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Autore: StewyT    08/04/2016    6 recensioni
“Alec, è appena arrivato un messaggio di fuoco indirizzato a noi, l'ho letto ed è un invito!”
“A cosa, Iz?”
“Ad una festa” rispose lei sorridente.
“Scherzi vero?” rispose lui sbalordito.
“Assolutamente no, guardalo!” la ragazza gli passò un elegante rettangolo di carta con i bordi glitterati d'argento:
"Il sommo stregone di Brooklyn ti invita al magnifico rave artistico. Questa notte.
Alla somma abitazione del sommo Magnus Bane."
“Quante volte ha ripetuto sommo in due frasi?” chiese alzando gli occhi al cielo, il ragazzo.
“A che interessa? Sarà una figata! Ho già deciso cosa metterò! Mi stavo chiedendo cosa fosse questo 'rave artistico' e a quanto pare nel mondo invisibile gira la notizia che questa sera ci saranno le imitazioni dei più grandi lavori degli artisti e ognuno potrà sceglierne uno con cui passare la serata. Magnus è un genio!”
“Iz io non ci vengo!”
“COSA? ALEC?”
Alec scrollò le spalle e scosse la testa.
“Oh, avanti, Alexander!”
“Non chiamarmi così, sai che lo odio!”
“Non se è Magnus farlo” sorrise
“È un favore personale che ti chiedo, okay? Ho bisogno di svagarmi."
“Non mi muoverò dai divanetti”
“Oh ne sono sicura” rispose lei sorridendo. Aveva un bel progetto per la sua serata.
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ops, it's a kind of Magic!

 

Isabelle entrò nella sala con un enorme sorriso dipinto sulle labbra: quasi sembrava una bambina a cui avevano appena comperato il suo gelato preferito.
“Alec!!”
Alec fermò il sacco e si girò verso la sorella.
“Come mai quell'enorme sorriso sulle labbra? Hai deciso di nuovo di rivolgere parola a Meliorn?” chiese ridacchiando, e beccandosi -ovviamente- un sguardo scocciato in cambio.
“Il tuo umorismo è pari alla modestia di Jace”.
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo. Il rapporto con Jace era decisamente migliorato negli ultimi tempi, ma il fatto che si struggesse d'amore per sua sorella e se ne 'lamentasse' con lui lo infastidiva non poco. Era stato innamorato di lui, del suo Parabatai, di un altro ragazzo; cosa avrebbe dovuto fare?
Alla fine era passata, e allo stesso modo sarebbe passata la cotta per quella ragazzina.
“Succede qualcosa con Jace?”
“No” rispose guardandola attentamente. “A te? Come mai tutta questa gioia?”
Izzy sorrise “È appena arrivato un messaggio di fuoco indirizzato a noi due, l'ho letto ed è un invito!”
“A cosa?”
“Ad una festa” rispose lei sorridente.
“Scherzi vero?” rispose lui sbalordito.
“Assolutamente no, guardalo!” la ragazza gli passò un elegante rettangolo di carta con i bordi glitterati d'argento: di sicuro era di Magnus. Ed infatti, eccolo scritto in una calligrafia elegante e ordinata.

 
Il sommo stregone di Brooklyn ti invita al magnifico rave artistico.
Questa notte.
Alla somma abitazione del sommo Magnus Bane.


“Quante volte ha ripetuto sommo in due frasi?” chiese alzando gli occhi al cielo, il ragazzo.
“A che interessa? Sarà una figata!”
“Iz calmati! Ti stai esaltando troppo”
“Ho già deciso cosa metterò! Mi stavo chiedendo cosa fosse questo 'rave artistico' e a quanto pare nel mondo invisibile gira la notizia che questa sera ci saranno le imitazioni dei più grandi lavori degli artisti e ognuno potrà sceglierne uno con cui passare la serata. Magnus è un genio!”
“Un idiota, direi io”
“Oh avanti Alec! Tu passerai la serata con lui, io con qualche attraente statua greca..”
“Cosa ne capirà mai di arte?”
“Ma chi se ne frega!” ridacchiò, con gli occhi brillanti dalla gioia ed Alec si sentì leggermente in colpa. Ne stavano passando tante in quel periodo e Isabelle anche se faceva finta di niente, ne soffriva ed era profondamente stanca di tutto quello che veniva chiesto loro. Un po' di svago le avrebbe fatto sicuramente bene, ma se quello svago comprendeva anche Magnus… beh la risposta non poteva che esserne una!
“Iz io non ci vengo!”
“COSA? ALEC?”
Alec scrollò le spalle e scosse la testa.
“Oh, avanti, Alexander!”
“Non chiamarmi così, sai che lo odio!”
“Non se è Magnus farlo”
“Lascialo fuori da questa storia ti prego”
“Ah perché non è forse lui il fulcro di tutto?” Isabelle alzò un sopracciglio, in segno di sfida, e Alec come praticamente sempre sbuffò.
“Non c'è modo di convincermi!”
“È un favore personale che ti chiedo, okay? Ho bisogno di svagarmi. Prima tutti quei problemi per la coppa mortale, poi Simon vampiro, l'aria tesa che c'è qui, i problemi con la spada mortale, Clary, Jace che soffre... ho bisogno di evadere. Solo io e te!”. La voce della ragazza si incrinò leggermente e Alec si sentì ancora di più in colpa.
“Giochi sporco”.
“Questo vuol dire che ci andiamo?” il sorriso della ragazza ritornò al suo posto, e lo sguardo corrucciato del ragazzo lo imitò.
“Non mi muoverò dai divanetti”
“Oh sono sicura che sarà così” rispose lei sorridendo “Muoviamoci, abbiamo poche ore per prepararci!”
“Sono le otto, abbiamo tutto il tempo del mondo!”
“Alec devo farti davvero tanto bello..”
“Come risponderebbe Jace? Qualcosa come 'Sono già tanto bello'?”
“Oh non ti offendere, muoviti” sbuffò lei trascinandolo in camera.
Aveva un bel progetto per lui e la sua serata.

 
* * *
“Non ci credo” sbuffò Alec guardandosi attorno.
Il cielo era rosso, e la luna era bagnata dalle nuvole rossastre; avanti aveva il portone del palazzetto di Magnus e già da lì il rumore di quella cosa che ci vuole un grande coraggio a chiamare “musica”, e l'odore di quegli intrugli serviti, si faceva sentire. Non si era mai pentito di essere andato a casa di Magnus, come in quel preciso istante.
“Oh, avanti! Ci piacerà” ammiccò la sorella.
La guardò e per un attimo gli venne da sbottonare la camicia che aveva e usarla per coprirla. Indossava un miniabito aderente blu, la schiena e buona parte del seno completamente scoperti, messi in evidenza da luminosi gioielli; strisce di diamanti ricadevano dai capelli neri, e delle labbra rosse come il fuoco di sicuro avrebbero istigato parecchi pensieri pericolosi in molti uomini e donne presenti a quella festa.
“Isabelle come ti sei vestita?!” si lamentò lui “Sei… nuda”
“Grazie per il complimento fratellone, anche tu sei meraviglioso. Devo dire che questi pantaloni aderenti e questa camicia ti stano particolarmente bene; Magnus sarà molto dispiaciuto a toglierteli”
“Se osi ripetere una cosa simile vado via!” sbuffò lui, battendo nuovamente la mano sul portone, che finalmente si aprì, mostrando ai due ragazzi un'imponente statua raffigurante il Bronzo di Riace. Era enorme e viva!
