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Autore: namirami    10/04/2016    4 recensioni
SPOILER!
"Non avrei permesso che se ne andasse così: il modo in cui ci guardava mentre ci salutammo non l’avrei mai dimenticato. Cercava di rassicurarci, ma il suo sguardo tradiva le sue parole. Era preoccupato, più di quanto volesse farci vedere".
Ora che i ruoli si sono invertiti, Nami saprà come aiutare Sanji? Riusciranno i Mugi a riportarlo da loro? Scopriamolo tra qualche risata e qualche momento di riflessione.
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brook, Chopper, Monkey D. Rufy, Usop | Coppie: Sanji/Nami
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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3. Promesse


(In other words, I love you)




“Il più bello dei mari è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti.
E quello che vorrei dirti di più bello,
non te l’ho ancora detto”.
Nazim Hikmet



Mi rigirai nel letto guardando fuori dalla finestra: una luna piena si stagliava chiara in cielo attorniata da miliardi di puntini luminosi.
Era finita.
Era tutto finito.
Ero nella mia camera da letto della Sunny, eravamo ripartiti per raggiungere gli altri a Wano.
Eravamo sani, salvi e soprattutto eravamo tutti.
Ancora mi sembrava incredibile che fossimo riusciti a fermare il matrimonio e a sconfiggere la famiglia di Sanji-kun e Big Mom. Era stata una lotta dura ed estenuante, però avevamo vinto.
Il mio nuovo Clima Tact era portentoso, non vedevo l’ora di raccontare ad Usop come l’avevo usato. Tutti avevamo affrontato i nemici impegnandoci al massimo e i risultati si erano visti: nonostante gli scontri fossero stati davvero duri, avevamo raggiunto il nostro obiettivo.
Peccato che il mio fisico ne avesse un po’ risentito: mi ero sentita male, ma per fortuna Chopper mi aveva assicurato che non avevo riportato seri danni, però avevo sforzato molto il mio corpo. In pochi giorni mi sarei ripresa, e in effetti già mi sentivo meglio.
Dovevo stare a riposo il più possibile: mi era concesso solo andare una o due volte al giorno a controllare che la rotta fosse giusta.
Ma mi stavo annoiando a morte a stare così tante ore in camera.
Così, decisi di uscire di notte: non sapevo chi ci sarebbe stato di guardia ma al diavolo, non potevano negarmi un po’ di ore fuori a respirare il profumo del mare e lasciarmi incantare dal suo dolce movimento.
Perché ora, dopo giorni di agonia e di oppressione, ero tornata a sorridere per davvero. 
Non che fosse la prima volta che rischiavamo di perdere qualcuno o di dividerci, eppure ora mi sentivo realmente… sollevata.
Uscendo sul ponte, mi dissi che sarei dovuta essere il più silenziosa possibile, come un’astuta ladra come me sapeva fare.
Appoggiai la schiena alla balaustra alzando gli occhi per ammirare le stelle, luminose come solo nel Grande Blu sanno essere. Dopo pochi minuti avvertii dei passi gentili avvicinarsi e giunse alle mie narici un inconfondibile odore di salsedine misto a tabacco.
Perché tra tutti proprio Sanji-kun doveva essere di turno questa notte?
“Buonasera, mia adorata Nami-swan. Tieni, o prenderai freddo” esclamò togliendosi la sua giacca e appoggiandola delicatamente sulle mie spalle, mentre si sedeva accanto a me accendendosi una sigaretta.
“So che non dovrei esser qui, ma non ce la facevo più a stare così tanto tempo in camera”.
“Lo immaginavo. Mi dispiace tanto, Nami-san. Per tutto”.
Avevo intuito che si sentiva in colpa verso di me e ora ne ebbi la conferma. Ancora non avevamo affrontato l’argomento in modo diretto ma sapevo che prima o poi avremmo dovuto farlo.
“Non è colpa tua Sanji-kun. Abbiamo affrontato duri scontri ma siamo la ciurma del futuro Re dei Pirati, nulla deve fermarci! Ho scelto io di venire da Big Mom”. Sapevo che si sentiva comunque colpevole, perché il motivo per cui avevamo affrontato quei nemici era recuperare lui.
“Nami-san, questo è il punto” esclamò con sguardo serio, come poche volte lo avevo visto. “C’è una cosa che vorrei chiederti. È da tanto che ci penso e non voglio girarci intorno”.
Ebbi un lieve sussulto e temetti di capire dove voleva arrivare.
Quindi prese un bel respiro e mi domandò:
“Perché sei venuta?”.
Perché ero andata?
Queste semplici parole riecheggiarono nella mie mente, rimasi così sorpresa da quella domanda, che non sapevo da dove cominciare per rispondergli.
“Quello che intendo è che quando vi vidi in chiesa, inizialmente pensai che foste venuti tutti da me. Ma mi sono presto reso conto che eravate solo voi quattro e ho intuito che vi eravate divisi in gruppi. Lo stesso Rufy mi ha detto che voleva essere da solo, ma poi tu e gli altri vi siete proposti di accompagnarlo, tu per prima. E da allora continuo a chiedermi perché tu eri lì, in un posto così pericoloso”.
“Non volevi che venissi?” gli chiesi per cercare di sviare la sua domanda.
La verità era che nemmeno io la sapevo, la risposta.
“C’è una parte di me che appena ti ha visto ha provato terrore, terrore puro per quello che sarebbe potuto succederti. Ma” aggiunse con fare lievemente malizioso “C’è un’altra parte di me che era felice che tu fossi lì, che fossi venuta da me. Perciò te lo ripeto, Nami-san: perché?”.
Era giunto il mio momento di affrontarlo e di affrontare questa verità.
Lo guardai, dritto negli occhi, e gli risposi:
“Dovresti sapere che non sopporto chi non mantiene le promesse, Sanji-kun. E da quando ci conosciamo non fai che promettermi tante cose, ogni giorno: che mi difenderai sempre, che sarai sempre al mio fianco, che soddisferai ogni mio desiderio. Volevo capire se mi avevi presa in giro per tutto il tempo”.
Sorrise  e poi, aspirando un po’ di tabacco dalla sigaretta ed espirando piccole nuvolette di fumo, mi disse, con voce bassa e leggermente roca:
“Certo che no, Nami-san: non ti ho mai presa in gira, non potrei mai farlo. Sei l’unica donna che amo, l’unica che vorrei sposare”. 
“Non provare a mentirmi ora. Non ci è mancato molto che sposassi Purin”.
“Non avrei mai potuto farlo. Non potrei legarmi ad un’altra donna, che non sia tu”. Sorrise ancora: dovevo ammettere che era un bel sorriso, ma ciò doveva rimanere irrilevante.
“Anzi, ti prometto ora una cosa”. Si fece più vicino a me e intuivo che sarebbe stata una pessima idea, non mi piaceva la piega che stava assumendo la conversazione ma ero curiosa di sapere cosa si sarebbe inventato.
“Io ti amo, Nami-san. E voglio passare il resto della mia vita con te. Com’è vero che sono il cuoco della ciurma del futuro Re dei Pirati, non permetterò a nessuno di interporsi”. Lo disse in modo solenne, come se fosse una vera promessa di matrimonio.
Quindi si alzò, si sedette dietro di me e circondò la mia vita con le sue braccia, facendo sì che la mi schiena appoggiasse sul suo petto, e sussurrò con un filo di voce:
“Vieni qui”.
“Oh… Ehi! Che fa?”
“Mantengo le promesse, da vero uomo. Ti sto accanto”.
“Vedi di non esaltarti troppo Sanji-kun. Non ti ho detto di sì”.
“L’hanno fatto i tuoi occhi per te”.
Avrei voluto calciarlo lontano da me, prenderlo a pugni, sbattere quella sua testaccia contro l’albero maestro… ma mi resi conto che si stava proprio bene, lì tra le sue braccia, circondata dall’aroma di salsedine misto a fumo e avendo la certezza che non se ne sarebbe andato.
Mi rilassai e chiusi gli occhi.
“E’ un sì, Nami-swan?”.
“Piantala o ti getto in fondo al mare, Sanji-kun”.
“Ho capito” sussurrò ad un mio orecchio stringendomi ancora di più a sé.

