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Autore: Angel_SG    20/04/2016    4 recensioni
"A funny dinner" era una OS, che è stata ampliata per diventare una long fiction.
Dal primo capitolo:
"Sì, perchè dovete capire che il concetto di “fare il piedino sotto il tavolo”, sembra anche divertente quando lo vedi nei film, peccato che smetta di esserlo quando sei tu il povero martire costretto a fingere un colpo di tosse per sopprimere un gemito più forte degli altri...quando invece l'unica cosa che vorresti sopprimere è quella zoccola di tuo fratello, che ti sorride serafico dall'altro lato del tavolo."
(Wincest! Don't like, don't read!)
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bobby, Dean Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: Incest | Contesto: Prima dell'inizio, Prima stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Quello che c'è in fondo al cuore non muore mai!'
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A Funny Dinner

 

 

Avete presente quando da bambini mamma e papà vi insegnano a non prendervi il dito con tutta la mano? Ecco il concetto è semplice e banale: se ti concedono di dire o fare qualcosa, non approfittartene.

Peccato che mi fratello Sam quel concetto, nel corso degli anni, non sia mai riuscito a capirlo davvero.

Non che io sia una cima in questo, ma suppongo che non ci sia qualcosa di difficile nella frase:

“Non flirtare con me di fronte a papà”...correggetemi se sbaglio, il concetto è semplice, no?

A quanto pare Sam non è dello stesso avviso.

Sì, perchè dovete capire che il concetto di “fare il piedino sotto il tavolo”, sembra anche divertente quando lo vedi nei film, peccato che smetta di esserlo quando sei tu il povero martire costretto a fingere un colpo di tosse per sopprimere un gemito più forte degli altri...quando invece l'unica cosa che vorresti sopprimere è quella zoccola di tuo fratello, che ti sorride serafico dall'altro lato del tavolo.

 

Alla fine posso biasimare solo me stesso per la situazione in cui mi trovo...mai e ripeto MAI, provocare Sam Winchester.

 

2 Ore Prima

 

Ammetto che in tanti anni di caccia non avevo mai visto una villa del genere, era antica, di uno stile che avevo visto solo nei libri di storia dell'arte di Sam e a cui non sapevo neanche dare un nome.

Papà era concentrato sulla caccia, mentre Sam...bè lui sembrava rapito dal giardino pieno di statue di marmo e io...io non vedevo l'ora di sdraiarmi in un letto, prima di svenire dal sonno.

 

Ad aprirci il cancello viene una donna molto bella, ha lunghi capelli neri leggermente mossi, occhi scuri e due labbra...mamma mia che labbra; le forme sotto il tubino rosso sono chiaramente visibili e degludisco a vuoto un paio di volte.

Questo ovviamente mi costa un occhiataccia da parte di Sam, che si gira subito dall'altra parte.

 

Merda, si è incazzato”- alzo gli occhi al cielo, sapendo quanto mi costerò questo scherzetto.

 

  • Buona sera, il Signor Black e i suoi figli suppongo...Miss Scarlet...piacere di conoscervi.

  • Salve, piacere di conoscerla, è stato suo marito a chiamarci se non sbaglio – dice mio padre in difficoltà.

  • Mio cognato...il Professor Plum, vi ha chiamato per quel...problemino – dice abbassando il tono di voce e capisco che dev'essere davvero spaventata.

  • Non si preoccupi, siamo qui per questo...ci faccia strada.- papà guarda stranito Sam, non capendo il suo brusco cambio di umore.

 

Sarà che ho la coscienza sporca, ma sento il bisogno di spostare l'attenzione da lui.

 

  • Miss...vuol dire che è single e disponibile, giusto? - grandissima cazzata Dean.

 

Mio padre mi guarda esasperato, trovando fuori luogo il mio commento e, non appena lui di gira, la gomitata che mi rifila Sam mi fa venire le lacrime agli occhi e ringrazio il cielo che le mie costole siano ancora al loro posto...e ovviamente la bellissima Miss Scarlet forza un sorriso e poi mi ignora completamente.

 

  • Dai scherzavo – bisbiglio rivolto a Sam.

  • Vaffanculo – stavolta l'ho combinata grossa, magari provocare un 15enne in piena crisi ormonale non è stata esattamente la trovata del secolo.

 

Il professor Plum sembrerebbe anche un tipo simpatico, se non avesse riempito la casa di inutili amuleti per tenere lontani i fantasmi e non avesse quell'aria da coniglio spaurito...dove ci siamo cacciati?

 

  • Salve signor Black, la ringrazio per essere venuto e mi spiace se ho strappato dai loro studi i suoi ragazzi...

 

Sbuffo a ridere e mi guadagno due occhiatacce da parte del professore e di mio padre...mentre Sam continua a non guardarmi biascicando un “idiota”.