Gli occhi della statua li fissavano attentamente e anche un po' scocciati, come se gli stessero facendo perdere tempo; come se fosse possibile che una statua con tanto di riccioli, pettorali e parti basse di bronzo fosse un portiere normale!
“Allora? Volete darlo questo invito?” chiese in tono annoiato la statua.
“Eccolo” rispose Isabelle allungano il rettangolino nero al tizio, che lo guardò attentamente e poi li fece passare, senza dire una parola.
“Per l'Angelo. L'hai visto? Era una statua, Isabelle! Parlava!”
“Alexander combattiamo demoni, e ti sbalordisci per una statua? Però beh a quanto pare gli antichi erano poco dotati, no?”.
Alec soffocò una risata e le diete una pacca leggera sul braccio “Poveri loro!” rispose ridacchiando.
I due ragazzi finalmente misero piede nel loft che per l'occasione si era trasformato in un'enorme discoteca; It's a kin of magic dei Queen -finalmente un po' di vera musica- li accolse trasportandoli in quella situazione tanto magica quanto strana.
Tutto era decisamente poco visibile a causa delle luci stroboscopiche colorate di viola, blu e argento, e di tutto quel gas biancastro che fuoriusciva da grossi illuminati di bianco, messi in ogni angolo. Si potevano ben distinguere, però enormi statue bianche, di bronzo, qualcuna persino di vetro o glitter, che regnavano sovrane tra la calca di persone che già ballavano, quelle che bevevano e quello che passeggiavano a vuoto per guardarsi tutt'intorno.
“WoW” sussurrò Isabelle “Magnus è assolutamente il re delle feste!”
“C'erano dubbi?” la voce di Magnus sbucò dal nulla, e un leggero brivido percorse la schiena del giovane cacciatore non appena la udì.
“Magnus è tutto meraviglioso!” disse Isabelle sorridendo come se avesse visto una delle sette meraviglie del mondo. Alec alzò gli occhi al cielo provando a non guardare la figura dello stregone ma era decisamente impossibile, era bellissimo!
Aveva le gambe racchiuse in un aderente -e sicuramente scomodo- paio di pantaloni di pelle, con risvoltini pieni di glitter, e una camicia viola che lasciava scoperto il petto rivestito di collane argentee.
“Isabelle!” la salutò baciandole la mano e sorridendole, poi passò ad Alec, sorridendogli maliziosamente “Alexander!”.
Un piccolo secondo di silenzio cadde tra i ragazzi; forse Alec avrebbe dovuto dire qualcosa, forse no, fatto resta che l'unica cosa che fece fu sorridere a Magnus.
“Allora, cosa ne dite dell'idea?”
“Geniale! Stavo giusto per chiederti quali credi siano le statue… migliori!” sussurrò Iz in tono malizioso.
“Oh beh sicuramente il David di Michelangelo! Lui non era supremo solo nel dipingere cappelle” ridacchiò seguito da Isabelle e da uno sbuffo leggero di Alec “Ma, carissima Isabelle, quella è mia! In giro però dovrebbero esserci ancora lo Schiavo Morente o il Bacco di Michelangelo mhm però forse lo Schiavo non è molto di buon umore, voglio qualcosa di meglio per te! Oh! Apollo. Il povero è stato lasciato da Dafne che finalmente è riuscita a scappare grazie a me, quindi sicuramente sarà bisognoso d'amore!” disse sorridendo.
“Seguirò i tuoi consigli!”
“Ti divertirai sicuramente, allora!”
“A mio fratello cosa consigli, invece?”
“Uhm visto l'espressione allegra che ha involto lo Schiavo si divertirebbe sicuramente con lui!”
“Sei decisamente fissato con Michelangelo o sbaglio?” chiese Alec in risposta.
“È uno di quelli che ho avuto il piacere di conoscere. Era un ottimo artista e un ottimo…”
“Non voglio sentirlo!” disse Isabelle sorridendo “Magari mi racconti la prossima volta quanto era bravo Michelangelo a letto!”
“Oh io volevo dire un ottimo uomo! Era davvero una brava persona”.
Alec nascose un sorriso. “Quindi praticamente cosa c'entra tutto questo con l'arte?”
“Forse ti aspettavi un incontro meno movimentato? Un tavolo, dodici sedie e delle foto di statue? Mi conosci così poco, Alexander? Le statue che ci sono, queste sono l'arte, stasera! Ah a proposito, come si è comportato il Bronzo? Mi stanno lamentando tutti la sua antipatia”
“È stato decisamente poco simpatico anche con noi, ma forse è solo scocciato per essere stato scoperto troppo tardi!” rispose Isabelle sorridendo.
“Uh sorprendente come sempre, Isabelle! Avete studiato arte in questi anni?”
“Le uniche arti che abbiamo studiato sono quelle marziali!” provò a fare una battuta -decisamente mal riuscita- il giovane Lightwood.
“In onore di questa serata ho studiato un po' di arte!” disse la ragazza scrollando le spalle.
“Ah, se tutti gli invitati fossero come te e tuo fratello” disse indugiando con lo sguardo su Alec, che arrossì.
“Non vi ho ringraziati per aver preso parte alla festa! Spero vi divertirete!”
“Siamo noi a non aver ringraziato te. E poi come avremmo potuto non prendere parte alla festa del ragazzo di mio fratello?”
“Come, prego?” chiese Magnus diventando tutto d'un tratto attento come poche altre volte.
“Tu e Alec..”
Alec arrossì come un peperone e si massaggiò gli occhi con una mano.
“Non è il mio ragazzo!”
“Giusto” rispose Magnus sorridendo “Siamo solo amici, ad Alec piace ribadirlo spesso ultimamente. Beati tutti i suoi amici; posso assicurarti che se è come con me, riserva ottimi comportamenti a tutti!” sorrise amaramente, facendo arrossire ancora di più il cacciatore che si sarebbe voluto sotterrare subito.
Ecco perché non voleva andarci a quella maledetta festa! Magnus avrebbe fatto battute sul suo conto e lui neanche gli avrebbe potuto rispondere o avrebbe potuto parlargli minimamente – non come erano di solito fare, almeno- perché doveva tenersi occupato ad ignorarlo e nascondere la loro relazione.
“Okay” Isabelle si morse il labbro inferiore e toccò la spalla del fratello “Io andrei a prendere qualcosa, e poi a conoscere il mio Apollo. A dopo!”.
Magnus le sorrise e Alec provò a trattenerla stringendo la sua mano, ma ovviamente dopo poco fu lasciato da solo con lo stregone, che lo guardava in quel modo che tanto gli metteva ansia: malizia mista a nervosismo.
Ne era certo, che se fossero stati da soli, in una delle loro 'riunioni intime' gli avrebbe morso una spalla per fargli capire che aveva appena fatto qualcosa che non andava fatto. Arrossì al solo pensiero e scosse la testa.
“Sei venuto qui per guardarmi in questo modo e disprezzarmi tutta la sera, Alexander? Va, cerca qualcuno e divertiti” lo stuzzicò Magnus, facendo per andarsene, ma Alec lo trattenne.
“Mi dispiace okay? Ma devo farlo, Magnus. Non poss-”
“Cosa, dire che sei il mio ragazzo avanti a qualcuno? C'era solo tua sorella, Alec e lei sembra sapere esattamente tutto di noi. Ma okay, fa pure. Prenditi le tue responsabilità, però”.
“Sai che ci sarebbero tanti problemi per me se si venisse a sapere che sono gay, Magnus!”
“Ma tu ovviamente preferisci reprimere te e le persone che ti stanno vicine perché la legge è dura ma è legge. Mi sembra giusto. Ogni ottimo cacciatore lo farebbe, e tu sei decisamente di questa categoria!”