***

“Ho capito” sussurrai ad un suo orecchio stringendola ancora di più a me. 
Ho capito tante cose, Nami-swan: che tutto prende senso grazie a te, che non posso respirare se non sei accanto a me, che non permetterò mai più a nessuno di allontanarmi da te, che non ti farò mai più piangere per me, che ci aspetta un futuro pieno di avventure sorprendenti, che ti amo più di quanto io stesso credevo, che il nostro tempo migliore deve ancora arrivare e che, un giorno non lontano, arriverà il tuo.   ۩  ®


Ciao carissimi lettori!
Forse qualcuno/a si aspettava la descrizione di una vera e propria lotta, ma non me la sono sentita perché ancora sappiamo davvero poco di Big Mom e della sua ciurma, e ancora meno della famiglia di Sanji, e non saprei bene come immaginarmeli. Quindi, questo è quanto, un capitoletto “riflessivo” e fluff (con loro come si fa a non essere fluff?!), spero di non avervi deluso troppo! 
Detto ciò, anche se questa piccola storia è finita, tornerò a scrivere su questo argomento (perché l’impulso è troppo forte per ogni sanamista) e spero tanto che Oda dia a tutti/e noi tanti spunti interessanti e momenti equivoci su cui fangirlare (cosa che faremo comunque).
Aggiornerò a breve la raccolta “Mille splendidi soli” che ho abbandonato per troppo tempo e poi… chissà 
A presto mie cari!
Spread SANAMI love <3 





 
  
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