappresentare il suo carattere, forte e testardo, mentre il cinguettio degli uccellini e i fiori intorno a me erano quel suo lato dolce e tenero che mostrava solo ai suoi amici più legati.
 E il vento… Il vento ero io, che testardo andava ad accarezzare ogni lato di questo spiazzo di Paradiso, per sentirselo vicino e potergli stare accanto.

***
 
 
-Lucyyyyyyy!!!!! Svegliati, è tardi! E in caso non ti ricordassi, oggi hai le audizioni per fare la cheerleader! Lucy!!!- la ragazza strizzò gli occhi infastidita dal continuo chiamarla di sua madre, ma sentendo la parola cheerleader, e collegandola alla squadra di calcio, questi si spalancarono, rivelando due grandi e dolci occhi da cerbiatta del color del cioccolato.
 La bionda si alzò in fretta e furia, improvvisamente ansiosa di andare a scuola. Passò in bagno, indossò la divisa scolastica e scese in cucina, dove sua madre Layla la guardava storto, con le braccia incrociate sotto il seno in una posa che a Lucy sembrò scocciata. La sua tesi fu confermata, oltre che dal viso corrucciato della madre, da ciò che le disse poco dopo.
 -Accidenti Lucy! Sei in ritardo! E non di pochi minuti! No! Di un quarto d’ora! Quindi prenditi il tuo cornetto alla marmellata ed esci di qui!- lei e Layla erano due gocce d’acqua, lo dicevano tutti. E aggiungevano sempre che non trovavano mai niente che le potesse distinguere. Ma Lucy sapeva che c’era qualcosa, e cioè il loro carattere. Se l’una era sempre nervosa, con i nervi a fior di pelle e la predica sempre pronta, l’altra era dolce, si preoccupava per gli altri in ogni momento della giornata, era altruista ma soprattutto molto timida. Persino parlare con sua madre le riusciva difficile. Figurarsi con il capitano della squadra di calcio poi! Le era difficile il solo guardarlo, ed essendone innamorata non poteva proprio farne a meno.
 Dove aveva trovato il coraggio di fare la cheerleader, allora, non lo sapeva neanche lei. Voleva provare, avere una qualche possibilità di riuscire a farsi notare da un ragazzo che aveva un anno in più di lei, sembrava alquanto interessato ad un’altra, e nemmeno la conosceva. Fare la cheerleader forse l’avrebbe aiutata a farlo interessare a lei, anche se non lo riteneva molto probabile. Ma in fondo la speranza è l’ultima a morire. Mai dire mai.
 -C…ciao mamma, a dopo.- sussurrò lasciandole un bacio veloce sulla guancia e prendendo il suo adorato cornetto alla marmellata. Se lo infilò in bocca e poi si mise la divisa scolastica, composta da una gonnellina rossa e una camicetta bianca per le ragazze e in pantaloni bianchi, camicia bianca e gilet rosso per i maschi. Così ragazzi e ragazze di completavano, diceva la preside Vermilion. Mise un cappotto pesante, e uscì di casa.
 -E vedi di fare presto, altrimenti non riuscirai a vedere Natsu!- l’ultimo commento urlato dalla madre la fece arrossire, ma se l’era cercata. Si sa che a dire un segreto alle mamme poi queste lo usano contro di te! E lei, per sua sfortuna, aveva detto alla madre della sua leggera, ironicamente parlando, cotta verso il bel capitano della squadra di calcio. Era stata la madre a invogliarla a far parte del gruppo delle cheerleader, così da avvicinarsi al rosato.
 Iniziò a correre a perdifiato sapendo di aver già perso l’autobus, mentre il gelido vento di dicembre le sferzava il viso. Almeno lei, a differenza di sua madre, aveva molte abilità in campo fisico, e anche molte doti, sempre che un seno prosperoso si possa chiamare dote.
 Passando davanti al campanile della chiesa, chiamata Fairy Tail dal proprietario di questa, vide che erano già le otto meno cinque. Non perse tempo e accelerò, senza neanche notare il vecchio don Makarov salutarla cordiale.
 Arrivò giusto in tempo alla sua scuola, la Magnolia High School, per sentire il suono della campanella che annunciava l’inizio delle lezioni. Ma lei era troppo stanca per correre ancora fino alla sua classe, al terzo piano dell’edificio. Così, mentre il cortile interno si svuotava dei numerosi studenti della scuola, lei si fermò davanti al cancello di questa, appoggiando le mani sulle ginocchia e prendendo pian piano fiato.
 Non ebbe neanche il tempo di far calmare il battito del suo cuore accelerato che qualcuno l’afferrò per il braccio, correndo verso l’ingresso.
 -Dai che siamo in ritardo, corri!- il fiato le tornò improvvisamente nei polmoni sentendo quella voce roca e per lei meravigliosa, capace di provocarle dei brividi lungo la schiena. Iniziò a correre con il ragazzo dal bizzarro colore dei capelli davanti a lei, e rimpianse di averlo fatto quando si dovettero separare. Lui le urlò un “ci si vede in giro” frettoloso, per poi tornare a correre, diretto nientemeno che nella sua classe. Lucy, indecisa se rispondere o meno, sussurrò un flebile ciao, per poi riprendere a correre per non arrivare in ritardo in aula.
 E lei che pensava che quella giornata fosse iniziata con il piede sbagliato!

