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Autore: _Kurai_    06/04/2016    6 recensioni
L'ombrello cadde a terra, scoprendo il volto di Tooru, che si portò una mano al petto.
Un campanello d'allarme risuonò fortissimo nella testa di Hajime e iniziò d'istinto a correre nella sua direzione, arrivando a sorreggerlo un istante prima che cadesse in ginocchio.
"I-Iwa-chan... scusa..."
Una macchia rossa si stava allargando sulla felpa bianca e azzurra di Oikawa e le sue mani fecero per aggrapparsi a Iwaizumi, mentre cercava disperatamente di dire qualcos'altro.
Solo in quel momento Hajime notò un luccichio spettrale a pochi passi da loro: un coltello di almeno quindici centimetri riluceva sull'asfalto, immerso per metà in una pozzanghera e macchiato da un inequivocabile liquido scarlatto.
Prima che Hajime potesse dire o fare qualsiasi cosa sentì la forza scivolare via dalle dita che stringevano febbrilmente e quasi dolorosamente le sue braccia tese a sorreggere il compagno, mentre gli occhi di Tooru si chiudevano lentamente.
"...no... resta sveglio, razza d'idiota...io..."
Genere: Angst, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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/Resolve/


Sometimes it's hard to just keep going
But faith is moving without knowing
Can I trust what I can't see?
To reach my destiny
I want to take control but I know better

God, I want to dream again
Take me where I've never been
I want to go there
This time I'm not scared
Now I am unbreakable, it's unmistakable
No one can touch me
Nothing can stop me

("Unbreakable", Fireflight)


 

 

 

Occhi aperti, spalancati nel buio.

 

Occhi chiusi, per sempre.

 

Pelle imperlata di sudore, un cuore che batte a ritmo accelerato.

 

Pelle diafana e fredda, un cuore fermo, una linea retta.

 

Si sono tesi la mano, da due universi differenti.

Si sono sfiorati, ma il filo si è spezzato.

 

Hajime lo sa, che è finita. Lo sa, lo sente forte nel petto, in quel cuore così impazzito che sembra battere per due.

Se chiude gli occhi percepisce ancora la sensazione dei capelli di Tooru che gli fanno il solletico sul collo, sente ancora il tono delle sue parole.



* * *

Issei guardava il soffitto della stanza quasi completamente al buio.

Lo schermo del cellulare, accuratamente nascosto sotto le coperte, gli confermò che le due del mattino erano passate da un pezzo. Voleva sentire la voce di Takahiro, ma doveva accontentarsi dei suoi messaggi. Sospirò.

Non sapeva esattamente cosa l'avesse spinto a correre un rischio così enorme, a parte la grande amicizia che lo legava ad Hajime e la voglia di aiutarlo a uscire da quella terribile situazione. Eppure non si era pentito di quel colpo di testa: era certo che anche Iwaizumi per lui avrebbe fatto la stessa cosa, ed era questa fiducia reciproca la base della loro amicizia. Issei in fondo era una persona semplice, di poche parole ma tanti fatti, talvolta impulsivo e a tratti riflessivo: l'unica cosa che gli mancava in quel momento era la presenza di Takahiro accanto a lui, perchè tutte le volte che avevano corso un rischio erano sempre stati insieme.

 

Da quando aveva salutato i suoi amici era andato quasi tutto liscio: aveva avvisato a casa che sarebbe rimasto a dormire da Hanamaki (cosa piuttosto frequente) e aveva seguito pedissequamente le indicazioni di Iwaizumi, raggiungendo in fretta il ripostiglio e avvolgendosi delle bende intorno alla fronte, per completare la trasformazione. Perfino l'attraversamento del cornicione (che per fortuna dava su uno spiazzo deserto) fu effettuato con successo, anche se sul momento la sua volontà aveva vacillato per un istante. Ma ormai era in ballo, e doveva ballare.

Si era nascosto sotto le coperte e si era girato con la schiena verso la porta, sperando che chiunque fosse entrato pensasse che stesse dormendo. Sembrava che in ogni caso nessuno si fosse accorto dell'assenza di Hajime.

Mancava solo una cosa, che effettivamente non aveva considerato.

La flebo, che qualcuno prima o poi sarebbe venuto a controllare.

Issei Matsukawa si era accorto in quel momento di una grossa falla nel suo piano: la sua paura degli aghi.

