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Autore: SaraLovex    12/04/2016    1 recensioni
Antalasia, un regno ricco di magia suddiviso in più regni. Un giorno, in uno dei più grandi regni nasce un bambino, Kageyama Tobio, la cui famiglia da sempre fiancheggia il sovrano. Purtroppo il bambino nasce cieco, ma nonostante ciò crescerà forte e svilupperà abilità pari a quelle di un vedente.
Gli anni passano, un incontro particolare con un ragazzo che come magia regala la vista a Kageyama… ma poi sparisce, impedendo a Kageyama di ringraziarlo. Chi è il misterioso ragazzo? Un mago potente o la famosa creatura dal potere illimitato della leggenda di Anatalasia?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Shouyou Hinata, Tobio Kageyama, Tooru Oikawa, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve miei cari lettori, prima di lasciarvi alla storia mi sembra giusto dire due parole.Questa storia nasce da una mia idea iniziale che ha spinto una mia amica del gruppo di Haikyuu, Lio Nishimori (http://efpfanfic.net/viewuser.php?uid=773090), a scrivere questo Fantasy. Noterete già la differenza di scrittura che viene usata… per chi mi conosce. Sottolineo il particolare che la storia è solo all’inizio simile alla mia idea di trama a qui era destinata, per il resto è tutto opera di questa ragazza che spero apprezzerete.

Grazie Lio, per la storia che stai scrivendo e Grazie a EliotbyNight per le correzioni.
Buona Lettura e siate Spietati xD.


 

Cap.01. Incontro.

 

Antalasia, un grande regno dove umani convivono con la magia e creature definite mitiche. Antalasia è suddivisa in diversi regni, governati da potenti maghi e i due regni principali: sono il regno del grande mago Ushijima Wakatoshi, maestro della magia di luce e cavaliere, mentre il secondo è il regno Seijo, governato dal temibile mago oscuro Oikawa Tooru.
Tuttavia, ci sono anche dei regni neutrali come il regno Nekoma, guidato dal re mago Kuroo Tetsuro, ma il più grande fra i regni neutrali è Karasuno, il cui sovrano è il guerriero Daichi Sawamura, la cui famiglia è da secoli fiancheggiata dalla celebre stirpe del casato Kageyama, che attendeva un erede, notizia che ben presto giunse a palazzo.
 
- Dunque i nostri cari compagni sono in attesa di un erede, dico bene? – il re in carica fu lietamente avvisato di tale evento e decise di essere informato il prima possibile della nascita di questo nuovo membro della famiglia su cui contava di più in assoluto.
- Sì Sire, sono stato informato da poco che mancano ormai pochi giorni! - ad informare il re fu il suo fidato messaggero Takeda Ittetsu, fedele da sempre al suo sovrano.
- Molto bene, Daichi, sono sicuro che per noi questo nuovo arrivo sarà un aiuto fondamentale! - il sovrano si rivolse al figlio, il principe Daichi, che ormai aveva otto anni e che era destinato a prendere il posto del padre e governare il regno di Karasuno.
- Sì, ne sono sicuro anche io, padre. -
Dopo pochi giorni Takeda tornò ad informare il re: - Mio re, la informo che l'erede dei Kageyama è un maschio, come ci auguravamo. –
Sebbene fosse una buona notizia il messaggero aveva un'aria preoccupata, che fu subito scoperta dal sovrano. - Takeda, per caso c'è qualcosa che devi dirmi? Mi sembra che tu sia turbato. –
Dopo quelle parole il fidato Takeda dovette informare il re di un fatto importante: - Sire, il bambino di salute sta bene, però... Negli ultimi tempi ci sono state delle problematiche con le nascite e quello che mi turba... È che il bambino è nato cieco - a malincuore diede questa notizia al sovrano, che non la prese bene.
 - Cieco? È come potrebbe un cieco aiutarci nella difesa del regno? Sarebbe solo un peso ed io non posso permettere che le sue difese vengano in qualche modo indebolite. -
- Ne sono consapevole, ma non credo sia necessario ricorrere a metodi drastici, si tratta solo di un bambino, inoltre non ha colpa della sua cecità. -
Takeda temeva il peggio per la sorte di quel bambino e cercava di fare cambiare idea al suo sovrano.
- Sebbene sia una decisione sofferta, i problemi sebbene minimi vanno eliminati per impedire una loro potenziale estensione – il re ormai sembrava deciso a sopprimere il bambino, ma a quel punto intervenne il principe: - Padre, la prego di cambiare idea, sono sicuro che non causerà nessun problema e mi occuperò personalmente delle sue azioni, quindi ripensi alla sua decisione. –
Il giovane principe era deciso a proteggere quel bambino e avrebbe provato tutto pur di far cambiare idea al padre, che sembrava iniziare a convincersi.
 - Sai bene che sarà una grande responsabilità, vero? – il re voleva essere sicuro della decisione del figlio, che rispose prontamente con un sì. A quel punto il re rinunciò alla sua idea, chiedendo a Takeda quale fosse il nome del bambino
- il nome è Tobio, Kageyama Tobio, Sire. – il messaggero rispose prontamente alla richiesta del re e questa volta aveva un gran sorriso ed una espressione sollevata.
 