“Okay sta tutto degenerando. Non sono qui per litigare!”
“E per fare cosa allora?”
“Sedermi su qualche divanetto e provare a far finta di ignorarti, per poi passare tutto il mio tempo a guardarti!”.
Cosa aveva appena detto? Deficiente! Si sarebbe dato un pugno nello stomaco da solo, se fosse stato possibile.
Magnus scosse la testa, ma un'ombra di divertimento attraversò i suoi occhi, per poi arrivare sulle sue labbra che si aprirono in un sorriso finto.
“Bene, allora divertiti a farlo. Buona serata, Alexander!”.
Alec incassò il colpo -che fece molto più male di quanto avrebbe fatto un vero pugno nello stomaco- e annuì, lasciandolo andare.
Bene. Era ufficialmente solo in una sala immersa in musica, luci, statue e persone accalcate. Bene. La serata si prospettava magnifica!
Sbuffo e si massaggiò nuovamente le tempie guardandosi attorno per cercare Isabelle. Era stata lei a trascinarlo lì, e lei lo avrebbe sopportato tutta la serata.
La vide seduta su uno sgabello, le gambe accavallate e un sorriso predatore sulle labbra, occupate a succhiare qualche strano intruglio dal bicchiere blu. Quanto avrebbe voluto essere un tantino più come lei e meno come lui.
Più energica, viva, felice e sicuro.
Impossibile, pensò. Lei non era sbagliata.
Le si avvicinò, e posò una mano sulla sua coscia, sorridendole subito dopo.
“Dovresti smetterla di provocare gli uomini così tanto” le disse in tono dolce, sedendosi al suo fianco.
“Beh mi piace farlo. Voi uomini siete così stupidi!” disse bevendo un sorso dal bicchiere.
“Sei sempre così gentile!”
“Proprio come te con Magnus, no?”
“Isabelle, ti prego..”
“Alec dovresti smetterla, lo sai?”.
Isabelle lo guardò preoccupata, e Alec annuì dispiaciuto.
“So che sei fissato con la legge e tutte quelle cretinate!”
“Non sono cretinate Iz! Quelli come me non sono visti degni Shadowhunters!”
“Alexander quelli come te, davvero? Tu non hai niente di diverso da Jace o qualsiasi altro cacciatore pieno di talento. Sei un cacciatore fantastico, ma onestamente credo che dovresti preoccuparti di più di te stesso che di quello che pensano gli altri. La legge sarà pure legge, ma noi abbiamo una vita e anche decisamente breve, quindi perché dovremmo sprecarla stando dietro a delle cose che ci impongono come essere?”.
In poche frasi la sorella aveva riassunto alla perfezione la vita del giovane cacciatore: un'immensa bugia.
“Smettila di farti del male, Alexander, e goditi un po' di più la vita. Magnus potrebbe aiutarti davvero a farlo, dagli un'occasione”.
Alec le sorrise “La più saggia della famiglia sei decisamente tu!” disse alzandosi dallo sgabello.
“Certo. E sono anche la più simpatica, la più intelligente, la più bella e la più brava con la frusta. Ma questo si sapeva già” gli fece un occhiolino.
“Fa la brava stasera!”
“Lo giuro sull'angelo. Non farò disperare molto nessun uomo, né il povero Apollo. Tu invece prova a non farlo, per una volta!”.
Gli sorrise e gli diede un bacio sulla guancia, per poi lasciarlo andare verso la sua entusiasmante direzione: i divanetti in fondo alla sala.
Se c'era una parte del loft di Magnus che Alec amava particolarmente, quella era la zona del divano, perché -la maggior parte delle volte- quello era rivolto verso l'enorme finestra che dava su Brooklyn e l'intera New York, e non c'era molto altro di più bello di quel panorama che lo faceva sentire quasi più forte ogni volta che lo guardava.
Si sedette e poggiò la testa sullo schienale, pronto ad evitare qualsiasi cosa gli fosse passata avanti, solo per concentrarsi sui grattacieli illuminati, il cielo sempre più rosso e… Magnus. Gli sarebbe piaciuto restare seduto -anche solo in silenzio- mano nella mano con lui, avanti a quel panorama.
Si guardò attorno, scocciato, e lo vide.
Era lì, tra la folla e si divertiva.
Quasi si sentì in colpa per essersi presentato quella sera, aveva rischiato di rovinargli la festa, ma fortunatamente non ci era riuscito. Lo stregone ballava, muovendo sinuosamente i fianchi, le braccia, le mani, sul corpo di una specie di statua per lo più glitterata. Era uno spettacolo decisamente strano vedere un uomo -magnifico come Magnus- ballare attaccato ad una specie di palla da discoteca, con braccia e gambe. Sbuffò. Forse quella cosa doveva sembrare davvero molto sexy a Magnus, visto il modo in cui si muoveva e lo toccava.
Vide una mano dello stregone sfiorare dolcemente il collo, e poi i pettorali della statua; chiuse un secondo gli occhi e immaginò che quelle mani fossero sui suoi pettorali, sul suo collo, tra i suoi capelli, sorrise sentendo quasi la sensazione di calore che gli trasmettevano, eppure quando riaprì gli occhi le mani annellate di Magnus erano ancora sul corpo sicuramente duro e freddo della statua, infatti stavano scendendo verso le parti basse; si fermarono sui fianchi dell'uomo glitterato, e poi vide Magnus tirarlo più vicino a sé, e abbracciarlo come se non esistesse cosa migliore al mondo.
Non era giusto che si comportasse in quel modo!
Non era giusto che toccasse lui, e poi allo stesso modo una maledetta statua che probabilmente non poteva nemmeno dargli un bacio o dirgli quanto fosse bello!
La mano di Magnus strinse il fianco dell'essere, e iniziò a rilasciare fiammette blu e azzurre che improvvisamente trasformarono la statua in un avvenente ragazzo quasi nudo -coperto solo da pantaloni luccicanti che sembravano fatti dai glitter scesi dalla testa fino alle gambe per avvolgerle-.
Guardò bene il fisico dell'imponente ragazzo e un gemito di dolore, quasi, gli uscì dalle labbra. Era alto, aveva spalle -nude- dure e sode, pettorali da far invidia, e un mascella dritta e delineata, proprio come piaceva a Magnus, che a quanto pareva si stava divertendo più del dovuto.
Lo guardò sbuffando, e nel momento in cui lo vide avvicinarsi alle labbra della statua ormai diventata ragazzo, gli uscì fumo dagli occhi e dalle orecchie. Non poteva far accadere quella cosa. Magnus non poteva voler baciare davvero quell'essere strano! Non con lui nella stessa casa, almeno.
Si fiondò velocemente tra la calca, spingendo persone che ballavano di qui e di lì, fino a quando non si ritrovò di spalle a Magnus, e lo prese con forza, trascinandolo nel corridoio dove non c'era gente.
“Cosa diamine stai facendo?” urlò Magnus, che si era portato dietro anche la statua.
Alec sbuffò, e prima di proferire parola aprì la prima camera che gli comparve avanti, e ci spinse dentro Magnus e quel coso.
“Alexander si può sapere cosa stai facendo?”
“Se la tua palla da discoteca esce dalla camera te lo dico!” sbuffò Alec.
“Sei un bambino!” disse spingendogli un indice contro “E sei davvero fortunato che questa sera io sia decisamente di buon umore, razza di stupido cacciatore!” urlo, poi guardandolo con disprezzo.
“David, fiorellino, potresti cortesemente aspettarmi in camera mia? È in fondo al corridoio, arrivo subito!”.