 

  • Professore, che ne dice di mostrarmi la stanza dov'è avvenuta l'aggressione, mentre i miei figli cominciano a fare qualche rilevamento in giro? - propone mio padre.

  • Oh ma certo, ovviamente, prego mi segua...- e scompaiono nell'enorme corridoio lì a fianco.

 

Sam tira fuori dalla borsa il rilevatore di fantasmi e comincia a muoversi in giro per il salotto.

 

  • Sam...- provo, ma niente – Sam!- dico a voce più alta

  • Che vuoi Dean? - ribatte laconico

  • Andiamo su, stavo scherzando, non dicevo mica sul serio...- tento di farlo ragionare.

  • Come vuoi...- mi liquida

Mi avvicino a lui, lo afferro per la spalla e lo faccio voltare verso di me, è alto per la sua età, ma è ancora più basso di me, quindi deve alzare un po' lo sguardo per guardarmi...cosa che non fa.

 

  • Hey Sammy – stavolta addolcisco il tono, e poggio una mano delicatamente sul suo fianco – andiamo...stavo scherzando, lo sai...- finalmente mi guarda e mi sento un coglione, perchè vedo i suoi occhi rabbuiati e so che è colpa mia.

  • Non mi piace quando fai l'idiota con le ragazze – è un sussurro, ma riesco a sentirlo chiaramente. Dio, quanto sono deficiente!

  • Lo sai che per me esisti solo tu – lo dico in tono a metà tra il dolce e lo spaccone e lui finalmente sorride.

 

Sento delle voci dal corridoio e ci stacchiamo appena in tempo, per evitare che papà ci veda così vicini. Ho il cuore che batte a mille, perchè anche se sembro così sicuro di me, ho una fottuta paura che papà possa vedere uno sguardo di troppo e che capisca cosa succede tra me e Sam.

Sam, nell'incoscienza dei suoi 15 anni, mi rivolge uno sguardo divertito e ammiccante e mi bisbiglia:

  • Comunque te la farò pagare, sappilo!- e ride...e io mi ritrovo a pensare che non mi stancherei mai di baciare quel sorriso.

 

Il professor Plum ci presenta la sua domestica, la signora White, che si offre di accompagnarci nelle nostre stanze.

 

  • Spero non sia un problema per i ragazzi dormire insieme, ma purtroppo a causa di questo – abbassa il tono – problemino, il Professore ha dovuto far risistemare un'ala della casa e abbiamo solo due stanze libere per gli ospiti.- si giustifica la vecchietta.

  • Nessun problema – la rassicura mio padre e, non appena arriviamo di fronte alla stanza mia e di Sam, si volta a guardarci – NON fate casini...e tieni d'occhio tuo fratello.

 

Io e Sam rispondiamo insieme “Si, papà”, io mi giro verso di lui un po' piccato.

Quando entriamo nella stanza non mi lascio sfuggire l'occasione

  • Ah ah...divertente- ma Sam ride e il mio cervello va in corto circuito.

Come cavolo riesca a farmi quest'effetto, resterà per me un mistero.

  • Dai un po' lo era...- si sdraia sul letto e alza le braccia, mettendo una mano dietro il cuscino ed una tra i capelli per toglierseli dal viso.

 

La maglietta, troppo corta, sale lasciando scoperto il fianco e l'ombellico...e io non posso che cogliere l'invito.

Mi sdraio accanto a lui e prendo a baciargli lentamente il lembo di pelle scoperto: è maledettamente caldo e sento già il mio cervello andare in tilt. Lascio un bacio umido vicino all'ombellico e poggio la mia mano “casualmente” sul cavallo dei suoi jeans.

 

  • Dean...- sospira rumorosamente – mmh...

  • Dimmi Sammy – sorrido malefico, so cosa lo fa impazzire e cosa lo spinge oltre il limite.

 

Lui ride di fronte alla mia nonchalance, sposta una mano fra i miei capelli e, quando le mie labbra scendono sull'orlo dei jeans, rafforza la presa tirandomeli leggermente. Sotto la mia mano sento qualcosa nel suo basso ventre risvegliarsi e so di avere avuto l'effetto desiderato.

 

  • Dean ti prego...- lo guardo intensamente.

 

A volte ho ancora il dubbio che forse non dovremmo fare quello che facciamo, mi sembra ancora così piccolo...o forse sono io che ho uno sdoppiamento della personalità: ragazzo e fratello. Il primo vuole a tutti i costi stare accanto alla persona che ama, il secondo vuole proteggere suo fratello e, nel farlo, continua a considerarlo come un bambino.

Che situazione del cazzo!

 

Sentiamo bussare forte alla porta.