Da quel giorno passarono sette anni e il principe Daichi continuava ad occuparsi del giovane Kageyama, che a discapito della sua cecità, riusciva ad orientarsi come un vedente, sebbene con qualche difficoltà, ma in questi anni aveva affinato il suo udito, in modo da potersi spostare tranquillamente.
Grazie a questa sua dote, Daichi iniziò ad insegnarli l’arte della spada.
- Resta concentrato e segui il suono del tuo avversario, cerca di individuarlo e poi colpisci! –
Daichi cercava di fargli sfruttare al meglio quel suo talento e se fosse riuscito ad insegnare a quel ragazzo come combattere, sarebbe anche riuscito a farlo diventare un valido aiuto per il regno.
- Lo so, me lo hai già detto, ma se non fai rumore come faccio a colpirti? –
Kageyama si impegnava al meglio per essere d’aiuto a Daichi, che considerava come un mentore e nonostante le difficoltà non si abbatteva.
- Cerca di concentrarti, se ci fai caso la voce dell’avversario è un suono più che sufficiente, ora prova ad attaccarmi. –
Kageyama si concentrò sulle parole di Daichi, anche per riuscire ad individuarlo, e quando ci riuscì non esitò a colpirlo, sebbene riuscì solo a sfiorare la sua lama con la propria.
 - Ottimo lavoro Kageyama, ora riprovaci. – il principe continuava a spronare il giovane che subito riprovò e questa volta con maggiore sicurezza, riuscendo a colpire la spada di Daichi perfettamente. - Sta volta ti ho preso! – era soddisfatto, stava imparando in fretta e con ottimi risultati.
 - Bene per ora basta così, poi dovrai imparare a difenderti e non farò sconti! –
Sorridendo, Daichi riportò Kageyama a corte per fare una pausa, mentre il padre si stava recando ad una riunione per controllare insieme agli altri sovrani la situazione di Antalasia.
L’allenamento di Kageyama andò avanti ancora per diversi anni, fino a quando non fu in grado di padroneggiare perfettamente la spada e nel frattempo Daichi salì al trono al posto del padre, affiancato dal suo consigliere Ukai e dal suo fidato Kageyama, che ora aveva quattordici anni.
-Sire, è arrivato un messaggio dal re del regno di Shiratorizawa, credo sia il riassunto delle situazioni generali. – Takeda venne ad informare Daichi che ricevette una pergamena, che gli fu consegnata attraverso un falco.
 - Grazie mille, occupatevi di spedire la nostra risposta il prima possibile. – poi aprì la pergamena dalla quale comparve un ologramma magico del re Ushijima, che spiegava che il re Oikawa stava iniziando ad assaltare i confini del regno di Nekoma e che probabilmente stava tramando qualcosa di losco.
- Quell’Oikawa ha deciso di attaccare, eh? Sinceramente non so che fare, se inviassi dei rinforzi magari potremmo rallentarlo, o magari potremmo scoprire cosa trama… però sarebbe una dichiarazione di guerra. –
Daichi non sapeva cosa fare e chiese consiglio ad Ukai: - Noi e il regno di Nekoma siamo neutrali, quindi dovremmo sostenerli in questa situazione, ma le consiglio di prendere attentamente la sua decisione. –
- Mi sembra giusto, scelte del genere vanno prese con precisione e sicurezza, non si può rischiare di scatenare una guerra inutile. –
 