David -ah, aveva anche un nome quella statua di glitter!- annuì e uscì dalla camera, chiudendosi la porta dietro.
Alec sbuffò, rosso di rabbia e urlò un “Addirittura Fiorellino, lo chiami? Non ero io il Fiorellino?”
“Morta una pianta se ne pianta un'altra!” urlò Magnus, rendendosi conto dopo del gioco di parole stupido che aveva commesso.
“Quindi sono una pianta morta per te?”
“Ma che siamo a lezione di botanica?” urlò, esasperato, Magnus.
“Okay, okay. Stavi per baciarlo davvero?”
“Ah, sì? Perchè non avrei dovuto farlo? Alexander lo hai visto?”
“Non chiamarmi così, sai che lo odio!”
“Davvero hai notato solo questo nella mia frase?”
“Per l'Angelo no!” Alec si massaggiò le palpebre e allargò le braccia.
“L'ho visto, okay. È seriamente uno dei ragazzi più belli che io abbia mai visto..”
“È il David di Michelangelo, infatti!” lo interruppe Magnus.
“L'ho capito! Ho capito che sei stato a letto con Michelangelo e che probabilmente David non è altro che una sua fotocopia, okay?”.
Alec si sedette, abbattuto, sul letto e buttò la testa tra le mani.
“Stavi davvero per baciarlo?”
“Ti ripeto la domanda, Alec, perché non avrei dovuto?”
“C'ero io! Ti stavo guardando da quel maledetto divano!”
“Avevi detto che lo avresti fatto e lo stavi facendo, quindi cosa vuoi da me? Spero che lo spettacolo ti abbia divertito, almeno!”
“Talmente tanto che mi ha fatto venire voglia di ficcare una lama angelica su per il- ”.
Quella conversazione stava degenerando, e persino Magnus che si girò verso la porta per ridere -e non farsi vedere- se ne era accorto.
“Alexander!” lo interruppe prima che potesse terminare la frase.
“Cosa?” disse il più giovane alzandosi dal letto.
“Okay” Magnus si rigirò verso il cacciatore e sbuffò “Basta così, Alexander! Non ho ancora capito del tutto il motivo per cui tu sia venuto qui stasera, ma a quanto pare ti piace guardarmi, quindi fallo pure liberamente, basta che mi lasci divertire!”
“Perchè trasformare una statua in un uomo, per poi portartela a letto vuol dire divertirsi?”
“E fingere di essere chi non si è, vuol dire divertirsi?”.
Magnus aprì la porta, prima di riguardare Alec negli occhi.
“Alexander per me poche persone contano davvero, e tu potresti essere seriamente tra quelle poche, ma dovresti capire che qualcuno non ti aspetterà in eterno, solo perché ha davvero l'eternità avanti. Butta via i tuoi limiti, e io proverò a farti buttare via anche tutte le paranoie. Ma puoi farlo solo se lo vuoi!”.
Si richiuse la porta alle spalle, lasciando il cacciatore solo in una camera fredda e buia.
La musica fuori ritornò a rimbombare nelle sue orecchie, fortunatamente nel corridoio era leggermente più attutita, quindi gli fu possibile poggiarsi alla porta e prendere un momento di calma e riposo prima di ritornare tra la folla.
Alexander era così… Alexander! Non esisteva un modo per descriverlo.
Prima faceva di tutto per ignorarlo ed essere indifferente, poi lo trascinava di peso in qualche camera per sfogare la sua gelosia. Beato chi lo capiva!
Eppure era così adorabile mentre muoveva le mani in aria e provava a dire quello che pensava, cercando di nascondere -in malo modo- la gelosia!
Sospirò e ritornò alla festa; se Alec avesse voluto dimenticare le sue paranoie, avrebbe sicuramente saputo come trovarlo.
Si guardò attorno, tra tutte le statue ancora inanimate, le Seliee che ballavano tra di loro o con statue, i Vampiri che provavano a dissanguare quei poveri mal capitati che erano stati trasformati in ammassi di carne ed ossa; si sentì quasi in colpa per quelle statue.
Statue… e la sua dove era finita? Fece un giro su sé stesso ma non lo vide.
Maledetto David, bello ma senza cervello, chissà dove si era cacciato, eppur era convinto gli avesse chiesto di aspettarlo fuori la camera.
“Mhm fa niente” disse tra sé e sé “Cerchiamo la prossima statua… Uh il Discobolo, dov'è?”.
Alec si massaggiò le tempie e uscì dalla camera.
Perchè ogni stramaledetta volta si doveva finire a parlare di quanto si sentisse i colpa per quello che era?
Okay, forse non si era ancora accettato del tutto, forse non lo aveva fatto per niente, ma quello non voleva dire che non fosse capace di amare ed essere geloso di qualcuno..
Amare?
Geloso?
Alec sbuffò e si avviò velocemente verso il bancone, dove si fece servire due cocktail alcolici. Forse un po' di alcool lo avrebbe aiutato a sentirsi meno solo, stanco, triste? Cosa più? Geloso!
Si guardò attorno e vide Isabelle seduta su un divano, in un'intensa sessione di baci con Apollo fatto uomo; si era risollevato in fretta eh!
Ridacchiò e prese un altro sorso, che scese velocemente lungo la sua gola, bruciandola.
Guardò nuovamente Apollo e poi distolse lo sguardo; Iz era in grado di far riprendere anche un morto.
Quanto a Magnus… era tornato in pista, ma con un nuovo pretendente. Maledetto lui!
Bevve velocemente tutto il contenuto del bicchiere, e poi lo posò prendendo subito dopo l'altro, e poi l'altro ancora e l'altro.
Però, lo sopportava bene l'alcool, pensò.
E così passò le due ore successive: sbuffando, guardando Isabelle che pomiciava, Magnus che ballava facendo finta che non esistesse e bevendo, fino a quando non gli si avvicinò una vampira dai capelli viola e un sorriso furbetto.
“Ehi” disse sedendosi al suo fianco “Come mai un bel ragazzo come te tutto solo?”
“Come mai una vampira così curiosa?” chiese lui alzando gli occhi al cielo, tutte a lui dovevano capitare quella sera!
“Io sono Lily” disse lei spingendo una mano verso di lui, che non la prese e non la degnò nemmeno di uno sguardo.
“Educato come tutti i tuoi amici, noto” disse lei contrariata.
“Non è un buono momento, Lily”
“Quindi… non ti va di ballare?”
“Cosa?” disse girandosi verso di lei, e ridendo “Mi stai chiedendo di ballare senza neanche sapere come mi chiamo?”
“Ti ho chiesto di ballare, non di fare sesso!”
“No” rispose lui scuotendo la testa “No in nessun caso! Sono impegnato!”
“Oh, davvero?”.
Ma cosa gli diceva la sua maledetta testa? Era l'alcool, il maledetto alcool a parlare. Doveva controllarlo.
“Sì e non so perché lo sto dicendo a te”
“Forse perché pensavi ti avessi chiesto di venire a letto con me?”
“Forse” ridacchiò.
“Allora “Mr non vengo a letto con te, perché sono impegnato” non ti va proprio di ballare? Quelle statue sono noiose!”
“Oh qualcuno che finalmente la pensa come me!”
“Le odio”
“Non dirlo a me, mi stanno persino rubando il fidanzato!” Alec sbuffò, più per quello che aveva appena ammesso che per altro.
“Quindi sei davvero impegnato...”
“Già”
“E ora è in pista? Come mai ti ha lasciato tutto solo qui?”
“Lily hai mai pensato di fare la giornalista o che so, l'interrogatrice?” le sorrise.
