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Autore: Kikkakokkole98    14/04/2016    0 recensioni
Una galassia ai confini dello spaziotempo...
...Un pianeta ai confini dell'universo...
...Una civiltà sulla via del tramonto...
...Un amore immenso e contrastato dal Destino Fatale...
...Un tremendo condottiero in cerca di vendetta e distruzione...
...Un'antica profezia che può cambiare le sorti della Storia...
...Una giovane donna-aliena, Weshaweesht, che salverà la Vita...
...Questo e molto altro in questa storia originale, ihihih!
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Weshaweesht Weshaweesht era stata inginocchificata dal raggio inginocchificatore del professor Chraahnphgqtraajpoowlos.
"La morte avrai tu! Or ora!!! Muhahahahahah!!! Perché sei traditora! Traditora tu sei! Cercavi di buggerarmi, eh, traditora puttaliena scazzarda!!" diceva il professor Chraahnphgqtraajpoowlos a Weshaweesht.
"No!!! Non morrò! Dea Vita mia, aiutami tu!! Anche se ti bestemmio sempre! Aiutami!!!" diceva disperata Weshaweesht, che stava per essere decapitata.
Dalla finestra dello studio, si presentò una divinità minore del Pantheon Alieno. Era il Dio Bonovello, che veniva volando su un UFO. Il vero nome degli UFO è MAV, cioè Macchina Aliena Volante.
Bonovello quindi era un Dio dalla Macchina.
"Bonovello! Aiutami tu! In nome della Vita, uccidi il professor Chraahnphgqtraajpoowlos!" gli chiedeva disperatamente Weshaweesht.
"Aiutoooooooooo!!! Nooooo!!!" implorava il professor Chraahnphgqtraajpoowlos, "...è colpa sua, che non ha superato lo sciame dei codici segreti del mio esame!!!".
Ma il Dio Bonovello disse: "Ciò che è detto è presto fatto: or t'aiuto mia fanciulla; ciò ch'è fatto è stato detto, e il cattivo qui morrà".
"Trullallero trullallà" cantarono le sette antenne caputiche del Dio Bonovello.

Il professor Chraahnphgqtraajpoowlos venne demiaturizzato e crocifellato per sempre dal potere sarcangelo del Dio Bonovello.
"Grazie a te, Dio Bonovello! Ave a te, Dio Bonovello! Lode a te, Dio Bonovello!" diceva Weshaweesht al Dio Bonovello.
"Non ringraziarmi. Son venuto qui per salvarti, perché debbo assegnarti una missione. Altrimenti, in nome della Suprema Dea Vita, ti avrei fatta morire" disse il Dio Bonovello.
"Una missione?... Chi? Io? No...! ...Sì? Cioè...davvero? Insomma? Ma...perché? Perché...perché?" diceva Weshaweesht.
"Weshaweesht mia: tu sei superdetta fra le donne aliene, e superdetto è il nome del figlio che partorirai!" disse Bonovello.
"Un figlio? Io? Ma dai? Che aliencazzo dici? Ho solo trecentoottantasett'alienanni!" disse Weshaweesht.
"Weshaweesht mia: il Destino Fatale e la Dea Vita nel Mondo Universale e nell'Impero sono nelle tue mani da questo momento in poi. Il motivo di ciò ti sarà dato da sapere quando sognerai questa notte".
"Dio Bonovello mio...dimmi...è giunta forse la fine?"
"Sì".
"La fine di cosa?".
"Boh".
"Ma è sicuramente una fine?".
"Sì".
Weshawesht tacque per un istante. Voleva chiedere altre cose al divino corriere, ma questo se ne andò via per sempre. Con la sua macchina.

Weshaweesht se ne andò via dall'Università di Elleràllera che erano le millezero di mattinotte.
Weshaweesht era molto traumatizzatissima dall'esperienza vissuta; pensava che tutti erano pazzi e cretini, e che lei era alienschifosa e merdalienosa.
