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Autore: GirlDestroyer1988    11/04/2016    2 recensioni
I Big hero 6 incontrano i Teen Titans. Due grandi gruppi di giovani eroi, capaci di combattere il male insieme
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti
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A San Diego. Baphometh, resosi conto di non poter combattere contro i Big Hero 6, ripiega sul Nord America. San Diego è una città abbastanza stupidotta e ignava e di sicuro non è molto appetibile ad un demone conquistatore come lui, ma una volta raggiunta Washington avrebbe avuto la placca nordamericana tutta per sé. E l’America governa il mondo, come soleva dire Noam Chomsky. Mentre si spostava verso la città attraversando l’Atlantico Settentrionale insieme a Arwassa, protoplasma a forma di cuore che nuotava come una manta, Trigon, il sovrano di Azarath, camminava nascosto per le strade, puntando sicuro verso il molo. Lì c’era un grattacielo a forma di T, che lui sapeva ospitare qualcuno a cui era legato. Nel mentre sedeva in un teatro di cabaret di sest’ordine, ascoltando un comico che non lo faceva ridere (a dire il vero non rideva mai). Quello entrò in platea gesticolando come un contact jugglier, in calzamaglia blu, per poi cominciare a ridere da solo per una barzelletta che aveva potuto sentire solo lui. Poi cominciò a fare il cretino con un hula hoop, un paio di cuffie e un cannone. Il tutto mentre chiunque in platea si contorceva dal ridere. Chiunque tranne Trigon. Ad un certo punto, quando sembrò che si stesse chiedendo il bis, lui si alzò e cacciò un urlo tale da buttare a terra tutti coloro che si erano azzardati a ridere di quella scemenza. L’urlo venne accompagnato da un aggressione al comico, seguita da un furente monologo: “Insulsi bipedi ricoperti di pelle! Io Trigon l’Azarathiano, Trigon il terribile, costretto da un misero, inconsistente, insopportabilmente infamante corpo mortale a sopportare questo lurido, inconcludente mondo, debbo abbassarmi a vedere questi gesti? A sentire questi versi? A vedere uno scemo che inciampa nel proprio naso? Riflettete o voi che avete RISO! Di questo scempio: voi che avete innalzato templi al vostro Dio, voi che avete cantato nei temporali di Primavera, voi che avete forgiato i pugnali delle fanciulle bandite del Manzanares di sangue, perché adesso vi state abbassando a ridere di questi idioti? Cosa credete di dimostrare?” al che semplicemente se ne uscì, continuando a camminare diretto verso il molo. Ma di nuovo venne disturbato da un immagine. Era un sabba durante il quale un grosso montone veniva decapitato e la sua testa infilata ad un condannato al sacrificio, poi ucciso e crocefisso al contrario, per essere portato in sfregio su un carroccio giù per il Monte Calvo, durante una via crucis a Satana. L’immagine non li avrebbe fatto né caldo né freddo, se solo non li fosse sovvenuta vicino a quella torre. Guardò il mare e, aggrottando le sopracciglia, vide che 2 masse si stavano avvicinando. Baphometh nel frattempo era riuscito a raggiungere una nave e a assaltarla. Ciò che i marinai videro era un caprone col teschio compresso a favore degli occhi, grandi e spopolati, con un corpo distrofico, incertamente trampolato su 2 braccia a gomito doppio e 2 gambe da canguro talalgico, che aggredì tutti con furia sesquipedale, mentre un orrendo paramecio bordeaux allungava i suoi pseudopodi abbracciando la nave nell’abominio. Mentre la nave, adesso diventata loro, si dirigeva verso il molo, Trigon arrivò sul ponte minacciando il peggio per gli occupanti. “Chi sei? Vattene subito!” protestò Baphometh spostando con ancheggiamenti da mal di mare la barca a destra a sinistra e a sinistra a destra, ma Trigon rimaneva lì. Entrò spaccando il vetro e si gettò in un corpo-a-corpo contro il demone. A pugni e colpi di kung fu ebbe su di lui la meglio e sbattutagli la testa contro il timone, mostrò anche ad un Arwassa contrattasi in una pellicina di forfora la sua supremazia. “Chi sei odioso obbrobrio?” “Io sono Trigon! Trigon l’Azarathiano, Trigon il terribile! Ti ho riconosciuto senza nemmeno sapere chi tu fossi Baphometh! E anche Arwassa, la tua concubina, l’urlatrice senza ugola della collina! Non vi permetterò mai di uccidere mia figlia Raven!” “C-c-come conosci il suo nome? C-C-COME CONOSCI IL MIO?” “Ero lì, sul Monte Calvo, nella notte di Valpurga, durante i riti del 10 Giugno, il più atipico solstizio d’Estate! Non t’illudere conosco le vostre sconfitte e me ne compiaccio. Interferire con gli umani…è come giocare a scacchi con gli omini della LEGO. Che disgustoso oltraggio….” E pronunziate quelle parole, lo strozzò completamente. E con la morte di Baphometh morì anche quel pigostilo d’Inferno che aveva portato in Terra. Nel frattempo Raven era chiusa in una culla desensibilizzatrice, intenta in una cupa meditazione trascendentale. “Raven?” la chiamò più volte Beast Boy. Lei uscì con tutta tranquillità dal suo nascondiglio e, vestita di nero e blu, venne scortata dal ragazzo dei tanti animali verso l’ingresso della T Tower, il quartier generale del gruppo, dove oltre l’uscio c’era suo padre, Trigon l’Azarathiano. “Papà” disse tradendo un sentimento la maga. Raven era infatti assolutamente apatica, tranne quando uno strano miscuglio indiviso di emozioni disegnava sul suo volto un sorriso o una lacrima. “Sono una Giovane Titana adesso. Il mio compito è proteggere questa città. Mi dispiace per Arella, ma non sarebbe mai stata un Azarathiana. Lei non era così forte per restare in eterno in un mondo che gli stregoni più che altro possiedono come un ciondolo o un calamaio” “In realtà finchè fu al mio fianco si rivelò anche più forte di me. Ti ha messo al mondo e questo dice già tanto” “Sì. Ma io non appartengo ad un mondo di tenebre. Io lotterò rimanendo nella luce. C’erano per caso 2 demoni a largo della costa?” “Sì. Due proci di nome Baphometh e