Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: fedetojen    12/04/2016    1 recensioni
Era tutto sfocato. Io che rincorro qualcuno. Provo un sentimento di rabbia per chi inseguo. Lo afferro, lo uccido, lo riduco in mille pezzi. Diventa ancora tutto più sfocato.
Cammino ancora tutta sporca di sangue e avanzando mi giro sulla destra e mi guardo allo specchio, vedendo così una bestia sporca di sangue, non una persona. Avevo le sembianze di un cane. O forse no…..Era tutto troppo sfocato. All’improvviso il buio. Non so chi sono, come mi chiamo, quanti anni ho e se ho una famiglia…
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
TUTTO EBBE INIZIO DA UN SOGNO.
 
Era tutto sfocato. Io che rincorro qualcuno.
Provo un sentimento di rabbia per chi inseguo.
Lo afferro, lo uccido, lo riduco in mille pezzi.
Diventa ancora tutto più sfocato.
Cammino ancora tutta sporca di sangue e avanzando mi giro sulla destra e mi guardo allo specchio, vedendo così una bestia sporca di sangue, non una persona.
Avevo le sembianze di un cane. O forse no…..
Era tutto troppo sfocato.
All’improvviso il buio.
Non so chi sono, come mi chiamo, quanti anni ho e se ho una famiglia…
 

IL RISVEGLIO
 
Apro gli occhi: avevo la tachicardia e capisco che era solo un sogno, ma non comprendo come mi sono ritrovata stesa su un letto.
Cerco di alzarmi per guardarmi in giro, ma mi gira la testa, come se qualcuno mi avesse dato una botta in testa.
Noto che alle gambe e al braccio destro ho delle fasciature.
Allora dopo un paio di tentativi, cercando di contrastare il dolore che avevo alla testa e riesco a sedermi a letto.
Mi guardo intorno: difronte al letto c’erano una finestra e un comodino.
M’infilo le scarpe e cerco di camminare, ma mi ritrovo a terra senza forze. Subito sento che qualcuno apre la porta.

<< Ehi vacci piano bellezza.>>

Dalla voce è sicuramente un ragazzo che si avvicina a me e mi aiuta ad alzarmi.

<< Grazie. Tu saresti…>> chiesi con un filo di voce.
<< Sono il tuo guardiano: Owen. >> mi rispose. Ma perché guardiano?
<< Guardiano?>> chiesi.
<< Sì. Ti spiegheranno tutto dopo, non ti preoccupare.>> sembrava adulto, ma la sua altezza traeva in inganno.

Mi accompagnò fino ad una stanza piena di libri.
Sembrava una biblioteca e mi fece sedere a una delle tante sedie dell’immenso tavolo posto al centro dell’enorme stanza.
Dopo qualche minuto, vedemmo entrare una massa di persone: per lo più ragazzi e solo tre ragazze.
Una volta che si sedettero tutti, contai al tavolo quattordici persone.
Avevo gli occhi puntati addosso, per non so quale motivo.
Mi sentivo in imbarazzo e Owen mi tranquillizzò sussurrandomi all’orecchio di stare serena.
All’improvviso si alzò un ragazzo con i capelli che arrivavano all’altezza del collo, biondo.

<< Salve a tutti: è da tanto che non ci si vede. Vi ho convocato qui, per una notizia che vi lascerà a bocca aperta. Un mese fa’, ci trovammo in uno scontro con un altro clan. Trovammo un lupo bianco che ci aiutò. I lupi bianchi si sono estinti da quando la Famiglia dei lupi più potente, subì un’imboscata e fu sterminata, e questo lo sappiamo tutti. Ma c’è una leggenda che narra dell’unica figlia dell’ultimo lupo di quella Famiglia, che riuscì a scappare. E oggi si trova in questa stanza, ed è proprio lei!​​ >>

Indicò me con la mano.
Ricaddero gli occhi su di me.
Ansia.
Io non riuscivo a capire granché, poiché il dolore alla testa continuava a essere sempre più forte.

<< Questo cosa vuol dire?!? >> gli gridai contro, non capendo cosa stesse succedendo mi alzai di scatto, feci un segno a Owen che mi capii al volo.
Mi aiutò a ritornare in stanza, ma dopo poco qualcuno bussò.
<< Chi è?>> chiesi infastidita.
<< Posso parlarti?>> chiese la voce misteriosa.
<< Non mi hai detto nemmeno chi sei.>> risposi fredda.
<< Sono il ragazzo che ha parlato poco fa. Vorrei farti un paio di domande.>> Capii che era il ragazzo biondo e così lo feci entrare.
<< Allora entra pure. >> dissi io.

Quella porta quando veniva aperta, scricchiolava. Mi alzai dal letto e mi sedetti per stare più comoda, le ferite alle gambe e al braccio iniziavano a bruciare e il fastidio era insopportabile, tanto da farmi venire in mente di levarmi le bende, ma decisi di sopportarle ancora un po’.
Il ragazzo biondo si avvicinò a me e si inginocchiò chinando la testa in basso.