"Meglio era" parlava la bocca destra di Weshaweesht agli orecchi sinistri, "se non mi fossi destata, che Rosalidunsar mi faceva dormire per sempre, per tutti quegli anni luce là, che avevo erratamente impostati. Anzi, addirittura, meglio era se fossi morta, per mano del professor Chraahnphgqtraajpoowlos. Or che ci penso, chieggomi perché ho invocato il Dio Bonovello. Dice ch'ho a fare una qual missione, ch'egli nemmeno sa dirmi...ma se morivo era meglio. Così non avrei più ascoltato, mirato, toccato, odorato, gustato, cromellato, brastonato, ciffonato, rigghionato, pascogato, vilmonato, ecceterato...perché, infatti, si nasce con tutti questi sensi??".
"Secondo me" parlava la bocca sinistra di Weshaweesht rivolgendosi alla bocca destra, "secondo me, ecco, secondo me egli è che se tuo nonno aveva due occhi era un falgter. E però non c'hai a ragionare così e costì, di quello e quell'altro che poteva essere di qui e di lì. Goditi la tua morte ora, tu che volevi morire, che tanto si muore tutti i giorni, e tutti i giorni noi alieni ci merdalieniamo. Vedi: i nostri piedi e sinistri e destri si pomalchiscono continuamente a partire dalla nascita, e le antenne caputiche si afflosciano ed irrigidiscono ed ingialliscono giorno per giorno. Certo, si vede che uno ha il desiderio di morire, quando che non carpisce pienamente quanto egli muoia sempre. Oh, veruntame, se si riuscisse a concentrare la sensazione della morte in una subitanea ed etterna sperienza, come con una aliendroga. Se ci fosse un'aliendroga capace di mortificarci eternamente in un infinitesimo di plancksecondo, questo sì sarebbe bellerrimo".
"Scusatemi" disse l'orecchio destro superiore di Weshaweesht rivolgendosi alle bocche, alle altre orecchie, ed anche alle altre parti dell'ultracorpo (anche a quelle più stupide come i miniseni e la viasghina), "ma se andiamo a dormire? Meglio che dormiamo, dai".
"Ok" dissero tutti.
Weshaweesht riadunò la sua coscienza nei suoi cervelli, e continuò a camminare da sola verso casa.
Amatissimi leggitori: dovete sapere, che gli alieni, che sono più evoluti e complessi di noialtri esseri umani, quando parlavano fra sé e sé, non avevano quella vocina fioca e confusa interiore che ci sentiamo noi esseri umani, bensì adottavano un meccanismo evolutivo emotivamente più appagante: dividevano la propria coscienza piena di contraddizioni nei vari pareri che si contraddicevano a vicenda, ma ch'erano valide weltanschauung e weltordnung e weltschmerzung in lor medesime, e li riconducevano, tramite complessi segnali impulsomagnetici del sistema aliennervoso, alle varie parti del corpo. Alla fine della discussione, poi, le parti del corpo rimandavano messaggi magnetici speculari ai cervelli centrali, tramite gli specializzati alienneuroni specchiochirurghi, che unificavano e sintetizzavano la riflessione avuta.
E voi umani, invece? A voi umani piacerebbe far ciò?
Immaginate di fare lo stesso anche voi: anziché arrovellarvi il cervello e il budello con le vostre neurotiche contraddizioni, non sarebbe bello dar ordinatamente parola ad ognuno dei vostri sentiri, assegnadogli una specifica parte del corpo? Pensiamo ad Odi et Amo di Catullo. Era certamente in piena contraddizione, Catullo, questo sconosciuto. Ebbene, se avesse trasferito l'Odi, per così dire, all'alluce e l'Amo, per così ridire, al mignolo sinistro, ecco: costoro avrebbero potuto discorsare ordinatamente senza sovrapporsi a vicenda. Magari, sarebbero giunti ad un dignitosissimo compromesso, o addirittura ad un socievole accordo. Così, Catullo, ritrovata la pace interiore, non avrebbe più dovuto crucciarsi a soffrire, e pur a scrivere Odi et Amo, eccetera, eccetera, eccetera, eccetera.