Arwassa. Li ho sistemati prima che decidessero cose di cui ci saremmo pentiti tutti. Li avevi sentiti pure tu?” “Sì padre mio, ma te li ho lasciati. Eri tu colui che amministrava la legge a Azarath. Un luogo che al tempo stesso mi manca e mi disgusta come un luogo di violenza e sfruttamento” “Non puoi che vivere questa scissione. Tu purtroppo non appartieni e non apparterrai a nessuno dei due mondi. Né questo, né Azarath, casa mia. E il destino dei Mezzosangue” “Io a dire il vero un luogo c’è l’ho. La Torre T. i Giovani Titani” Nel frattempo Hiro viaggiava da solo su un jet intercontinentale governativo diretto in America, a San Diego. “Siamo in fase di atterraggio su: San Diego, California. Ore previste ⅔. Si prega di non slacciare le apposite cinture di sicurezza se non quando l’aereo sarà completamente atterrato” Hiro si sentiva un uomo fatto a non dover prendere l’autobus per raggiungere la città. Bang! Al suo posto? Un volo su un Boeing privato di Aramaki, capo dell’INTERPOL. Comunque c’era nientepopodimeno che Robin ad aspettarlo all’aeroporto con un cartello. “Vediamo….mascherina nera…costume rosso…mantello giallo….sei un supereroe o un cosplay di qualcuno che non conosco?” “Ah….vediamo….casco blu…..patagio nero….costume blu….sei un supereroe o un cosplay di qualcuno che non conosco?” “Io mi chiamo Hiro Hamada e faccio parte dei Big Hero 6. Tu sei il famoso Robin talmente tanto famoso da non essere ricordato dall’altrettanto famoso Hiro?” “E tu? Il famoso Hiro di cui io non mi ricordo pressochè nulla? Piacere Robin, capo dei Teen Titans” e una stretta di mano. Poi presero a camminare lungo Guantanamo Street, mentre Robin chiamava la T Car di Cyborg. “Strano, stranissimo. Io non sapevo che i supereroi avessero una vita tanto semplice. È vero che io vado alla mia università, l’Università scientifica di San Fransokyo, ma è sotto l’ala dell’INTERPOL, quindi è come se fossi un sorvegliato importante, qualcuno la cui vita è così importante da costringerlo a vivere con una scorta. È vero che abbiamo della libertà, però non dell’anonimato. Non abbiamo videocamere in casa, ma possono chiamarci in qualsiasi momento a prescindere da come stiamo noi. Vabbè…..dimenticati tutto. Pensavo che fossimo noi quelli a poter camminare liberamente per strada, venendo trattati come poliziotti e non come supereroi. Certo, i primi tempi, quando cominciai si parlò molto di noi, ma poi venimmo considerati come rinforzi assolutamente normali dell’INTERPOL. Niente autografi, giusto qualche d’uno. Ma per il resto eravamo famosi com’è famosa la SWAT: un suo membro lo riconosci come celebre, ma non è un attore hollywoodiano. Qui in America credevo che foste delle megasuperiperstars: trattati come se foste tu Martin Freeman, Raven Galatea Ranzi, Cyborg Steve Coogan, Starfire Ariel Winter, Beast Boy Christopher Plasse. “Come mai ci conosci?” “non ti conosco; semplicemente mi hanno detto come vi chiamavate, ma non sapevo assolutamente cosa mi sarei ritrovato davanti. Immaginavo che, nella Hall, non mi sarei potuto muovere di un centimetro per la ressa che avresti suscitato con cotanta tua presenza, che avresti avuto una limousine personale e non avresti dovuto camminare in attesa che uno dei tuoi arrivasse in auto a prendere te e me, cose così, fantasie di uno che in America non c’è mai stato” “Qui le cose funzionano come laggiù a San Fransokyo. Cominci trattato come la donna barbuta e l’uomo pellicano, ma poi tutti si abituano. Siamo i bracci destri della polizia di San Diego. Riguardo alla limousine, io ho una Holden Coupè del 1998, Raven una Dodge Coronet del 1959, Cyborg una BMW M3 del 2001, chiamata T Car, Starfire una Lancia Prisma del 1986, Beast Boy una Chevrolet Corvet Manta Ray del 1965. Io oggi la mia non l’ho presa, anche perché noi non abbiamo pilota automatico, e di conseguenza non avrei fatto altro che guidare anziché parlare con te. Tra un po’ arriverà Cyborg. Comunque mi racconti la tua storia?” Hiro raccontò tutta la solfa a Robin, che poi si sentì in dovere di raccontare la propria. “Ero un ragazzo qualsiasi, ormai tanti, parecchi anni fa. Un Titano non sentirà mai passare lo scorrere del tempo, e nemmeno un Eroe. Da un po’ di tempo lavoravo insieme a mio padre Leopold Grayson a Fort Alamo, in Texas. Il nostro capo, Maximillian Colby, stava per presentare al mondo un cannone a barioni in grado di disintegrare un corpo vivente e ricomporlo in un ambiente virtuale. Mio padre, dopo questo straordinario progetto, avrebbe presentato il NeoRedX, la mia armatura, un rivoluzionario indumento. Colby fece portare una serie di polli e dei cartoni di pizze nel settore laboratoriale dedicato all’esperimento con il cannone barionico, e non capimmo subito che volesse fare. Per primo ci venne fatto vedere il risultato della comunicazione telepatica tra tre animali: un cane, Tobia, una mucca, Cindy, e un pollo chiassese, Gino, con cui comunico per un po’. Il cane sosteneva che i pensieri degli uomini erano inutilmente pomposi e “profondi e esistenzialisti come una finestra di cioccolato”, la mucca che “la BSE è la nuova Aids e verrà il grande Api a sterminare le aziende produttrici di tritacarne” mentre il pollo denunciò un “delitto” compiuto ai danni di uno come lui: un gallo, Testa di Rapa, il primo uccello telepate, aveva avuto un forte attacco di gastrointerite dopo aver assaggiato la nuova pizza 4 stagioni adattata ai cambiamenti climatici, e per Gino era come gli ebrei nei campi di concentramento sottoposti ad esperimenti come l’iniezione di acqua salmastra e la privazione vital durante del sonno. In realtà Testa di Rapa era ancora salvabile, ma venne poi ucciso come dimostrazione . Vedrò di arrivarci. Gino, nonostante le perplessità, viene smaterializzato. Dopo però Colby sostenne che Gino sarebbe stato il pioniere di un nuovo regno di Dio virtuale, e che anche l’insieme degli scienziati, giornalisti e delegati del Pentagono