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Autore: reidina    04/04/2009    3 recensioni
Eccomi! Qualcuno non vedeva l'ora di leggere un alra mia fic, vero? Questa è scritta in seconda persona, dal punto di vista di Reid, e devo mettere non per stomaci delicati, perchè la trovo un pò violenta. Comunque, buona lettura a tutti!
Genere: Dark, Thriller, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Spencer Reid
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Contenuti forti
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Credevo che dopo il caso Raphael non mi sarebbe successo niente, credevo che non esistesse la sfortuna ma solo il destino. Adesso non so cosa credere, adesso che mi trovo faccia a faccia con il mio assassino.

Non provo più niente, paura, panico, tanto non servirebbe a niente. La paura è solo uno stato di mente e quindi la mente stessa può controllarla.

Al contrario del taglio sul mio viso, sento un'altra scossa elettrica proveniente da un cavo sospeso nelle mani di un pazzo spruzzante scintille incandescenti.

Il dolore si espande il tutto il mio corpo, lo sento superare qualsiasi disturbo innocente e, sorprendentemente, riesco ad urlare ed ad affievolire il dolore in parte. Insieme a me, il killer sembra sorpreso e arrabbiato.




Se avessi potuto sorridere lo avrei fatto. Di più, se gli avessi potuto ridere in faccia sarebbe stato meglio.

Ah, lo so benissimo cosa sta pensando. Il veleno durava di più, vero? Beh, hai preso l'agente del F.B.I sbagliato.

Appena ho sentito la siringa trapassarmi il corpo il mio cervello è partito a mille prima che si potesse bloccare definitivamente.

Da piccolo ho preso un po' di lezioni di veleni, e sapevo che il killer non aveva un alto intelletto.

Ho fatto finta di cadere ancora prima che potesse iniettare tutto il veleno, facendogli estrarre la siringa.

Lui ovviamente non capisce, visto che non mi posso muovere ancora.

Posa tutti i suoi strumenti di tortura e con facilità mi solleva un ultima volta, trascinandomi in una cantina senza pavimento. O, il pavimento c'è, intorno ad una botola relativamente profonda. Tutto quello che vedo sono muri grigi sporchi e dei sacchi contenenti non riesco ad identificare cosa.

Però adesso riesco a muovere le pupille...è già una soddisfazione.

Il killer mi getta in quella buca e mi rompo il polso destro. Il mio unico appoggio è una terra smossa e capisco tutto, subito, mi vuole seppellire vivo.



Questo è buffo. Molto, molto strano. E' come se fosse il mio destino, essere seppellito vivo. Prima Raphael e poi questo.

Sento un rumore di vanga e un peso improvviso colpirmi la testa, si fa sempre più pesante.

Quindi questa è davvero la mia fine? L'effetto del paralizzante, di questo passo, non finirà mai in tempo per permettermi di scappare.

Fin da piccolo odiavo la terra, e forse è destino che mi si ritorca contro. E' fastidiosa, piccola, e si insinua nella mia camicia appesantendomi i polmoni.

Grande soddisfazione, ho cominciato a muovere il mignolo, mentre la terra mi arriva alle spalle. Poi una mano.

Però è troppo tardi.

Pian piano la mia vista si offusca, mentre la risata del serial killer si fa sempre più lontana, lontana anni luce.

E' strano, la gente si chiede come si muore soffocati, come è possibile...vi assicuro che non è una cosa piacevole.

Non sento più niente...la terra mi circonda.




Poi uno sparo. Tre per la verità, insieme alle tre voci stranamente familiari che chiamano il mio nome.

Non posso parlare, ma di sicuro mi troveranno, anche se ha scavato a fondo.

Sento qualcosa che mi sfiora le dita...in cambio provo a muoverle ma sono troppo debole.

Mi sento afferrare il braccio e all'improvviso la terra mi abbandona. Una mano anziana mi scosta la terra dal viso e schiudo gli occhi con tutte le mie forze. Gideon....


  
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