Detto ciò, Weshaweesht aveva riadunato la discussione della sua coscienza che si era sdoppiata nelle sue parti del corpo. Dal riadunamento sintetico della discussione, aveva concluso che, nella Verità, non c'era niente da concludere. O meglio, si concludeva solo che ci sono due tipi di Morte: una Morte che ti trascina con lei continuamente, in una meta senza meta, e ti tortura pianpianinamente come una goccia aliensinica, che ti sgualcisce l'ipotempie, e che ti fa impazzire, senza farti mai veramente morire; e un altro tipo di Morte che vien subito, e ti appaga, e l'adori, perché ti brucia e ti divora e ti sbrana e ti sputa in un istante per sempre, e crogiolandotici gualdarescardamente ed assuefattamente assai l'ami.
Weshaweesht, come tutte le anime aliene superiori, amava quest'ultimo tipo di Morte.

Weshaweesht tornò a casa, e si mise a dormire. Ah, prima fece questa cosa: prese la sveglia squammeggiante, e la buttò via dall'alienfinestra, in un momentino di noscialanza esistenzialistica. La lanciò, senza volerlo, addosso ad un aliensene; costui, vecchio e rincitrullito, funne affatto addolorato al capalieno, e perciò morì. La coda orchestrale di quella prima suttoccata tipologia di Morte.
Weshaweesht si mise quindi a dormire, quindi. Sapete, gli alieni, quando sognano, a differenza degli esseri umani, rimangono comunque in una certa guisa coscienti, poiché essi sanno sempre a preprescindere che le visioni che gli capitano sono il mesto-languidoso frugimentare della loro psiche psicologica. Nonostante questo, al pari degli esseri umani, nei di loro sogni vi è comunque una grandissima presenza dell'inconscio alieno, che era molto più complesso del nostro.
Generaliter, l'intera alienmente era ben più complessa della nostra.
Infatti, mentre noi umani si può dire che, con una certa chissassé discutibile approssimazione, che abbiamo una incoscienza e una coscienza in quella caritante nousina della mente nostra, gli alieni avevan ben 777 stati di coscienza offizialmente tassonomificati dal Ministero Imperiale dell'Alienpsiche; per non parlar poi dei ben oltre 74638 apocrifi stati di coscienza che non eran ancora stati offizialmente ricanosciti dalla convenzione scientifica riferentesi all'istituzionalità suddetta.
Dei 777 stati suddetti, comunque, 354 si potevano classificare in una macrocategoria che, nelle linee essenziali, corrisponde all'inconscio umano; 282 in una che corrisponde invece al conscio; le rimanenti in sottocategorie di transizione che non si possono riferire propriamente né all'inconscio né al conscio umano, ma che posson talora, pur nella loro trascendentalosa simpletticità, assimilarsi alle prassi meditative del Buddhismo Yattamana.
Weshaweesht si assopì adunque.
Nello stadio del sonno alieno, la mente aliena regredisce dagli stati più coscienti e algebrici a quelli più confusi ed sconsci attraverso una buonparte delle 777 fasi, ognuna delle quali corrispondente ai suddetti stati di coscienza.
Raramente però, nel sonno alieno si riesce ad arrivare fin sotto alla fase 30, corrispondente all'inconscio-30, che corrisponde al sonno profondo umano.
I santi monaci alieni, fra i quali massimamente figuravano San Orrthpollgnall'rsihaad, San Xleohoollclootlclottpurrnlaarsdth e San Q, nelle loro visioni, riuscivano a regredire fino alla 23esima fase; i più capaci, addirittura alla 18esima.
Ma non vi era alcuna notizia storica negli oltre tre miliardi anni trascorsi dal Big Ben che qualche alieno fosse riuscito ad andare oltre la fase 15.
Detto ciò, ecco, or ora, voi non riuscirete a credere a quello che sto per dirvi (avendo peraltro sentito voi finora da me cose molto savie e assennate e credibilissime): Weshaweesht riusci fino allo STADIO 0 o ZERINFINITO, che è lo stadio dell'ESSERE!!!!!! Aaaaahhhhh!!!!