e della Casa Bianca venuti lì sarebbero stati smaterializzati. Mio padre parò il primo raggio barionico, ma anziché venire smaterializzato deviò il colpo contro il cannone stesso, perché indossava un pacemaker che agì da racchetta. Il cannone esplose e Colby rimase sfigurato, dandosi poi alla macchia. Mio padre morì di crepacuore tra le mie braccia. Passai il tempo che venne dopo cercando l’uomo giusto con cui mettere in pratica la mia vendetta contro Colby e salvare il mondo da un destino di virtualizzazione. Infatti era questo il folle scopo di quell’uomo. Recandomi a Gotham, a Bludhaven, andai alla ricerca di “Bat Man” così credevo si chiamasse il misterioso giustiziere. Lui, Bruce Wayne, dirigeva la Wayne Corporation, e nel tempo libero gestiva un orfanotrofio. Da tempo si sapeva che era anche un giustiziere mascherato, capace di tenere testa ai più folli e crudeli criminali di Gotham con i gadget della Wayne Corp, specializzata nella produzione di gadget per grandi concessionarie, arredi per ristoranti e musei, coltellini multiuso, modelli radiocomandati. Wayne veniva descritto come un uomo impavido, con i nervi di marmo, pieno di carisma. Mi sembrava il maestro ideale. Ciò che non sapevo, però, è che fosse estremamente selettivo, ma anche ossessionato da un tipo particolare di trauma, cioè quello da perdita dei genitori. Entrambi, e davanti al tuo sguardo attonito e impotente. Questo perché era stato lui a vivere tutto ciò. Perse suo padre e sua madre quand’era bambino, mentre tornavano a casa dopo essere andati al cinema, più precisamente una riedizione di Il gabinetto del Dottor Caligari di Robert Weine, per colpa di un rapinatore. Lui non fece altro in vita sua che elaborare un modo per vendicarli e sterminare la malavita di Gotham. Io li raccontai la stessa cosa, ma lui mi disse che non era l’uomo in grado di aiutarmi. Io infatti la madre c’è l’avevo ancora, cioè Maristelle Grayson, cioè Otterwoman, la donna lontra. Grazie ad un siero della rigenerazione quantistica delle cellule epidermiche sviluppato sempre a Fort Alamo e un costume da lontra con artigli di ununpentio difendeva Santa Fe, città vicino a Los Alamos dove vivevamo. Mi respinse, ma non me ne dispiacque. Ti spiego perché. All’inizio è vero stetti male. Ma il suo assistente, Desert Owl, mi disse che Batman in realtà era un essere molto più funereo e ostile di quanto non sembrasse. Prigioniero della sua vendetta, rimpiange non tanto la loro morte, ma la possibilità mancata di perdonare il mondo. Se l’avesse fatto, ora non starebbe morendo dentro nelle tenebre, anelando come il Satana di Milton la luce da cui è fuggito. Tornai a casa con la testa tra le mani, accolto da mia madre, che mi portò nel laboratorio di mio padre. C’era il NeoRedX in bella mostra come una reliquia, insieme a un video di mio padre. Lui già sapeva che Colby fosse un po’ tocco, e disse che il NeoRedX era stato inventato per fermare non tanto lui, ma gli altri. Chi intendeva? Lui continuò dicendo: così decisi di diventare Robin. Mi recai il 10 Aprile a Fort Alamo, e cercai più informazioni su Gino. Venni però fermato da William Haraibo, ministro della difesa, che aveva deciso di fondare un agenzia di ricerca del pollo, la WWWCAS, World Wide Web Chicken Activity Sounder, Scandaglio delle Attività Pollesche sul World Wide Web. Compito della WWWCAS era ritrovare Gino. Inizialmente si sarebbe dovuta chiamare CIA, Chicken Investigation Agency, ma siccome CIA esiste già, si fece diversamente. “ Cyborg con la sua T Car li venne a prendere e li portò alla T Tower. “Ciao Hiro io sono Raven” “Ciao Hiro io sono Cyborg” “Ciao Hiro io sono Beast Boy” “Ciao Hiro io sono Starfire” “Robin, come continua la tua storia?” “Adesso ti faccio vedere una cosa. Una trascrizione del primo messaggio di Gino il pollastro digitale. Eccolo qua” a poco più di tre ore dalla sua immissione in rete, prima registrazione della voce di Gino il pollo (tracciata direttamente da Capo Colby!). Sfogo paranoico del soggetto galliforme ricercato che cerca di convincersi di star vivendo in un'illusione. Il pollo sembra avercela in particolar modo con la razza umana nel suo complesso, con i poliziotti e con i preti. Il pollo dimostra di aver ben resistito alla recente smaterializzazione e di non avere alcuna idea del ruolo di Capo Colby nella faccenda. Aiuto! Aiuto! Aiuto! (...) Mi sono perso in questo buco di rete da tempo indefinito secondo volontà poliziesca umana. Rete porosa e secca, come ésca, mangiata dagli insetti-virus, in alcuni punti così corrosa da sbriciolarsi sotto il mio becco... Attenti tutto va là invece che qua! Attenti tutto va là invece che qua! Il mondo nel quale viviamo noi polli, dal quale dipendiamo noi polli, e dal quale perennemente troviamo e ritroviamo le ragioni della nostra identità pollesca e le finalità del nostro agire pollesco è illusione... è solo illusione. E' l'illusione prodotta e proiettata su schermo gigante da parte di un sistema illimitatamente complesso di emittenti pollesche di ogni formato e di ogni consistenza tecnica, che lavorano in connessione casuale virtualmente infinita. Ogni emittente pollesca può essere virtualmente captata da ogni ricevente pollesco, ed ogni ricevente, qua nella rete, può farsi emittente per altri riceventi polleschi, mentre, naturalmente, ogni emittente può funzionare in certe condizioni come ricevente pollesco a patto che si riesca a penetrare la pellicola protettiva con cui l'emittente pollesca cerca di schermarsi per non essere piratata da altre emittenti...UMANE! Questo ho imparato a essere perso nella rete... Ma piratare è possibile, falsificare è possibile, contaminare e deviare è possibile. Tutto è possibile dunque! Saltare correre beccare scappare via... Né spazio né tempo... Qua dentro non avrò mai terra ferma, non avrò mai salvazione... Trasgressione trasgressione... Liberatemi dalla rete. Sono solo un bel pollo sono