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Autore: Leila 95    18/04/2016    6 recensioni
"Certe cose non cambiano mai..."
Ecco un possibile riavvicinamento fra Han e Leia ambientato durante IL RISVEGLIO DELLA FORZA...un'analisi della loro relazione, di quello che è successo fra i due (il film non è molto chiaro a riguardo e lascia ampio spazio alla fantasia!) e di come si lasciano...per sempre. la storia è scritta secondo il punto di vista di Han.
Spero apprezziate la mia umile penna e lascerete qualche commento (mi auguro positivo!!!)
Buona lettura e che la Forza sia con voi sempre!
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Han Solo, Principessa Leia Organa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Dal diario di bordo del Capitano Solo'
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Ancora un'Ultima Volta

Dire che sono sconvolto è dir poco. L'aver rivisto Leia dopo tanto tempo - dopo tutto quello che è successo - mi ha lasciato senza parole. Senza la capacità di elaborare pensieri logici.
Continuo a fissare questo stupido datapad cercando di decifrare ciò che è scritto, ma la mia testa è ovunque tranne che qui, alla comprensione dei piani dell'Arma.
Sono completamente dissociato dal mondo reale, quando il campanello della mia stanza mi riporta alla vita reale.
Brontolo un "Avanti" con poca convinzione e non mi degno neppure di alzare lo sguardo per vedere chi é che viene a rompere le scatole a quest'ora.
"Han?"
Leia.
Che cosa ci fa qui, adesso? Che cosa vuole da me?
“Leia…” resto a guardarla come uno stoccafisso. Indossa una semplice camicia da notte grigio perla, e ha i capelli completamente sciolti. Ha gli occhi lucidi, come se volesse piangere ma trattenesse le lacrime a forza.
Mi sento impotente.
Lentamente mi alzo, mi avvicino a lei – ben oltre i limiti consentiti dall’odio che ci ha tenuti separati tutto questo tempo – e la stringo piano fra le mie braccia. Mormoro il suo nome, qualche parola senza senso nella speranza di darle un po' di conforto, accarezzandole appena la guancia.
È strano. Nonostante siamo stati amanti per molto tempo, e nonostante io non sia mai stato timido con l’altro sesso, mi sento imbarazzato, impacciato come un ragazzino che mette per la prima volta le mani sul corpo di una donna.
Improvvisamente mi getta le braccia al collo e mi stringe a sé. Per qualche istante resta immobile, quasi non respira neppure. Poi, lentamente, inizia a muoversi fra le mie braccia, baciandomi più volte la guancia.
"Mi sei mancato Han." mi sussurra all'orecchio.
Sento il sapore salato delle sue lacrime mentre mi attira a sé e mi bacia sulle labbra, con trasporto, con passione, quasi con violenza.
Le sue mani scivolano piano sulle mie spalle, e poi sui bottoni della mia giacca.
Sono impietrito: non riesco a muovermi. Lentamente, però, riprendo consapevolezza del suo corpo, delle sue forme.
È un po' diversa da come la ricordo: il seno è più morbido, i fianchi più larghi. Non significa che non sia più bella, è solo che la sua bellezza è maturata, che la sua femminilità è più consapevole.
Sfioro i suoi fianchi sfiorando il tessuto della camicetta che ha indosso risalendo verso i seni, chiudo le mani su di essi e la sento sussultare, mentre la mia bocca non lascia la sua neppure per un istante. Il suo sapore mi è mancato troppo, ho sete di lei e del suo corpo e non riesco a staccarmi dalla mia preziosa fonte appena ritrovata.
Ho sempre avuto bisogno di lei, ma me ne sto rendendo conto solo adesso.
Per fortuna, il corpo reagisce molto più velocemente della testa e, mentre il mio cervello cerca di dare un senso alla piega presa dagli eventi, il mio corpo risponde alle sue carezze con un vigore che credevo sopito per sempre.
Quando entro dentro di lei mi pare di essere tornato a casa: il suo corpo caldo e morbido che si stringe intorno a me sembra essere l'unica via, l'unica soluzione per sfuggire alla sofferenza e al dolore dell' intera galassia.
Ci muoviamo piano ma perfettamente in simbiosi nella danza più vecchia del mondo, nella speranza di lenire fratture vecchie e ferite nuove.
Tuttavia anche se fisicamente è qui, fra le mie braccia, anche se il suo corpo si muove in perfetta sincronia con il mio, sento che Leia è lontana anni luce da qui.
Lacrime copiose le rigano il volto, eppure piangendo non emette alcun rumore; i suoi occhi sono chiusi, il viso girato da un'altra parte.
"Leia....Leia voltati, guardami." Con la mano la costringo dolcemente a girarsi verso di me.
Leia spalanca gli occhi - quei meravigliosi occhi scuri - e mi fissa con un'intensità che mi fa male all'anima.
"No, Han, ti prego...ti prego!"
Mi stringe forte, incassando la testa nell'incavo della mia spalla ed evitando così nuovamente di incontrare il mio sguardo.
Allora prendo coraggio ed inizio a muovermi più veloce. Il piacere che ci travolge è quasi doloroso, tale è la tristezza che ci avvolge e ci avviluppa fino a farci fondere, anima e corpo.
 