***

-Io vado agli allenamenti Happy, dillo al ghiacciolo quando si stacca da Juvia. Ciao Elfman.- Natsu salutò i suoi amici, anche se l’unico ad averlo sentito veramente era solamente l’ultimo nominato, dato che Happy vedendo Charle era partito all’attacco, per andare come sempre a regalarle del pesce. E come sempre il rosato pensava che non avrebbe imparato mai.
 Arrivato al campo da calcio si diresse agli spogliatoi per mettersi la divisa>, che consisteva in un paio di pantaloncini azzurri corti fino al ginocchio e una maglietta rossa con il proprio numero in verde. E, neanche a dirlo, tutte le ragazze della squadra delle cheerleader diceva loro di cambiarsela perché faceva davvero schifo, in quanto abbigliamento dei colori. Ma chi era da rimproverare non erano certo i giocatori, quanto invece Mirajane, colei che, nonostante fosse già il capo delle cheerleader, si era improvvisata stilista della squadra di calcio, di cui Natsu era il capitano. Però lui non poteva di certo lamentarsi con lei, per la paura di una sua qualsiasi reazione. O piangeva, e quando una ragazza piangeva Natsu si agitava come non mai, o si arrabbiava. Nel secondo caso era meglio sparire dal continente per un po’, invece che restare accanto a Mira per farti ammazzare. E quando succedeva, Natsu rabbrividì, poteva benissimo competere con Erza. Il che era… Terrorizzante.
 Natsu scese in campo, correndo dai suoi compagni che se le stavano dando di santa ragione. –Arrivo anch’io!- urlò il rosato preparandosi a tirare pugni e calci. Più pugni che calci, quelli li riservava per giocare.
 -Natsuuuu!!!!- il ragazzo in questione alzò gli occhi al cielo sentendo quella voce purtroppo ben conosciuta.
 -Ciao Lisanna…- sospirò, capendo fin dal principio che non avrebbe potuto unirsi ai suoi amici.
 -Non vieni a vedere le prove di noi cheerleader?- gli disse civettuola, sbattendo le ciglia.
 -Sì…- non poteva fare altrimenti. Se avesse detto di no l’albina avrebbe di certo continuato a insistere fino a farlo cedere. Meglio prima che dopo.
 -Andiamo allora!- disse allegra Lisanna, tirando Natsu per un braccio verso le ragazze che in quel momento stavano facendo le prove di quello che sarebbe dovuto essere un incoraggiamento per giocare meglio. Ma non erano tutta questa bravura, a parte ovviamente chi come Levy faceva la cheerleader già dalla prima superiore. –Ehi Ragazze, vi presento il mio futuro marito!- fece quella, facendogli sgranare gli occhi incredulo.
 -Lisanna ma che dici?!- quasi urlò il ragazzo alzando finalmente gli occhi da terra.
 -Ma Natsuuuu!!!! Ce lo eravamo promessi da piccoli!!!- si lamentò ella, scuotendolo forte per il braccio, facendolo sbuffare. Non la sopportava più, sempre intorno a lui, come una cozza con il suo scoglio. Fosse stata almeno una sirena, come la ragazza di quella mattina… Non che quella ragazza fosse davvero una sirena, ma era la più bella che avesse mai visto, a suo parere. Poi però era sparita dalla circolazione e non l’aveva più vista. Gli dispiaceva, perché lui si sarebbe accontentato anche solo di guardarle i suoi grandi occhi da cerbiatta e i suoi capelli biondo grano. Ora che ci faceva caso erano gialli come il grano che matura in estate*, il che voleva dire che loro due erano compatibili!
 -Lisanna! Smettila di stressare il povero Natsu e vieni a provare! Stiamo aspettando solo te!- Mira riportò non solo il rosato, ma anche Lisanna e un’altra ragazza sul mondo terreno. E chi sarà mai questa ragazza, se non la dolce e timida Lucy Heartfilia?
 Ciò che aveva detto Lisanna a proposito di un certo futuro matrimonio tra quella e il rosato l’aveva sconvolta, al punto che si era chiusa in sé stessa pensando a come le era sembrato bello avere la sua piccola mano in quella grande e forte del ragazzo quella mattina. Eppure quella bellezza l’aveva portata ad illudersi, dato che lui era già... Promesso…
 -Su su ragazze! Postazione iniziale, attacco la musica!- Lucy ringraziò mentalmente Mirajane per averla distratta da quei pensieri per lei così deprimenti e dolorosi.
 Si mise nella posizione che le aveva assegnato il giorno stesso la bella albina, subito dopo alle prove per le ammissioni a far parte delle cheerleader. Una cosa inutile, adesso che ci pensava. L’aveva fatto per stare più vicina a Natsu, ma a quanto pare lui era già impegnato. La speranza, quella che dovrebbe sempre essere l’ultima a morire, non c’è l’aveva più. Eppure lo amava ancora. Perciò l’ultimo a morire era l’amore, e non la speranza. Lei l’aveva persa quella.