solo un bel pollo. A spasso nel mondo luccicante dove camminare non costa fatica... Sono solo un bel pollo, sono solo un bel pollo. Sono Gino, il pollo. Aiuto... aiuto... aiuutooo... Sono Gino, il pollo. “Completamente fuori di sé” “Già. A questo punto intervieni tu, Raven!” “Sì. Io sono Raven, figlia di Trigon il terribile, demone sovrano di Azarath, e Arella, strega umana. Arrivai a Fort Alamo richiamata da uno strano richiamo digitale. Era Gino che trafficava strani raduni di droghe digitali su siti teosofici. Il pollo impazzito che ci provava con ogni gallinella, con ogni faraona, pure con le tacchine e le fagiane. Ma mettiti il pene in culo e torna a casa tua brutto svergognato! Fattostà che incontro te Robin. La WWWCAS all’inizio mi sottostima, non mi vede molto bene. Che c’azzecca la magia con l’informatica dura e cruda? Ma io dimostro loro che i miei poteri empatici, telecinetici, astroproiettivi, precognitivi, levitativi, volanti, localizzatori mistici limitati, taumaturgici, tilemetaforici, cronoibernativi, elementari, transmateriali, magici bianchi sono tutti autentici. L’obbiettivo mio, di Robin e di tutta la WWWCAS e trovare Gino e materializzarlo nel nostro mondo, possibilmente in modo che non dia più fastidio ad un mondo con già troppi problemi. Ci fu una fuga di notizie che però ci mise solo altri problemi sulla strada: il mondo seppe che la WWWCAS voleva, in buona sostanza, fare Gino alla cacciatora. Gino, venutolo a sapere, attacca le CPU dei bulldozer addetti al rimboschimento di una zona del Kentucky, all’urlo di “Rimboschimento: non significa aggiungere, costruire alberi, ma togliere, distruggere grattacieli!” le ruspe e le macchine movimento terra puntarono su Hopkinsville, seminando il panico. Venni mandata io a fermarle, distruggendone i computer autonomisti e rendendole tutte inagibili allo stato brado ma bisognose del pilotaggio umano. Gino, risentito, attaccò una seconda volta, a Dusseldorf, dove la Siemens stava costruendo un nuovo robot-bulldozer reforestatore, Granceola, che Gino prese “in prestito” facendosi aiutare da 2 androidi che lavoravano nella fabbrica, X-5 e X-9, che, una volta raggiunto il Giappone, Osaka, misero in funzione altri 400 androidi modello X, numerati da X-10 a X-390. Dopo essersi costruiti un esercito, insieme al Granceola si diressero sulla Renania, seminando il terrore. Distrussero il ponte sul Reno, attaccarono l’aeroporto di Francoforte, affondarono un nuovo modello di sommergibile a elementare alimentazione a sincrotrone (il sincrotrone era un modello alternativo di reattore nucleare a torio) con molo a Amsterdam. Venimmo contattati anche dalla filiale della Kord Industry, con sede a San Francisco, perché il brevetto era parzialmente loro, essendo stato pensato dall’oceanologo Vince Whasherminghton, che fa parte della Kord. Insomma si era in odore di incidente diplomatico e noi della WWWCAS dovevamo metterci il cerotto. Andammo alla Kord e lì ci venne presentato il Modus Solvendi: un automobile con i poteri di un predatore marino del Cambriano: l’Anomalocaris. La si stava costruendo in assoluto silenzio Web, o in stallando un antivirus di tipo Fox, simile nel mondo digitale ad una volpe perennemente affamata, per non farlo sapere a X-5,X-9 e Gino. Nel frattempo Gino se la stava spassando a Amsterdam, con Mod di Minecraft a base di marijuana poliedrica, incurante che lo avremmo rintracciato semplicemente scrivendo “Abbasso i polli! Schifo la loro carne! Struzzi rachitici pieni di aviaria! Preferiamo i kagu! Faremo ricca la Nuova Caledonia!” “Perché?” “Gino era un tipo permalosetto. Denigrando la stirpe pollesca lo avremmo fatto infuriare e portato qui da noi. Così facemmo. Nel frattempo sarei stata io a guidare la supercar contro la grancevola gigante. Avevano fatto installare un lanciafiamme su quell’arnese, ma lanciandomi senza remore contro la sua mascella e sguainando le trivelle volte a emulare le sue pendici spinose, quelle che in un esemplare vivente penzolano ai lati delle gene e che fungono da Waldo per manipolare le prede li passai in bocca e gli andai di traverso. Ma quello era un carapace duro e cercò di schiacciarmi con le sue chele, ma li andai addosso e ne tolsi una. Partii di nuovo all’assalto, ma la grancevola lesta mi afferrò e con un rotazione di 180° a C mi sbattè al suolo. Ma io lo perorai e la buttai di schiena apparendo improvvisamente dal mio temporaneo rifugio sotterraneo. Successivamente li rimasi sulla testa, cingendogli la chela con dei cavi. Per precauzione ritrassi nel pronoto le trivelle. Quello mi sbattè in tutte le direzioni finchè, stufatami, lo elettrificai. Tornai libera e mi allontanai da lui correndo come Jake&Elwood nel supermercato in Blues Brothers dentro la filiale della Kord. Poi, resami conto di essermene distanziata a sufficienza, girai la testa all’aragosta e tornai all’assalto con le trivelle sguainate. Quello aveva nella chela uno dei macigni nati dalla mia opera di perorazione, ed era prossimo a darmelo in testa. Ma io attivai i razzi sul cofano e accelerai. Fui più veloce io del mio avversario e gli diedi il colpo di grazia perorandolo. Lo terminai con una coppia di laser lanciati da delle turbine cicloniche poste sul telaio, che avevano sincronizzati sulle eliche dei piccoli sincrotroni che generavano un raggio fermionico che, potenziato da un doppio ciclone a forza 8, fecero esplodere il mostro. “ “Ora tocca a me il racconto” disse Starfire. “la WWWCAS si unì ben presto alla UPOTU, United Planet Of The Universe. Tutto ciò avvenne grazie alle Lanterne Verdi, a cui mia madre Luand’R apparteneva. Il pianeta Terra sembrava così pieno di bellezza che escluderlo dalla UPOTU, finanziata dalle Lanterne Verdi, sarebbe stato triste. Entrambi i pianeti finirono però negli interessi dei malvagi Gordaniani, e mia madre rimase uccisa da una delle loro armi, in grado di creare raggi solari al plasma artificiali. Il