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Autore: GirlDestroyer1988    20/04/2016    0 recensioni
omne quod vivit in illuminatione lunae;omnium quae in luce solis;omnia timent in tenebris;omne quod potest stare ad lucem.
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Quando, all’inizio dell’avventura umana, gli uomini potevano muoversi solo alla luce del Sole, le notti venivano passate, nonostante il fuoco, il più possibile chiusi nella propria casa. La notte era il regno delle creature mostruose, i Darkstalkers, “coloro che ti inseguono nelle tenebre”. C’erano solo impressioni fugaci e confuse su cosa esse realmente fossero: a poco a poco studiosi che avevano sfidato l’ignoto riuscirono a dare loro un nome: il naturalista scandianese Lazzaro Spallanzani, avventurandosi sul Cusna, individuò i succubi (Homo chiropteryx efialtifagos). Charles Darwin, esplorando le zone più selvagge della campagna inglese, individuò delle creature metà uomo metà gatto, conosciute in Giappone come Bakaneko, di esclusivo sesso femminile (Homo Felis Sfinga). Il più temerario di tutti fu il figlinese Marsilio Ficino, che, avventuratosi come lo Spallanzani sul Grondilice, incontrò in modo fin troppo ravvicinato un vampiro, descrivendolo solamente come un “dimonio sanguinolento”, corretto poi da un secondo scavezzacollo, Giuseppe Davanzati, in Homus vampirus diabolicus. Queste storie sembreranno assurde, ma la naturalistica si è spesso imbattuta in leggende rivelatesi vere: mostri mitologici come la chimera e la manticora, che sembrano fatti di pezzi di animali diversi, sembrano più veritieri, allorché George Shaw e John Gray s’imbatterono in 2 bestie apparentemente solo leggendarie, l’ornitorinco e la saiga, che sembravano incroci tra il castoro (Linneo) e l’anatra (Vigors), e tra l’impala (Lichtenstein) e il tapiro (Linneo). Oltretutto non bisognerebbe non citare l’avventura di Isidore Geoffroy Saint Hilarié, che nell’Africa s’imbattè in un gigantesco umanoide, molto temuto dagli indigeni delle foreste, e che si rivelò poi essere il gorilla. Tony DiTerlizzi racconta di essersi più volte chiesto cosa potesse essere vero, se sono veri pesci abissali che non hanno nessuna differenza con i mostri marini che comparivano nelle vecchie carte nautiche. Sono stati scoperti da scienziati che non credevano quanto davvero possa essere profondo il mare, William Beebe in testa, come da lui raccontato in Mille metri sott’acqua. Così facendo, non meraviglierà nessuno che esista, nella regione dell’Oregon, una cittadina chiamata Gravity Falls, in cui non succederebbe niente, se non fosse un bizzarro incrocio tra dimensioni, un luogo della Terra in cui dicono che tutto possa succedere. Un autobus corre ubriaco lungo i versanti dell’Hood, verso Gravity Falls, situata ai piedi dello Jefferson. L’automezzo è il peggiore per affrontare strade concepite in quel modo, oltretutto mentre la neve ha già ridisegnato come un bianchetto i profili delle mulattiere, delle carreggiate, quasi anche i gard-rails sono scomparsi. Conseguentemente c’è chi ci dà dentro col vomito, mentre l’autobus, una fisarmonica concepita per Pocatello e i suoi asfalti, cerca di farsi equilibrio lungo i tornanti. Finalmente si ferma, e il primo-e tutto sommato, l’unico-a scendere è un ragazzino, Dipper Pines, che sembra Reinhold Messner che scala l’Erebus. Avventurandosi lungo la cittadella resa irriconoscibile dalla neve, giunge a un posto che conosce molto bene, ma lo scarta, gira alla sua destra, atterra il suo borsone sullo zerbino rovinato dalla poca qualità e dall’aggressività