“È in pista; quello con i pantaloni di pelle e la camicia viola.
“MAGNUS BANE?”
“Se magari non lo urlassi..”
“E tu sei qui seduto mentre quella statua gli si struscia contro? Ti vedo molto meno timido e chiuso di quanto dicono, forse è grazie all'alcool. Fatti un altro cocktail, e vattelo a riprendere, Alec Lightwood”.
La ragazza si alzò dallo sgabello lasciando Alec senza parole. Bene, a quanto pareva tutto lì sapevano chi era, e che voleva prendersi Magnus.
Tanto valeva, alzarsi, e farlo no?
Come gli aveva detto Isabelle?
La legge sarà pure legge, ma noi abbiamo una vita e anche decisamente breve, quindi perché dovremmo sprecarla stando dietro a delle cose che ci impongono come essere?
No, non poteva sprecare quella serata, né il resto della sua vita per delle maledette leggi che gli dicevano di essere sbagliato.
Posò il bicchiere che aveva in mano e si alzò dallo sgabello sospirando; era davvero il caso di farlo? Era l'alcool a pensare per lui?
Scosse la testa e alzò gli occhi al cielo, no che non era l'alcool a pensare per lui, se così fosse stato, non sarebbe stato ancora lì fermo a riflettere su cosa fare.
Sospirò ancora, e guardò la pista gremita di persone che ballavano; eppure lui riusciva a vedere solo Magnus, i suoi movimenti, le sue sue braccia, le sue labbra stese sul sorriso luminoso di cui sarebbe voluto essere lui la causa.
Voleva essere motivo di felicità per quell'uomo che lo faceva sentire sempre meglio, più giusto, e per l'Angelo non poteva farselo portare via da qualche statua, che quella fosse di Michelangelo o meno.
E che fosse l'alcool o meno, a governarlo in quel momento, lui Magnus lo voleva, lo sapeva anche da sobrio.
Puntò dritto verso di lui, sguardo di fuoco, labbra desiderose, cuore martellante, cervello quasi silenzioso: poteva farcela!
Doveva solo compiere altri dieci passi, spingere via quell'essere attaccato al suo uomo, e poi fargli capire che anche se forse non era pronto del tutto, lui voleva buttare via i suoi limiti.
Uno – il cuore gli martellava forte nel petto, poteva sentirlo.
Due – gli gridava che quella era la cosa giusta, che stava per accettarsi.
Tre – il cervello sussurrava di non farlo, che poi se ne sarebbe pentito.
Quattro – sarebbe stato più consono aspettare quando la festa sarebbe finita.
Cinque – era a metà percorso, doveva decidere se tornare indietro o andare avanti.
Sei – restava da capire solo cosa desiderava davvero; se restare solo e infelice per sempre o rincorrere la propria felicità.
Sette – Doveva scegliere con il cuore, non il cervello.
Otto – la felicità, sceglieva quella!
Nove – perché lui non voleva il mondo.
Dieci – Voleva Magnus.
Prese di peso il ragazzo alto, stringendo forte le sue spalle, e lo allontanò da Magnus, che lo guardò contrariato.
“Alexander, cosa vuoi ancora?!”
“Te”, avrebbe voluto rispondere Alec, ma non ebbe tempo di farlo, stava ancora provando a proferire parola quando si accorse di essere completamente stretto a Magnus; si era spinto senza neanche rendersene davvero conto, verso lo stregone che si era ritrovato -con tanto di occhi spalancati- avvolto in un bacio pieno di desiderio, ardore, amore, senza limiti.
Alec strinse ancora più forte Magnus, quasi strappando la sua camicia viola, e sorrise contro le sue labbra.
Quando era al suo fianco tutto andava bene; non si sentiva diverso, inferiore, strano, semplicemente perché Magnus gli faceva capire che non lo era.
Quel bacio sembrava durare da anni, eppure ne voleva ancora; voleva che Magnus non staccasse le mani dai suoi capelli, che i suoi occhi restassero puntati in quelli da gatto dello stregone, voleva che non ci fosse nessuno attorno a loro, per poter spingere Magnus sul divano e fargli capire quanto poco gli interessassero i limiti in quel momento.
Ma stava per morire per mancanza d'ossigeno.
Si allontanò leggermente, e Magnus, contrariato, gli si avvicinò, quasi non volesse dargli tempo per respirare e capire quello che aveva fatto.
Come se non lo avesse saputo!
Scosse la testa e sorrise: quella volta non avrebbe deciso tutto Magnus!
Trascinò la mano dietro al suo collo e quasi con ferocia se lo riavvicinò, baciandolo più forte di prima: la lingua di Magnus scorreva sulle sue labbra dischiuse, come se non volesse mai arrivare dove doveva per farlo soffrire.
Alec sorrise ancora contro le sue labbra; gli diede un piccolo bacio a stampo, e poi poggiò la fronte contro la sua sorridendo.
Era stato liberatorio, in un certo senso, e neanche si era accorto di averlo fatto avanti a tutti, era come se nell'esatto momento in cui aveva sfiorato le labbra del suo uomo, tutti si fossero dissolti.
Forse era così che doveva essere: forse stare con la persona amata voleva dire non sentire il peso del mondo sulle proprie spalle, non sentirsi più addosso gli sguardi degli altri, non provare più quell'amaro sapore della disapprovazione.
Magnus gli sfiorò una guancia e si allontanò leggermente per guardarlo negli occhi.
“Cosa hai appena fatto?”
“Mi sono appena preso il mio uomo, semplice” gli sorrise.
“Hai detto che se avessi abbandonato i miei limiti mi avresti aiutato a superare anche le mie paranoie, lo voglio! Voglio che tu mi aiuti”.
Magnus sorrise guardando quegli occhi tremendamente blu farsi più lucidi, le guance tingersi di rosa, e le labbra luccicare del suo lucidalabbra.
“E cosa altro vorresti?” chiese maliziosamente “Perchè sai, sono il sommo stregone dei tuoi pantaloni, potrei avverare ogni tuo desiderio!”.
Alec scoppiò a ridere e scosse la testa “Dimmi che non lo hai appena detto!”
“Ops forse l'ho fatto” gli sorrise e gli accarezzò i capelli.
“Sei cosciente di quello che hai fatto? Mi hai appena baciato avanti a tutti, Alexander!”
“Tutti ballano, la musica è alta, tu eri completamente solo, mi sembrava un buon modo per non farmi notare da nessuno e fare quello che desideravo” disse ironicamente scrollando le spalle e Magnus alzò gli occhi al cielo.
“Sei fortunato che qualche vampiro non abbia tirato fuori il cellulare e scattato qualche foto. Sai come sarebbe divertente vedere i tuoi che sclerano perché hanno letto che il loro primo erede ha dato scandalo baciando un nascosto, in prima pagina?”
“C-cosa? Una foto?”
“Scherzavo...” Magnus sbuffo contrariato e Alec sorrise prendendolo nuovamente alla sprovvista con un altro bacio.
Era sempre così con quel cacciatore, non sapevi mai cosa aspettarti, e forse era anche per quello che Magnus ne era così preso.
“Anche io” rispose Alec “Al momento non mi interessa di cosa succederà domani. Se i miei dovessero sapere che ho baciato un nascosto si arrabbierebbero forse, ma beh beh non sarebbe nulla in confronto allo scoprire che sono innamorato di quel nascosto!”.
“Alexander cosa ti prende?” chiese Magnus sconvolto. Non era da lui dire quelle cose, comportarsi in quel modo.