Daichi decise di prendere del tempo per decidersi.
Nel frattempo, Kageyama era andato nel bosco dietro al palazzo, dove spesso passava le giornate a rilassarsi, dal momento che quando non era con Daichi non poteva fare altro, quando poi sentì qualcuno si stava avvicinando a lui e la cosa lo incuriosì.
- Hm?! C’è qualcuno lì? – si mise seduto accostando la schiena contro un albero aspettandosi una risposta.
- Ciao, scusami, non volevo disturbarti, comunque sono solo di passaggio – a rispondergli fu una voce gentile, pareva essere di un ragazzo, probabilmente della sua stessa età. Non gli capitava spesso di parlare con qualcuno, quindi lo invitò a rimanere:
 - Aspetta! Non mi dai fastidio, anzi, se vuoi resta pure –
Si sentiva a disagio, normalmente rispondeva in modo distaccato o intimidatorio alle persone, si poteva dire che la socializzazione non era proprio il suo forte.
 - Va bene, se ti fa piacere allora rimarrò qui ancora un po’! – detto questo il ragazzo gli si sedette davanti con un sorrisetto tranquillo. - Come mai te ne stai qui tutto solo? – gli chiese gentilmente guardandosi intorno e notando che a parte loro, non c’era nessuno.
- Beh, in genere preferisco restarmene per i fatti miei, tutto qui. Comunque dove sei? – la sua risposta fu rapida e leggermente evasiva, intanto con le mani tastava il terreno alla ricerca del ragazzo.
 - Hm? Sono qui davanti a te, non mi vedi? – gli mise scherzosamente un dito sulla fronte cominciando a ridacchiare.
 - No… io non ti vedo, sono cieco… dalla nascita… - come avesse detto così apertamente una cosa come quella non lo sapeva, comunque era la semplice verità e non la poteva cambiare.
 - Ah… scusa, non sapevo… però posso farmi perdonare! – detto ciò gli poggiò le mani su gli occhi e la cosa turbò leggermente Kageyama.
 - Ma che combini idiota?! Togli le mani! – cercava di toglierle, ma invano, mentre il ragazzo opponeva resistenza.
- Stai fermo e lasciami fare! Senti, quando tolgo le mani, aspetta qualche secondo e poi apri gli occhi, va bene? Però non devi aprirli subito! – così tenne le sue mani sopra gli occhi di Kageyama, sperando solo che lo lasciasse fare.
 - E va bene… ma non fare scherzi o ti prendo a pugni, stupido! – detto così sembrava una vera minaccia, ma era difficile che riuscisse effettivamente a colpirlo, quindi lo lasciò fare standosene seduto.
- Bene, io ho fatto… ora aspetta un po’, poi fa come ti ho detto prima. – il ragazzo tolse le mani sorridendo gentilmente e allontanandosi da lui.
- Scusa, ma tutto questo a che dovrebbe servire? Non ci vedo nulla di utile… - tuttavia fece come gli era stato detto, riaprendo gli occhi dopo un po’.
Quando li riaprì gli facevano male, li batté diverse volte e poi rimase quasi immobile, riusciva a vedere. Quello che per lui era sempre stato un luogo buio, ora era pieno di luci e colori, ma il ragazzo era sparito.
 - Che cosa… è successo? – non capiva più nulla, tutto quello che si trovava intorno a lui era una totale novità, ma gli piaceva, era una sensazione stupenda. Per quattordici anni da quando era nato, tutto intorno a lui era buio, ma ora, dopo quell’incontro casuale, tutto cambiò.

   
 
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