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Autore: Brika    12/04/2016    1 recensioni
Non sempre servono i principi e le principesse per creare una storia d'amore
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Quindi quand’è che ti decidi a raccontarci come vi siete incontrati voi due?” sentii Calum chiederlo a Michael, e un sorriso spuntò sulle mie labbra, mentre ripensavo a dove tutto era iniziato e come la nostra storia aveva preso forma.
“Ma perché vi interessa così tanto?!” chiese di rimando Michael. Mi diressi verso la cucina, dove i ragazzi stavano preparando la cena o, per lo meno, ci stavano provando.
“Beh, sai, adesso state insieme da 8 mesi e tutto ciò che sappiamo è che vi siete incontrati al supermercato” disse Luke, mentre mescolava una strana sostanza rossastra che ribolliva sul fuoco. Pensai subito a del sugo, ma non ero così sicuro di volermelo trovare nel piatto a cena.
“Penso sia abbastanza! A chi importa dei dettagli?!”
“A noi?!” risposero in coro i tre amici. Mi stavo divertendo troppo a spiarli, ma sapevo che se fossi entrata in cucina in quel momento i ragazzi avrebbero chiesto a me del nostro primo incontro e io ero curiosa di vedere la faccia di Michael nel sentirmi raccontare la sua piccola gaffe.
“Hey ragazzi, che combinate?” chiesi, annunciandomi nella cucina oramai troppo affollata per poter riuscire a cucinare con tranquillità
“Ciao Ginny!” mi salutarono tutti con un sorriso fin troppo grande
“Ciao dolcezza” mi rispose Michael, voltandosi e lasciandomi un leggero bacio sulle labbra
“Ciao Michey”
“Uffa! Ma perché continui a chiamarmi così? Lo sai che mi da fastidio!”
“Ma è un nomignolo così dolce! MI ricorda Topolino”
“Ma mia madre mi ha chiamato Michael e non… Mickey!”
“Ok… Gordon…”aggiunsi a bassa voce, mentre tutto il gruppetto di cuochi scoppiava a ridere
“Smettila Ginnifer!”
“Mi dispiace Michael, ma usare il mio vero nome non mi farà cambiare idea”
“E poi se permetti – aggiunse Ashton – tua madre ti ha chiamato Michael tanto quanto ti ha chiamato Gordon, quindi…” concluse sistemandosi gli occhiali sulla punta del naso, sembrando in tutto e per tutto un professore universitario
“Grazie mille per la spiegazione professor Irwin, ma potremmo nuovamente focalizzarci sulla vera e più importante questione che stavamo discutendo prima?”
“Che questione Luke?” chiesi, pretendendo di non essere a conoscenza della loro intera conversazione
“Be, noi ci stavamo chiedendo come vi foste incontrati, ma Mickey…”
“Michael” lo corresse il ragazzo dai capelli viola
“Quello – continuò Luke, congedando Michael con il gesto di una mano e continuando a parlare con me – ma Michael non vuole dircelo”
“Potevate chiedere direttamente a me, io non mi faccio tutti questi problemi”
“Cosa?! – Michael era sbigottito – Sei seria? Vuoi davvero raccontargli come sia successo tutto quanto?”
“Perché non dovrei volerlo?”
“Perché è imbarazzante!”
“Forse per te sarà imbarazzante. Io non ci vedo nulla di male in questa storia, anzi, la trovo addirittura pucciosa”
“Beh, io non la penso così” sentenziò, incrociando le braccia al petto e facendo una finta faccia arrabbiata che non fece altro che farmi ridere ancora di più”
“Beh, a noi non importa” gli fece il verso Calum
“Sai cosa? Se hai intenzione di raccontargli la nostra storia, io non starò qui ad ascoltarvi” disse Michael, lasciando la stanza
“Per favore, cucciolo, rimani qui con noi… ci servirà anche la tua versione” gli sussurrai prendendogli la mano e trascinandolo di nuovo in cucina.