***

-Che pioggia…- Layla osservava dalla finestra del soggiorno in camera sua l’acqua che scorreva sul vetro, bagnando il giardino pieno di tulipani.
 -Devi proprio uscire ma’? Con questo brutto tempo…- Layla sorrise sentendo la figlia rivolgersi a lei in quel modo così tranquillo e diretto, inusuale per la giovane.
 -Sì cara, ma stai tranquilla. Vai a dormire e non pensarci, tanto domani sarò ancora qui per darti il buongiorno, ok?- le disse dolce la madre, lasciandole una morbida carezza sul viso.
 -Ok… Ma fa’ attenzione!-
 -Certo che sì. Buonanotte tesoro.- le depositò un leggero bacio sulla fronte.
 -Buonanotte mamma.- ricambiò la figlia, osservandola uscire di casa. Sospirando si abbracciò da sola, circondandosi il corpo infreddolito con le braccia. Non aveva voglia di dormire, perciò decise di guardare un film. Quale? Uno romantico, ovviamente. Prese dai cd il film “Il mio grosso grasso matrimonio greco” e lo inserì nel lettore dvd. Si sedette sul divano e si coprì con una coperta che stava sempre lì in caso di emergenza. Capitava praticamente tutti i giorni che Lucy si mettesse a guardare un film alla sera, e sua madre aveva imparato a lasciare lì quella coperta rosa e gialla. Non erano colori a caso, quelli, ed era per questo che la ragazza l’aveva comprata. I due colori si univano in quella che a Lucy sembrava una danza magica, invisibile al di fuori di lei stessa. Una danza che avrebbe voluto fare con il proprietario dei capelli dello stesso colore di una parte delle decorazioni.
 Si coprì il corpo fino a sotto gli occhi, arrossendo, al pensiero di Natsu. Sarebbe stato bello se in quel momento lui fosse andato da lei, come accadeva sempre nei film e nei libri che leggeva. Ma non poteva accadere, ovviamente. A meno che…
 Interruppe il film spegnendo poi la tv e si diresse in camera sua. Prese il telefono in caso di emergenza e tornò di nuovo in salotto. Si mise il suo amato paio di stivali marroni e un k-way, in modo da ripararsi dalla pioggia. Prese il suo paio di chiavi, il quale era adornato da una stella rosa, e uscì di casa.
 Non aveva dubbi, né sulla sua destinazione né su ciò che stava facendo.
 La attanagliava un solo dubbio.
 Da quando si era fatta così intraprendente?