degli scarponi, bussa. “Vieni dentro Dip, non posso fare un mio episodio di La guida di Mabel alle persone che si credono ghiaccioli!” “Buon Natale Mabel. Mi sei mancata da cani laggiù a Pocatello” “Arf! Arf!” lo canzonò Mabel imitando un cane eccitato. “Buon Natale mentecatti! Vieni dallo zione Dipper!” e Dipper corse a abbracciare il prozio Stan, il tizio con il fez da balilla che gestisce la bottega dei misteri di Gravity Falls. Quella notte i bambini dormirono sui divani, mentre il prozione, ancora vestito da Babbo Natale, venne però svegliato da degli strani rumori dalla cucina. Sembrava che qualcuno entrasse e uscisse ripetutamente dalla finestra. Alla fine, mosso dalla curiosità, Stan quatto quatto si avvicinò alla porta della cucina, spalancandola e costringendo sia egli stesso, che la sopraggiunta nella cucina, a non urlare. “tu chi sei? Che razza di bestia leggendaria sei?” la donna-pipistrello, una bella donna dai capelli color muschio, con piccole ali da pipistrello sopra le orecchie e sulla schiena, digrignò anche lei i denti per fare della sua voce la più piccola possibile. “Sono una succube che cerca un posto dove stare. Sto compiendo una ricerca che mi sta costando molta fatica. E’ per il bene di voi uomini. Se tu per favore mi fai stare qui da te…..” “Allora ti dovrò portare in soffitta. Ma fa molto, MOOOOLTO piano!” “Sei in ostaggio?” “No no no no! Ho dei nipotini in casa!” e, mentre la portava su in soffitta, la donna intravide Dipper e Mabel appisolati, ma non vi ci si potè soffermare più a lungo. Nella polverosa soffitta, malamente illuminata da una vecchia lampadina Chevelle del 1976, la succube sembrò non dispiacersi troppo. “Resta lì il più possibile!” chiuse le comunicazioni Stan. Quella notte, la misteriosa ragazza, chiamata Morrigan, compì un piccolo dono di gratitudine verso quell’uomo indubbiamente originale che l’aveva accolta senza pregiudizi: raccolse tutti gli incubi dei bambini che aveva visto, e li assorbì dentro di sé, traendone una rinnovata forza. Il giorno successivo fu tutto dedicato ai giochi sulla neve di Dipper e Mabel con i loro amici Soos e Wendy, mentre Stan si arrampicava in punta di piedi su nella cantina, vedendo come stesse la straniera. “Scusa se l’altra notte non ci siamo potuti parlare correttamente. Questa città è fin troppo strana, troppe cose succedono in un solo anno. Draghi, fantasmi, tritoni, dinosauri….io, Stan Pines, parlando da gestore di una chincaglieria del mistero, ne ho viste di rosse e di blu, e oltretutto non mi sarei mai permesso di svegliarli. Se non sbaglio hai detto di essere un succubo. Qui in soffitta avrei degli atlanti alle creature misteriose di un certo Dottor Lau, un valente ricercatore, ahimè scomparso in circostanze misteriose. E’ entrato persino nel guinness dei primati come uomo più alto dell’anno 1998. Ecco il tomo Abete-Cabala.....Cazzuola-Dabigatran……Dizionario-Ea……ecco, in questo tomo ci sono i lemmi con la S. Satiro sciapode sirena sluagh Jersey’s Devil Shagmaw Shmoo Sidehill Gouger Skunk Ape Snullyguster Splintercat Squonk eccettera eccettera eccettera. Ecco! Succubo: Nelle leggende di Roma antica e poi del Medioevo, un succubo, o una succuba, (dal latino succuba, "amante") è un demone di aspetto femminile che seduceva gli uomini (specialmente monaci) per avere rapporti sessuali, soggetti/sottoposti alla volontà del succubo. “ “Hai paura. Lo sento” “No no no no….io non ho mai paura. Ho paura per Dipper e Mabel” “Dipper e Mabel….?” “Sono i 2 bambini che hai visto mentre salivi su l’altra sera in soffitta e di cui non ho fatto altro