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Autore: whitemushroom    05/04/2016    4 recensioni
"My friends are my power!"
Una raccolta di flashfic sui numerosi personaggi che viaggiano tra i mondi, amano, giocano, sorridono e sperano. Figure maggiori e minori, importanti o poco degni di nota, ma che anche con poco sono riusciti a rendere magico ed indimenticabile il videogioco che ci ha stregati per la sua purezza e la gioia di credere nell'amicizia. Questa raccolta origina dal contest Storytime organizzata per festeggiare il quinto anniversario del nostro fantastico forum, il xiiiorderforum, che è sempre pronto ad accogliere tutti coloro che si sono smarriti tra luce ed oscurità e cercano amici con cui condividere storie e magia.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Personaggio: Neku Sakuraba
Genere: Introspettivo, Malinconico.
Rating: verde andante sul giallo
Avvertenze: forse Neku è venuto fuori meno musone delle storie da cui è tratto, ma credo che dopo tutto ciò che ha passato sia riuscito a maturare almeno un po'.


Quel giorno che verrà

Ci sono tutti.
Beat arriva sgommando sul suo motorino nuovo di zecca, senza casco e parcheggiando sul marciapiede senza nemmeno guardare; Neku è pronto a scommettere che abbia saltato la scuola un’altra volta.
Rhyme è venuta a piedi: da dopo l’incidente non riesce più a salire su un’automobile o un motorino –specie sapendo che vi è Beat alla guida- ma è comunque arrivata prima di suo fratello, i libri sottobraccio e la riga da disegno che fa capolino dallo zaino. C’è anche Shiki, la vera Shiki, l’unica a cui ha concesso di dare un’occhiata in anteprima al suo capolavoro.
“Beat, abbiamo detto alle tre in punto!” esclama, puntandogli addosso il dito con fare accusatorio a cui lui risponde sollevando un altro dito, il medio … e probabilmente se ne uscirebbe anche con qualche parolaccia se Rhyme non gli si avvicinasse e gli desse un colpo di riga sulla testa. “Basta litigare! Coraggio, Neku, facci vedere!”
Non è stato facile trovare un posto libero in tutta Shibuya: Neku si è esercitato più volte, ha realizzato gli schizzi preparatori a casa sua, in cantina, ma gli ci sono voluti giorni per trovare un posto tutto suo, un piccolo angolo in quella città già imbrattata a sufficienza dove dare forma al suo primissimo lavoro. Il vecchio parco abbandonato del quartiere Sakoyu li accoglie: il cancello metallico cigola non appena Beat prova a farsi strada nello stretto passaggio e le altalene, rotte e dalle catene annerite dal fumo, sono immobili con i sedili ormai nascosti dall’erba alta che da anni nessun guardiano si è degnato di tagliare. Sono passati anni dall’ultima volta in cui vi è entrato, e all’epoca non riusciva a fare altro che nascondersi dagli altri bambini per paura di essere preso a pallonate; si rifugiava lì, all’ombra del casotto del custode, nel punto più lontano dall’ingresso e dalle altalene affollate. Ed è lì che li porta, mostrando loro per la prima volta il suo angolo segreto.
“Wow, molto meglio di CAT!”
Beh, non è vero, ma Neku sorride al commento energico di Rhyme.
Ci sono tutti loro su quella parete: ha disegnato Beat con un po’ più di pancia e forse è quello che fa sorridere la bambina, ma i colori del graffito sono davvero perfetti ed anche l’odore della vernice se ne è andato.
Shiki si guarda dipinta sul muro, quella bellissima ragazza dai capelli rossi che non è mai stata: ha insistito per farsi ritrarre così, come tutti loro l’hanno conosciuta in quello strano sogno, con abiti alla moda così diversi da quelli che adesso indossa e dei tacchi alti che, se li avesse davvero, la farebbero inciampare per le scale della scuola in un istante. “Dai, anche così non sono male” esclama mettendosi in posa accanto al graffito mimando la Shiki di vernice e mattoni.
Beat sogghigna. “Hai disegnato anche loro” .
Certo.
Ha disegnato anche loro. Tutti e tre, proprio come se li ricorda.