***

Natsu sbuffò maledicendo la pioggia. Per colpa sua non poteva andare ad allenarsi con i suoi amici a calcio, quella sera! Ma per loro non era un problema, di sicuro. Gajeel con Levy, Sting con Yukino, Gray con Juvia, Leon con Cana, Loki con Aries, Cobra, o meglio, Erik con Kinana, Luxus con Mirajane… Tutti sistemati tranne lui, insomma. Non aveva nessuno con cui stare. Certo, c’era sempre Lisanna, ma quella lì proprio non la sopportava. E poi prendeva aveva iniziato a prendere in giro quella biondina, e questo non poteva accettarlo.
 Non sapeva Natsu cosa gli era preso da quando quel giorno aveva preso il polso di Lucy per non farla arrivare in ritardo, o quello strano istinto di baciarla quando l’aveva vista con indosso la divisa delle cheerleader. E non si spiegava il motivo per cui in quel momento desiderava tanto ardentemente averla accanto a lui. Lui che si era sempre paragonato al fuoco con le ragazze come falene, si ritrovava ad essere lui stesso quella stupida farfalla notturna attirata dalla luce. Lucy. Entrava anche in tema. Meglio di così, proprio no.
 Nell’appartamento risuonò un forte scampanellio, che Natsu subito riconobbe come il campanello. Si alzò dal divano su cui fino a pochi istanti prima riposava tranquillo e andò ad aprire la porta. Il campanello suonò di nuovo, e lui fu costretto ad accelerare il passo. –Arrivo!- urlò. –Chi può essere a quest’ora?- borbottò tra sé e sé notando che erano le dieci e mezza di sera. Guardò dallo spioncino della porta per evitare di trovarsi un serial killer in casa, ma vide che era solo una ragazza fradicia dalla testa ai piedi. Aprì la porta sollevato, trovandosi davanti un viso famigliare. –Lucy?- chiese incredulo alla giovane che stava davanti a lei.
 -Lucy?- chiese quella che, notava solo ora, era leggermente più grande e formosa della ragazza che pensava che fosse. E anche la voce era diversa! Ma ci assomigliava davvero tanto. –Come conosci mia figlia?- la donna sorrise di sbieco guardandolo, mentre Natsu spalancava la bocca incredulo. Quella era la madre di Lucy!?
 -Me l’hanno presentata oggi prima degli allenamenti di calcio…- in effetti le assomigliava davvero tanto, se non fosse stato per gli occhi. Quelli della femmina davanti a lui erano verde smeraldo come i suoi, e lo scrutavano curiosi, mentre quelli di Lucy erano marrone cioccolato. Almeno una cosa l’aveva ereditata dal padre, notò Natsu. –Posso entrare?- la donna lo riscosse dai suoi pensieri e il rosato la fece accomodare.
 -Prego, si sieda pure sul divano signora, io intanto le prendo un asciugamano.- le disse, per poi attuare ciò che aveva detto.
 -Sei un bravo ragazzo… Mia figlia in fondo ha scelto bene.- gli sorrise lei asciugandosi i capelli.
 -Non capisco.- disse Natsu sinceramente confuso, e vedendola ridacchiare entrò ancora più in confusione di prima. Decise di lasciar perdere e di chiederle invece una cosa che lo attanagliava fin dal primo momento in cui l’aveva vista. –Comunque… Lei che ci fa in giro a quest’ora di notte? È pericolo sa?- le disse serio.
 -Oh ma sei così dolce! No vedi io devo lavorare, sono un medico e ho il turno di notte. Solo che pioveva troppo e la macchina è andata a sbattere contro un lampione. Io non mi sono fatta niente per fortuna, ma la macchina ha subito gravi danni. Ho dapprima avvertito l’ospedale che non potevo esserci a causa dell’incidente, poi volevo chiamare un carro attrezzi ma avevo finito la ricarica. Allora mi sono guardata intorno e ho visto il tuo cognome su un campanello. E dato che mia figlia parla sempre così bene di me ho penato di suonarti, sperando in un aiuto da parte tua.-
 -Lucy… Parla a lei… Di me?- chiese scettico Natsu, mentre un leggere colorito rossastro gli colorava le guance, cosa che non sfuggì a Layla. Ridacchiò vedendo che, a quanto pareva, Lucy era anche ricambiata. Ah, i giovani!
 -Di tutto il mio discorso hai capito solo questo?!- chiese divertita.
 -Io sì… cioè no… cioè… Non doveva chiamare un carroattrezzi?- la donna sorrise all’evidente tentativo del bel Natsu Dragneel di cambiare il discorso, come faceva sempre la sua piccolina. Oh quanto amava i giovani!
 -Beata gioventù.- sospirò ella, per poi dare a Natsu il permesso di chiamare il carroattrezzi. Sarebbe stato un bravo genero.