“Isabelle dice che dovrei vivere, beh ci provo!” gli accarezzò le labbra “E in questo momento vorrei davvero tanto provare a liberarmi da tutte le mie incertezze, le mie paure.. Vorrei tanto fare l'amore con te” sussurrò con le guance rosse per l'imbarazzo e la voglia di sotterrarsi.
Non era ovviamente la prima volta che lo diceva a Magnus, né tanto meno la prima volta che lo stregone non si tirava indietro dall'accettare e compiacere i suoi desideri, ma in quel momento tutto gli sembrava così accentuato; la musica forte che pompava nelle sue orecchie, i corpi caldi che sfioravano il suo, le mani di Magnus sulla sua schiena, che lasciavano bollenti scie di desiderio, la consapevolezza di averlo appena sorpreso…
“Alec...”
“Magnus sì, ne sono certo!”. Lo stregone annuì e gli sorrise.
“La festa è finita, andate in pace!” urlò Magnus facendo scomparire musica e statue con uno schiocco di dita dallo scintillio blu.
“Ma come?”
“No”
“Avanti, Bane!”
“Adesso si iniziava a divertirsi!”
“Che palle!”
Un coretto di disapprovazione e sbuffi si fece strada dalla folla, Alec poteva vedere il disappunto sul viso di Magnus che con un altro schiocco di dita fece spalancare la porta “La prossima festa durerà di più, lo prometto!”.
Un altro schiocco di dita, e una strana forza iniziò a spingere tutti fuori la porta.
“Ho i miei buoni motivi per cacciarvi, amici. Grazie per essere venuti” Disse ridendo.
Alec guardò in direzione dei divanetti, dove era seduta la sorella prima che Magnus cacciasse tutti, e la vide alzarsi sinuosamente per poi fargli un occhiolino compiaciuto ed uscire dalla porta.
Tutto durò pochi minuti, dopo i quali la casa piombò nel silenzio.
Alec si girò verso Magnus che lo guardava maliziosamente.
“Allora, credo che dovremmo affrontare un discorsetto io e te, no?”.
Gli si avvicinò sorridendo e Alec non fece nulla per impedirglielo, anzi, si strinse a lui in un ennesimo bacio tutto sguardi, denti, labbra, lingue, eccitazione che cresceva alle stelle e vestiti che quasi volavano via.
I primi furono la giacca scura di Alec e la serie di collane che portava Magnus al collo.
Ad abbandonarli poi ci furono la camicia -maledettamente abbottonata- del cacciatore e quella già quasi tutta sbottonata dello stregone, che vennero lasciati cadere proprio fuori la porta della camera da letto dello stregone.
Magnus spinse Alec, la cui schiena si schiantò contro la porta facendola aprire; forse era grazie a tutte le botte che aveva preso o grazie all'eccitazione, ma quasi non sentì il dolore causato dall'impatto.
Entrarono in camera, sempre attaccati l'un l'altro e il turno di essere sbattuto di schiena fu di Magnus, che si ritrovò completamente schiacciato tra la porta chiusa e il corpo bollente di Alec. Trascinò le dita lungo le sue spalle, lasciando sulla pelle candida del giovane lunghe scie di fuoco; sentiva da come sospirava, da come si muoveva, che almeno per quella sera aveva abbattuto tutti i suoi muri, aveva eliminato tutti i suoi limiti, e almeno per quella volta gli bastava.
Si staccò dalle labbra di Alec -scontento- solo per scendere sul suo collo e delineare con la lingua un piccolo intrico di linee nere su quella pelle candida.
“Magnus-” sussurrò Alec; il più grande sapeva quanto lo facevano impazzire i baci, e ricordava ancora meglio quanto aumentassero gemiti e sospiri quando invece di limitarsi a baciare tutte quelle rune nere come la notte, le delineava dolcemente con la lingua.
“MAGNUS?” sentì dire a qualcun altro che sicuramente non era Alec.
Ecco dove era finito quell'idiota! Non gli aveva detto di aspettarlo fuori dalla camera, ma dentro!
'Oh cazzo!' pensò quando Alec si allontanò da lui per guardare chi aveva chiamato il suo fidanzato, trovandosi avanti il David di Michelangelo vestito solo da pantaloni glitter che lo scrutava con disappunto.
Erano scomparse tutte le statue, perché non anche lui!
“Lui è… quello che volevi fare ingelosire?” chiese David, indicando Alec che arrossì e si girò verso di lui.
“Cosa?” Alec lo guardò attentamente “Ha detto ingelosire?”
“No! No! Ha detto rivestire! Credo si riferisse ai tuoi pantaloni troppo sobri” disse lo stregone sorridendo quasi imbarazzato.
“No, non intendevo quel-”
“David!” lo interruppe il più grande “Hai fatto abbastanza” gli sorrise “Mi sa che devi proprio tornare a casa!”.
“Ci rivedremo?” chiese sorridendogli; a quello rispose Alec con un secco “NO!” prima che Magnus ridacchiando compiaciuto schioccasse le dita e David scomparisse via, lasciando lì solo un mucchietto di glitter argentati.
“Che ci faceva ancora qui?” chiese occhi blu “Credevo non facessi sul serio con lui!” il suo tono era accusatorio, e quello poteva dire solamente che il piccolo giovane cacciatore era geloso perso! A Magnus non poteva farne più piacere.
“No” rispose avvicinandosi al suo ragazzo con un sorrisetto malizioso sulle labbra “Non volevo altro che te, questa sera e diciamo che più o meno è così tutte le sere” lo spinse leggermente verso la porta, avvicinandosi sempre di più a lui: erano pericolosamente vicini, quasi i loro nasi si sfioravano; i loro bacini andavano a fuoco.
“Allora volevi farmi ingelosire? Aveva ragione la statua?”
“Forse sì, forse no, chi lo sa?” Alzò un sopracciglio, ben consapevole che quel gesto gli mandava il cervello in confusione più che mai, e le parti basse direttamente all'inferno.
“Allora come devo fare per scoprirlo?” sussurrò il giovane praticamente contro le sue labbra.
“Mhm mi sa che dovrai vivere per sempre con questo dubbio” Magnus gli sorrise, e poi eliminò quel piccolo velo di distanza che c'era tra loro, baciandolo con forza e passione proprio come prima dell'interruzione, quasi non ci fosse stato nessun impiccio a distrarli.
Le loro lingue finirono in un gioco di toccata e fuga, mentre le loro mani si cercavano e cercavano di raggiungere e sfiorare più pelle possibile, e i loro cuori esplodevano di amore, fino a quando Magnus non si allontanò leggermente da Alec, e lo guardò dritto negli occhi.
“Alec puzzi d'acool!”
“Cosa?” chiese il giovane disorientato; insomma aveva il cervello disconnesso, le labbra non volevano saperne di allontanarsi da quelle di Magnus, il cuore stava impazzendo e il suo corpo stava letteralmente andando a fuoco, come poteva capire quello che gli aveva appena detto l'altro?
“Puzzi d'alcool! L'ho sentito anche prima ma pensavo fosse la stanza, insomma eravamo inondati da valanghe di liquori e cocktail!”
“Oh” lo shadowhunter si grattò il capo e sbuffò.
“Hai bevuto? Sei ubriaco!”
“No! No! Non sono assolutamente ubriaco no!” arrossì tremendamente come se lo avessero appena accusato di un grave crimine; gli venne quasi da piangere, come poteva pensare quello Magnus?
“Lo sei! Hai bevuto? Quanto?”
“Smettila Magnus non sono ubriaco. Ho bevuto, sì, ma non sono assolutamente ubriaco lo giuro sull'angelo!”
