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Autore: EffieSamadhi    15/04/2016    7 recensioni
{Quarta classificata al contest "Keep calm e... fatemi amare la vostra OTP! II edizione" indetto da EleCorti sul forum di EFP.}
{Seconda classificata al contest "Shall I compare thee to a summer's day" indetto da A r y a sul forum di EFP.}
In quella soffitta calda e polverosa, stretta tra le braccia di Fred, per la prima volta Hermione si sente al posto giusto nel momento giusto – e per la prima volta, è felice che qualcuno le abbia detto di stare zitta.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Un Caro Amico Come Te.

Storia iscritta al contest Shall I compare thee to a summer's day? indetto sul forum di EFP da A r y a.

Sta' zitta






In silenzio e in segreto ti amerò.

{Miguel Bosé | Te amaré}






«Sta' zitta!»
La prima volta che lo sente dire, Hermione ha quattro anni e frequenta l'asilo più rinomato di tutta Londra, lo stesso cui sono iscritti i rampolli della famiglia reale. A dirlo – anzi, a gridarglielo in faccia – è Timothy Coulson, un ottuso bambino dell'ultimo anno che non sopporta la sua intelligenza e la sua tendenza a dire sempre la sua, anche quando gli altri non hanno alcun desiderio di sentire la sua opinione. La signorina Fairchild, la maestra, interviene in sua difesa e mette Timothy in castigo. Hermione riporta lo sguardo sul proprio disegno, trattenendo le lacrime. Quando la mamma passa a prenderla, alle cinque del pomeriggio, mente e dice che è stata una giornata come tante, celando la tristezza che prova nel capire che gli altri bambini non l'accetteranno mai.


«Per l'amor del cielo, sta' zitta!»
Lo grida la signora Pritchard al limite dell'esasperazione. Hermione frequenta la terza elementare e non sa rispettare i turni di parola, causando un immenso fastidio all'insegnante, alle prese con le interrogazioni. Ma che colpa ne ha lei, si chiede Hermione, se Jenny Morgenstern non ha studiato e non conosce una sola risposta? A fatica si trattiene dal parlare, alzando la mano al cielo ogni volta che la compagna rimane zitta ad una domanda della signora Pritchard, schiumando di rabbia ogni volta che si sente ignorata.


«Ma perché non sta' mai zitta?»
Lo sussurra Lavanda Brown a Calì Patil durante il terzo anno ad Hogwarts, quando il professor Lupin, introducendo un nuovo argomento, pone domande alla classe per sondare il terreno. Hermione ignora le due oche sedute dietro di lei e sbuffa, chiedendosi perché invece di sprecare tanto tempo acconciandosi i capelli quelle due non si consumino un pochino sui libri – così magari, invece di lamentarsi per la sua preparazione, potrebbero avere un'occasione di aprire la bocca per dire finalmente qualcosa di intelligente.