***

Lucy sbuffò infastidita non appena entrò in casa, fradicia dalla testa ai piedi. Dopo aver percorso almeno due chilometri si era improvvisamente ricordata di non sapere dove abitasse Natsu.
 Ma di tornare a casa proprio non le andava. E quando aveva visto che la chiesetta era ancora aperta non aveva resistito. Era entrata in quel posto così caldo e accogliente, famigliare, una seconda casa per lei e per molti altri giovani.
 Don Makarov l’aveva accolta ben volentieri, sorridendole gentile. Avevano iniziato a parlare e Lucy era scoppiata, rivelando al vecchio parroco ciò che si teneva nel cuore da ormai troppo tempo. Ne aveva parlato alla madre, certo, ma non aveva detto tutto. Solo che lei amava lui. La base di quello che sarebbe dovuto essere un complicato prisma.
 Aveva ringraziato con tutto il cuore il buon vecchio Makarov, che le aveva regalato un ciondolo. Era un cuore rosso, ma ora che lo guardava meglio notava leggere sfumature gialle e rosa. Arrossì pensando a come la gente intorno a lei la volesse aiutare, accorgendosi di quanto le persone le volessero bene. Sorrise commossa chiudendo gli occhi e portandosi una mano sul cuore, cercando di trattenere le lacrime.
 Ad aiutarla fu il suonare del campanello, e un’improvvisa paura l’attanagliò. Chi poteva essere alle ventitré e zero-quattro? Incoscientemente strinse più forte il bel ciondolo, e cauta si diresse alla porta.
 -Chi è?- chiese, a voce talmente bassa che chi suonava non la sentì. E il campanello risuonò di nuovo nella casa. –Chi è?- chiese ancora, con tono più alto.
 -Lucy! Sei ancora sveglia!?-
 -Mamma?!- chiese incredula. Non doveva essere al lavoro?
 -E chi sennò? Dai apri che ho una sorpresa per te!- sospirò di sollievo costatando che era davvero sua madre Layla Heartfilia, e si chiese quale potesse essere la sorpresa.
 -Sì!- disse allegra, forse per il sollievo di sapere che la persona che aveva suonato non era un serial killer che voleva ucciderla ricattandola dicendole che avrebbe ucciso Natsu. Aprì la porta, trovandosi davanti il viso sorridente e malizioso della madre. Malizioso?
 -Ciao Lucy…- sbiancò al suono di quella voce. Che ci faceva lui lì?
 -Natsu!?- disse con voce più stridula di quanto volesse.