Quando si sono svegliati dal coma i dottori hanno detto che si è trattato di un autentico miracolo. Hanno aperto gli occhi insieme, lui, Shiki, Beat e Rhyme, quei ragazzi che fino al giorno prima avrebbe giurato di non conoscere. Rhyme e Beat sono finiti in quell’ospedale per un incidente, di Shiki nessuno sa nulla. Si sono svegliati nello stesso istante con un sogno in comune, un incubo a occhi aperti che non li ha abbandonati nemmeno nei giorni successivi, quando sono tornati a casa ed hanno ripreso la loro grigia, strana esistenza.
Ha disegnato Joshua al centro, con le ali spiegate. All’inizio aveva pensato di metterlo in un angolo, quasi per una strana paura che gli percorreva la schiena proprio mentre abbozzava le sue linee, ma ha deciso che è stanco di ascoltare quella voce priva di fondamento: sa che Joshua ha vegliato su di loro sin dall’inizio, in un modo che non saprebbe descrivere a parole. E adesso che loro sono lì, felici, lui si trova in quell’ospedale in bilico tra la vita e la morte; i medici hanno parlato di un misterioso arresto cardiaco, un malore che il ragazzo ha provato proprio qualche istante prima del loro risveglio. Più tardi andranno a trovarlo –compreso Beat, che anche se sbuffa non manca mai di mettergli accanto un po’ di musica.
Si sveglierà, di questo Neku ne è certo. Si sveglierà perché Joshua non è il tipo da andarsene per sempre.
Si sveglierà perché in quel posto dove sono stati tutti loro è buio e freddo, e da quando ha aperto gli occhi Neku non ha mai trovato Shibuya così calda: e lo deve anche a loro, a quelle due figure che ha messo ai lati del graffito, quasi come due colonne pronte a fronteggiare ogni avversario.
Shiki sorride alla vista di Riku, con la schiena piegata ed il Keyblade in mano. Lui e Sora sono da qualche parte, tutti loro ne sono certi: non hanno trovato nessun altro ragazzo in coma oltre a Joshua, ma questo è perché senza ombra di dubbio quei due sono altrove, lontani da quella città, a sconfiggere nemici e raddrizzare i torti proprio come gli antichi eroi dei libri di fiabe della nonna di Shiki. Sono finiti nel loro sogno quasi per caso e così ne sono usciti, ma Neku è pronto a giurare che i due ragazzi sono reali. Così come è pronto a giurare che manterranno la loro promessa.
Un giorno torneranno.
Li rivedranno lì, nella loro Shibuya, un po’ affannati e con centinaia di amici al seguito. Verranno a trovarli proprio come si erano ripromessi e Neku li porterà a vedere quel graffito. Ci saranno tutti, persino Joshua, tutti loro che si sono incontrati in un posto dove forse soltanto la morte sarebbe potuta entrare e da cui sono usciti diversi, cambiati. Lui stesso ha iniziato ad accettare quel mondo strano e senza regole, il posto da cui un tempo avrebbe dato ogni cosa per poter fuggire, la Shibuya grigia e vuota dove ogni giorno sembrava uguale all’altro.
Shibuya non è cambiata, e forse non cambierà mai. Ma da quando ha aperto gli occhi ha deciso che forse quello è il posto di cui ha sempre avuto bisogno, solo che aveva bisogno di amici per riempirlo; ed i suoi amici adesso sono lì, qualcuno al suo fianco e qualcuna ancora solo di vernice, ma sono loro ad aver trasformato i muri ed i grattacieli scuri in un arcobaleno di colori.
Sospira, osservando gli occhi azzurri di Sora.
Si ritroveranno tutti insieme, e mostrerà con orgoglio ai suoi amici la Shibuya di cui adesso è quasi orgoglioso. Sorrideranno in quel giorno che verrà.



E con questa one-shot la mia raccolta volge al termine. Al momento credo che non estrarrò nuovi personaggi e considererò la storia conclusa perché ho altri progetti tra le mani. Inoltre per scherzo ho provato a sorteggiare dalla KH wiki i personaggi che mi sarebbero potuti capitare ed è uscito talmente tanto pattume innominabile (vedere le sorelle di Ariel) che ho deciso di non cimentarmi per un po' con questa sfida.
Se in futuro cambierò idea tornerò ad aggiornare.
Grazie a tutti coloro che mi hanno supportata, a tutti quelli che hanno partecipato a questo progetto di scrittura (e che hanno finito ben prima di me), ed ovviamente il principale ringraziamento va al xiiiorderforum.
  
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