<< Mi scusi se prima l’ho messa in imbarazzo, non era mia intenzione.>> Perché mi stava dando del lei? Questa cosa m’infastidiva parecchio.
<< Per favore dammi del tu e alza la testa. >> gli dissi.
<< Lo sai come ti chiami?>> mi chiese guardandomi fisso negli occhi.
<< No….è importante?>> chiesi, ma non mi rispose. L’unica cosa che continuava a fare era guardarmi fisso negli occhi.
<< Sai chi erano i tuoi genitori?>>mi chiese nuovamente. Stavo iniziando a innervosirmi.
<< Ma non capisci che non ricordo nulla?? Secondo te se mi ricordassi qualcosa starei qui seduta a parlarti?? >>

Ero arrabbiata e gli gridai contro quelle parole.
Il suo volto cambiò. Divenne rigido e si vedeva che era frustrato.

<< Sai chi sono io almeno?>>Mi chiese speranzoso.
Il nulla più totale. Non mi veniva nulla. Il suo viso non mi ricordava nulla, nemmeno un nome. Dovevo dargli come risposta un altro no. Ma mi guardò nuovamente in volto, e capì che la mia risposta sarebbe stata più un no che un si.

Allora si alzò e mi disse: << La cena è alle 20 in punto, sii puntuale.>>
Aprì la porta e se ne andò. Ero curiosa di quell’ultima domanda: “ Sai chi sono io almeno?” chi era lui? Era importante per me? Chi erano i miei genitori?

Mi feci tante domande e nel frattempo il tempo passava e mezz’ora prima di mangiare bussò Owen: << Posso entrare? >> mi chiese.
<< Certo, entra pure. >> Mi ero affacciata alla finestra, quel leggero vento era piacevole.
<< Dobbiamo scendere a prendere il tuo vestito. Non puoi mica scendere con quelle robe>> mi disse ridendo.

In effetti, andare in giro con robe sporche di sangue, non era il massimo. Anche perché puzzavo e avevo bisogno di farmi una doccia.

<< Posso farmi una doccia dopo aver scelto cosa mettermi? >> chiesi a Owen.
<< Certo, tutto quello che vuoi. >> mi fece un sorriso e m’invitò ad affrettarmi.

Percorremmo parecchi corridoi, e se fossi dovuta ritornare indietro da sola, mi sarei di sicuro persa.
Entrammo in questa stanza con vari armadi di legno antico e Owen indicandomeli mi disse: << Scegli quello che ti piace di più. >>

Chiuse la porta dietro di me e rimasi sola: io e gli enormi armadi.
Iniziai a spulciare di qua e di là trovando un pantalone sul verde scuro che mi piaceva parecchio.
Lo provai, e mi andò alla perfezione. Mancava solo la maglia.
Lì faceva piuttosto freddo così scelsi di prendere una maglia a maniche lunghe sul blu chiaro.
Uscii dalla stanza e trovai Owen ad aspettarmi.

<< Seguimi che ti porto nel bagno.>> era molto gentile con me.
<< Grazie di tutto. >> gli dissi.
Mi rispose con un: << E di che. Se posso fare altro, basta che me lo dici. Nessun problema. >>

Arrivammo al bagno, mi fece entrare e preparai la vasca con acqua calda e tanto sapone.
Quando mi spogliai e mi levai le bende alle braccia e alle gambe, rimasero solo alcuni graffi e delle sbucciature ancora sanguinanti.
Appena entrai, iniziarono di nuovo a farmi male le ferite.
Fortunatamente nel bagno c’erano bende e pomate per le mie ferite.
Non volevo proprio uscire dalla vasca, si stava troppo bene.
Dovevo affrettarmi perché dovevo mettermi le bende e vestirmi.
Mi sbrigai e mi lavai per bene, mi asciugai, mi misi le pomate, le bende e mi vestii.
Uscii dal bagno e con Owen andammo nella sala da pranzo che si trovava pochi metri più avanti.
Riuscivo a camminare da sola, anche se a volte barcollavo.

Come entrai, il ragazzo biondo si avvicinò a me e mi chiese: << Come va?>>
Mi appoggiai al muro con una mano e gli risposi: << Bene. Riesco a camminare ma ho ancora qualche dolore.>>
Mi guardò e prima di parlare mi prese la mano e disse: << Vieni ti aiuto. >>

Non potevo rifiutare visto che già in precedenza gli avevo urlato contro.
Decisi di restare al suo fianco e farmi accompagnare al mio posto.
Mi fece sedere prima di tutti, e una volta che si fosse seduto anche lui affianco a me, si sedettero tutti gli altri.
L’attenzione era rivolta a me e al ragazzo biondo di cui ancora il nome era sconosciuto.

Iniziammo a mangiare e un ragazzo si rivolge al ragazzo biondo dicendo: << Non gli hai detto ancora niente? >>
Con aria serena e pacata gli rispose: << Le dirò tutto domani con più calma. >>

La discussione finì dopo quelle parole e calò il silenzio. Finimmo la cena e il ragazzo biondo mi accompagnò personalmente alla mia stanza.
Non parlammo per tutto il tragitto.
Restammo zitti come due pietre, finché non arrivammo alla porta e mi parlò: << Domani ti spiegherò tutto. Buona notte. >>

Ero davvero stanca e avevo bisogno di dormire.
L’indomani avrei scoperto qualcosa.



Spazio autrice: Salve a tutti. Questa storia è diversa da tutte le altre che ho scritto, in fatti risale a molto tempo fa, prima che io mi iscrivessi su Efp. Spero piaccia e che recensiate per dirmi i vostri pareri. Per me contano un sacco!
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: fedetojen