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Autore: Relie Diadamat    19/04/2016    4 recensioni
Denny è migliore di te e questo lo sai bene.
Denny la fa sorridere, Denny le dona la luce che si spetta.
Denny la merita ed è per questo che tu la lasci andare tra le sue braccia, anche se il suo cuore è più gracile di una torre fatta di carte.
Denny non la ferirà mai come l’hai ferita tu.

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[Alex POV // Ambientato nella puntata 2x27]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Karev, Denny Duquette, Izzie Stevens
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
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Nda: Buon salve e rieccomi di nuovo qui, in questo fandom!
Beh, che dire, mancavo da un po', ma questa volta sono contenta della shot con la quale ritorno.
Scritta seguendo il prompt lasciatomi gentilmente da __aris__ nel gruppo di Facebook "Il Giardino di Efp": Izzie va da danny per fargli vedere il vestito e lui non è morto.
Come sempre, lascio a voi la parola.
Buona, spero, lettura!
 

Let her go
 
 
 
 
Il brusio della gente agghindata alla meglio delle sue possibilità arriva nei corridoi del Seattle Grace come una brezza leggera che accarezza le pareti, quelle illuminate dalla luce fredda delle lampadine appese al soffitto, quelle dove si respira ancora odore di chirurgia e adrenalina.
È lì che vuoi andare, è quello il posto che vuoi respirare.
Salirai le scale e ti ritroverai nei corridoi silenziosi, dove la musica e la festa da ballo della nipote ammalata di cancro del Capo diventeranno solo brezza leggera, vento invisibile e a stento percettibile.
D’altronde ti sei sempre sentito così, come quelle mura solitarie che il bello della vita sfiora soltanto, illuminato da una luce bianca che ti rende di ghiaccio agli occhi dei passanti momentanei, rimasto solo a badare a te stesso e a rimboccarti le maniche per chi non ha saputo farlo per te.
 
Sali altri due gradini prima di alzare lo sguardo e vederla.
Izzie.
Non sei tu a fermarti: è il tuo corpo che si arrende alla sua presenza.
Ha i lunghi capelli legati o tenuti stretti da una sfilza di fermagli, i boccoli dorati lasciati liberi di caderle sulla schiena.
Izzie è bellissima, ma non solo questa sera. Izzie è bellissima sempre, e non è il vestito da principessa che indossa a lasciarti senza fiato: è il sorriso radioso tra le sue labbra piene a spiazzarti, quel sorriso che non rivedevi da tempo.
Quel sorriso non nato a causa tua.
«Ehi, stai molto bene!» ti limiti a dirle.
Izzie non si ferma. Ti guarda e tu puoi rivedere il suo sorriso prima che abbassi il capo e continui a scendere le scale a piedi nudi, con le scarpe tenute tra le dita della mano sinistra.
Allora non ti fermi neanche tu.
«Grazie, anche tu. Hai qualcuna?»
 
No, perché l’unica cosa bella della mia vita è diventata brezza leggera.
È diventata di un altro.
 
«No, questa festa fa schifo. Non ci porterei mai una bella ragazza».
Ti fermi, sorridi sghembo e ti volti a guardarla.
Izzie ha già sceso tutte le scale e si sta avviando verso l’ascensore.
Lontano da te, da un altro uomo. Da colui che ha scelto.
 


Denny è migliore di te e questo lo sai bene.
Denny la fa sorridere, Denny le dona la luce che si spetta.
Denny la merita ed è per questo che tu la lasci andare tra le sue braccia, anche se il suo cuore è più gracile di una torre fatta di carte.
Denny non la ferirà mai come l’hai ferita tu.
 


 
Senza neanche accorgertene ti ritrovi dinanzi alla porta dello sgabuzzino, quello dove qualche mese prima Izzie ti ha trascinato baciandoti, offrendosi a te, mentre al piano di sopra Meredith reggeva una bomba nella mano.
Quella era stata la prima volta con Izzie, la prima volta che hai riassaporato il gusto della paura. Ma in fondo, Izzie era stata tante prime volte.
Il primo vero bacio nel bar di Joe, da lasciarti senz’aria.
La prima a credere in te senza chiederti niente.
La prima ad essere dalla tua parte, mentre tutti ti evitavano come la peste.
La prima che ti abbia creato un buco nello stomaco a sentirla piangere, la prima che hai rimpianto di aver ferito.
La prima che lasci andare, senza muovere un muscolo.
 



Aumentano i passi e il tempo scorre. È ormai passata mezz’ora quando, camminando per i vari reparti, ti rendi conto di essere accanto alla sua stanza.
 
Lui potrebbe essere morto, stroncato da un ictus, e Izzie potrebbe essere distesa al suo fianco, paralizzata e immobile come una statua.
E invece guardi oltre le veneziane alzate e li vedi, entrambi.
Sorridono, con le guance arrossate e gli occhi che brillano.
Denny le porta una ciocca ribelle dietro l’orecchio e il sorriso di Izzie diventa più vivo che mai.
E tu, invece, Alex Karev, rivolgi loro un mezzo sorriso tirato come un augurio portafortuna, come un regalo di nozze in anticipo.
Come l’ultimo gesto d’amore che le dedichi in silenzio.
 
   
 
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