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Autore: laklainer    07/04/2016    1 recensioni
Ok, sono le quattro del mattino...capitemi.
Ho voluto immaginare un seguito per il personaggio di Manuel Aguirre.
Riuscirà il vero amore a superare anche la morte? Lo so, sembra tutto abbastanza confuso, scoprirete tutto leggendo la mia storia.
-SPOILER-
"Mise in riproduzione un vecchio video di loro in viaggio in Messico durante le vacanze del terzo anno. Amava sentire la sua irritante ma tenerissima voce. Amava anche i suoi lamenti. Chiuse gli occhi e cercò di addormentarsi. Una lacrima cadde sul display del cellulare.
Sentì delle presenze.
Senti delle mani calde abbracciarlo e sussurrare "sono qui, Manuel, sono qui".
Erano le sue mani, era la sua voce.
Fu solo un sogno o...?"
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Manuel Aguirre, Mia Colucci
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ormai erano passati più di dieci anni dalla morte di Mia. Candela, sua figlia, aveva già tredici anni. Aveva preso i capelli biondissimi e lucenti della madre, solo che cercava di convincere il papà a fargli tingere i capelli di nero. 
Manuel si impose. Sua figlia era l'unica cosa che gli restava della sua amata e gli dispiaceva che volesse cambiare una caratteristica così importante che aveva preso da lei, però c'era un lato positivo: la ragazza dimostrava una certa ribellione, infatti l'aveva beccata varie volte con delle confezioni di tinte nello zaino.
Candela, ormai esausta, decise di parlare con il padre.
Manuel era sdraiato sul suo enorme letto matrimoniale a pancia in giù e stava sfogliando un libretto contendente delle vecchie fotografie. 
La ragazzina bussò alla porta. 
"Cande, sei tu?" -disse Manuel, che intanto stava nascondendo il libretto.
La ragazzina non aspettò nemmeno la risposta ed entrò.
"Amore, che c'è?"
"Perché non posso tingermi i capelli? Paola ha addirittura un piercing sulla lingua, perché io non posso tingermi dei stupidissimi capelli? PERCHÈ?"
"Candela...siediti lì. 
Vuoi vedere cosa stavo facendo"
La ragazzina annuì. Il papà gli mostrò l'album delle vecchie fotografie. 
"Ecco la tua mamma...forse eri troppo piccola per ricordarla...fin ora ho cercato il più possibile di nascondere ogni sua fotografia ed ogni suo ricordo...volevo che non soffrissi troppo, volevo che non sentissi troppo la sua mancanza.
Guarda attentamente i suoi capelli..." -dopo un paio di secondi Manuel si ritrovò il viso rigato dalle lacrime.
"Papà..." -sussurrò la figlia. 
"No, hey! Ora mi fai finire!
Mi manca tanto la tua mamma, ok? Non c'è un giorno in cui io non senta la sua mancanza. Mi mancano i suoi occhi celesti, il suo corpo anche troppo magro per i miei gusti, le sue labbra...insomma, mi manca tutto. Ogni cosa.
Ma soprattutto i suoi capelli lunghi e folti che tutte le ragazze della scuola invidiavano. Mi mancano le sue lamentele sugli shampoo per capelli che non rispettavano le promesse scritte sulle confezioni. Ma mi mancano anche i suoi insulti, i suoi adorabili nomignoli...i suoi irritanti 'scimmia azteca'...
Cosa c'entra con degli stupidi capelli? C'entra che...insomma, guardati! Sei la sua fotocopia...l'unico ricordo reale che ho di lei. Odio il fatto che tu voglia cambiare anche solo una minima parte di te stessa. Sei bellissima amore mio, proprio come lo era la tua mamma" -adesso erano entrambi in lacrime. Candela abbracciò forte il papà e scoprirò un "ti voglio bene". 


Quella sera Manuel, dopo aver messo a letto sua figlia, si mise a pensare allo sfogo fatto ore prima.
Le mancava davvero tanto. 
In quei dieci anni tentò di dimenticarla uscendo con tante ragazze diverse, ma non ce la faceva. Non avrebbe mai provato i sentimenti che gli faceva provare Mia.
Mise in riproduzione un vecchio video di loro in viaggio in Messico durante le vacanze del terzo anno. Amava sentire la sua irritante ma tenerissima voce. Amava anche i suoi lamenti. Chiuse gli occhi e cercò di addormentarsi. Una lacrima cadde sul display del cellulare. 
Sentì delle presenze.
Senti delle mani calde abbracciarlo e sussurrare "sono qui, Manuel, sono qui". 
Erano le sue mani, era la sua voce. 
Fu solo un sogno o...? 
Manuel giura che non fu tutto un sogno. Giura anche che da quel giorno dedica, tutti i giorni, almeno un minuto alla sua amata. 
Lei non c'è più, è vero, ma nulla potrà separarli; nemmeno la morte. 


«Se potessi rivederti fra un anno,
farei tanti gomitoli dei mesi.
Se l’attesa fosse soltanto di secoli
li conterei sulla mano.
E se sapessi che finita questa vita
la mia e la tua proseguiranno insieme,
getterei la mia come inutile scorza e sceglierei con te l’eternità.»
(Emily Dickinson)
   
 
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