“Lo sapevi che prima o poi questo giorno sarebbe arrivato, non pensi che prima te lo togli prima, prima passa tutta la vergogna?” ripresi un volta che fu seduto su uno degli sgabelli posizionati intorno alla penisola al centro della stanza
“Va bene, hai ragione… Adesso ti vieni a sedere vicino a me?” mi chiese indicandomi lo sgabello libero di fianco a lui
“Oh no no no no no no – dissi muovendo il mio indice davanti alla sua faccia e con un ghigno malefico sulla faccia – sono IO a raccontare la storia e quindi voglio averti di fronte per vedere la tua faccia per tutta la durata del racconto”
“Ginny, sei molto più malevola di quanto mi aspettassi… e questa cosa mi piace fottutamente tanto!”
“Grazie Cal” scoppiai a ridere per quel commento e tutti prendemmo posto intorno alla lastra di marmo su cui ogni giorno facevamo colazione
“Ok, iniziamo. C’era una volta…”
“Per favore Ginny, almeno fai la seria”
“Ok Michey”
“Non. Chiamarmi. Così” mi rispose a denti stretti
“Allora – lo guardai con un ghigno sulla faccia – era una fredda sera di Dicembre…”
“Era un giovedì sera” mi corresse Michael
“Grazie, ma la storia la sto raccontando io, quindi lasciamelo fare”
“Ok, scusa, non succederà più” disse appoggiando i gomiti sul tavolo e prendendosi la faccia tra le mani, assomigliando ad un grosso cucciolone
“Cosa stavo dicendo? Ah si. Era un giovedì sera ed ero al supermercato sotto casa a comprare le ultime cose per preparare la torta di compleanno di mio padre il giorno dopo, quando mi ricordai che la mia scorta di Tampax era quasi finita e il ciclo stava per arrivare. – mi voltai verso Michael e vidi che le sue guance stavano già diventando rosse, benché cercasse di nasconderlo con le mani – Quando entrai nella corsia dove avrei trovato quello che mi serviva, vidi questo ragazzo in mezzo alla corsia, dall’aria completamente persa ed anche un po’ spaventata” i ragazzi mi fissavano, ammaliati dalla storia che gli stavo raccontando
“Non ero spaventato! Stavo solamente cercando di capire quale tipo dovessi comprare” scoppiò Michael, ma quando realizzò che aveva parlato, si coprì la bocca e tornò ad arrossire in silenzio.
“Stavi comprando dei Tampax?” chiese Luke, beh, a dire il vero, lo urlò
“Assorbenti… per mia madre”
“Beh, non è così imbarazzante come ci avevi fatto pensare” lo rassicurò Ashton, con quella sua voce gentile
“E se vi dicessi che la parte imbarazzante deve ancora venire?”
“Parla ragazza, lo stai rendendo ancora più interessante”
“Grazie per il permesso Cal”
“Nessun problema, adesso, per favore, continua con la tua storia”
“Vediamo, dov’ero rimasta?”
“Avevi appena trovato Michael che cercava degli assorbenti”
“Ah sì, giusto. Allora, presi quello che mi serviva e feci per andarmene quando sentii una flebile e imbarazzata voce che mi chiamava”
“Suvvia! Non la stai raccontando bene, lascia finire me!”
“Ok, parla pure tu”
“Vediamo – riprese Michael da dove avevo finito io – ero li, a cercare di capire quali assorbenti fossero i più adatti a mia madre. Forse ero un po’ confuso, ma sicuramente non ero spaventato”
“Ti posso assicurare che lo era” sussurrai ad Ashton facendolo scoppiare a ridere
“Quindi decisi di chiedere aiuto alla prima persona che avessi visto”
“Quindi sono arrivata io…” mi intromisi sorridendo
“Beh… tu non sei stata la prima” mi corresse senza guardarmi negli occhi
“COSA?!” urlai incredula
“La prima persona ad arrivare fu un anziana, e chiedere a lei di assorbenti era decisamente raccapricciante, poi è arrivato un ragazzo non del tutto etero e, beh, non volevo chiedere di certo a lui”
“Quindi sono stata la terza! Mi hai aspettata! Non è stato destino! Mi hai mentito per tutto questo tempo!” ero talmente sorpresa e arrabbiata e ferita che mi alzai di scatto e rimasi ferma a guardare Michael, in attesa di una sua spiegazione
“Aspetta Ginny, fammi spiegare. Io non stavo aspettando te in particolare, stavo semplicemente cercando qualcuno con cui parlare, senza  sembrare un pervertito o gay”
“Cos’hai contro i gay?” chiese Ashton
“Nulla!”