 

Alla fine, dopo qualche minuto di sudori freddi, aveva deciso di staccare l'ago – con le dita tremanti e temendo che qualcuno entrasse da un momento all'altro - tappare il tubicino e assicurarselo al braccio con del nastro di cerotto che aveva rubato nel ripostiglio insieme alle bende.

Si era sentito davvero orgoglioso di sè stesso, anche se con ogni probabilità il suo espediente sarebbe stato scoperto con facilità.

Invece era stato di nuovo fortunato: l'infermiera che era passata ben due volte prima di quel momento aveva solo controllato che le gocce scendessero dal contenitore di soluzione salina e l'aveva guardato fingere di dormire, aveva scritto qualcosa in una cartelletta ed era uscita.

 

Tutta quella fortuna doveva necessariamente avere il suo rovescio della medaglia.

 

Stava scrivendo l'ennesimo messaggio a Takahiro, sveglio esattamente come lui (e dannatamente preoccupato, anche se era evidente che stava cercando di non farlo trasparire nei suoi messaggi) quando sentì all'improvviso un certo trambusto davanti alla sua porta.

Una voce maschile, probabilmente un medico, stava parlando a bassa voce con uno dei due poliziotti che lo piantonavano (l'altro probabilmente dormiva e si erano dati il cambio, vista l'ora), ma Issei riuscì comunque a captare qualcosa di quello che si stavano dicendo.

 

"...Così immagino che in qualche modo ora dovrete informarlo che è accusato di omicidio..." percepì chiaramente, e rimase pietrificato.

 

No. Si rifiutava di crederci. Non aveva neppure pensato a quell'eventualità, anche se sapeva che c'erano ben poche probabilità che Oikawa si risvegliasse... ma... non aveva nemmeno voluto provare a immaginarlo, sapendo quanto il suo capitano fosse ostinato a lottare a oltranza, di qualunque traguardo si trattasse.

Temeva di avere ormai poco tempo prima di essere scoperto, ma rimase a indugiare con l'indice sullo schermo per un po', non sapendo nemmeno lui come esprimere una notizia del genere.

 

"Ho sentito un medico qui fuori parlare di accusa di omicidio, Makki... temo che sia successo l'irreparabile, cosa facciamo adesso?" scrisse in fretta, cliccando il tasto invio con le dita tremanti.

Sperò almeno che i poliziotti avrebbero atteso il mattino seguente per entrare e informarlo di ciò che già sapeva, scoprendo così anche lo scambio di persona.

Per la prima volta da quando aveva deciso di attuare quel piano per aiutare Hajime, Issei si sentì invadere dal panico. Strinse i denti, sperando di ricevere al più presto una risposta da Takahiro.

 

* * *

Hanamaki era disteso nel suo letto, girato su un fianco. Non aveva ancora dormito nemmeno un minuto e continuava a rivolgere il suo sguardo verso lo sfondo del cellulare, attendendo febbrilmente la vibrazione che segnalava l'arrivo di un messaggio di Matsukawa.

 

Quando finalmente il cellulare vibrò e l'icona si materializzò sullo schermo, Takahiro aprì immediatamente il messaggio.

Desiderò di non averlo mai ricevuto.

 

Con il telefono stretto in mano, si alzò dal letto e camminò in punta di piedi fino al salotto.

Hajime era seduto sul divano con gli occhi sgranati, si era strappato la coperta di dosso e sembrava estremamente agitato, tanto che quando Makki gli posò delicatamente una mano sulla spalla sussultò violentemente, mentre ancora cercava di porre un freno al suo cuore impazzito.

 

Hajime vide lo schermo dello smartphone acceso nella penombra e l'espressione di Takahiro che lo fissava, e trovò conferma di quello di cui già era certo.

Takahiro vide lo sguardo di Hajime, e capì che già lo sapeva.

 

* * *

Si era sforzato di mantenersi lucido, di pensare razionalmente, di non perdere la calma a costo di fare violenza alla sua indole. Si era sforzato per una settimana intera, e non era servito a niente.

Era praticamente certo dell'identità dell'assassino, ma a che pro se Tooru era morto? E Matsukawa era ancora intrappolato in ospedale al suo posto, rischiando come minimo di essere incriminato come complice, al pari di Hanamaki.