che parlarti. Ho sempre cercato di proteggerli, perché Gravity Falls ha segreti. Fin troppi segreti” “Infatti io, Morrigan Aensland, sono qui per lo stesso motivo: i troppi misteri di Gravity Falls, contea di Linn. Demitri Maxidorff, il vampiro che ha quasi distrutto il mio regno, fondato da mio padre Belial, è arrivato qui, in questo vostro mondo di umani. Se non riuscirò a fermarlo io, che ho i superpoteri adatti, lei, umano minorato, può legittimamente credere di proteggere chi ama? Io lotto per le persone che amo” Mentre Stan tornava normale per non destare sospetti nei suoi nipotini, fuori, per le vie, una figura intabarrata in un pastrano coperto di neve avanzava a fatica. Si sedette affranta su un pezzo di cartone avanzato da un imballaggio di un supermercato. Nella sua testa solo una triste canzone suonata su un pianoforte di qualità da discount, e voci di persone cattive. “Non vogliamo nessuna donna-gatto! Siete merda della natura!” “Se uno di quei mostri vuole fare spettacolo, vada allo zoo!” “Se sento ancora di nuovo miagolare quei mostri sul mio tetto prendo la mitragliatrice!” “Vattene via! Non ti voglio più vedere!” a quel terribile rimembrare, Felicia, la donna-gatto in quei panni, si strinse nelle sue spalle piangendo. Un misterioso individuo la nota, e si accovaccia accanto a lei per parlarle. “Perché stai piangendo?” “Sono una donna-gatto, mi chiamo Felicia e tutti mi considerano un mostro e mi odiano. Gli unici che mi hanno mai voluto veramente bene sono stati il Dr. Gunnell, scienziato che studia noi esseri della notte, e un gruppo di suore che mi hanno insegnato tutto degli umani. Ma non mi hanno mai detto quanto essi fossero cattivi!” “Perfetto. Sangue fresco e zuccheroso. Teme gli umani. E’ perfetta per imparare a odiarli. Se riuscirò a morderle la giugulare….” E Felicia si strinse nelle spalle di quel losco viandante, chiaramente chi diceva essere Morrigan. E Demitri in incognito ne approfittò per azzannare Felicia, riuscendo a renderla una macchina d’odio per gli esseri umani. E il veleno non ci mise molto a girarle per il corpo. “Nessun essere umano ti vorrà mai bene. Prenditi la tua vendetta contro di loro!” mentre Dipper era seduto tranquillo in poltrona sorseggiando Tango all’arancia, il tg locale riportò la notizia di un attacco di una donna-gatto (casualmente….) ad un minimarket locale. “Era terrificante! Sembrava un enorme diavolo della Tasmania assetato di sangue! Ci ha attaccati all’improvviso e ci ha quasi ucciso! Guardate qua! Tutto devastato [parla, viene intervistato il proprietario del minimarket, un tipo allampanato e varicelloso che sembrava molto più un gelataio] da quella belva!” “Ci ucciderà i bambini! Dobbiamo sbarrare porte e finestre!” strillava una signora. A tranquillizzare tutti intervenne un tizio altissimo, sicuramente il famigerato Dottor Lau, insieme a Gideon Gleeful, vicesindaco e Blendin Blandin, che sembrava essere il migliore tuttologo dell’ameno posticino. Abbiamo qui [il cronista ha smesso di intervistare] il Dottor Gabriel Lau, insieme al nostro amato Gleeful e il Professor Blandin. Lau, come crede di poterci difendere da questi mostri?” “Ne ho studiato a lungo la storia, i punti deboli, ho sviluppato una tecnologia per permetterci di combatterli pari alla pari. Paul Whale, entra pure.” A questa frase equivalse l’arrivo-comparsa di un ragazzo di quasi 17 anni più grande di Dipper, dall’aspetto simile a quello del Lars di Steven’s Universe, ma biondo, con una tutina da pit-stop grigiastra, e i capelli spazzolati a libro aperto, come il Mar Rosso all’imposizione