«Sta' zitta, per favore.»
Lo sussurra la voce dolce di Fred in una calda sera d'estate alla Tana. Sono stesi sul pavimento ruvido della soffitta e guardano il cielo scuro attraverso un lucernario impolverato, chiedendosi quanto manchi alla fine della guerra. La sera prima sono stati a Privet Drive per portare via Harry, e i dieci minuti passati nel lindo salotto dei Dursley sono stati l'ultimo momento di pace. Dopo quello, solo battaglia e dolore: Malocchio è morto, Edvige è caduta, Mundungus si è dato alla macchia, Ron e Tonks sono spariti per ore e George ha perso un orecchio. Per la prima volta in vita sua, Hermione si sente smarrita – e quando si sente smarrita, come per incanto la sua lingua si scioglie, costringendola a parlare, parlare, parlare...
«Sta' zitta e ascolta, per favore» dice ancora Fred, rimettendosi a sedere. «No, resta sdraiata, altrimenti penso che mi mancherebbe il coraggio» aggiunge quando lei tenta di fare lo stesso. «Prenditi un minuto di pausa e ascoltami. Le cose non devono per forza essere nere come le vedi tu.»
«Fred, non vedo come...»
«Zitta e ascolta, Hermione. È vero, siamo in guerra. Non è una cosa piacevole da pensare, ma è la realtà dei fatti. Siamo in guerra e non è detto che riusciremo a vincere. La situazione è disperata, è vero, ma in fondo non è così seria.»
«Di solito si dice il contrario.»
«Hermione...»
«Scusa. Sto zitta.»
«Tu sei la nostra speranza, Hermione. Tu non ti perdi mai d'animo. Anche quando sembra che non ci sia scampo, tu riesci sempre a pensare ad almeno otto modi per uscirne. Non puoi abbatterti proprio ora. Non adesso che abbiamo bisogno di te. Perché se tu ti lasci andare, anche per noi è finita.»
Contravvenendo alla richiesta di Fred, Hermione si mette a sedere. «Forse non sono così forte come vi ho sempre fatto credere» sussurra, abbracciandosi le ginocchia. «Forse le mie non sono state altro che parole.»
«Le parole possono avere più potere di un incantesimo, a volte. Se si sanno padroneggiare bene, possono avere effetti incredibili sulle persone.»
«Non farlo passare come una sorta di potere straordinario, perché non lo è.»
«Lo è per le persone che aiuti, Hermione» la redarguisce lui. «A volte penso che senza di te Harry e Ron sarebbero crepati a metà del primo anno.»
Hermione ci pensa su e sa che non può contestarlo, perché è vero che il suo contributo in tutti questi anni è stato prezioso. «Per tutta la vita ho avuto a che fare con persone che mi dicevano di tacere» sussurra dopo un lungo silenzio.
«Persone stupide e ignoranti.»
«Mi hanno sempre detto che con il mio atteggiamento non sarei arrivata da nessuna parte» aggiunge lei, affliggendosi ancora di più.
«Gente che se potesse vederti ora si mangerebbe le mani.»
«E adesso arrivi tu e mi dici che faccio bene a fare quello che faccio. Io non ci capisco più niente» dice ancora lei, infilandosi una mano tra i capelli già abbastanza scompigliati.
«Non per influenzare il tuo giudizio, ma io tendo ad avere sempre ragione» ammicca lui.
«Il punto è che io non so più che pensare di me stessa, Fred. Mi sembra di non conoscermi più. Ho sempre pensato di essere abbastanza brava a comprendermi, ma in questi ultimi tempi... non lo so, mi sembra di sbagliare tutto. Mi sembra di non essere più in grado di prendere una decisione, o di fare la cosa giusta. E io sono sempre stata brava a fare la cosa giusta!» aggiunge, alzando un po' il tono della voce. «Sono sempre stata brava in un mucchio di cose, e ora non so più che fare, e questo è veramente...»
«Hermione» interviene lui, mettendole le mani sulle spalle per tentare di riportarla sulla terra. «Hermione, per tutti i tuoi problemi c'è una soluzione semplicissima.»
«E sarebbe, sapientone?»
«Rilassati e smetti di pensare. Guardati attorno senza pensare che il mondo è soltanto un posto pieno di dolore e di gente da salvare. Pensa soltanto a te, per una volta.»
«Tu la fai facile, Fred, ma se tutti smettessimo di pensare che...»
«E allora pensa a me» la interrompe lui.
«Che vorresti dire?»
«Niente, forse. O forse un mucchio di cose.» Hermione alza un sopracciglio, e in quel gesto Fred legge un tacito invito – o meglio, un ordine – a continuare. «In vent'anni che vivo, non ho mai conosciuto una ragazza come te. E di ragazze ne ho conosciute parecchie» aggiunge. «Ma da quando conosco te... non lo so, non riesco più a guardare le altre allo stesso modo. Tu hai qualcosa di speciale. Non so ancora che cosa sia, ma ciò che conta è che
c'è. Ed è qualcosa che hai soltanto tu. L'ho cercato in tutte le altre, ma per quanto mi sia sforzato non sono mai riuscita a trovarlo. Credimi, l'ho cercato» aggiunge, abbassando per un istante lo sguardo. «L'ho cercato in tutte le altre perché non volevo credere che tu fossi l'unica ad averlo. Pensare che tu fossi l'unica della tua specie avrebbe significato combattere per conquistarti, ma combattere per te avrebbe significato combattere contro mio fratello, e non era una cosa che sarei stato disposto a fare. Solo che poi mi sono accorto che non ci sono altre ragazze come te.»
«Fred, stai cercando di dire che...»
«Sto cercando di dire che ti amo» la interrompe ancora lui. «Da sette anni, credo. In silenzio, per non disturbare. In segreto, per non perdere un altro fratello. Ma ti amo, questa è la realtà. E vista la situazione, credo sia arrivato il momento di smettere di tacere.»
Hermione apre e chiude la bocca senza sapere bene che dire, perché ora che Fred ha detto di amarla sarebbe il momento di dire che anche lei prova qualcosa di simile, che è dai tempi dell'Esercito di Silente che prova per lui qualcosa di più profondo di una simpatia e che per tutto il sesto anno ha sentito la sua mancanza a scuola – ma sembra che le manchino le parole, anche le più elementari, per dire qualcosa di semplice come
ti amo. «Fred, io non so che dire» sussurra infine. «Mentirei se dicessi che mi sei completamente indifferente, però io... mi metti in una posizione che... io non so proprio che fare, Fred» conclude in un sospiro, commettendo l'errore di guardarlo negli occhi.
«
Ama, e sta' zitta» replica lui, facendo spallucce. E subito dopo si sporge verso di lei e cattura la sua bocca in un bacio, il più tenero che Hermione abbia mai ricevuto. In quella soffitta calda e polverosa, stretta tra le braccia di Fred, per la prima volta Hermione si sente al posto giusto nel momento giusto – e per la prima volta, è felice che qualcuno le abbia detto di stare zitta.

   
 
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