 

"Ho sbagliato tutto, ho sbagliato tutto... dovrei solo andarmene adesso, sparire il più lontano possibile e smettere di causarvi problemi. Non merito degli amici come te e Mattsun" tirò su col naso cercando di dissimulare, ma Takahiro se ne accorse comunque "voi potete ancora far loro credere che vi ho costretto... forse dovrei tornare lì e rifare lo scambio, dovrei consegnarmi..." Hajime aveva perso la bussola, ma si sforzava comunque di cercare di proteggerli, senza pensare che su di lui in quel momento pendeva un'accusa pesantissima.

 

Takahiro era ancora in silenzio, come in black-out.

Poi si riscosse, cercando di ritrovare almeno una parvenza di razionalità: "Ormai ci siamo dentro... nè io nè Issei intendiamo abbandonarti, ma non so davvero cosa dovremmo fare ora..." disse, con la testa tra le mani "Però... hai scoperto qualcosa, vero?".

"Sì, credo di sapere chi è il responsabile ma... come potranno credermi in queste circostanze? Non ho prove se non questa... e una volta scoperto che sono fuggito non mi crederanno mai" tirò fuori la lettera che aveva trovato nell'armadietto, che però avrebbe dovuto competere con le prove molto più pesanti che lo inchiodavano.

Nessuno dei due vedeva una via d'uscita.

 

In realtà Hajime sapeva quale fosse l'unica via d'uscita, ma era una strada lastricata di incertezza e rischi, senza ritorno. Se solo fosse riuscito a fare un ultimo viaggio nel passato e fermare definitivamente Aoki, a qualsiasi costo... ma come poteva avere la certezza di farcela? Doveva tornare nel momento giusto, ideare un piano efficace di sicura riuscita, ma prima di tutto avrebbe dovuto riuscire a riaddormentarsi... non ce l'avrebbe mai fatta in un momento del genere, non così. Avrebbe voluto solo uscire fuori, correre, urlare e piangere nel buio fino a perdere la voce e sè stesso, perchè ormai tutto aveva perso valore.

Ma non poteva. Ormai aveva coinvolto anche Issei e Takahiro, doveva andare avanti.

Solo lui poteva farlo.

 

"Makki, devi farmi perdere conoscenza. Non lo so, prendimi a testate, sbattimi la testa contro il muro, quello che vuoi. Devo tornare a quel giorno, questa volta ce la farò." disse, con una luce strana negli occhi. "Se fallirò consegnami a loro e digli che ho costretto te e Issei a coprirmi, tanto niente per me avrebbe più importanza..."

Takahiro lo prese per le spalle, deciso a interrompere quel suo delirio: "Un semplice sonnifero funzionerebbe lo stesso o devo farti male per forza? Non che non abbia voglia di prenderti a schiaffi per farti rendere conto di quello che stai dicendo, ma quello manesco qui sei tu, quindi... in ogni caso se si tratta di addormentarti ho la soluzione: nel mobiletto del bagno ci sono i sonniferi di mia madre, lei soffre d'insonnia... in via teorica potrebbe funzionare lo stesso, non credi?"

"Hai ragione, scusami se stavo perdendo la calma" sospirò stancamente Hajime, poi seguì con lo sguardo l'amico che spariva dietro una porta in fondo al corridoio, per poi tornare con un contenitore cilindrico di plastica azzurra pieno per metà di pastigliette bianche e un bicchiere d'acqua.

Hajime prese due pastiglie e le ingoiò con due sorsi d'acqua.

Già dopo qualche secondo gli occhi iniziarono a velarglisi; avvicinò il pugno a quello di Takahiro, come avevano spesso fatto prima delle partite, e lo guardò con uno sguardo pieno di gratitudine e carico del peso dell'ultima speranza.

 

Il buio iniziò lentamente ad avvolgerlo come un cappotto di velluto, poi la sua mente affondò rapidamente nel torpore.

 

* * *

Era di nuovo a scuola.

Accanto a lui c'era Tooru, come sempre. Stava radunando le sue cose dentro la borsa, stranamente in silenzio.

Hajime sentì una strana sensazione salire dalla bocca dello stomaco e si sforzò di dominarsi: non poteva lasciarsi prendere dai sentimenti, non prima di compiere la sua missione.

