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Autore: Scarlett Sakura    12/04/2016    4 recensioni
Un bambino solo con i suoi pensieri e la sua sofferenza. La sua unica compagnia è un'orologio a pendolo...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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L’orologio a pendolo

 

 

 

 

 

In giro per il mondo…
Occhi incrociavano i miei occhi…
Amori sparsi ho trovato per la strada…
Che rifacevano i miei sogni…

 

 
Tic, tac, tic, tac…
L’ orologio batte il rintocco…
Tic, tac, tic, tac…
Appeso al muro, batte…
Tic, tac, tic, tac…
Sei di nuovo solo…

 
Sono scappato da quella maledetta casa, da quella maledetta scuola. Non posso più sopportare questa situazione. Non è giusto.
Perché devo essere umiliato in questo modo? In fondo, cosa ho di diverso? Sono solo un po’ taciturno, mi piace leggere e non amo stare al centro dell’attenzione; detesto anche la moda.
E allora? E’ questo un buon motivo per deridere qualcuno? Ho sopportato anche troppo.
La mia famiglia neanche mi capisce, mio padre lavora, lavora e lavora! Per lui accumulare denaro è più importante di tutto, anche di me, di noi.
Mia madre, al contrario, è buona e mi ha cresciuto praticamente da sola. Non ho mai voluto dargli un dispiacere e per tanto non le ho mai detto nulla. Per questo lei non ha mai capito.


Tic, tac, tic, tac…
L orologio continua il rintocco…
Tic, tac, tic, tac…
Sei appoggiato al muro…
Tic, tac, tic, tac…
Sei qui solo…

 
Rivedo i loro volti… I miei compagni ridono.
Io seduto al banco che fisso il vuoto… Io che non ho studiato.
Il professore che mi richiama e la classe ancora ride.
Odio le risate, odio ridere.
Mi sembrano tante inquietanti maschere, come le zucche di Halloween. Sghignazzano malignamente delle tue paure.
C’è una bambina come me. Anche lei è seduta ad un banco sola, non ha amici, mi ha detto una volta. E’ diversa, lei non ride, no, lei sorride. Parliamo solo io e lei.
Nessuno ci capisce.

 
Tic, tac, tic, tac…
L orologio ripete il rintocco…
Tic, tac, tic, tac…
Piangi al muro…
Tic, tac, tic, tac…
Sei finalmente solo…

 
Altre lacrime, altra debolezza.
Ma io… Non riesco a essere più forte di così!
E mentre il sole si consuma lento e inesorabile all’orizzonte, io lo contemplo da questa casa. Un vecchio relitto abbandonato nel bosco.
E’ maledetta, dicono…
Vi abita un pazzo, dicono…
Morirai, dicono…
E’ stupido, dico io. Magari morissi, così non dovrei più soffrire, essere umiliato nel mio intimo di essere umano.
Scomparire… Che bello…
Un sogno.
Ma poi, penso a quella bambina… Se me ne vado… chi penserà a lei?
Resterà sola.
Allora io… non sono solo… Anch’io ho un amica! Lei pensa a me e io penso a lei.
E intanto che sto qui, appoggiato con le spalle al muro, con le braccia intorno alle ginocchia a frignare, lei è fuori. Lei combatte nel suo modo di essere.
Per questo non la devo lasciare.

 
Tic, tac, tic, tac…
L orologio dal dolce rintocco…
Tic, tac, tic, tac…
La sua ombra sul muro…
Tic, tac, tic, tac…
Anche lui è  solo…


L’orologio a pendolo mi guarda senza proferir verso; come se potesse parlare.
Però la sua è comunque compagnia, non parla ma non ride, ti ascolta ma non risponde.
L’amico perfetto. Mi viene quasi da ridere.
E intanto lui è tornato. Posa l’ascia e la legna, mi guarda tranquillo. La sua barba castano scuro in tinta coi capelli lo fanno sembrare severo, ma so che non è così. Lui è buono.
«Quanto pensi di stare qui? I tuoi saranno in pensiero.» Una voce calma e un po’ rude, ma carica di dolcezza. Sotto l’orologio vi è un giradischi, inserisce uno a caso e parte la musica.

In giro per il mondo…
Occhi incrociavano i miei occhi…
Amori sparsi ho trovato per la strada…
Che rifacevano i miei sogni…

 

Sorrido.
È uno dei miei preferiti, l’ha messo a posta.
La canzone per un sognatore… Ciò che ormai non sono più da tempo…


Che rifacevano i miei sogni…

 
E’ così bella e tranquilla, con una malinconica nota di fondo. La sento piena di speranza e di tristezza… La speranza di un sogno…
Quante volte avrei desiderato questo miracolo… ma non si può avere tutto, anche per chi non ha niente.
La vita ci offre qualche consolazione…
E la mia è lei, anzi, sono loro.
Ora ci credo.

Sogni di bambino…
Sogni di un giorno potere abbracciare il mondo…
Sentendo di capire quanto piccolo…
Quanto piccolo…
Quanto piccolo…

Sogno.

È vero, sono piccolo e per niente forte, ma voglio poter continuare a vivere. Un giorno anche io abbraccerò il mondo, ne sono sicuro.
Mi alzò da terra con maggior tranquillità rispetto a prima.
«La prossima volta che torno…» Perché io tornerò, lo so già. La mia è solo una forza momentanea. «Posso portare una mia amica?»
«Va bene. Fa attenzione per la strada.»
«Tranquillo, il sole è ancora lì.» Lo indico con una nuova speranza nel cuore. «Grazie… per tutto.»
Grazie per avermi sopportato e supportato, so che continuerai a farlo.
Purtroppo è il mio limite.
Però… la prossima volta lei verrà con me.


Tic, tac, tic, tac…
L orologio dall’antico rintocco…
Tic, tac, tic, tac…
La sua presenza sul muro…
Tic, tac, tic, tac…
Grazie a te non sono solo…

 
Cammino guardandomi un’ultima volta alle spalle mentre le ultime strofe della canzone camminano con me, le sento al mio fianco e per questa notte non sarò solo.

 
Sogni di bambino…
Sogni di un giorno potere abbracciare il mondo…
Sentendo di capire quanto piccolo…
Quanto piccolo…
Quanto piccolo…

Sogno.

 

 

Grazie.

 

 

 

Angolo autrice:
Salve a tutti.
So che ad alcuni potrà sembrare senza senso ma ci tenevo a pubblicarla. All’inizio era mia intenzione farne una one-shot insensata ma poi ho deciso di darle un minimo di logica.
Ho scritto questa assurdità ricordando il periodo delle scuole medie, quando mi sentivo una nullità e desideravo solo sparire. Trovare un riparo e un amico era la sola cosa che desideravo, oppure morire e nulla altro.

 Ringrazio tutti color che leggeranno, recensiranno e inseriranno questa cosa nelle storie preferite seguite e ricordate.

 Credits: la canzone in verde è di Marcus Viana “Canzone per un sognatore”

 
Saluti da Scarlett Blue Sakura. ^^

   
 
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