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Autore: NathalieKheel    17/04/2016    3 recensioni
1905. Londra
William è un lupo solitario, non ha amici e odia le feste. Insieme ai suoi nuovi amici, Jeremy un ragazzo sedunte e affascinante e Alice, una ragazza misteriosa e astuta, William si ritroverà a dover risolvere un caso che ha sconvolto la vita della sua nuova amica. Tra colpi di scena, avvenute, astuzie e amore. William riuscirà a trovare il colpevole e a fargli pagare le sue colpe?
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo uno




‘’ William, ti pregherei cortesemente di partecipare alla festa di compleanno di Elenoir Saint Galleè. I suoi genitori sono molto due miei cari amici, nonchè molto facoltosi. Lo so che ti chiedo molto figlio mio, ma è davvero molto importante per la nostra famiglia mantenere dei buoni rapporti con loro
Tuo padre’’
Ero  davvero seccato. Un’altra festa? Ne avevo abbastanza di occasioni mondane, noiose e che mi abbassavano il quoziente intellettivo.
Giusto quella settimana avevo partecipato a due ricevimenti e a un matrimonio. I miei nervi erano a pezzi, e mi era annoiato, tanto annoiato.
Non era decisamente una persona allegra. E nemmeno divertente, e nemmeno espansivo o dolce. Odiavo dover stare in una stanza con altre e persone e odiavo ancora di più parlarci. Se poi quelle persone mi facevano domande stupide allora,  potevo anche andarsene dalla stanza senza dire una parola.
Ero un tipo riflessivo, schietto e senza peli sulla lingua. Ma avevo anche molto senso del dovere e sapevo benissimo che a quel compleanno ci sarei dovuto andare, volente o nolente.
Quindi mi infilai  un completo elegante e uscii  di casa. Non mi ero  neanche ad assumere un aspetto dignitoso. Da quando mia  madre era morta,  non avevo più dato importanza all’eleganza. E anche se mi fossi agghindato per bene, la mia bruttezza non sarebbe cambiata di una virgola