La campanella della fine delle lezioni era appena suonata, gli allenamenti stavano per iniziare.

Sentiva che era il momento giusto, e controllare sul calendario appeso in classe fu solo un'inutile conferma, così come la visione delle nuvole scure piene di pioggia fuori dalla finestra.

Ora stava solo a lui decidere come agire.

 

Seguì Oikawa giù dalle scale verso la palestra.

Non parlarono affatto, esattamente com'era successo quel giorno, ma questa volta era Iwaizumi a nascondere qualcosa, ed era completamente concentrato sulle mosse che avrebbe dovuto fare per mettere al sicuro la farfalla ed evitare l'uragano.

Tooru dovette chiamarlo due volte per ottenere la sua attenzione: "Iwa-chaaaan? Cos'è quello sguardo così corrucciato? C'è qualcosa che ti preoccupa?".

"Tu" avrebbe voluto rispondere Hajime, ma si trattenne, limitandosi a dire a Tooru che doveva parlare col coach e di aspettarlo nello spogliatoio con gli altri.

 

Iwaizumi spaziò con lo sguardo in tutta la palestra: a giudicare dal punto di ripresa del video, Aoki doveva averlo girato da dietro i grandi tappeti di gommapiuma ammucchiati in fondo all'edificio. Davvero li aveva osservati per chissà quanti allenamenti aspettando solo che lui e Tooru litigassero per trovare il momento favorevole per attuare il suo piano e liberarsi di entrambi?

Hajime doveva andare con i piedi di piombo con una persona capace di una tale psicosi, una persona che non aveva esitato ad accoltellare a morte il suo migliore amico solo per invidia... ma quanti danni poteva fare un odio covato per anni?

 

Mentre ancora annaspava in questi pensieri, Hajime si avvicinò al coach Irihata: "Coach... dovrei parlarle di una questione molto importante che riguarda Oikawa... ha tempo di ascoltarmi?" chiese con tono calmo e misurato, cercando di non far trapelare la sua agitazione.

 

Ci aveva pensato a lungo.

Il suo primo pensiero era stato quello di giocare d'anticipo e dissuadere Aoki, con le parole o con la forza se necessario. Ma di cosa poteva essere capace quel ragazzo? Davvero sarebbe bastato affrontarlo da solo o avrebbe rischiato di mettere nuovamente in pericolo Oikawa, dal momento che lui era a conoscenza delle minacce che avrebbero dovuto rimanere segrete? Del resto Kyotaro possedeva un coltello, e non era escluso che fosse abbastanza fuori di sè da utilizzarlo anche contro di lui.

Ci aveva pensato a lungo, e alla fine aveva deciso che, come aveva detto anni prima a Tooru, avrebbe puntato sul gioco di squadra.

 

Aveva raccontato tutta la storia a Irihata-san, soprassedendo sui viaggi nel tempo, e il coach lo aveva ascoltato con attenzione: ricordava bene Aoki e lo scompiglio che aveva causato in alcune occasioni durante il loro primo anno e si rabbuiò vedendo il messaggio che Hajime aveva trovato nell'armadietto di Tooru.

"Da quando ti conosco sei sempre stato così responsabile, Iwaizumi-kun... mi fido di te, hai sempre sostenuto questa squadra e il suo capitano e se sei preoccupato ti aiuterò. Hai fatto benissimo a parlarmene, hai fatto la scelta giusta. Come insegnante e allenatore, è mio preciso dovere proteggere ognuno di voi da qualsiasi tipo di minaccia".

Hajime tirò un sospiro di sollievo, inchinandosi due volte davanti al coach.

 

Era poi venuto il turno di Issei e Takahiro, a cui aveva raccontato a grandi linee tutte le sue vicissitudini e il suo piano: esattamente come nel suo presente, i due gli credettero ciecamente, e si allontanarono per informare gli altri componenti della squadra di avvisare loro o Iwaizumi se avessero visto qualcosa di strano in palestra, senza dilungarsi in troppe spiegazioni. Hajime ringraziò i kami mille e mille volte per aver trovato amici simili sulla sua strada.

 

Tooru era ancora ignaro di tutto, e se tutto fosse andato come previsto non c'era alcun bisogno che lo sapesse.

 

"Tu mi stai nascondendo qualcosa, Iwa-chan" Oikawa gli apparve alle spalle, facendolo sobbalzare. Quell'idiota lo conosceva troppo bene.