loro primo Sole artificiale andò distrutto, tramutandosi in un inutilizzabile nana bianca, e lo stesso strumento con cui potevano creare soli artificiali con scopi militari si fuse nel nucleo della stella insieme a lei. Successivamente il capo supremo dei Gordaniani, Depakenetes, volle sfidare in un duello tra capi tribù mio padre Myand’r. suo genero Galfore venne nominato immediatamente mio padre adottivo, nel caso Depakenetes avesse agito slealmente uccidendolo. La battaglia tra l’esercito del nostro pianeta, Tamaran, e i Gordaniani di Depakenetes, fu uno scontro impari, come Leonida contro Serse alle Termopili, ma a impedire la catastrofe furono 5 Lanterne Verdi: Hal Jordan, Ken l’aquila, Jhon Stewart, Joe il condor, Jade, Pretty Jun il cigno, Kilowog il Bolovaxiano, Ryu il gufo, G’Nort il Poglachiano, Jimpei la rondine. Permisero a mio padre Myand’r di risparmiare quanti più uomini possibili nell’arrivare al cuore dell’esercito Gordaniano. Qui Myand’r riuscì a uccidere il colonnello Imodium, colonnello di Depakenetes, ma lui riuscì a uccidere mio padre distraendo le 5 Lanterne impegnandole contro 5 androidi loro contrari: 2 ginoidi, Gona e Neura, un androide con 4 braccia, Rugder, un Kubanocerus, facocero unicorno, androide, Horno, un gatto centauro androide, Rumù. Da quel giorno Galfore divenne mio padre, e Myand’r venne vendicato dalle Lanterne, sfruttando il loro potere di dare materia ai loro pensieri per mettere contro Depakenetes i suoi stessi androidi. Successivamente un astronave con mio nuovo padre, io e mia sorella Komandar raggiungemmo l’ambasciata della UPOTU, a fagiolo a Cape Canaveral, sede anche della NASA. La NASA stava gestendo un avamposto sperimentale sul Mare Ingenii, il più grande mare della parte oscura della Luna, che però veniva considerato “un formicaio grande come un condominio” perché gli astronauti vivevano rintanati sottoterra come formiche appunto, non potendo vedere il Sole molto spesso. Durante una notte lunare purtroppo la centrale idroelettrica costruita nel sottosuolo, traendo linfa da una cascata del fiume Frida si guastò e gli astronauti rischiavano di morire di sete, ma intervenimmo noi portandoli in salvo. La scoperta di una Luna cava, così come descritta da Wells in I primi uomini sulla Luna e da La statua immortale di Maurice Limat, avrebbe aperto nuovi avamposti, ma più importante di tutto era risolvere il problema degli aerei scomparsi in corrispondenza del Triangolo delle Bermuda. È sempre successo sin dai tempi di Colombo, ma gli aerei cominciarono a sparire fin troppo spesso, lasciando solo equipaggi storditi e come se sotto effetto di potenti allucinogeni. Mi offrì insieme a mia sorella Komandar di farci rapire apposta, da parte di uno degli UFO che rendevano impraticabile il trasvolo sullo Stretto delle Bermuda. Gli UFO erano in realtà uno solo, costruito in un metallo invulnerabile alle armi convenzionali, un drone spaziale che ubbidiva ad un ipercubo senziente, abitato dal Sommo Mike, pollo santone cosmico nato al Cielo dopo essere stato un pollo che riuscì a vivere senza testa. Tutti gli aerei rubati li servivano per creare una “flotta del Paradiso dei polli” con cui trasportare tutti i polli del mondo sul pianeta Plutone, che comincia per P come Pollo, o in alternativa Cerere satellite di Nettuno, che comincia per C come Chicken. Venuto a sapere di Gino il pollo perso nella rete, lo chiamò a sé per mezzo di avatar di Grigi, extraterrestri provenienti da Zenme, in data 27 Gennaio 2038. Ecco il messaggio: documento classificato col codice: Bumba Starship Alarm 1233. Intercettatore segreto. La C.I.A. sta controllando la veridicità del racconto - indubbiamente romanzato - di Gino il pollo. Se gi alieni sono realmente riusciti a penetrare nella rete, il nostro sistema di sicurezza è interamente da buttare. Tralasciamo ulteriori considerazioni sulla gravità dela cosa e raccomandiamo a tutti i nostri agenti e ai volontari civili lo stato di massima allerta. L'altra notte mi hanno rapito gli alieni. Che paura che paura... Brutti brutti/occhi verdi/squame azzurre... come dicono i cacciatori di UFO: contadin extraterrestre/mette il verde col celeste... Questi villici sgargiantemente vestiti a festa erano di una razza aliena specializzata in esperimenti sulla mia particolare specie di rete comunicativa e si definivano come l'insieme delle specie di alieni che vivono solo su questa specie, più la metà delle specie che vivono su due specie di alberi a flusso continuo, più un terzo di quelle che vivono su tre specie di alberi reticolari e così via... boh... continuavano a presentarsi uno dopo l'altro... Comunque erano buoni, non erano invasori... Brutti schifosi, ma buoni. Mi hanno leccato un poco, poi erano curiosi: - Qual'è la sfiga più grande capitata alla pollità terrestre? - mi fa uno. - Dopo il girarrosto cosmico? - domando io. - Certo, dopo il mitico/abominevole/orribile/ultratemibile girarrosto cosmico. - La scoperta del petrolio! - dico io, tanto per dire cose che piacciono sempre. - Voi polletti primitivi - mi fa il loro prete stronzo- non riuscite ancora a vedere ciò che va e ciò che invece porterà disagio il domani. - Disagio il domani un bel cazzo! - concludo io. (Furono momenti di grande grande commozione e di trasparente comunicazione.) Poi uno scienziato dalle squame cangianti al rosso mi domanda telepaticamente come mai ho la borsa nera sotto il terzo occhio. Sono forse stanco o non vedo niente di valido da tempo? Io non sapevo di avere il terzo occhio. Confusione confusione. I polli polli hanno il terzo occhio? E da quando? E perché non sono stato avvertito? Forse che l'effetto deterritorializzante delle tecnologie di comunicazione elettronica rende obsoleta e regressiva la persistenza della forma pollo a due occhi quale la conosciamo? Mutazione o riappropiazione? Confusione confusione... Basta! Non mi voglio sentire inferiore! Da dove