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Autore: _neith    17/04/2016    3 recensioni
Tra la varietà di mostri che la sorte, comune tra i semidei, lo avrebbe costretto ad affrontare, Percy stava fronteggiando forse il più ostico: il greco antico.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di come Percy imparò ad apprezzare il greco antico








Non era il Minotauro. Non era Medusa. Non era Cerbero. Non era neppure l'ennesimo dio pazzoide che ti sfida a un duello all'ultimo sangue -vedi: Ares-.
Quelle erano cose da niente, si ritrovò a pensare Percy. Le sue imprese semidivine impallidivano di fronte quella didascalia ordinata ed elegante i cui caratteri erano impressi sulla pagina di un libro tanto vecchio che quasi si staccava: un testo di greco antico. Avrebbe fatto di tutto per non essere lì, in quel momento.
-Percy!
Il semidio alzò il capo, un ciuffo di capelli neri che gli cadeva sugli occhi.
Il suo sguardo si riempì dell'espressione accigliata della sua amica Annabeth Chase, figlia d'Atena, che lo scrutava furiosamente, fulminandolo con i suoi tempestosi occhi.
Percy si sentì colto da un brivido.
-Cosa?- le domandò, poiché gli aveva chiaramente chiesto qualcosa.
-Mi ripeti l'aoristo terzoˡ?
Il giovane semidio si lasciò sfuggire un sospiro, poi si accasciò lungo lo schienale.
-Sono stanco, Annabeth- lamentò -Quando facciamo una pausa?
-Ad Kalendas Graecas²- rispose freddamente la ragazza, alla quale gli occhi dolci del ragazzo non facevano alcun effetto (o quasi).
A quel punto, Percy sbottò:
-Ma che bisogno avevano i Greci di inventare tre tipi diversi di aoristo? Non gliene bastava uno?
Annabeth non parve particolarmente colpita dalla sua scenata. Aveva gli occhi socchiusi e scuoteva la testa lentamente, come a voler scacciare una moscerino.
Percy cominciò, dimenticatosi del greco, a guardarla. Le lunghe ciocche dei suoi capelli biondi oscillavano appena, a tempo col movimento del capo, incorniciandole l'ovale del viso dai tratti delicati. Percy pensò banalmente a quanto fosse bella Annabeth, a tutta l'ammirazione che provava nei suoi confronti, al desiderio -che spesso lo coglieva di sorpresa, doveva ammetterlo- di conoscere più a fondo il tumulto di pensieri che si agitavano sotto la testa bionda. Un altro, banalissimo pensiero: aveva dei capelli meravigliosi, come intessuti ai raggi di un sole estivo.
-Posso toccarti i capelli?
Annabeth alzò di scatto il capo.
-Che cosa?
Percy, che aveva parlato senza accorgersene e che stava cominciando ad arrossire, si affrettò a schiarisi la voce.
-Nulla, nulla. Continuiamo con i verbi.
Annabeth annuì, accostando la sedia più vicina a quella del ragazzo e cominciando di nuovo la coniugazione.
Le loro ginocchia lasciate scoperte dai pantaloncini si urtarono impercettibilmente e Percy, se possibile, si fece ancora più rosso.
Pensò distrattamente che, dopotutto, il greco antico, se affrontato con l'eroe giusto, non era poi così mostruoso.







nota 1: l'aoristo è una forma verbale propria della lingua greca che corrisponde al nostro passato remoto (e sì, i greci burloni ne hanno non uno solo ma tre, perché abbondare è meglio).
nota 2: l'espressione latina "ad kalendas Graecas" significa letteralmente "alle calende greche" ma, poiché le calende non esistono nella cultura ellenistica, si può tranquillamente interpretare come "Mai". Percy e Annabeth studieranno greco tutta la notte (e mi terranno compagnia)!



 

Angolo autrice

Beh, non c'è molto da dire: è una storiella che ho scritto in un momento di noia senza alcuna pretesa. Il contesto credo sia chiaro: tra il primo e il secondo libro, più o meno, durante una "lezione" di greco antico.
Nulla da dire, spero vi sia piaciuta: fatemelo sapere con una recensione, positiva o negativa che sia!
Alla prossima, B x

  
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