La festa si teneva in un enorme palazzo bianco attornato da un bellissimo giardino con al centro una fontana. William seguì la folla che si dirigeva verso le mastodontiche porte in marmo.
-Anche tu qui senza genitori?- mi chiese una voce.
Mi voltai verso la persona che aveva parlato. Era un ragazzo,  capii solamente fissandolo che aveva la sua età. Il volto era sbarbato, e due enormi occhi verdi lo scrutarono con curiosità.
Non lo considerai  degno della mia attenzione e continuai ad incamminami vero la magnifica sala da pranzo dove la gente indaffarata si salutava e scambiava quattro chiacchere. Sembravano conoscersi da moltissimo tempo, e mi i sentivo molto a disagio. Tutto ad un tratto trovai che avere qualcuno con cui parlare durante la sicuramente lunghissima serata non sarebbe stata una brutta idea.
-Non mi rispondi?- chiese spazientito il ragazzo.
-Si- risposi schietto  – Io sono William Fitzmaurice e tu?-
- Jeremy Fisher- rispose il ragazzo sedendosi su una poltroncina in velluto rosso.
-Non sono molto pratico di feste- dissei  –Cosa dobbiamo fare adesso?-
Jeremy scoppiò a ridere e si accese una sigaretta – Direi che aspettiamo qua qualche ragazza e poi ce la facciamo, cosa ne dici?-
-Dico che avrei preferito non conoscerti- replicai .
- Caspita, ti scandalizzi per poco…- sogghignò Jeremy – Ma hai mai visto una ragazza?-
-Certo che si- replicai offesissimo da quanto Jeremy aveva insinuato.
-E ci hai parlato?- chiese curioso il ragazzo dai capelli castani.
-Beh…ecco… veramente io…- balbettai  arrossendo sconvolto.
Jeremy buttò fuori una boccata di fumo, mentre il pianista iniziava a suonare una melodia allegra e incalzante. Intorno a loro la gente iniziava a prendere posto all’enorme tavola di legno stracolma di cibi e bevande, mentre i padroni di casa ancora non si vedevano.
-Sei davvero un lupo solitario amico mio!- rispose allegro Jeremy – guarda e  impara dal maestro della seduzione-
Jeremy mi  fece cenno a  di guardare alla sua sinistra. Da un lungo corridoio stava arrivando la ragazza più bella che avessi mai visto nella mia vita da sedicenne.
Era minuta ma sinuosa. I capelli rossi erano lasciati cadere sulle spalle fermati da un fermaglio a forma di cigno. Indossava un abito sontuoso blu scuro che le lasciava intravedere la scollatura.
-Deve essere la festeggiata- bisbigliò il ragazzo. Così si alzò in piedi e disse – Mia cara Elenoir! Da quanto tempo. Nonostante oggi abbia un anno in più rispetto a ieri è meravigliosa e incantevole come sempre-
La ragazza lo guardò con aria stupita e poi scoppiò a ridere.  Guardò Jeremy che era rimasto ammutolito e dissi- Che maestro della seduzione! Mi dia lezioni mio caro-
Jeremy mi lanciò un occhiataccia e poi con voce carezzevole le chiese- Di grazia mi può spiegare perché sta ridendo-
-Io non so Eleonoir! Io sono la sorella minore… Alice!-
Jeremy si battè una mano sula fronte – Oh giusto… mi ero dimenticato di quella guastafeste… mi scusi… di quella adorabile bambina che guardava me e sua sorella giocare e piangeva perché era troppo piccola per seguire i nostri giochi-
Pensai che Jeremy fosse  DAVVERO troppo sfacciato per i mei  gusti. Ma tuttavia non era un mollaccione come aveva pensato.
Alice ridacchiò – Sono un po’ cambiata da quando mi avete visto l’ultima volta vero Signor Fisher? Però lei non è cambiato affatto, è rimasto il maleducato di sempre, e non mi ha ancora presentato il suo amico…Il signor…?-
- William Fitzmaurice- dissi tendendole la mano. Lei ricambiò la stretta e lui rabbrividì al contatto.
-Alice Saint Gallèe-
- L’ho appena conosciuto, ma io e lui stiamo diventando già grandi amici, non è vero ?- disse Jeremy tirandomi una pacca sulla spalla.
Io non replicai.
-Bene signori, mi duole il cuore lasciarvi ma devo andare a fare gli onori di casa. I miei genitori e Elenoir non si sono ancora degnati di venire a salutare gli ospiti. Signor Fitzmaurice… si diverta, e non dia ascolto a questo mascalzone!-
Annuì, mentre Alice si allontanava.
-Da piccola era veramente brutta… Una cosina rossa e piangente, mentre ora… non so cosa darei per portarmela letto! E’ anche meglio di sua sorella, e ti giuro William che Elenoir è un gran pezzo di figliola-
Mi limitai ad annuire mentre osservavo Alice rapito, mentre lei baciava sulle guancie sorridendo delle vecchie signore.
-Bene amico mio, è ora di mangiare!-
Jeremy mi condusse al tavolo da pranzo, e chiese al cameriere dove potevamo sederci. Il cameriere ci indicò due sedie quasi al centro del tavolo e noi ci posizionammo .
Ancora i padroni di casa e la festeggiata non erano ancora arrivati. Vidi che Alice era andata a chiedere a una cameriera di andare a chiamare e a sollecitare i suoi genitori e la sorella. Passarono circa venti minuti in cui gli invitati pazientarono ma poi iniziarono ad allarmarsi
Tutto ad un tratto un urlo squarciò il silenzio della sala. La cameriera corse verso Alice piangendo.
Cosa diavolo era successo? Mi chiesi guardando allarmato e cercando una risposta in Jeremy che si era allontanato andando verso Alice.
Vidi che la abbracciava mentre la ragazza singhiozzava. Così incuriosito mi avvicinai a loro.
-Cos’è successo?- chiesi a Jeremy mentre la ragazza era scossa dai singhiozzi.
Jeremy mi guardò con una faccia da funerale, mentre gli ospiti agitati venivano scortati dai servitori verso l’uscita.
-La cameriera ha trovato i corpi morti dei genitori di Alice. E sua sorella è scomparsa-
Alice continuava a piangere. Non sapevo cosa dire, o cosa fare. Ma la mia mente non andò nel panico e iniziai a pensare razionalmente.
-Cosa possiamo fare?- chiesi.
-Dobbiamo portare via Alice di nascosto- rispose Jeremy guardando la ragazza tra le sue braccia – Ho come l’impressione che sia in pericolo-
-Potrebbe venire da me stanotte. Nessuno qua alla festa mi conosce e nessuno sospetterebbe mai che sia con me-
-Hai ragione- rispose il mio amico- Io vi raggiungo stasera… Portala via, mi raccomando… Non lasciare che le succeda niente.-
Gli dissi il mio indirizzo e dopo qualche secondo presi Alice per un braccio.
E inizammo a corre
re via.
  
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