E' papà che viene a dirci di scendere in sala da pranzo per la cena.

 

  • Arriviamo subito – ma non riconosco il suono della mia voce. So che è spaventata...e Sam se ne accorge.

Non mi dice nulla, ma sa perfettamente che non andrò avanti, non per quella sera.

 

  • E' meglio se andiamo Sammy – lui si alza deluso, si sistema meglio la maglia e va in bagno a sciacquarsi il viso.

  • Tutto ok? - gli chiedo incerto

  • Si certo – mi sorride benevolo – andiamo, prima che papà venga a cercarci.

Gli do un bacio sulle labbra, all'inizio timidamente, poi mi faccio strada alla ricerca della sua lingua e Sam non si nega, lui non si nega mai.

 

  • ORA, possiamo andare – gli dico.

 

Lui ride di gusto.

 

-Guarda che non ti ho ancora perdonato, devo ancora fartela pagare per oggi - e nel dirlo apre la porta e comincia a scendere.

 

Non avevo ancora idea di quanto l'avrei pagata cara.

 

A cena

 

Non credo di aver mai visto tanto cibo in una sola tavola, mi fiondo subito sulla prima pietanza e, dallo sguardo che mi riserva mio padre, non lo faccio esattamente con garbo.

 

Sam mi guarda scuotendo la testa come a dire “sei un caso disperato” e comincia a mangiare educatamente la sua porzione di riso al curry con pollo.

Il tavolo è incredibilmente stretto e lungo, tanto che lo spazio che c'è tra me e mio padre, seduto a fianco, è il triplo di quello che c'è tra me e Sam, seduto di fronte...il professore e la bellissima Miss Scarlett sono seduti a capo tavola, su lati opposti del tavolo e devono alzare il tono di voce per farsi sentire...che design del cavolo.

 

Non trascorre molto tempo dall'inizio della cena, che sento qualcosa toccarmi la gamba; sobbalzo e sono sul punto di guardare sotto il tavolo, quando incontro lo sguardo divertito di mio fratello.

 

Sta scherzando, vero?! Il piedino sotto il tavolo?!

 

  • Sam...- sussurro, sapendo che mi sentirà solo lui – piantala.

 

Lui non mi ascolta e sorride ancora di più, poi il suo piede comincia a risalire lungo la gamba fino alla coscia, accarezzandomi in maniera...oscena.

 

  • Sam sono serio – dico con lo sguardo più serio che riesco a fare, guardando a tratti lui e a tratti papà, che sembra non essersi accorto di niente.

  • Anch'io – e sorride serafico.

 

Fanculo lui e la sua crisi ormonale da adolescente.

 

Provo ad ignorarlo continuando a mangiare, ma Sam non sembra essere disposto a passare in secondo piano, quindi avanza e sento il suo piede poggiarsi in mezzo alla mie gambe.

La salsiccia che ho in bocca mi va quasi di traverso e attiro l'attenzione di papà.

 

  • Dean piantala, se magari evitassi di mangiare come un maiale, eviteresti di soffocare.

 

Sam ha l'accortezza di ritirare un po' il suo strumento di tortura, mentre io prendo un sorso d'acqua e ricomincio a respirare.

 

Il sollievo duro poco, perchè Sam ritorna all'attacco, ma stavolta sono pronto, gli afferro il piede e comincio a sfiorargli con i polpastrelli la caviglia, cosa che so quanto lo faccia impazzire.

 

1 a 1 fratellino.

 

Sam sobbalza e poi comincia a mordersi il labbro inferiore.

Bastardo! Esattamente come io conosco i suoi punti deboli, lui conosce i miei.

 

  • Scusate – interrompo tutti – non credo di sentirmi molto bene, preferisco andare in camera.

 

Papà mi guarda stranito e sta per dire qualcosa quando Sam lo interrompe.

 

  • Vengo con te, tanto avevo finito di cenare...

 

Nessuno trova qualcosa di strano in questo scambio di battute e ci sorridono tutti amabilmente ( a parte papà, ovviamente, che si limita a farci un cenno d'assenso) augurandoci la buona notte.

 

Quando siamo per le scale afferrò Sam per un braccio e lo tiro per farlo correre più velocemente verso la stanza.

 

  • Dean piano – lo sento incerto, credo stia cercando di capire se ha esagerato e se sono arrabbiato.

Oh no Sammy, non sono arrabbiato, ma ora pareggiamo i conti.

 

Quando arriviamo in camera, sbatto la porta per chiuderla e ci spingo Sam contro, poi comincio a baciarlo e, dalla foga che metto dentro quel bacio, mi rendo conto che è tutto il pomeriggio che lo voglio.

