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Autore: Ice_DP    10/04/2016    4 recensioni
E se la lingua italiana si ribellasse contro quel branco di caproni che non la sa usare in maniera corretta?
-Errori grossolani e intollerabili.
-Verbi sbagliati e punteggiatura impazzita.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Appello dell’italiano agli italiani

 

Buonasera a voi, miei utenti. Ci conosciamo da molto tempo, forse da quando siete nati nei rispettivi ospedali, gridando e scalciando perché non volevate lasciare il vostro giaciglio comodo e tranquillo. Probabilmente le prime parole che avete sentito su di me, sono state: “È un maschietto!” o, in alternativa: “È una femminuccia!”. Altri casi ancora potevano comportare l’arrivo di due o più marmocchi urlanti che protestavano animatamente, ma è assai più raro. Da quel giorno, vi ho accompagnati dappertutto, anche se per i primi mesi di vita probabilmente non ve ne siete nemmeno resi conto.

Ora, io sono molto tollerante verso l’intero mondo, ma ultimamente faccio una gran fatica a contenere la mia disapprovazione. Come membro anziano di questa comunità, pretendo ed esigo rispetto, fintantoché è proprio grazie a me che voi altri potete definirvi italiani. Non soffro di manie di grandezza; forse un tempo, quando in circolazione c’erano figure come Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Giovanni Boccaccio, Lorenzo il Magnifico, Leonardo da Vinci e Michelangelo; loro sì, che tenevano alto il mio nome; per quanto a quei tempi non fossi così formato come adesso. Ma devo ringraziare persone del loro calibro, se oggi sono quello che sono.

Già, oggi. Mi è parso di capire di non essere così diffuso nel mondo quanto altri miei colleghi –che, a parer mio, non sono poi così grandiosi come il sottoscritto-, ma merito assai di essere considerato come uno dei migliori. Sono musicale, ricco di lessico oltre ogni aspettativa, regalo emozioni con una semplice parola e nessuno può eguagliarmi. E no, non sono nemmeno modesto; ma posso benissimo permettermelo.

Non accetto che mi venga mutilata una parte assai sostanziosa del mio essere, con persone pressoché analfabete. Non lo tollero proprio, ed è un comportamento troppo meschino da tenere nei miei confronti. Sono adirato, ma anche convinto che chiunque, nella mia pessima situazione, possa arrivare a esserlo. E con assoluta ragione, aggiungerei.

Ma andiamo per gradi, altrimenti rischierei di non essere compreso appieno, e di gentaglia che non capisce nemmeno il minimo indispensabile, ne ho fin sopra i capelli. Per quanto io non abbia i capelli, ma questo è tutto un altro discorso.

Sono stufo di sentir di persone che non sanno distinguere la differenza tra una a o una o senza l’h. Signori miei, quella lettera, seppur muta, cambia completamente il significato di qualcosa che si vuole esprimere! Per Dio, non si può nemmeno pensare di non riuscire a inserire una lettera piccola come lei, in un contesto esatto! Potrebbe anche offendersi, e sarei in pieno accordo con lei! Non è che se una persona –o una lettera in questo caso-, è muta, allora non bisogna degnarla della minima considerazione. Non riesco a credere che nell’istruzione elementare i vostri maestri non vi abbiano insegnato l’uso corretto della h. Eppure molto spesso, ahimè, mi capita di leggere di obbrobri che mi fanno accapponare la pelle. Dovrebbero inserire la pena capitale per i soggetti che fanno dell’h un uso totalmente improprio.

Per seconda argomentazione, porto sulla tavola la punteggiatura. Anche questa è bistrattata come se fosse una fetida palla da calcio sporca di fango dopo una partita particolarmente piovosa. Cosa vi hanno fatto i punti, le aperte e chiuse virgolette, le parentesi, le virgole! Su queste ultime ci si potrebbe soffermare per ore, ma vale lo stesso identico discorso per quella povera lettera h. Le virgole, ancora più di lei, servono per dare un senso specifico a ciò che state scrivendo (e a volte persino a salvarvi da una situazione in cui rischiavate seriamente quella pellaccia che vi ritrovate). Una virgola può decidere il destino infausto di una povera nonnina*. Può anche far sembrare tutti voi delle persone più istruite e colte, se sapete dove piazzare per bene quei piccoli segni grafici. E questo inevitabilmente porta a una più alta autostima di sé, e altre mille piacevoli occasioni, oltre al fatto che salvereste migliaia di vite di signore anziane che non vi hanno fatto niente.

Rimanendo in ambito di punteggiatura, ci terrei ad aggiungere che la suddetta virgola non va mai inserita tra soggetto e verbo, mai. In quel caso potreste passare davvero per degli emeriti ignoranti; cosa che la maggior parte della popolazione purtroppo è. O pare essere, ma riesce molto bene a mascherarlo.

Ultimo, ma non per importanza. I congiuntivi. Questo modo verbale con i suoi tempi particolari, non è messo lì a caso. Se l’ho inventato, una ragione ci dovrà pur essere. Sì, lo ammetto, forse amo complicarvi la vita, ma non penso che sia un traguardo irraggiungibile imparare i congiuntivi. È una cosa aberrante, davvero, leggere frasi del tipo “Vorrei che apri gli occhi come io per te” oppure, e penso che questo di gran lunga sia il peggiore di tutti “Se io avrei”. No. È inconcepibile. Viene voglia di prendere un qualsiasi oggetto contundente e scagliarlo a gran velocità contro colui o colei che ha osato profanarmi. Vi prego, imparate i congiuntivi! Ogni volta che sento uno sbaglio del genere, muoio un po’ dentro; e se continuo così, mi estinguerò davvero nel giro di pochi decenni. E io non voglio morire!

Come appello vi chiedo: per favore, leggete. Che siano libri di alto livello, volumi titanici per l’università, racconti per sollazzarvi, fiabe o istruzioni per i detersivi, ma fatelo. Ne va davvero della mia vita. E, ripeto, io non voglio morire, amo vivere e stare in mezzo alla gente. Ma con soggetti come questi, la mia vita diventa impossibile e intollerabile; sono costantemente sotto tortura e ho paura di non riuscire a resistere a lungo. Aiutatemi a farmi valere, perché solo voi che sapete quello che scrivete, e come lo scrivete soprattutto. Potete fare la differenza.

Andate, diffondete la mia parola e istruite chi di dovere. Se non doveste riuscire con le buone e sane maniere, usate pure le spranghe di ferro.

Cordialmente,

l’Italiano

 

 

 

 

ANGOLO DELLA DEMENZA
Ok, ok. Ammetto che non so da dove mi sia uscita fuori, ma sono davvero stufa di leggere delle cose senza senso alcuno in giro per Internet; e non solo, purtroppo. Non che io sia un genio dell’italiano, ma almeno le regole fondamentali penso di saperle! E invece no, brutta idiota!
Comunque, spero di avervi strappato un sorriso, perché io mi sono divertita a vestire i panni della nostra povera lingua! Se lo merita, poverina!
Grazie a chiunque è arrivato fino a qui!  
Un bacio! :*

*La storia della nonnina prende spunto da quella famosa frase “Vado a mangiare nonna” che, con la virgola messa nel posto giusto viene “Vado a mangiare, nonna”.
Lo so è una stupidata, ma io sono una stupidata; probabilmente le prime parole che ho sentito nella mia vita sono state “cretino e deficiente”.

 

   
 
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