“Non valgono i giuramenti di un cacciatore ubriaco!”
“Non-se fossi ubriaco mi ricorderei che tra poche ore, alle sei e trenta del mattino, dovrei essere all'istituto perché ho appuntamento con Jace per allenarmi? Sono qui con te invece!”
“Appunto, non lo avresti fatto normalmente!”
“MAGNUS”
“Cosa? Sono solo dispiaciuto. Non mi piace l'idea che quello che ci siamo detti finirà nel nulla perché domani non ricorderai niente. Cosa succede se domani davvero non ti ricordassi di avermi baciato avanti a tutti?”
“LO ricorderò perché l'ho fatto io! L'ho deciso io non l'alcool. Ho bevuto solo qualche cocktail. Stai scherzando davvero? Adesso mi dirai che mi stai prendendo in giro”
“No” disse Magnus scrollando la testa “Non ti sto prendendo in giro”
“Beh allora dovresti! Credi davvero che farei quello, che ti bacerei avanti a tutti dimostrandoti che sono innamorato di te, da ubriaco?”
“Inna-”
“Sì, innamorato di te e NON SONO UBRIACO”
“Dimostramelo!”
Alec scosse la testa e sbuffò “Non ci credo. Non faccio niente, e mi date la colpa di non riuscire a prendere la mia vita tra le mani, di far decidere agli altri. Poi faccio un gesto, per me complicato ed importantissimo, e tu mi accusi di essere ubriaco. Mi rifiuto!” Alec sbuffò.
“Non ti sto accusando!”
“Sì che lo stai facendo. Ti ho detto che sono innamorato di te e tu mi hai detto di dimostrarti che non sono ubriaco”
“Okay” Magnus sospirò e gli si avvicinò, ma Alec si allontanò leggermente.
“Tutto quello che volevo da questa serata era restare in pace, non rovinare niente”
“Tutto quello che volevo da questa serata, invece” Disse il glitterato “Era stare con te perché sono innamorato allo stesso modo. Ma il pensiero di fare l'amore con il mio uomo, che non è cosciente-”
“Lo sono, okay? Sono più cosciente di quanto tu ti immagini. Ricordi la runa fearless? Quella che mi tolse la paura e mi stava spingendo a dire ai miei che sono innamorato di uno stregone maschio? Ecco l'alcool mi ha fatto lo stesso effetto, mi ha tolto semplicemente tutte le paure ma credo che ormai non valga più a nulla.” sospirò spostandosi da Magnus e aprendo la porta “dovrei andare da Iz, non mi fido a farla camminare per Brooklyn da sola a quest'ora. Ci…. Vediamo!”. Velocemente prese la camicia dal pavimento e se la infilò raggiungendo la porta d'ingresso.
“Ehi, ehi, ehi” urlò Magnus “Non uscirai da qui fino a quando non sarò io a volerlo, lo sai no?” disse schioccando le dita e facendo chiudere a porta a chiave con un sonoro click.
“Avanti!” sbuffò il ragazzo “Smettila. Vuoi tenermi qui tutta la notte per accusarmi di cose che non ho fatto?”
“No” Magnus gli sorrise “No, okay? Mi dispiace, non volevo...”
“Cosa? Dirmi che ho avuto coraggio solo perché ho bevuto? Okay, forse hai ragione; sono riuscito a fare quello che ho fatto perché non ho avuto paura, ma questo non toglie che...”
“Non devi spiegarti”
“Non lo stavo facendo” deglutì e si accarezzò il viso.
Magnus si avvicinò a lui e poggiò entrambi le mani sul suo muscoloso petto.
“Perdonami, okay?” gli sorrise dolcemente “Non volevo offenderti o essere cattivo”. Alec sbuffò.
“Okay” Magnus gli accarezzò il viso e gli si avvicinò.
“Se ti va ancora di passare la serata con me, potremmo telefonare a tua sorella e vedere se ha bisogno di te, in caso contrario...”
“Domani devo allenarmi con Jace” rispose occhi blu, rialzando la corazza che aveva provato ad abbassare poco prima.
Magnus sbuffò e si avvicinò a lui per baciarlo, ma Alec si allontanò, non accorgendosi neanche della mano di Magnus che si era infilata nella sua tasca anteriore e gli aveva rubato il cellulare.
“Cosa fai?” chiese confuso.
“Mhm” Magnus discese col dito tra tutti i nomi “Mi sa che dovrei modificare il mio nome in 'Amore mio' o forse 'Meraviglioso Bane'!”
“Oh no, Magnus! Puoi per piacere ridarmelo?” Alec si spinse verso di lui cercando di riprendere quello che era suo, ma non ci riuscì perché Magnus alzò il braccio e lo allontanò con l'altro.
“Trovato! Ecco, adesso telefoni al tuo Trace-”
“Jace” lo corresse Alec interrompendolo.
“Okay, okay” minimizzò la cosa l'altro, scuotendo una mano, “Come vuoi, basta che tu lo faccia. Chiamalo e digli che domani non ti allenerai con lui, perché beh hai qualcun altro con cui allenarti!”
“No” rispose il giovane con un'espressione preoccupata dipinta sul viso.
“Oh sì”
“Perchè dovrei! NO!”
“Allora gli telefonerò io. Non ho intenzione di farti andare via da qui”
“Non lo faresti, Magnus! Sai quanto dopo ti odierei”
“Mhm potrei farti dimenticare questo momento, dopo. Sono uno stregone, ricordi?”. Sorrise maleficamente, e cliccò sul pulsante verde della chiamata.
Uno squillo, due squilli, tre squilli “Alec? Cosa succede?”
'Oh cazzo!'. Pensò il povero piccolo occhi blu arrossendo; Magnus gli fece un occhiolino, ma lui scosse la testa: non aveva il coraggio di parlargli.
“Alec? Alexander?” chiamò l'altro preoccupato.
Magnus alzò un sopracciglio e aprì la bocca, stava giusto per pronunciare il nome del cacciatore biondo quando l'altro gli strappò il cellulare di mano.
“Jace!”
“Alec per l'Angelo, cosa succede?”
“Niente” rispose lui “È solo che domani mattina avrò da fare quindi non potrò venire all'allenamento”
“Cosa? Perchè?”
“Ti prego, niente domande!”
“Oh Alec, dovrai spiegarmi tutto lo sai, no?”.
Alec alzò gli occhi al cielo “A domani!”
“Se riprovi a chiamarmi alle quattro di notte, sappi che ti ucciderò”
“Scusa” mormorò il ragazzo imbarazzato.
“Mhm trattieni le scuse per domani. Oh, salutami Magnus! Notte” disse ridacchiando, poi attaccò lasciando il povero Alexander completamente spaesato.
“Cosa?”
“Ha detto 'salutami Magnus'” biascicò sbalordito.
“Formidabile, si ricorda il mio nome. Mi sa che dovrei proprio imparare il suo”
“Magnus” sbuffò Alec poggiando la testa alla porta e sospirando; in che situazione si era cacciato!
“Alec, su! Dovresti prendere la vita con più leggerezza”
“Cosa?” sbuffò in tono minaccioso, ritrovandosi avanti un sorriso adorabile dell'altro.
“Oh, avanti, non fare l'offeso!”
“No” rispose lui “È che semplicemente non ho bisogno di un altro papà che mi dica cosa fare!”. Magnus annuì serio, poi però sorrise e si spinse verso il corpo statuario del ragazzo.