delle mani di Mosè. Quando il Dottor Lau li chiese di presentarsi, lui eseguì uno strano inchino battendo un piede-il destro-davanti a sé, disegnando con la relativa gamba un angolo di 100°, poi con la schiena disegna un onda a S spaparanzata, in pratica partendo dritto, compiendo effettivamente l’inchino, e poi-anziché rimettersi dritto immediatamente-progressivamente rimettendosi all’altezza degli occhi dell’interlocutore, guardandogli prima i piedi, poi i ginocchi, poi i reni, poi i polmoni, poi finalmente gli occhi. “Sissignori!” disse legnoso. Vi presento Paul Whale, la pantera equilibrista. Ho installato nei suoi polsi e calcagni dei motori magnetici che implementano enormemente la sua agilità, rendendolo l’acrobata perfetto. Ma siccome contro quei mostri il semplice trapezismo non sarà sufficiente, l’ho dotato anche di Bagheera, un drone pantera con cui può combattere alla pari quei Darkstalkers. “ Felicia dormiva nel letto che le aveva donato Demitri piegata dal senso di colpa, un senso di colpa che non sapeva spiegarsi. “Stai bene Felicia?” “Mi rode un senso di colpa che non mi so spiegare….ma cos’è successo l’altra notte? Perché tutti in città sono così guardinghi mi dicono? E che razza di mostro ha preso ad aggirarsi in questo mondo?” “Sarà stato qualche taccheggiatore balordo, l’altra notte. E comunque tutti, a Gravity Falls, congiurano gli uni contro gli altri. Non potrai mai fidarti di nessuno…all’infuori del sottoscritto” e Felicia venne lasciata sola, con un improvviso bruciore sul collo, come a esantemare quello che le doleva dentro. Si passò 2 dita sopra, e dovette strozzare un urlo di sgomento quando, mettendole alla luce, vide che erano insanguinate. E in quel momento cominciò a fare 2+2=4. E, paratasi all’uscio, vide Demitri che le afferra la gola. “Una preda perfetta. Odi gli uomini, saresti stata la migliore guerriera su cui avessi mai potuto contare. Ma poi ho studiato meglio il tuo sangue, e c’è qualcosa che mi ha fatto tremendamente deludere….” Ma Felicia afferrò il braccio strangolatore e sbattè contro il muro Demitri. “Vaccinazione con acqua santa! È meglio del Raid con pappataci come voi!” e mentre Demitri caricava di nuovo, Felicia li stampò la sua zampa destra in faccia, costringendolo a giocare con lei a un gioco di resistenza simile al tiro alla fune: in pratica Demitri faceva leva in avanti con il suo corpo per cadere addosso a Felicia sfruttando la zampa, mentre Felicia controbilanciava facendosi leva con i mignoli e la coda contro il muro, in modo da spingerlo all’indietro. “A che gioco giochi donna-gatto?” “A credevi-di-averla-fatta-franca-ma-ti-sei-dimenticato-che-io-ti-avevo-detto-che-non-era-vero-che-tutti-gli-umani-mi-detestassero” e spalmò Demitri contro il muro come un pomodoro mentre lei eseguiva una Rolling Buckler, in pratica una capriola continua sul proprio asse, trasformandola in un autogiro. Demitri si ritrovò un armatura disfatta tra le mani e, brandita l’alabarda che sfoggiava, la stava per usare su di lei, ma un improvviso terremoto lo fece cadere su un fianco. Era Bagheera in configurazione carro sotterraneo, che irruppe nella lussuosa villaccia del vampiro mettendosi a guardia di Felicia. “Tu…scappa dalla finestra!” sussurrò Whale a Felicia. Lei obbedì mentre Demitri li galoppava contro. Ma Whale lo stese con dei laser ottici. E per Demitri i dolori non erano ancora finiti! Morrigan li fece un convitato di pietra teleportandosi attorno a lui per imbestialirlo. E poi li fece lo scalpo, con una delle sue lame.
   
 
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