“E allora perché hai paura di sembrare gay?”
“Perché se sembro gay mi si avvicinano i gay e non le ragazze che sono quelle che interessano a me”
“Ah! Quindi ti guardi ancora intorno?” chiesi sull’orlo di un tracollo nervoso
“Non sto dicendo questo! Perché travisi tutto quello che dico? Io stavo solamente dicendo che non voglio sembrare gay”
“Beh, sai, ogni tanto lo sembri…” si intromise Luke ad un tratto
“Cosa?! Sei serio?! Ginny, davvero ogni tanto sembro gay?”
“Beh…”
“Oh mio Dio! Anche la mia ragazza pensa che io sembri gay! Dove andremo a finire?”
“Momento momento momento – lo bloccai prima che continuasse la sua tragedia greca – ho detto beh, non sì, questo significa che devo spiegare”
“Allora avanti, spiega” disse incrociando le braccia e alzandosi in piedi, in attesa di una spiegazione
“All’inizio pensavo fossi gay, ma…”
“Vedi?!” mi interruppe e guardò Ashton con sguardo triste ed anche leggermente arrabbiato
“… ma ero triste perché mi piacevi”
“Ti piacevo fin dall’inizio, lo sapevo!” Michael strinse i pugni e mi guardò con sguardo vittorioso, come se smascherare il fatto che mi era piaciuto dalla prima volta che ci eravamo incontrati era la sua missione di una vita
“Beh, forse”
“Quindi, hai semplicemente fatto finta di non essere interessata per tutto il tempo in cui abbiamo messaggiato?”
“Sì…?”
“Perché” il suo sguardo mi fece gelare il sangue nelle vene, era più freddo della lastra di marmo su cui potevo vedere il mio ed il suo riflesso
“Forse dovremmo andarcene, così voi ragazzi potete parlare tranquillamente…” suggerì Ashton, alzandosi dal suo sgabello
“No! – risposi perentoria – volevate sentire tutta la storia, e questo è ciò che sentirete” Ashton torno a sedersi, mentre Calum sussurrava a Luke:
“Pensi che dovrei prendere dei pop-corn?”
“Non lo so, ma penso che dovresti tapparti quella cazzo di bocca” si poteva sentire dal suo tono di voce che non era solamente infastidito da quello che si era detto. Non era così che volevo che andasse il racconto; doveva essere un momento felice quello, il ricordo di quella sera non doveva portare a litigare, doveva portare solo felicità. Avevo paura che Michael potesse pensare che fossi una bugiarda.
“Mi dispiace Michael, io volevo solamente vedere se ti interessavo veramente o se era solamente una cosa passeggera. Sono stata usata da troppi ragazzi, avevo paura che fossi l’ennesimo a volermi trattare così”
“Come?”
“Abbiamo parlato per un mese e mezzo prima di vederci, e tu non mi hai lasciata perdere”
“Quindi era un test?”
“Sì, sei arrabbiato?”
“Tu hai giocato con i miei sentimenti!”
“Te l’ho detto, volevo solamente essere sicura che ti piacessi davvero”
“Beh, ti sbagli”
“Su cosa?”
“Sul piacermi fin dall’inizio”
“Ripeto: cosa?” ero davvero confusa, era possibile che il mio peggior incubo si stesse avverando e che non fossi davvero piaciuta a Michael?
“Ripeto: tu non mi sei piaciuta fin dall’inizio – si avvicinò a me lentamente e prendendo le mie mani tra le sue mi attirò a se – io ti ho amata fin dal momento in cui i miei occhi si sono incontrati con i tuoi. Dalla prima volta che le mie orecchie hanno potuto udire la tua voce. Dal momento in cui un tuo unico sorriso mi ha illuminato l’intera vita”
“Wow – ero più che sorpresa – non mi aspettavo una cosa del genere”
“Beh, grazie, dovevi proprio dirlo?”
“Scusami – scoppiai a ridere sentendo la tensione che abbandonava il mio corpo lasciando il posto ad una felicità immensa – ti amo anche io Mickey”
“I miei bambini!” scoppiò ad un tratto Calum, asciugandosi una lacrimuccia dalla guancia
“Calum”
“Cosa?”
“Sei strano, sai?” dissi ridendo, mentre Michael mi stringeva a se in un immenso abbraccio.
   
 
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