Quali qualità, quante quantità, nonché quidi quiddità, particolarerrime avesse Weshaweesht, non si può dirlo con certezza. La Dea Vita aveva scelto Lei non perché Weshaweesht avesse una mirabile ascendenza o una forte autodeterminazione. La Dea Vita, nei suoi vari interventi nella Storia del Cosmo, si era da sempre circondata di profeti umilissimi, poiché essa amava gli esseri umili e vertenti in potenza alla grazia.
Weshaweesht era in essenza umile, nonostante fosse, come notabile, scialba e un po' sciocca in formalità; e non credeva poi di valer alcuncheuccio; il che era d'altronde vererrimo, non avendo peraltro una qual solda nozione del supremo valore intellettuale e morale. Fino ad allora. Eeeehhhh!!!
Adunque, insomma, ecco, io, cioè, però, quindi, intanto, ecco, perciò, ecco: così dunque incominciò il sogno di Weshaweesht, che le avrebbe rivelato il suo Destino Fatale, come attestato dal Dio Bonovello, il divino Corriere della Sera.
Vi avverto leggitori: questo sogno vi sconvolgerà. E per renderlo ancora più sconvolgente, eheh, lo metterò in corsivo...orsivo....rsivo...sivo...ivo...vo...o...[eco della sfumanza della voce fuori campo].

...Weshaweesht vede dinanzi a lei una creaturina triangolare arancione dagli occhietti mesti e stanchi
che si lascia trasportare
dal flusso della bile sempiterna
delle vene cervellari,
arriva per esse fin dentro al surcervello
e da lì si lascia intrappolare da un marchingegno
che le ficca degli elettrodi sul capo
che le recano profonde visioni mistiche.
Weshaweesht è il soggetto del sogno mistico della creaturina triangolare arancione:
Weshaweesht corre sopra il crascalotto della sua infanzia
era dolce, di color crema al caffè
di quella che poi piace pure a te.
Aveva 576 occhi ultravioletti dolcissimi.
Sopra il suo crascalotto
Weshaweesht galoppava nella villa tenuta dagli Alienduchi del Lago di Ha*ah
(* era il suono sacro della lingua dell'Impero),
che si trova nei pressi di Elleràllera.
Ad un certo punto
compaiono dei cristontòmuri
(specie di pecore che somigliano a giraffe che somigliano a cammelli, comunque sempre di artiodattili parliamo...anche se però assomigliavano anche a cavalli che, attenzione, non sono affatto degli artiodattili, essendo difatti dei perissodattili, anche se a buona ragione a prima vista assomigiano molto agli artiodattili...i cavalli fanno parte di un altro ordine al quale se non ricordo male -potrei sbagliarmi, eh!- fanno parte pure i rinoceronti e gli ippopotami....ihihih....d'altronde, gli ippopotami sono dei cavalli di fiume....ihihihih!!!!....che è cosa diversa dai cavalli di mare....che sono i cavallucci marini....iuhihihihih, che carini!!!! Ihihihih!!!!.....per non parlare poi dei cavallucci marini che abbiamo dentro ai nostri cervelli....gli ippocampi....ihihih!!!!:...sapete senza ippocampo si sopravvive, però non si riesce più a ricordare niente...c'era ad esempio un signore che negli anni cinquanta soffriva di epilessia e allora per curarlo gli avevano tolto l'ippocampo...la cosa brutta è che ora il signore stava bene, ma non riusciva più a formare nuovi ricordi. E' andata a finire che gli dicevano una cosa e il secondo dopo già se l'era scordata...così per ovviare agli inconveniente che gli avrebbe procurato una simile esistenza visse sempre sotto osservazione medica...fino a quando morì in tarda vecchiaia, credendo ancora di avere l'età in cui era stato operato, cioè poco più che ventenne...pover'uomo...come si fa a vivere in questo modo...Signore, aiutami tu, ti prego...accogli questa tua anima perduta e furente).