"Pensa ad allenarti, io non ti sto nascondendo proprio nulla, idiota di un Oikawa!" gli rispose, mentre guardava febbrilmente in ogni direzione.

Anche il coach sembrava all'erta, attento a ogni movimento sospetto.

 

Hajime aveva tirato di proposito alcune schiacciate più potenti del solito, con la scusa di dover andare a recuperare la palla più lontano e poter controllare ogni angolo della palestra senza comportarsi in modo troppo strano. L'ultima palla era finita dietro i famigerati tappetoni, ed esitò per un istante prima di andare a recuperarla... si affacció con il cuore che batteva fortissimo, tanto da sentirlo nelle orecchie come un concerto di tamburi.

Non c'era nessuno.

Hajime tornò pensieroso al fianco di Tooru. E se qualcosa che aveva fatto la volta precedente avesse già cambiato il futuro in qualche modo incontrollabile? E se Aoki non fosse comparso, vedendo che non c'erano le condizioni favorevoli per il suo piano? Cosa avrebbe dovuto fare per avere la certezza matematica che tutto funzionasse?

Perso nei suoi pensieri, calcoló male il tempo di un'alzata di Oikawa, ottenendo una palla in testa e un'esplosione di risate da parte dell'ignaro Tooru.

Per un istante ebbe una gran voglia di prenderlo a pugni, anche se era stato lui ad essersi distratto. Sospirò. Quanto era dolce il suono della sua risata! Si era mai soffermato ad apprezzare semplicemente la sua presenza e le più piccole cose della loro amicizia?

Se ne accorgeva solo dopo essersele fatte scivolare via dalle dita, per non aver cercato prima di comprendere. Ma era ancora in tempo, e non poteva sprecare quell'ultima occasione.

 

Poi si ricordò di non aver guardato nel posto più ovvio: sugli spalti, dove di solito anche durante gli allenamenti si sedevano i tifosi della squadra a provare le coreografie per le partite e le ragazze del fanclub di Oikawa, che avevano il loro posto riservato nella prima gradinata e si beavano di ogni sguardo del capitano della Seijou, che dal canto suo ricaricava così il suo già immenso ego.

Iwaizumi individuò Aya-chan seduta tra le sue amiche e aguzzó lo sguardo fino a che non lo vide: Aoki era sull'ultima gradinata, con la faccia nascosta da una mascherina per il raffreddore e un cappellino in testa. Era concentrato sulla ragazza in prima fila, ma per un istante guardò verso di lui e Hajime si affrettó a distogliere lo sguardo. Fece un cenno a Issei, che individuò Aoki a sua volta e poi annuì, tornando a concentrarsi sull'allenamento.

Era tutto sotto controllo.

Hajime si sforzó almeno di sembrare tranquillo, ma non faceva altro che distrarsi e guardare sugli spalti con la coda dell'occhio, il che gli valse altre pallonate in faccia e una serie di sguardi di Tooru tra il divertito e il preoccupato.

"Davvero, Iwa-chan... sei troppo distratto oggi, cosa ti succede? Sei per caso geloso per le mie ammiratrici?" gli chiese dopo l'ennesima schiacciata fallita con quel suo sorrisetto obliquo "ho visto che guardi continuamente sulle gradinate, c'è qualcosa che non va?"

Del resto, anche Tooru sapeva leggerlo come un libro aperto.

 

Le tre ore di allenamento finirono in fretta, ma questa volta Tooru e Hajime seguirono gli altri nello spogliatoio. Iwaizumi fece una doccia veloce ma indugió ad asciugarsi, mentre gli altri andavano via a gruppetti. Oikawa come al solito aveva passato lunghi minuti a ripiegare ordinatamente i suoi vestiti nella borsa, per poi prepararsi ad una delle sue lunghe docce post allenamento. Hajime lanciò uno sguardo d'intesa a Takahiro e Issei, che uscirono dallo spogliatoio chiudendosi la porta alle spalle.