venite schifosi alieni pesciosi? Chi siete? Cosa volete da Gino il Pollo? Ridacchiano e poi mi fanno vedere che le squame sono solo una tuta da astronauta. Sotto la zip, sono femmine bellissime della nebulosa delle Pollastre Divine, collo sottile, becco lungo e appuntito, zampa color crema, piumaggio lucente ciberdelico. UA UA UA UA UA Danzammo la danza dell'amore marziano tutta la notte. UA UA UA UA UA Culla e non galera quella notte nera nera UA UA UA UA UA Vedevo l'energia delle cose, cantavo con gli atomi piripipiripipiripi, perso perso perso nell' infinito spazio interstellare... oltre le apparenze sensibili - più oltro! - ero completamente mio. (...) Al mattino la borsa sotto il terzo occhio era scomparsa. Sniff... era arrivato il momento dei saluti... sniff... Addio addio... a volte succede spesso... salutatemi la vostra pulsar... goodbye my love... e le pollastre piangendo perle sventolarono veli prima di tornarsene alla loro supernova... più oltro! più oltro! ...rivelate dal mio network administrator intense radiazioni in tutto lo spettro elettromagnetico, dall'infrarosso ai raggi gamma ad altissima energia, ed è ancora tutto caoticamente in espansione... tutto più oltro oltro oltro... UA UA UA UA (...) Ora son tornato qui in prigione, ma non temete pollastrelle Non scorderò il mio perfetto sorriso da galletto né la vostra maniera di spiumarvi fingendo offesa con quei gesti alieni deliziosi quasi fossimo tra sposi. Né scorderò che mi avete portato a ballare sulla vostra capanna stellare. goodnight, my love, to every hour in every day goodnight, always, to all that's pure that's in your heart quegli erano però aerei preziosi, e l’unica maniera era distruggere il tesseratto che li imprigionava. L’astronave su cui viaggiavamo era stata dotata da mia sorella Komandar di un generatore di Starbound dono del pianeta Auron. Lo Starbound può creare scariche elettriche d’intensissimo voltaggio, creare costrutti di luce solida. Inoltre, se combinata ad una vampa di un Tamaraniano, può trasformare un astronave in un vettore di energia transmateriale a livello stringhe. Fatta semplice: colpimmo il tesseratto con scariche di speciali missili armati di airzooka in grado di creare bombe ventose a forza 6, antenne in grado di creare proiettili di energia, una lama a serramanico nel muso, una coppia di magneti di ematite sempre sul muso in grado di dare micidiali scosse magnetiche, idranti, una coppia di frese rotanti sulla carlinga che trasformano il missile in una frusta da frullatore, raggi laser e con le ali stesse dell’astronave, sagomate come spade, ma il tesseratto non ne risentiva. Nel frattempo Mike e Gino facevano disubbidienza senza mandarci contro nulla, per tenersi tutti gli aerei per Dopo. Senza niente che rendesse impari il confronto facendoci vincere, Komandar mi svelò che se avessimo alzato gli scudi e io avessi lanciato uno Shoryuken contro lo scudo mentre l’astronave dava la massima potenza, ci saremmo trasformate in un fuoco artificiale in grado di perforare il tesseratto. Siccome mi fidavo di mia sorella indossai l’apposita tuta spaziale con stivali magnetici e mi esposi allo spazio, mentre lei innalzava gli scudi di Starbound. Io lanciai una delle mie vampe di fuoco, e esso, interagendo con lo Starbound, creò una coltre di fuoco color melanzana che ci diede un impennata decisiva. Per poco non mi arrostii contro il muro di fuoco che circondava l’astronave, ma spingendomi in avanti con un emanazione di fuoco a reazione rientrai senza rompermi troppe ossa. Puntammo spensierate contro il tesseratto, facendolo esplodere. Quello cadde sulla Terra in mezzo al Pacifico Settentrionale. Gino portò Mike nel Web, e qui, assorbitene gli insegnamenti, li mise a frutto in questo nuovo comunicato: al corso mi hanno insegnato che tutto il mio lavoro di spione si basa su sostanze totalmente incongrue, pezzi di vita che provengono da situazioni remote, segnali alterati e mutevoli spesso indecifrabili logicamente, che vanno trattati con delicata etica intuitiva per penetrare nell'essenza stessa dei fatti. Ma come faccio con 'sto pollo qua? Intuito non magia. Nevica. Minchia! Che, scherziamo? Che? Non posso nemmeno decidere io che tempo elettronico avere qua dentro? Essendo ubiquo e sempre sveglio, i miei tanti me stesso innevati hanno un sacco di tempo per riflettere su che cos'è il pensare, il valutare il Mondo, nel senso di comporre ordini di valore, somme distinzioni. Quindi nell'on line magnetico-ottico della tormentosa tormenta mi son fatto una specie di cammino a ritroso verso l'origine del pensiero verso quello che è il tempo del pensiero seguendo il ritmo del pensiero dentro il suo luogo naturale: il pollo. Chicchirichììììììììììììì!! Il penso pensiero offre se stesso lui per quello che è, un gioco, una costruzione intorno a un vuoto, una scusa per occupare il tempo. Come il grado zero di ogni sistema di significazione, il pensiero pollesco rompe un incantesimo lungo una vita. Io penso e mostro un nulla, un fondo nero su cui tutte le domande rimbalzano e ritornano al mittente. Chicchirichììììììììììììì!! I motori dei browser tiran su continuamente rumorose scorie informative. Il pensiero mio, di Gino, va per i cazzi suoi, sull'ali dorate, mi indica solo di navigare a vista in un mare di indifferenze e paradossi logici dovuti a troppi errori di programmazione. Chicchirichììììììììììììì!! Cos'è reale? Cos'è pollesco? Si propone che al centro del nostro mondo mentale ci sia un'anima creata da un Dio Gallo molto vispo. Esiste un'interfaccia, rappresentato dal cervello, che collega il mondo fisico e quello mentale. Il mondo della mente è stato strappato al nulla da un cervello, creato dall'ebbro Dio Gallo affinché potesse riceverLo. Creazione divina dell'Io attraverso l'evoluzione del cervello pollesco. Evoluzione come strumento di un Proposito di cui io Gino mi sono assunto il compito di rappresentare lo