 -Oh Lucy, è stato un così caro ragazzo!- disse sua madre entrando insieme al rosato, togliendosi al contempo scarpe e giubbino. –Dopo che la macchina si è scontrata contro un lampione, non mi sono fatta niente tranquilla, non sapevo che fare. Poi ho visto il cognome “Dragneel” su un campanello e mi sono ricordata di questo ragazzo di cui tu parli tanto appassionatamente e mi sono detta “se per Lucy è così carino gentile e tutto il resto allora deve essere una brava persona” e mi sono fatta aiutare da lui. Ha chiamato il carroattrezzi, ho finito la ricarica a proposito, e mi ha accompagnata qui con la sua macchina perché io con la mia non potevo venirci. Sai, si è staccato il volante. Ma non so come abbia fatto davvero! Insomma, prima era lì e un minuto dopo non c’era più! E poi…-
 -Mamma, calmati, stai dando di matto. Che ne dici di andare a dormire adesso? Uhm?- chiese Lucy gentile, cercando di mettere davanti il suo istinto, il quale le diceva di seppellirsi.
 -Forse hai ragione tu cara…- ribadì la madre ridacchiando tra sé e sé.
 -Allora andiamo, hai avvertito l’ospedale che non saresti andata oggi?-
 -Sì.- Lucy accompagnò la madre in camera sua, facendo segno a Natsu di aspettare. Rimboccò le coperte alla bella Layla, la quale da quarant’anni ben portati aveva raggiunto i cinque o i sei. Le diede un bacio in fronte augurandole la buonanotte, senza accorgersi del sorriso sadico che si era nel frattempo dipinto sulle labbra della donna.
 La giovane tornò dal suo amato, mentre un leggero rossore le colorava il viso dolce e fine.
 -Dorme?- chiese lui, nascondendo l’imbarazzo.
 -Sì e grazie. Senza di te sarebbe stata persa.- disse Lucy sorridendogli dolce, non sapendo dei battiti che stava provocando a Natsu. “O me ne vado da qui o le salto addosso”, concluse il rosato alla fine, sorridendole a trentadue denti.
 -Non c’è di che, Lucy. Dovrei andare a casa ora, sai, sono molto stanco. Gli allenamenti oggi erano piuttosto pesanti. In fondo domani abbiamo la partita…- disse lui, per nulla intenzionato a violentarla seduta stante.
 -Oh, sì, certo, ti accompagno alla porta. Vuoi un ombrello?- gli chiese Lucy, troppo imbarazzata per chiedergli, magari, di restare lì per la notte, dato che pioveva troppo per uscire. Era pericoloso e sì, inutile negarlo, era preoccupata per Natsu.
 -No no, tranquilla! >Vedi, ha smesso di piovere.- disse lui, indicandole con la testa la finestra, le mani in tasca. Uscì di casa, restando però sulla soglia della porta.
 -Ciao Lucy.-
 -Allora ciao Natsu, grazie ancora.- la ragazza si sporse verso il rosato, dandogli un leggero bacio sulla guancia. Poi chiuse la porta.
 Il ragazzo, incredulo, si portò una mano sulla guancia. Improvvisamente si ritrovava una risposta a tutte le domande che lo assillavano quando vedeva, o anche solo pensava a Lucy. O almeno così credeva, non ne era certo. Lui… La amava?