Ora doveva solo aspettare qualche minuto che fossero completamente soli e sperare di essere credibile. Oikawa era chiuso nelle docce da almeno dieci minuti, ma probabilmente ci sarebbe rimasto ancora almeno altrettanto tempo; la musica del suo cellulare (uno dei motivi per cui amava restare sempre nello spogliatoio tra gli ultimi, fiducioso nel fatto che Iwaizumi lo avrebbe aspettato comunque) era a volume piuttosto alto e le docce erano distanti dalla porta dello spogliatoio, perciò con ogni probabilità non avrebbe sentito nulla. Hajime aspettó il messaggio concordato con Takahiro, poi deglutí, prese un respiro e urlò quella dannata frase che aveva fatto tanto male a entrambi, anche se stavolta era rivolta contro il vuoto. Speró con tutto il cuore che funzionasse.

Uscì, sbattendo la porta.

Sotto la doccia, Tooru si stava passando il balsamo tra i capelli canticchiando tra sé, ignaro di tutto.

Uscito dallo spogliatoio, Hajime colse subito un movimento che la prima volta gli era sfuggito, occupato com'era a cercare inutilmente di dominare la rabbia.

 

* * *

Aoki sentiva che finalmente era il momento giusto. Era un segno, il suo piano non poteva fallire. Quel maledetto sarebbe rimasto da solo per ultimo nello spogliatoio come sempre, avrebbe solo dovuto trovare il modo di liberarsi di quell'altro bastardo che gli stava sempre appresso come un'ombra o una dannata guardia del corpo. Li odiava, li aveva odiati fin dall'inizio, perché gli avevano messo contro il coach e tutta la squadra. Odiava soprattutto Tooru, che aveva tutto ciò che a lui mancava.

E poi eccolo, il colpo di fortuna.

"Sono un fottuto genio" disse tra sé, accarezzando l'acciaio della lama nascosta sotto la giacca.

Stavano litigando, stavano litigando e lui era lì, e il suo piano avrebbe avuto una copertura perfetta, inattaccabile. Si sarebbe liberato di entrambi e si sarebbe discolpato in un colpo solo. Prese il cellulare e accese la modalità video, riuscendo a ottenere una ripresa accettabile in cui si sentiva l'urlo di Iwaizumi e si vedeva il vicecapitano sbattere la porta. Sorrise, vittorioso.

 

Lo seguì a distanza, per controllare che effettivamente se ne andasse.

Aveva studiato il piano nei minimi dettagli, non poteva permettersi nessun passo falso.

 

* * *

 

Hajime uscì dalla scuola sotto la pioggia, camminando lentamente sotto l'ombrello. Doveva far sì che Aoki si concentrasse su di lui, doveva distogliere la sua attenzione da Tooru. Invece di andarsene rimase fermo davanti al cancello, verificando con la coda dell'occhio che Aoki lo stesse seguendo. Non aveva paura per Tooru, perchè aveva chiesto a Issei e Takahiro di restare nascosti nei pressi della palestra ancora un po', in caso Oikawa fosse uscito prima del previsto.

 

* * *

Avevano litigato, quindi lui avrebbe dovuto andarsene, no?

Perchè allora quel dannato Iwaizumi era ancora lì, in attesa di Oikawa? Quello sarebbe stato il posto e il momento perfetto per attuare il suo piano, sotto la pioggia e nella penombra della sera: aveva perfino studiato l'angolazione delle telecamere in modo che il suo viso non venisse inquadrato, e il colpo di fortuna del video avrebbe coronato la riuscita della prima parte di esso, che consisteva nell'incastrare Hajime come unico sospettato. E invece quello stronzo era lì, immobile.

Poco male, avrebbe ucciso anche lui.

In fondo era anche colpa sua se al primo anno era stato ostracizzato dal club, era colpa sua e di quegli stupidi discorsi sul gioco di squadra. Oikawa oltre ad avergli precluso il posto di titolare nella squadra gli aveva rubato qualunque possibilità potesse avere con Aya-chan, ma anche Iwaizumi non era innocente.

Era un peccato dover rinunciare a quella fantastica copertura, ma finchè Hajime non se ne fosse andato non avrebbe potuto sorprendere Oikawa da solo e godere al massimo della sua vendetta.

In fondo, avere sulla coscienza una o due persone non faceva nessuna differenza, se questo significava uscire dal suo incubo personale.

 

* * *

Non era riuscito a pensare niente di meglio, Hajime.

Si era fermato proprio davanti alla scuola, sotto il diluvio, nel punto esatto dove aveva sorretto Tooru agonizzante quella maledetta sera.