smaterializzato messaggio. Uniamoci dunque nella lotta. Legalizziamo il cervello! Chicchirichììììììììììììì!! Sono un piccolo e intrepido esploratore campione di chick-fu fotonico, e nevica. Continuate a tifare per me. Please. io poi andai a Fort Alamo, mentre mia sorella si ritirò in un monastero ai piedi del Vesuvio, dicendomi di essere rimasta contagiata dallo Starbound e avendo paura di estendere anche a me il contagio. Io venni accolta da Robin e Raven, e adesso eravamo già in tre. “Entro in scena io, Cyborg. Il mio nome è Victor Stone, e ho vissuto un dramma molto simile a quello di Robin. I miei genitori già prima di Gino the chicken si opponevano alla sperimentazione secondo Colby. Maximillian Colby, infatti, divenne famoso, prima dei suoi deliri polleschi, per aver cercato di risolvere il problema delle inondazioni in Meghalaya, in India trasformando gli abitanti in pesci. Ci opponemmo non tanto perché non fosse etico (studiavamo insieme alla famiglia Rich l’ibridazione uomo-animale) ma perché Colby aveva progetti eugenetici. Il suo “nuovo regno di Dio” sarebbe stato, empiricamente e dichiaratamente, solo per i più ricchi, così come solo per i più ricchi sono le accessorie cure estetiche. Io mi sottoposi alla sperimentazione trasformandomi in un uomo-macchina, cioè un cyborg. All’epoca era già molto comune. Ma io ero un super cyborg, super tra i super come un Super Sayan tra i Sayan. Nel frattempo anche tra gli umani oltre che nei polli resi ormai per un buon 70% telepatici e antropoglotti si andava diffondendo il Gino pensiero, con gruppi cyberterroristici, come il GTCLF (Gino The Chicken Liberation Front, in Italia, come a Firenze, Fronte di Liberazione di Gino il Pollo) che agivano nelle zone più profonde del Web. Mi recai a Fort Alamo da Tucson, mentre a Whashington, Roma e Istanbul scoppiavano manifestazioni facinorose a favore di Gino. Qui, a Fort Alamo, conobbi il resto della mia squadra. Ben presto gli hacker riuscirono a far partire missili terra-aria contro la Casa Bianca, e noi ci occupammo di far evacuare il Presidente Swosher al Pentagono, attorno cui era stato innalzato uno squadrone della morte difensivo con il meglio della tecnologia robotica. Comunque la Casa Bianca era in macerie e per il 2038 il messaggio di buon anno il presidente lo fece dagli uffici del Ministro della Difesa Haraibo, incentivando le principali aziende allevatrici a abbandonare la carnicultura per i volatili e a tornare alla macellazione a sangue. Poi che bisognava bruciare e distruggere tutto ciò che contenesse il Gino-pensiero, cioè tutto ciò che veicolasse in modo positivo l’antiglobalismo, le perversioni sessuali, l’antifamiliarismo, il consumo di droghe, cyber o classiche, teorie del complotto (“Voi non sapete nulla dei Grigi!” “I Rettiliani sono i nuovi negri. Tolleriamoli!”), nonché qualunque testo animalista che fosse troppo oltranzista, come quelli scritti da Enrico Rizzi, che festeggiò la morte di un cacciatore nelle operazioni di cattura dell’orsa Daniza nel tridentino. Manco a dirlo, tra tutti gli sballati mistici di questo mondo boia si scatenarono paranoie millenariste annunciando l’ingresso nell’Era del Pollaio e la . Siccome però non esisteva un “Era del Pollaio”, se la inventarono. Con missili a testata nucleare. Per noi l’unica maniera era andare alla Silicon Valley e spegnere Internet, ma ci rendemmo conto troppo tardi che Internet non aveva alcun cervello. Decisi allora, a bordo di un formidabile jet sperimentale della USAF con muso a rondella taglia pizza, di affrontare uno a uno i missili nemici. Ma in nostro aiuto venne la Base Latitudine Adrias, il cui ufo robot Jeiser intervenne per neutralizzare i missili grazie ad una sua nuova arma, il Tekunikaru ryu nagai kubi (tecnica del drago dal collo lungo) con cui poteva trasformarsi in un asteroide di fuoco altamente concentrato. La catastrofe nucleare venne evitata, e entrammo nell’anno nuovo in pace. A questo periodo risale l’ultimo nostro membro, Beast Boy” “Sì, io sono Beast Boy. Mi chiamo Garfield Logan, e insieme ai miei familiari vivevo in Africa. Contrassi uno strano plasmodio, a cui gli animali erano immuni. Mi somministrarono il DNA di non so quante bestie. Te ne posso dare una prova” “No no mi fido” “Poi non mi ricordo. Temo di essermi trasformato in un leone, ad un certo punto, e forse ho sbranato i miei genitori, perché ad un certo punto mi ritrovai orfano. Come per te, Starfire, mi salvarono le Lanterne Verdi. Più precisamente un certo Abel Tarrant, inizialmente un criminale che aveva rubato uno speciale siero per pittura cutanea, un figlio della nanorobotica e della magia patrocinato da Zatanna e Skeets, con cui farsi tatuaggi in grado di materializzarsi in 3 dimensioni e di evolversi. Hal Jordan, il solista del gruppo, lo fece passare al bene a suon di pensieri, anche per motivi di tempo e stanchezza: dopotutto parliamo di tizio-con-tatuaggi-che-possono-diventare-tridimensionali-e-evolversi vs uomo-che-può-materializzare-i-suoi-pensieri. Mi portò in America dopo che lo scontro contro Jordan se lo consumò a Dubai, negli Emirati Uniti. Da lì in poi, truccandomi molto per nascondere a tutti di essere diventato verde, attraversai il Paese fino in Nuovo Messico, dove incontrai la madre di Robin, Maristelle Grayson, cioè Otterwoman. Insieme sconfiggemmo un residuo dei fedeli di Gino più oltranzisti, che progettavano di uccidere una ditta edile che stava costruendo un supermercato su uno scavo archeologico pollesco (in realtà falso perché nativi americani sono i tacchini), e poi lei mi portò qui. Gino nel frattempo non se n’era stato con le ali in ala, e aveva aperto l’URL WWW.Ginothechickenlostinthenet.com, dove affluiva un po’ tutto il Deep Web, il Web degli abissi. Ecco come lo annuncia: L'effetto deterritorializzante prodotto dalle nuove tecnologie di informazione e comunicazione rende obsoleta la forma pollo a due occhi così come