Da quando sono nato ho sempre visto le onde di un oceano.
Le onde verdi delle mie terre in Irlanda, dove i miei antenati hanno segnato con il loro sangue il diritto ad essere re e conquistatori. Come era bello vedere l’erba alta muoversi al vento generando onde che si infrangevano contro piante, pietre e le mura della mia mai dimenticata casa. Mi divertivo a correre tra quei flutti che mi lambivano le braccia e le gambe. Alle volte mi ci tuffavo, sparendo in un altro mondo da dove, a contatto con il terreno, potevo vedere l’immensità del cielo sopra di me. In quel blu vedevo l’oceano che tanto mio padre mi aveva descritto. Aveva combattuto agli ordini di Collkitto e poi di suo figlio Alasdair Mac Colla, per loro aveva navigato tra le coste anglo-irlandesi per combattere i nostri nemici, i maledetti Campbell ( che gli inferi si riempiano delle loro anime!), e in una occasione mentre erano stati costretti alla fuga aveva visto l’oceano. Per lui era come se il cielo si fosse capovolto a coprire la terra. Era qualcosa che non aveva limiti, e non era sicuro che l’oceano potesse lasciare spazio alle terre chiamate Americhe.
Alasdair cadde e il mio clan fu attaccato a tradimento. Noi che vivevamo nelle piccole fattorie fummo braccati come bestie. Mio padre e mia madre uccisi. Io con i miei fratelli fummo venduti e imbarcati come manodopera su una nave, mentre le mie sorelle finirono in qualche bordello.
Vidi l’oceano finalmente, ma come schiavo per molto tempo, anni penso, vedendo i miei fratelli arrendersi per sparire negli abissi. La mia schiena porta i segni di quegli anni. Nascoste nel ventre di una nave a spostare merce, a pulire, a cacciare topi. Raramente riuscivo a vedere il blu che mi attorniava. Alle volte sbirciavo dai boccaporti, inspirando a pieni polmoni l’aria salmastra. Resistevo nonostante il giogo impostomi dal mio padrone, perché sapevo che un giorno sarei tornato libero.
Cosi fu fino al giorno in cui una nave al largo dei Caraibi ci attaccò. L’avevo sentita arrivare a causa degli urli dell’equipaggio sopra di me, e poi scoppiò una cacofonia come mai avevo sentito. Non avevo mai visto una battaglia ma mi resi conto che era una possibilità. Presi l’asse che usavo come letto ed imboccai le gradinate che portavano al ponte. Lì vidi gente che cercava di sopravvivere a quella bolgia di sangue, con il terrore dipinto negli occhi mentre, altri, invece, gioivano di puro piacere. Penso fu follia quella che mi salvò. Urlando iniziai a colpire quelli che erano stati i miei aguzzini. I loro volti li conoscevo meglio di loro stessi. Non mi interessava come sarebbe finito lo scontro, io mi sarei comunque liberato della mia vecchia vita. Odio e furia si stavano sfogando liberamente, seminando morte sui miei vecchi aguzzini.
Alla fine ansimante mi ritrovai di fronte dei perfetti sconosciuti che mi guardavano sorridendo. Uno di loro si fece avanti e mi appoggio la mano sulla spalla dicendomi:
“Sei dei nostri?”
Senza sapere chi fossero dissi di si e finalmente vidi l'oceano dal ponte di una nave pirata!
Da allora ho assaltato molte nave, amando sempre di più quella sensazione di follia che ti prende nell'attesa di attaccare il nemico. Mi sono conquistato un nome e una nave tutta mia e combatterò per crearmi una flotta, perchè non mi sono dimenticato della mia terra e del debito che i Campbell hanno con me. Sono Uais Mac Colla e un giorno tornerò da conquistatore nella mia isola!