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Autore: Iaia89    12/04/2016    2 recensioni
'...quella, purtroppo, era la mia faccia. La faccia che mi viene ogni volta che sono agitata, quella faccia che sembra voler dire “se mi parli ti spacco i denti”. [...] Ecco perché non c’è da stupirsi se l’unico ragazzo che ero riuscita ad avvicinare non mi avesse mai vista in faccia. Questo perché ci eravamo conosciuti tramite uno scambio di lettere.'
Che succederebbe se Siwon decidesse di rispondere alle lettere di una fan? Questo è ciò che la fan in questione si immagina.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Choi Siwon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stavo aspettando in piedi davanti all’hotel con una faccia da arrabbiatura da record. E non perché fosse effettivamente successo qualcosa, per l’amor del cielo, ma perché quella, purtroppo, era la mia faccia. La faccia che mi viene ogni volta che sono agitata, quella faccia che sembra voler dire “se mi parli ti spacco i denti”. Che poi, a dir la verità, quella faccia ce l’ho anche quando sono calma e placida a pensare alla lista della spesa. Diciamo che viene giusto accentuata un pochino dal nervosismo. Ecco, il mio DNA non è che abbia proprio voluto farmi un favore. Magari lui pensava che dovessi andare a vivere nella giungla, dove è pieno di predatori, quindi mi ha fornito questa faccia come meccanismo di difesa. Peccato che riesce solo a difendermi da potenziali fidanzati o anche solo da potenziali amici. È difficile avvicinarsi e cominciare a chiacchierare con una che sembra abbia appena sgozzato un cucciolo di foca, li capisco poverini. Solo che non posso farci niente. Quello stupido di DNA mi ha anche dotata di timidezza cronica come se non bastasse. Quindi per me era sempre stato molto difficile conoscere gente e farmi nuove amicizie. Sì, qualche persona impavida era riuscita ad avvicinarsi e aveva anche scoperto che in fondo sono molto simpatica (a loro dire, non voglio mica tirarmela…). Ma si contavano sulle dita di una mano, basti solo pensare che ero riuscita a passare gli ultimi due anni di università completamente da sola. Avevo provato a parlare con qualche persona (e mi era costata TANTA fatica), ma erano già tutti a gruppetti e non ero riuscita ad integrarmi. “Ecco quello che mi sono tirata dietro laureandomi in ritardo e non avendo più i miei amici a lezione. Stupida Analisi I!”. O stupida io, dipende da come si guarda la cosa.
Ecco perché non c’è da stupirsi se l’unico ragazzo che ero riuscita ad avvicinare non mi avesse mai vista in faccia. Questo perché ci eravamo conosciuti tramite uno scambio di lettere. Il che era veramente una cosa assurda. Certo, direte voi, nel ventunesimo secolo chi usa più le lettere? No, non è per questo. Il fatto è che il ragazzo in questione non è il tipo che risponde a delle lettere. O, almeno, non il tipo che risponde a delle lettere di gente che non conosce. Il ragazzo si chiama Choi Siwon ed è un cantante e attore famoso, un idol come dicono in Corea, il Paese dove è nato. Siwon aveva iniziato il servizio militare, obbligatorio da loro, ed io, da brava fan, avevo iniziato a scrivergli delle lettere. Lo facevano centinaia di fan per dimostrare il loro supporto e per far sapere alla loro celebrità preferita che non l’avrebbero abbandonata anche se doveva stare lontana dai riflettori per ben due anni. Io avevo trovato l’indirizzo e avevo pensato “perché no?”. Era un periodo in cui mi sentivo sola e scrivere quelle lettere mi aiutava, non so perché. Tanto ero convinta che non avrebbe neanche fatto caso a ciò che scrivevo perché sicuramente sarebbe stato sommerso da un sacco di altre lettere molto più interessanti. Per cui descrivevo la mia vita, i miei problemi, le mie piccole conquiste… E ad un certo punto, Siwon aveva iniziato a rispondere. Ero rimasta molto stupita, non me lo sarei mai aspettato e un po’ mi vergognavo, anche perché ormai avevo la certezza che avesse letto tutte le sciocchezze che gli avevo scritto. Ma ovviamente ho continuato a scrivergli, non potevo perdere quell’occasione. Sicuramente è anche molto più gratificante scrivere quando si sa di ricevere una risposta. Quindi siamo diventati amici, almeno da parte mia. Ci siamo scambiati decine di lettere e siamo rimasti in contatto anche dopo la fine del suo servizio militare.