“Ne sei certo? Perchè beh amo quando mi chiami 'Papino'”
“Magnus” lo ammonì Alec trattenendo un sorrisino “Ero serio”
“Anche io” rispose ridendo prima di baciarlo con forza, far fare nuovamente alla camicia la fine che si meritava per aver coperto quel tale meraviglioso corpo e spingere finalmente il ragazzo dove doveva stare: sul suo letto.
“Che ne dici” chiese leccando quella meravigliosa runa nera dell'equilibrio che aveva proprio nell'incavo del collo “Potremmo non rispettare il calendario per una volta?”
Come potevano cambiare così velocemente le situazioni in cui si trovavano?
Un momento prima si stavano baciando, quello dopo stavano avendo una sottospecie di discussione, e quello dopo ancora si stavano di nuovo baciando; vista da fuori quella situazione doveva proprio sembrare un'accozzaglia confusionaria di eventi meravigliosi.
“Mhm?” chiese Alec agganciando i capelli di Magnus per spingerlo nuovamente verso il suo collo.
“Oggi è giorno pari, dovrebbe essere il tuo turno” disse ridacchiando lo stregone.
“Oh non te lo cederò” rispose il ragazzo ribaltando la situazione per sedersi a cavalcioni sui fianchi dell'altro “Mi dispiace ma ci tengo troppo a rispettare le regole, lo sai” Gli sorrise e sganciò velocemente la cintura glitterata, e poi gli strettissimi pantaloni di pelle nera che gli avvolgevano le gambe.
“UH” sbuffò Magnus quando Alec andò a mordere la pelle sensibile dell'interno coscia “Okay” gemette “Ma dopo recupero anche il mio turno!” sospirò prima che Alec sorridendo risalisse su per il suo petto verso le sue labbra.
“Posso restare tutta il giorno!”
“Ma non avevi appuntamento con Jace? Ah, no, lo abbiamo annullato”.
Alec si distrasse un attimo, provando a sbottonare i suoi maledetti pantaloni, e si ritrovò sormontato da Magnus “Ho vinto” sussurrò piano al suo orecchio mordendolo “Mi sa che per una volta non rispetteremo il calendario”.
Alec ridacchiò; adorava quei giochi di seduzione anche se a volte duravano eccessivamente e lo facevano soffrire.
“Mi devi un turno” sussurrò Alec mordendogli la spalla, per poi farsi avvolgere completamente dalle braccia sode, gli occhi meravigliosi e il corpo caldo del suo amante.

 
* * * *


Alec sospirò; lasciò le gambe intrecciate a quelle dell'altro, e si poggiò di pancia sul letto, abbracciando il cuscino.
“Ti sei convinto che io non sia ubriaco?” chiese sorridendo.
Magnus girò il viso verso di lui e annuì “Eccome! Credo che persino i vicini abbiano capito che non lo eri”
“Cosa?
“ 'Oh ti prego Magnus, sì! Proprio così'” Lo stregone iniziò ad urlare imitando il ragazzo che arrossì d'imbarazzo “ 'Sei perfetto'. Continuo?” sorrise malizioso e Alec gli diede un pugno leggero sulla spalla.
“Vuoi che ti imiti? Sappi che potrei benissimo arrivare alla tua ottava!”
“Mhm” Magnus mosse la mano in aria come se dovesse cacciare una mosca “Ne sono consapevole” ridacchiò e si morse il labbro inferiore.
“Sai perché amo avere un fidanzato diciottenne con una runa della resistenza? Perchè dopo due turni -a proposito dobbiamo annotarci che anche tu hai avuto il tuo e quindi non ti devo nulla!- non sei ancora stanco, e non crolli morto sul letto come tutti gli altri esseri umani!”.
Alec arrossì e sbuffò “Smettila!”
“Di fare?”
“Di dire che è solo grazie alla mia runa. Valgo lo stesso anche senza quella cosa!”
“Non posso dirlo fino a quando-” Alec alzò la testa dal cuscino e avvicinandosi velocemente morse le labbra dell'altro.
“Smettila!”
“Vuoi punirmi?” chiese ridacchiando “Perchè sappi che tra i due sono io il papino, Alexander!”
“Basta che non mi chiami mammina mi va bene tutto!”.
Magnus soffocò una risata “Credimi, non è il gioco della mamma e del papà che volevo fare!”
“No?” il cacciatore alzò un sopracciglio e ridacchiò “Non lo avevo mica capito, paparino dolce!”.
Sorrise stendendosi nuovamente, e Magnus lo seguì.
La cosa più bella del fare l'amore con quell'uomo e che dopo si sentiva libero, felice, giovane come una volta; ogni bacio, sussurro, sospiro e occhiata di Alec lo ringiovaniva e gli dava più voglia di vivere.
Vedeva secoli e secoli scorrere come l'acqua di un fiume proprio avanti ai suoi occhi; le luci forti di Brooklyn che entravano dalla finestra gli ricordavano le lampade ad olio dell'antica Londra, i profumi speziati che usava nel saloncino gli ricordavano l'oriente e le bellissime esperienze avute lì; eppure quando era al fianco di quel ragazzo dimenticava tutto, e non era una cosa negativa.
Ogni piccola sofferenza, ogni lacrima, o goccia di sangue versata dal suo cuore scompariva via e veniva rimpiazzata da un nuovo cerotto che poteva avere un suolo nome: Amore.
L'amore di quel ragazzino tanto ingenuo quanto puro, sexy e delizioso lo aveva salvato e non sapeva come, ma un giorno sarebbe riuscito a restituirgli il favore; sarebbe arrivato il suo turno di aiutare il cacciatore.
Sorrise; lui restituiva sempre i turni, no?
Si girò verso Alec e sorrise nuovamente: il giovane era abbracciato al cuscino, i capelli neri sparpagliati sulla stoffa bianca ricordavano quasi le rune che coloravano la sua pelle: nero su bianco perfetto.
La mascella squadrata era ricoperta da un leggero soffio di barba, e le labbra erano distese in un sorrisetto appagato; gli piaceva l'idea di poter essere il motivo di quel sorriso.
Si sporse leggermente verso di lui, e poggiò un bacio delicato su quelle labbra carnose e meravigliose che si ritrovava “Ti amo, Alec Lighwtood” sospirò un secondo prima di poggiarsi sulla sua schiena e addormentarsi abbracciato all'uomo che amava.
A volte per migliorare la vita, basta solo un piccolo pizzico di magia, perché cos'altro sono la vita e la more, se non un tipo di magia?


Spazio autrice.
CHI NON MUORE SI RIVEDE! E io non sono morta, MA il mio cervello non si è ancora manifestato, se vi fa piacere saperlo :)
Okay ehm tipo a febbraio mi è venuta la malsana idea di scrivere questa Os, perchè beh, Magnus e Michelanelo mi hanno ispirato, e poi boh, ho sempre voluto vedere un Alec (dei primi libri) un pochino più spinto e credo che un po' di alcool o una bella fearless possano aiutarlo ad essere così, quindi....
Sì, potrebbe sembrare un po' confuso perchè ho un attimo miscelato avvenimenti della serie e del libro, ma credo che a nessuno dispiaccia, la trovata di Michelangelo è stata adorabile :')
So, nada, è stata un'idea delle mie: malsane, stupide e demenziali, ma mi sono divertita tantissimo a scriverla, e spero che vi divertirete anche voi a leggerla.
(La seconda parte del capitolo, precisamente quella del bacio, è stata scritta dopo il bacio della seri ~MAGNIFICO!~ quindi beh, immaginate quei due, a questa festa, e morite con me!).
Spero che l'idea di farvi divertire almeno la metà di quanto ho fatto io, sia andata a buon fine, fatemelo sapere!!
StewyT~

 
  
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