Aveva affidato il resto agli altri, Oikawa non si sarebbe fatto alcun male.

Ci aveva pensato a lungo, ma non aveva trovato una soluzione migliore.

Non gli importava cosa potesse succedergli, in quell'istante ogni fibra del suo essere aveva l'unico obiettivo di proteggere Tooru, e se Aoki avesse deciso di aggredire anche lui perchè ostacolava il suo piano, era lì ad attenderlo.

 

E così eccolo, dannatamente prevedibile.

Non aveva l'ombrello, ma teneva calcato sulla testa il cappuccio di quella giacca quasi identica alla sua. Camminava lentamente nella sua direzione, pensando che Hajime non l'avrebbe visto avvicinarsi perchè la sua visione periferica era limitata dall'ombrello.

 

"Ti ricordi di me, Iwaizumi Hajime?" aveva chiesto in un sussurro, mentre tirava fuori la mano destra nascosta dentro la giacca e scopriva la lama affilata del coltello.

Hajime chiuse gli occhi, attendendo un'esplosione di dolore che non arrivò mai.

 

"Fermati immediatamente, Aoki-kun. Se proseguirai nel tuo intento non farai altro che dimostrare che quel giorno abbiamo avuto ragione a cacciarti dalla squadra per il tuo comportamento violento." era la voce del coach Irihata, ferma e autorevole come sempre.

Iwaizumi aprì gli occhi.

La squadra al completo era lì, sotto la pioggia battente, e li circondava.

C'era anche Tooru, con un'espressione indescrivibile che non gli aveva mai visto prima.

 

Prese la parola il coach Mizoguchi, che era stato messo al corrente da Irihata-sensei: "Lascia cadere immediatamente quel coltello se non vuoi che la tua posizione peggiori ulteriormente, abbiamo chiamato la polizia e tu non vuoi passare il resto della tua vita in prigione, vero?"

 

"Vi odio... tutti" ringhiò sommessamente Aoki, messo con le spalle al muro.

Aprì e richiuse la bocca, con il volto deformato dalla rabbia. Per un terribile istante Hajime pensò che sarebbe impazzito del tutto, vibrando colpi alla cieca.

Poi, inaspettatamente, Aoki lasciò cadere il coltello, che finì sommerso per metà in una pozzanghera ai suoi piedi.

Le sirene della polizia si sentivano già, in avvicinamento.

 

* * *

Una volta che Aoki fu ammanettato e portato via e sullo spiazzo antistante la scuola rimasero solo loro due, Hanamaki e Matsukawa, Oikawa non potè più trattenersi.

"Sei uno stupido, Iwa-chan!" singhiozzò, perdendo di colpo tutto il suo contegno e prendendolo a pugni sul petto, per poi abbandonarsi in un abbraccio e iniziare a singhiozzare ancora più forte, con il volto rigato dalle lacrime e dalla pioggia. "Non hai pensato che mi sarei preoccupato? Mi hai tenuto all'oscuro... di una cosa del genere... per proteggermi, ma come hai potuto pensare di metterti in pericolo fino a questo punto? Iwa-chan... sei così crudele a pensare che io avrei potuto vivere senza di te...".

Hajime guardò le espressioni colpevoli di Issei e Takahiro, che evidentemente erano stati costretti a rivelargli tutto, poi sospirò e ricambiò l'abbraccio, scogliendo in un istante il nodo di tensione che l'aveva tenuto imprigionato da giorni. Alzò lo sguardo, incontrando gli occhi pieni di lacrime di Tooru, poi lasciò cadere l'ombrello e premette con forza le labbra sulle sue, lì, all'improvviso.

Oikawa spalancò gli occhi ma ricambiò con foga, come se non avesse aspettato altro per tutta la vita.

 

* * *

 

EPILOGO

 

Hajime aprì gli occhi, confuso.

Ci mise un istante di troppo a capire che il luogo dove si trovava non era la sua stanza né il salotto di casa Hanamaki, ma era comunque un posto che conosceva molto bene. Quel lampadario a forma di astronave l'avrebbe riconosciuto tra mille.