Ed è così che torniamo a quell’hotel. Siwon mi aveva scritto che sarebbe venuto in Italia per filmare alcune scene di un drama in cui stava recitando. Secondo lui sarebbe stata l’occasione perfetta per vederci finalmente faccia a faccia. Mi aveva fatto una predica infinita sul fatto che non gli avessi mai spedito delle foto. “Fossi scema…”. Cioè, capiamoci, non è che io pensi di essere brutta, ma sono una ragazza come tante, invece lui è un tipo da copertina. Non volevo che smettesse di scrivermi una volta capito che non ero assolutamente alla sua altezza. Non so come la pensava lui, ma come ho detto, io lo consideravo un amico e non volevo perderlo. Tuttavia, arrivati a questo punto, non potevo rifiutarmi di incontrarlo per cui ho accettato di aspettarlo davanti al suo hotel dopo le riprese. Ecco quindi spiegata la faccia da ti-ammazzo-la-famiglia. Comunque ce l’avevo messa tutta per rendermi presentabile. Per l’occasione mi ero addirittura truccata, cosa che non faccio quasi mai. Indossavo un vestitino rosa a stampa floreale con mezza manica e con una gonna a campana che arrivava al ginocchio. Ci avevo abbinato dei sandali rosa con la zeppa. I capelli li avevo raccolti in una treccia intrecciata che si fermava dietro all’orecchio destro, in modo da farmi ricadere il resto dei capelli - che avevo acconciato in piccoli boccoli - sul petto.
Sto ancora aspettando quando vedo arrivare le mie due migliori amiche. “Ma porc…”
«Sei una gnocca stratosferica!» dice la prima.
«Seee, non esageriamo. Ma perché siete qui??» rispondo.
«Come perché, stai per incontrare l’amore della tua vita, quello che fa parte di tutti i tuoi sfondi del computer. Dobbiamo darti supporto!» aggiunge la seconda.
«Ma che amore? Dai, ragazze, non è il momento. Mi fa piacere che siate venute ma non voglio accoglierlo con la scorta, cosa penserebbe?».
«No, sul serio. Pensi che ti lasceremmo da sola ad incontrare uno sconosciuto? E se succedesse qualcosa? Come fai a fidarti di uno che non hai mai visto?» la prima mi fa la predica. E so che ha ragione in teoria.
«Lo so… ma insomma, stiamo parlando di una celebrità in un posto pubblico. Che può succedere? Vi giuro che terrò sempre il cellulare a portata di mano, ma vi prego, andate via. O almeno spostatevi un po’ più lontano…» cerco di convincerle.
«Solo per stavolta te la diamo vinta. Però ci mettiamo in quel bar di fronte e se cominci anche solo ad avere il sentore che qualcosa non quadri, chiamaci!!» la seconda chiude la questione. È sempre stata la più decisa del gruppo.
Tiro un sospiro di sollievo mentre si allontanano. Sono veramente grata del fatto che si preoccupino per me ma non voglio correre il rischio di spaventarlo portandomi le amiche al seguito. Fanno appena in tempo ad entrare nel bar che vedo una macchina nera fermarsi di fronte all’hotel. Sento salire ancora più ansia e scopro che ho ragione a preoccuparmi quando lo vedo scendere dal sedile posteriore. Devo per forza farmi avanti perché lui non ha idea di come io sia fatta. “Adesso svengo” penso mentre mi avvicino e le gambe mi si fanno molli. Spero di non avere la solita faccia ma tanto so che è inutile.
«Ciao» mi faccio avanti con un coraggio che non so da dove sia uscito.
«Ciao» mi risponde un po’ titubante. “Di sicuro penserà che voglio chiedergli l’autografo”.
«Sono Ilaria, mi hai scritto di incontrarti qui e quindi… eccomi qua» non è proprio un’introduzione da Oscar però… sì okay fa schifo ma sono agitata.
«Ah sei tu! Finalmente ti vedo in faccia! Dai, entriamo, ho prenotato al ristorante dell’hotel perché mi hanno detto che è molto buono».
Mi fa strada e io già gioisco per il fatto che non sia scappato a gambe levate dopo avermi vista. È già una conquista per me.
Dopo esserci seduti ed aver ordinato, Siwon mi racconta come sono andate le riprese.
«Dovevamo finire oggi ma ci sono stati dei problemi, per cui domani alle tre del mattino dovremo partire per girare le ultime scene».
«Mi spiace, mi sento in colpa ora. Non dormirai niente se starai qui a cena con me. Possiamo rimandare se vuoi» lo dico anche se so che sarà molto difficile vederci ancora visto che lui deve prendere l’aereo per tornare a casa.
«No figurati, ci mancherebbe altro! Sono abituato a dormire poco, non è un problema. E poi volevo veramente conoscerti di persona» gentilmente rifiuta l’offerta e dentro di me sono felice che abbia deciso di sacrificare il sonno per me.
«È da un po’ che volevo chiedertelo. Perché hai iniziato a rispondere alle mie lettere?» ho un po’ paura della risposta ma lo devo sapere.
«Non so perché in realtà, mi piaceva come scrivevi e poi mi sembrava che avessi bisogno di parlare con qualcuno».
 “Gli facevo pena, perfetto”. Non so che dire, non che mi aspettassi chissà cosa, ma sono un po’ delusa. Penso che lo capisca perché subito riprende a spiegarsi.
«Guarda che mi sono legato a te, dico sul serio. È per questo che volevo vederti. Devo dirti una cosa e voglio che tu sia sincera con me» mi guarda negli occhi e io ricambio il suo sguardo, perdendomi nei suoi dolcissimi occhi al cioccolato.
 
*****
 
Peccato che a questo punto suona la sveglia e io torno alla mia solita routine. Era solo un sogno alla fine. Un sogno, però, che sicuramente mi farà sentire bene per tutto il resto della giornata.
  
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