Weshaweesht vide i cristontòmuri cavalcando il suo crascalotto
e volle correre con loro nelle praterie con il suo crascalotto
quando ad un certo punto
si perse in una selva oscura
dove vide SATANALIENO
che era il Satana degli alieni
che la voleva uccidere con lo sguardo e la voleva mortificare e possedere e risucchiare
all'interno del suo pinguoso ventre.
Weshaweesht era senza speranza, ma vide poi una luce nera.
Vi si gettò con tutti i cuori e con tutta l'anima
(perché i cuori sono cinque, ma l'anima è unica)
ed entrando nel vuoto quintessenziale
dello stadio zerinfinito
a lei venne in sogno a parlare
 la Dea Vita...

"Ma...dove sono...cioè...dove sono...io....oh, non mi son mai sentita così, eh, oh! Eh!" diceva Weshaweesht.
"Certo che non ti sei mai sentita così, mia santa creatura universale" disse la Dea Vita, "tu sei nello stadio zerinfinito, lo stadio mentale a cui nessun alieno finora è mai giunto".
"Chi sei?" chiese Weshaweesht.
"Io sono Colei che sono: Io sono la Vita: Io sono Io, e Voi...".
"...non siete un cazzo".
"Oh, perché dici così, piccola mia?".
"Perché? Perché non merito né di vederti, né d'udirti, né di parlarti, Vita Mia. Io sono l'ultima alienruota dell'aliencarro. Io non valgo nulla. Sono solo una delle solite fanciulle che sono intelligenti ma non si applicano, studiano solo per avere un domani economicamente sicuro, e che si fanno gli affari propri".
"Weshaweesht, figlia mia. La Grazia ti si è mostrata. Vedi, or ora, come sei perita e saputa nel giudicarti? Come lo sei? Con i tuoi sentimenti e i tuoi intellegamenti?".
"Oh, Dea Mia, ciò è vero. E' forse vero, perché sono nello stadio zerinfinito?".
"Lascia stare lo stadio zerinfinito. Questo è solo un nome. Lascia stare i nomi. Bisogna prima sapere che questo non è una pipa, prima di sapere che questo è una pipa nella misura in cui lo è tramite il linguaggio, e in uguaglianza e in differenza".
"Vita Mia, i Verbi tuoi mi son chiarore all'anima mia, e pur tenebre all'intelletto mio".
"Weshaweesht mia: il Vero ti si invererà col Tempo, ma col Tempo del tuo Spirito, non col Tempo che vien detto dagli altri".
"Vita Mia: ti ringrazio che volesti meco ragionare. Ma or or chieggomi: ché a me sola dicesti queste cose? Non ha merto qualsivoglia creatura universale, in quanto tale, di pascersi di codesta Santa Mensa? Non devono il Vero, il Bello e il Buono, pertinere a qualunque essere alieno, e non solo ad un'elitta malvagia, ad un'oligarchia, ad una monaschia, ecco, che plasmi il mondo a propria mala virtute e canoscenza, e al proprio malo velle?"
"Weshaweesht mia: la Verità, la Beltà e la Bontà sono Grazie pertinenti a tutte le Creature dell'Universo Santo. Pul troppo, la Legge vuole che siano poche Creature ch'ardano di seguitarle".
"Cos'è questa Legge?".
"E' la Legge della Morte. E' la legge che disvita ed immorta i lanternini del mondo. E tu devi non pugnare alla Morte, ma la devi comprendere, devi attraversarla, e poi scioglierla. Così vivrai, mia fanciulla aliena: Vivendo, Vincendo sulla Morte".
"Vita mia: che fare, che fare?".
"Weshaweesht, ora tu sai qual sia la tua teleologia, la quale è vincere sulla Morte. Or ora, ti priegherò di destarti. Quando ti sarai destata, subitamente vedrai quale sarà la contingenza che ti permetterà di realizzare questa Nostra Contingenza che vuol farsi Necessità tramite sua Virtù".
"Or ti ascolto, Dea Vita".
"Or ora, ti canterò una ninnananna, acciocché tu ti possa destare".
"Niiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Naaaaaaaaaaaaaaaaaaaannnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Niiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaannnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa".
"Oh, che musica surceleste".








   
 
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