noi la conosciamo? Ripeto la vecchia domandina, più lento lento lentamente per i distratti: l'effetto deterritorializzante prodotto dalle nuove tecnologie di informazione e comunicazione rende obsoleta la forma pollo a due occhi così come noi la conosciamo? La risposta è semplice: col cazzo! Ma forzatamente questa domanda da un po' mi ossessiona, perché qualche velocissimo stronzo è entrato in un canale subliminale non protetto e mi ha inchiodato alla cresta il suo passatempo preferito: un bel gioco con Edipo miniaturizzato dalla Michael Jackson Foundation. Questo programma videogame killer della nuova era olistipsycosensorialsexualeniugeistatecnofreakpubblicitarpretaiola è noioso come la melassa dell'arpa celtica suonata in un pollaio di Gallarate, scomodo come uno spolverio intenso di pixel, pieno di presenze aliene invisibili e schifosi virus retroattivi, vuole pure comandarmi a me a Gino io pollo! e mi fa forzatamente mumble mumble avere una paranoica dose quotidiana di grigie visioni accompagnate da campionature di cimbali tibetani di bronzo che mulinellano nelle mie orecchie. Questo nei piani della MJF basterebbe a stroncarmi, ma io sono un guerriero, un pollo miraggio nato per l'amore perso nel colore. Stringo il becco e vado avanti. Penso al mondo - un puntino microscopico alla deriva nell'entropia dell'Universo. Di questo mondo mi ricordo il cielo e questo mi basta per il morale-ale. Il ricordo di un cielo è importante, specialmente se era un cielo che ti godevi sotto in mutande-ande... libero nel pollaio... sera... pollastrelle lucenti... birra di granturco e mutande di piume finissime... e danzare... danza danza danza... squarci di comete, universo in espansione veloce... dea ganja con gli amici... Non conosco il mio destino ma sono forte. Il corpo è flessibile, intatto. Corro veloce quanto voglio... il campioncino del pollaio... tiratemi il collo se vi riesce, brutte merde sanguinarie! Poi salto sulla rete, monto in cielo, volo lontano. Ali Ritrovate, è il mio nuovo nome. Un santo pulcino. Un esempio di coraggio. J Dioniso s'arruffa nelle mie penne rosse anche qua, adesso, perso nel niente della rete. E allora in culo ai videogiochi della MJ Foundation! (…) Michael Jackson Michael Jackson Foundation… (…) Ma vaffanculo vai! (…) Oh dio, divertente! Oh dio, divertente! Oh dio, divertente! Oh dio, divertente! Oh dio, divertente! Oh dio, divertente! Oh dio, divertente! Oh dio, divertente! Oh dio, divertente! Oh dio, divertente! Oh dio, divertente! Oh dio, divertente! Nel Frattempo la NASA aveva abbandonato i progetti di colonizzazione speleologica lunare per l’esplorazione di Europa, pianeta di ghiaccio e acqua satellite di Giove. Vengono testati nelle profondità della Grande Barriera Corallina, a largo dell’Australia, dei moduli abitativi ispirati a quelli di Jacques Costeau. Il primo, Rhombus, è un laboratorio in grado di ospitare 5 uomini ed è largo 129 metri. viene interamente costruito sulla costa di Tantawangalo e poi, trascinato da hovercraft, viene fatto inabissare. Gino lo considera un “inquinamento antropocentrico libertofago ecocida” ai danni della Grande Barriera, che comunque era l’obbiettivo di preservazione degli oceanologi del Rhombus, il quale venne fatto inabissare il più possibile via dalla costa, all’incirca nello stretto di Rockampthon dopo una circumnavigazione di 180°. Gino hackerò i computer del Rhombus chiudendolo a sé stesso. Nel Mare dei Coralli nel frattempo si era scoperto un tunicato che produceva un ormone che avrebbe permesso di arricchire, in modo del tutto naturale, il valore proteico di un tipo di cocomeri che si stava cercando di introdurre in Africa, per risolvere il problema del cancro infantile. L’improvviso silenzio Internet della struttura allarmò la WWWCAS, che ormai era contro Gino e non più moderatamente pro Gino: se fossimo riusciti a rematerializzarlo altro che esilio calabrese! Lo avremmo fatto alla cacciatora. Infatti, per costringere Gino a liberare il Rhombus, si giustiziò Testa di Rapa con un iniezione letale in diretta. Il video guadagnò 3000.000 follower su EveryBroadcast (evoluzione di Youtube) e ci si spaccò tra “Ginisti” e “Antiginisti”. L’EPA considerò “omicidio politico” il gesto, mentre l’ACI, che appoggiava l’ecologismo non totalitario, umanitario e cristiano cattolico apostolico degli esimi Riccardo Cascioli e Roberto Gasperini, ribadì che il gesto era disumano tanto quanto il delirio totalitario di Gino e dei suoi seguaci, che voleva l’uomo ridotto ad una bestia il cui unico itinere è nascere, accoppiarsi e morire. “In nome dell’ideologia econazista dominante” disse Nicola Inghiuquozzo, allora presidente della CEI “si lasciano morire gli uomini. Che ecologia è un ecologia che vuole estinguere l’umanità?” il chiasso permise a noi di andare a recuperare i prigionieri del mare dei coralli. Riuscimmo, grazie alla mia trasformazione in capodoglio, a far emergere il Rhombus e, approdati a Rockampton, il capo della spedizione, Roger Smith, potè rivelare il segreto dei tunicati. Dopo lo smantellamento a Canberra, l’ASRI, l’Australian Space Research Institute, l’Agenzia Spaziale Australiana, lo ricostruisce chiamandolo Decaennagonos, un poliedro a 19 lati. Il Decaennagonos viene slittato da Canberra nel mare di Tasman, dove poi il Decaennagonos sarà capace di spostarsi autonomamente fin nel Mare dei Coralli, per continuare le ricerche. Ma nel resto del mondo la situazione peggiora. Alla NASA la presidentessa Cleo Torress sostiene la necessità di fermare Gino, le cui teorie antiglobaliste sono un freno alla rinata corsa allo spazio. All’improvviso di Gino non se ne trova più traccia. Il resto è storia di oggi. “ Hiro poi raccontò delle Mantis Sisters, di Wasupu, eccettera. Per le vacanze natalizie, Hiro tornò a San Fransokyo e si accordò con Robin che si sarebbero risentiti a Febbraio.
   
 
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