 

  • Credevo fossi arrabbiato – mi soffia sulle labbra – direi che mi sono sbagliato.

  • Ti diverti proprio a provocarmi, eh? - e mentre lo dico sbottono i suoi jeans e li abbasso.

 

Lui fa lo stesso con i miei e fatichiamo un po' a farli scivolare via dalla caviglie.

Mi stacco da lui per togliermi la maglietta e lui fa lo stesso.

Siamo entrambi in boxer e non faccio in tempo e rendermi conto di ciò che Sam si avvicina al mio petto e comincia a stuzzicarmi un capezzolo con le labbra, poggio le mani sulla porta, mentre sento il mio cervello spegnersi, quando lascia il capezzolo per scendere giù, finendo in ginocchio di fronte a me.

Guardo verso il basso e, mentre comincia ad abbassarmi i boxer, sento la gola secca, pregusto già ciò che verrà.

Sento la sua bocca avvolgermi e getto la testa indietro mentre comincio ad ansimare.

 

  • Oh Sam...non ti fermare – e lui non lo fa.

 

Infilo una mano tra i suoi capelli, un po' per guidarlo, un po' per avere qualcosa a cui aggrapparmi.

 

  • Ok aspetta...fermo – lo faccio sollevare e lo bacio, sento anche il mio sapore sulle sue labbra.

 

Lo spingo fino al letto, lo faccio mettere un fianco e mi posiziono dietro di lui, mentre sfilo anche i suoi boxer e ci ritroviamo entrambi nudi.

 

  • Hai voglia di sperimentare cose nuove – lo dice scherzando, ma ormai conosco il modo in cui la sua voce trema di eccitazione e impazienza.

  • Puoi scommetterci – non aspetto ancora, entro dentro di lui.

 

Ogni volta riesco a stupirmi di quanto sia stupenda la sensazione di completezza che provo quando io e lui diventiamo una cosa sola. Lo abbraccio e faccio scivolare una mano tra le sue gambe, comincio ad accarezzarlo con lo stesso ritmo con cui mi spingo dentro di lui.

Sento la sua mano afferrarmi la nuca e spingermi più vicino a lui, e ne approfitto per dargli dei baci sul collo, che alterno a dei piccoli morsi.

 

Forse domani resterà il segno, ma per ora, non me ne frega un cazzo.

 

Ci siamo quasi e lui quasi urla il mio nome, la cosa mi accende un fuoco dentro così grande, che devo trattenermi per non venire subito.

 

  • Shh...Sammy...fai piano...- odio dirglielo, ma cerco di usare l'ultimo barlume di razionalità rimasta mi in corpo per evitare la catastrofe.

Lui mugugna, affonda il volto nel cuscino e lì soffoca i suoi gemiti, mentre io soffoco i miei, che ormai non riesco più a controllare, contro il suo collo.

 

Veniamo insieme e sento quella sensazione di beatitudine che solo la vicinanza di Sam riesce a darmi.

Esco da lui e mi sdraio a pancia in su, con gli occhi chiusi, mentre cerco di regolare il respiro affannoso.

Sam si avvicina e mi dà un bacio sulla spalla, prima di mettersi sul mio petto.

 

  • Ti amo...- è un suono flebile, spaventato, detto a voce bassa, come se alzare il tono potesse mandarci in pezzi.

 

Non gli ho mai risposto e so che lui sa che non lo farò neanche stavolta.

Non so neanche io perchè non riesco a dirlo; perchè dentro di me, so che non c'è persona al mondo che ami più di lui, semplicemente non riesco a fare uscire quelle due parole dalle mie labbra.

 

Gli do un bacio sulla testa e lo stringo forte a me.

So che non è abbastanza, ma Sam se lo fa bastare...almeno per adesso.

Ci addormentiamo così e, per la prima volta in vita mia, dimentico di chiudere la porta a chiave.

 

 

N.d.A

Salve salvino bella gente ( mi sento Ned Flanders)

Ok ok, chiariamo subito:

la storia avrà un seguito, ovviamente se qualcuno se la filerà.

Sto già elaborando le idee e sono a buon punto, quindi se chi leggerà apprezzerà la storia, penso che a breve potrete leggere il seguito.

 

Una cosa la devo precisare:

mi era già capitato in una precedente ff di usare i cognomi: Green, Mustard e Peacock, ma senza specificare da dove erano presi.

Insieme a Scarlet, Plum e White, sono i cognomi dei personaggi di un famoso gioco da tavolo che personalmente amo alla folli: Cluedo.

Ho voluto rendere loro omaggio xD

 

Bè spero vi sia piaciuta, le recensioni sono moooolto gradite :D

 

A presto

Kiss kiss

Angel_SG

P.S: ecco il link del sequel http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3488049&i=1
  
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