Per lunghi istanti resto immobile sopra di lei, il respiro ancora affannato, la testa poggiata sulla sua spalla. Mi inebrio del dolcissimo profumo dei suoi capelli. E aspetto.
Ora tocca a lei fare il primo passo, spiegarmi il motivo delle sue lacrime e del suo silenzio.
Sento le sue dita muoversi piano sulla mia schiena e sul mio collo e disegnare lunghi  arabeschi. Piano piano smette di piangere e sospira più volte, come a voler raccogliere le idee.
"Han?"
"Sì...piccola?" Mi puntello sui gomiti, per guardarla bene in volto.
"Scusami." Mi sfiora la guancia con la punta delle dita. "Scusami, ma avevo bisogno di sentire se mi amavi ancora."
Allora si trattava di questo. Voleva capire se c'erano ancora dei sentimenti da parte mia, se provavo ancora qualcosa per lei.
"Mi ami ancora?" chiede con un sussurro.
Non me lo aveva mai chiesto prima - quando stavamo insieme, non aveva mai dubitato del mio amore per lei.
"Ti amo Leia. Ti amo ancora, nonostante tutto." Nonostante noi.
Mi sorride appena, poi mi sfiora le labbra con un bacio. "Ti amo anch'io Han Solo. Non ho mai smesso di farlo."
Restiamo a guardarci così, in silenzio, alla luce soffusa delle nostre reciproche rivelazioni. Il tempo e lo spazio, la guerra, i motivi che mi hanno riportato da lei, tutto sembra non avere più alcuna importanza.
 
Per alcuni istanti ci guardiamo in silenzio, in reciproca contemplazione. Poi mi chino su di lei e la bacio. Stavolta è diverso, è meno violento rispetto a poco fa: la assaporo lentamente, e pian piano la sua bocca si schiude al mio dolce assalto.
Di tanto in tanto fra un bacio e l'altro mi allontano appena, per vederla e per ammirare la sua bellezza. Allora vedo le sue guance colorarsi di rosso: possibile che il mio sguardo la imbarazzi ancora al punto di farla arrossire?
"Sei bellissima" le sussurro all' orecchio.
Ride sommessamente, come se la stessi prendendo in giro.
Mi sollevo a guardarla.
"Perché ridi?" le chiedo.
"Perché sei un bugiardo!"
"Un bugiardo?" Mi fingo offeso. "Quando mai ti ho mentito?"
"Ora, per cominciare!" Fa un ampio gesto col braccio. "Non sono più giovane come una volta...come ti ricordi."
"Lo so, principessa." Le pianto un sonoro bacio sulla fronte. "Non sei più giovane, ma questo non significa che abbia perso la tua bellezza."
La guardo ancora un attimo, per mostrarle che sono sincero, poi aggiungo: "E poi? Quale altra volta ti ho mentito?" Probabilmente morirò senza perdere il brutto vizio di stuzzicarla in continuazione: il problema è che mi piace troppo vederla arrabbiarsi, mi è sempre piaciuto.
Noto però che stavolta non è per nulla irritata dalle mie parole, piuttosto è solo molto rattristata.
"Quando mi hai detto che mi odiavi, quando ci siamo lasciati." sussurra a mezza voce.
Ha ragione. Ci siamo detti entrambi cose orribili durante il nostro ultimo incontro, e io personalmente non ci sono andato leggero ad offenderla e a rinnegare tutto quello in cui entrambi avevamo creduto, a partire dal nostro amore. Ho detto cose di cui poi mi sono amaramente pentito; questo era il motivo per cui avevo avuto paura di rincontrarla.
Quando nostro figlio Ben si è volto al Lato Oscuro, ed è uscito per sempre dalle nostre vite, ho avuto paura. Paura di non riuscire più ad andare avanti, di non essere più in grado di fronteggiare la realtà.
Per questo me ne sono andato. Sono fuggito come un codardo, quando Leia avrebbe avuto bisogno di me più che mai.
"Hai ragione" le dico. "Sono stato un idiota e ho detto un sacco di cose non vere, cose che non pensavo affatto." Sospiro profondamente prima di riprendere. "Scusami. Scusami Leia."
Chiedere scusa non mi è mai riuscito semplice, ma ora è necessario farlo. Lei non meritava di essere trattata così, di essere abbandonata. L'unica cosa che posso fare ora è implorare il suo perdono, per quanto sia possibile.
Si stringe nelle spalle e sospira. "Siamo stati stupidi entrambi, Han. Nessuno dei due ha avuto il coraggio di fare un passo indietro e di ammettere le proprie colpe." Mi accarezza dolcemente. "Non è stata solo colpa tua."
Sorride, è serena.
So che lei può leggermi nell' anima e può capire davvero il mio rimorso, il mio pentimento, le mie ragioni - per quanto sbagliate siano potute essere.
E non è un trucchetto della Forza. È solo amore.
La abbraccio forte, inebriandomi del suo calore e del suo profumo, finché lentamente non ci addormentiamo.
***************
Apro gli occhi alla luce mattutina. Non ho idea di che ora sia, ma è sicuramente tardi.
Non mi importa. Erano anni che non dormivo così bene.
Lentamente mi rendo conto del corpo di Leia accanto al mio, della sua testa poggiata sul mio petto, delle sue gambe intrecciate con le mie e dei suoi lunghissimi capelli sparsi sulle sue spalle.
Sorrido.
Avevo dimenticato quanto fosse meraviglioso svegliarmi nudo fra le sue braccia, giocare con i suoi capelli.
Quei capelli che lei teneva sciolti solo per me - mentre gli altri li vedevano sempre costretti in intricate acconciature: solo a me il privilegio di vedere un altro lato della Principessa di Alderaan, un lato più frivolo e semplice, lontano da impegni diplomatici e missioni militari. Il lato di lei che mi aveva fatto perdere la testa.
Sento il suo respiro cambiare, farsi più veloce. Si sta svegliando.
Apre di scatto gli occhi e si gira verso di me. Anche lei è sorpresa di trovarsi a letto con me? Perché sembra tanto strano stare insieme, anche se non stiamo commettendo alcun tradimento?
È vero, io non sono più un ragazzo, e neanche lei è più la principessina che ho conosciuto tanto anni fa. Però non mi pento affatto di quello che è successo stanotte. Non è stato un guizzo di vita di due vecchi nostalgici, o un ricordo dei bei vecchi tempi andati.
Abbiamo fatto l'Amore.
 