Era quasi mattina, e la luce di un'alba gelida filtrava timidamente dalle tapparelle della stanza di Oikawa. Si girò di lato per abbracciare con lo sguardo i lineamenti perfetti di colui che era stato il suo migliore amico, ma evidentemente in quella settimana andata irrimediabilmente perduta nel flusso temporale era diventato qualcosa di più... Glielo dicevano i vestiti abbandonati sul pavimento, il calore del corpo nudo di Tooru che sfiorava il suo sotto le coperte, la sua mano che stringeva forte quella di Hajime, intrappolandola in una piacevole morsa.

 

L'aveva inseguito nei ricordi, l'aveva riportato indietro perfino dalla morte, aveva messo a rischio la sua stessa vita pur di poterlo riavere accanto. Non avrebbe permesso mai più che il suo tesoro più grande gli venisse strappato.

Lo svegliò delicatamente con un bacio a fior di labbra, e gli occhi dalle lunghe ciglia di Tooru si aprirono lentamente, incatenandosi ai suoi.

"Sai, Iwa-chan?" sussurrò Oikawa, una volta che le loro labbra si furono allontanate di qualche centimetro, anche se sapevano entrambi che era solo questione di pochi istanti "Stanotte ho sognato di annegare. Andavo giù, sempre più giù, non riuscivo più a vedere la superficie. Non riuscivo a muovermi, e tu non c'eri. Poi mi arrendevo, abbandonandomi alla corrente, e allora ecco apparire la tua mano tesa verso di me, le tue braccia a sostenermi e a riportarmi a galla... Ti amo, Iwa-chan."

 

"Ti amo anch'io, idiota di un Oikawa."

 


Time stands still
Beauty in all he is
I will be brave
I will not let anything take away
What’s standing in front of me
Every breath
Every hour has come to this
One step closer

I have died everyday waiting for you
Darling don’t be afraid I have loved you
For a thousand years
I love you for a thousand more

And all along I believed I would find you
Time has brought your heart to me
I have loved you for a thousand years
I love you for a thousand more.

("A Thousand Years", Christina Perri)



...e così è finita.
Questo capitolo finale è dedicato alle due persone a cui tengo di più al mondo, che mi hanno ascoltata e sostenuta nei miei momenti di disagio e hype durante la stesura di questa storia così come negli ultimi 9 anni... mi sento sentimentale perchè i finali mi fanno sempre un brutto effetto, quindi lancio tutto l'amore del mondo alle mie due donne, Sawako_RagDOLL e OnnanokoKawaii ❤ (Visto? Alla fine anche io riesco a fare un happy ending se mi impegno! Ditemi che sono brava, su)

Per quanto riguarda Sawako, il suo contributo a questo capitolo si è concretizzato anche in quel bellissimo (a parte la mia faccia, perchè sono un Iwaizumi indegno) collage pubblicato all'inizio, nato da una sua idea e creato in un pomeriggio delirante di foto che ha generato le peggio cose IwaOi: tutti i credits sono suoi e non smetterò mai di ringraziarla per avermi proposto di rendere tangibile una cosa scritta da me, il che mi regala un sacco di feels ❤ Inoltre le ho preso in prestito l'headcanon di Tooru che canta sotto la doccia, perchè è una cosa troppo preziosa per non essere scritta ovunque (leggete la sua ultima one-shot e amatela.)

OnnanokoKawaii è stata fin dall'inizio la mia consigliera n°1 per quanto riguarda Oikawa nonchè la salvatrice di questo capitolo finale, che ho riscritto diverse volte e mi ha disagiato oltremisura. Spero che questo finale zuccheroso compensi almeno un po' tutte le lacrime che ti ho fatto versare con quelli precedenti (anche se tu fai decisamente di peggio *coff*) ❤ 

Tornando a noi, visto che qui sennò mi partono i sentimentalismi potenti e inizio a vomitare cuoricini (e ho una fama da brutta persona che dispensa angst da difendere) ringrazio anche tutte le persone che hanno lasciato recensioni a questa storia, sono ancora piacevolmente sorpresa di aver ricevuto così tanti commenti e ho una gran voglia di iniziare a dedicarmi a qualche altro progetto su questo pairing che ho scoperto di amare ancora più di quanto pensassi!
Attendo i vostri pareri su questo lunghissimo ultimo capitolo, sperando di non aver deluso le vostre aspettative~

Ora mi eclisso, ma ci si rivede presto in questo fandom, è una promessa!!

_Kurai_ 

   
 
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