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Autore: Zeranzo    04/04/2009    1 recensioni
Storia che ha partecipato all' "Alternate Universe Special" contest.
Non aveva sonno. Ryuuzaki si alzò dal letto, osservando la luna che, a metà, illuminava tutto. Ogni sera era uguale; le occhiaie sotto gli occhi ne erano la prova tangibile. Dopotutto, da quando aveva iniziato la sua attività, le notti diventavano lunghissime. E il motivo per cui non dormiva era che, ogni volta che chiudeva gli occhi, le persone che aveva ucciso gli urlavano nelle orecchie. Sì, perché il lavoro di Ryuuzaki era l’assassino mercenario.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Misa Amane
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Non aveva sonno. Ryuuzaki si alzò dal letto, osservando la luna che, a metà, illuminava tutto. Ogni sera era uguale; le occhiaie sotto gli occhi ne erano la prova tangibile. Dopotutto, da quando aveva iniziato la sua attività, le notti diventavano lunghissime. E il motivo per cui non dormiva era che, ogni volta che chiudeva gli occhi, le persone che aveva ucciso gli urlavano nelle orecchie. Sì, perché il lavoro di Ryuuzaki era l’assassino mercenario.
Era strano il modo in cui aveva cominciato l’attività… Tutto per un errore che era costata la vita del suo migliore amico. Era un ricordo straziante… Era anche una delle voci che gli sussurravano gli incubi la notte. Tutto era nato per una disputa riguardo una ragazza… Raito Yagami voleva vendicarsi… ma la lotta che ne seguì fece partire un colpo, di quelli mortali… Ma forse, di questo, ne parlerò un’altra volta.
La sua personalità era anche perfetta con il suo lavoro; solitario, schivo, riservato erano gli aggettivi che potevano essere attribuiti a lui. Tuttavia, era anche un genio calcolatore. Veniva considerato il migliore della piazza proprio per questo. Lui non faceva errori; i suoi piani riuscivano sempre nel suo intento. Nonostante la polizia sapesse che si trattava di lui, non riusciva mai a incastrarlo. Era incredibile come riuscisse a beffarsi di questa e a farla sempre franca. Semmai la reincarnazione esiste, sarebbe diventato un detective come minimo.
Decise che per conciliare il “sonno” (sempre che di sonno si tratti) di andare a fare una passeggiata. Dopotutto, era una serata splendida per una passeggiata, no? Dunque si vestì; indossava un maglione dismesso, un paio di jeans consumati dal tempo e delle scarpe che, ai tempi, erano da ginnastica. Nessuno lo riusciva a prendere sul serio; forse uno dei suoi punti di forza consisteva in questo. Tuttavia, per ogni precauzione, si portava dietro un coltello, non sapendo cosa potesse accadere.
Raggiunse il lungomare. Erano le 2 di notte. Come ci si aspettava, la strada era vuota. Non si trovava anima viva neanche a pagarla oro. Meglio così; da quando aveva iniziato la sua attività, soffriva di agorafobia. Dunque iniziò la sua passeggiata solitaria. Il silenzio regnava sovrano. Ma venne interrotto da una musica.
Musica? Chi era il folle che cantava alle due di mattina? Ryuuzaki voleva scoprirlo. La canzone era molto malinconica, ma non riusciva a capire quale fosse. Iniziò la ricerca della voce; non ci volle molto per scoprire chi cantasse. Insomma, una cosa che impari dal mestiere è l’analisi dell’ambiente.
Era una ragazza a cantare. La sua voce era soave. Stava appoggiata, osservando la luna sospesa nel cielo. Le lacrime scendevano, lente, mentre la luce soffusa della luce della luna sembravano perle. Per quello che la luce mostrava, era una ragazza bionda. Gli occhi non li riusciva a vedere; la luce non era sufficiente. Tuttavia questo bastò per lasciare Ryuuzaki di stucco. Era lì, incantato dalla canzone, dall’atmosfera. Non gli era mai capitato di fare.
La ragazza si girò, notando lo spettatore. Ryuuzaki vide che aveva gli occhi marroni, profondi. Tentò di scappare, ma subito il ragazzo la raggiunse e la fermò.
“Non voglio farti del male”
Bastarono queste semplici parole a calmarla. Ma Ryuuzaki l’aveva riconosciuta; era Misa Amane. Non tanto perché era popolare (a lui importava poco) ma perché era la prossima vittima che doveva ammazzare. Una rivale invidiosa la voleva morta. Gli aveva già ammazzato il fidanzato…
Cosa fare, allora? L’assassino aveva già il piano perfetto per ammazzarla: portarla da qualche parte, usare il coltello e disfarsi del cadavere. Ma quei occhi… quella voce… all’interno di sé stava combattendo: ucciderla o no? Lui continuava fa fissarla… era la prima volta che era in crisi.
Mentre meditava queste cose, Misa continuava a fissarlo, in dubbio; le parole di prima l’avevano confortata, ma quel silenzio… era innaturale… quasi come la calma prima della tempesta. Ma quel ragazzo lo rassicurava. Non sapeva perché, ma dava un senso di pace.
Ryuuzaki prese dunque la sua decisione. Si avvicinò a lei, lento, mentre lei non si opponeva per niente..
Un bacio. Lento, profondo. La lune della luna rischiarava. Lui, poi, si avvicinò al suo orecchio. Un sussuro leggero come l’aria.
“Vivi” Lei non capì il motivo di quella affermazione. Dunque lui si allontanò, veloce, lasciandola sola, come un sogno meraviglioso. Lei tornò a casa sua, mentre il ragazzo tornò all’hotel.
Ryuuzaki tornò, si svestì e andò a letto. E dormì. Non aveva avuto gli incubi quella sera. Ma aveva ricevuto un sogno meraviglioso di un angelo.
  
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