Leia si avvicina pericolosamente al mio volto, sento il calore del suo respiro sulle mie labbra.
"Buongiorno canaglia" mi sussurra, e mi sfiora le labbra con un bacio. "Hai dormito bene?"
Le sorrido sorpreso. Sta scherzando? Questa notte è stata fantastica.
"Buongiorno a te, principessa" le rispondo con fare baldanzoso, stringendola più forte fra le braccia.
"Ti volevo ringraziare" inizia sotto voce.
"Per cosa?"
"Per essere stato insieme a me stanotte." Fa una pausa, distoglie lo sguardo arrossendo leggermente. "Per aver fatto l'amore con me, ancora una volta."
Sulle prime le sorrido sbigottito, non so cosa risponderle.
"Leia, io..."
Mi poggia un dito sulle labbra invitandomi a rimanere zitto.
"Grazie per amarmi ancora...e per essere tornato da me, dopo tutti questi anni."
Per un momento pare voglia piangere, ma poi sbuffa e ricaccia dentro le lacrime amare.
È sempre stata forte.
 
Si svincola bruscamente dal mio abbraccio e si mette seduta sul letto.
"Credo...credo che dovremmo prepararci."
L'idillio è finito.
Al diavolo il suo senso del dovere.
Si alza e si rimette la camicia da notte con la quale si è presentata ieri sera.
Cerca di ricomporsi, ma si vede che le costa parecchia fatica.
Mi metto a sedere sul letto e grugnisco in segno di assenso.
"Cerca di prepararti in fretta...ti staranno certamente aspettando" mi dice.
Mi accarezza i capelli e mi dà un bacio sulla fronte.
"Ci vediamo dopo."
Resto immobile, seduto in mezzo al letto, mentre la guardo andare via.
**************
È tempo di partire.
Odio questo momento. Odio il pensiero di lasciare Leia, di nuovo.
Ma devo andare da Ben. Devo provare a salvarlo. È arrivato il momento che io mi assuma le mie responsabilità di padre. Basta fuggire, basta nascondermi. Leia dice che c'è ancora della Luce in lui, che può ancora essere salvato. Tanto vale provarci, anche se non so quanto possa riuscire laddove neanche Luke, che è un Jedi, ce l'ha fatta.
"Sai” sento una voce alle mie spalle. Leia. “Nonostante litigassimo tanto, ho sempre odiato vederti partire.”
Mi volto lentamente per vederla in faccia.
Sappiamo entrambi che ci resta poco tempo, ed è meglio mettere da parte l’orgoglio e dirci tutto quello che dobbiamo dire. Almeno non avremo altri rimorsi con cui convivere. “Perciò lo facevo.” Le sorrido impudente, cercando di sembrare sbruffone e non patetico. “Così ti mancavo un po’.”
“Mi mancavi infatti.” risponde a mezza voce.
Forse non ha idea di quanto lei mi mancasse.

“Non era male, vero?” dico dopo qualche istante. “In fondo, stavamo…bene.”
“Molto bene.”
La guardo negli occhi. “Certe cose non cambiano mai.” dico più a me stesso che a lei in realtà.
“Vero. Mi fai ancora impazzire.”
Sorridiamo insieme, poi la accolgo fra le mie braccia un’ultima volta. Ripenso a stanotte, a quello che è successo. A tutti gli anni passati insieme, fra fughe e riavvicinamenti, fra litigi e amore.
“Se vedi nostro figlio…riportamelo.”
   
 
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