***

Le cheerleader finirono il loro ballo di incoraggiamento, per poi uscire dal campo da calcio su cui tra poco si sarebbe tenuta la partita. Si diressero agli spogliatoi incrociando nei corridoi i giocatori della loro scuola, i quali avevano preso il nome dalla chiesetta a cui tenevano più al mondo: Fairy Tail.
 -Bellissimo balletto ragazze, ci si vede a fine partita, quando celebreremo la nostra vittoria con un bel brindisi!- disse un ragazzo dai capelli neri e lunghi, Gajeel.
 -Certo che sì!- rispose Levy, per poi augurare insieme alle altre buona fortuna ai giovani e soprattutto promettenti calciatori.
 Li sguardi di Natsu e Lucy si incontrarono, e se la prima lo voltò da un’altra parte, il secondo continuò a fissarla con sguardo serio, sicuro nel suo intento.
 Le ragazze poco dopo scomparirono nello spogliatoio femminile, mentre i ragazzi entrarono in campo per giocare contro la BluePegasus High School.
 La partita finì con un due a uno per la squadra che giocava in casa, con grande gioia di tutta la Magnolia High School. Ma Natsu non esultava, dato che non aveva ancora attuato il suo piano. Sarebbe stato imbarazzante, ma era il modo più efficace per farsi notare dalla giovane Heartfilia. Si mise al centro del campo e iniziò ad urlare agli spettatori ciò che Lucy non avrebbe mai dimenticato.
 -Datemi una L!- iniziò, mentre il pubblico ripeteva.
 -Datemi una U!- li spettatori ripeterono, alzando le braccia al cielo.
 -Datemi una C!- e gli studenti ripetevano di nuovo.
 -Datemi una Y!- e una certa bionda venne colpita dallo stupore.
 -Cosa viene fuori?- chiese Natsu rivolto al pubblico.
 -Lucy!!!**- urlò questo, mentre il rosato correva dalla sua amata biondina. La abbracciò, mentre tutti li guardavano emozionati.
 -Esatto, Lucy.- sussurrò. –Ti amo.- un urlo si levò nel campo da calcio quando la piccola, timida ed ingenua Lucy Heartfilia si fece audace baciando Natsu Dragneel.
 -Ti amo.- da lì ad un altro bacio, ci volle un respiro.
 
*Natsu in giapponese vuol dire estate
 **Questa idea è stata presa dal film “Maleficent”,
 il quale non mi piace come storia ma mi piaceva quest’idea
 
ANGOLO DI UNA NALU-LOVER CHE CERCA IN TUTTI I MODI DI TRATTENERSI DAL SALTARE SODDISFATTA DEL SUO LAVORO:
 A parte che sono incazzata nera perché mio padre era incazzato nero e se uno di noi in famiglia è incazzato nero allora sono tutti incazzati neri, finalmente ho finito questa shot con poco più di undici pagine di word e con oltre 4000 parole. Sono soddisfatta di me stessa, grazie. Spero che vi sia piaciuta anche se l’idea non è proprio delle migliori. La mia intenzione era, diciamo, quella di fare una raccolta NaLu, anche se in questo periodo dovrei pubblicare “Dal Diario della NaLu”, ma ho deciso di aspettare un po’ per questo, almeno dopo la fine degli esami di terza media (HELP!!!). Mi dispiace per chi seguiva “Dal Diario di Levy” (pubblicità gratuita) ma dovrete aspettare un po’. In cambio pubblicherò tipo ogni giorno, credo. Comunque, tornando alla storia. Alcune cose (come il cuore) non vengono sviluppate, ma servono a far capire qualcosa ai nostri due amati protagonisti. Non pretendo niente, anche perché rispetto a certe storie che ho letto questa non è niente. Ma ne sono comunque soddisfatta e spero davvero tanto che piaccia anche a voi. Almeno il primo capitolo spero. E adesso mia sorella e mio fratello mi hanno fatta incazzare più di prima, non credo che oggi parlerò più. Mi chiuderò nel mio mutismo, tanto domani passa tutto. Eh che cazzo, io il mixer nel minestrone non lo so passare, che mi rompete a fare?! No vabbè i miei problemi personali non vi interessano, ci vediamo il mese prossimo con il prossimo capitolo. Infatti sarà un capitolo al mese per un anno. Vabbè, vi lascio o sclero.
Un bacione, un povera Kiry-chan che NON SA CUCINARE IL MINESTRONE!!!
   
 
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