Fumetti/Cartoni americani > Gravity Falls
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Autore: GirlDestroyer1988    20/04/2016    0 recensioni
a little bee....
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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“Non lo trovi strano Soos? Prima tutti volevano passare e vendere le loro stufe a legna per passare a quelle elettriche perché il disboscamento e la combustione di legnina inquinava…..” e un albero venne abbattuto da Wendy con la sua motosega (con fiocchetti lillà e adesivi dei My Little Pony come quella della Juliett Starling di Lollypop Chainsaw) “…..e invece adesso tutti vogliono di nuovo quelle alimentate a legno, perché l’elettricità inquina!” le rispose Soos, con una motosegona in stile Gears of War. “Comunque dobbiamo muoverci. Laggiù a Gravity Falls ci stanno aspettando” e trascinando i giganteschi tronchi nella neve fino a una pendenza che li avrebbe alleggerito la vita, cavalcando i tronchi come bob, a un certo punto sentirono un insistente e fastidioso rumore simile a qualcuno che fa le bolle in un McDonald’s Good ‘n’ Cold, e improvvisamente Soos, voltandosi, vide impigliato nel suo tronco un gigantesco anisoptero che si dimenava selvaggio. “Wendy, cos’è quell’affare? Una libellula gigante. Che ci facciamo?” “A parte il fatto che ti sei risposto da solo, non lo so. Adesso però cercherò di liberarla…..” e Wendy, accucciandosi, cominciò a scuotere le fronde dell’abete fatto da loro atterrare, finché con un poderoso scossone l’insetto colossale si liberò e volò via. La libellula volò anche sopra l’ex municipio di Gideon, con lui che veniva “consolato” da Demitri, il quale, visto di sottecchi Paul Whale, e capace di accettare la sconfitta fattagli a opera di qualcuno, desistette dall’aiutare quel barile di lardo imbrillantinato. Affacciatosi da una delle poche finestre tuttora sane, Demitri si trasformò in un pipistrello e volò nel terso cielo decembrino della città, incappando però nella gigantesca libellula. Trasformandosi in caduta libera in Demitri, colpì la libellulona a un ala e la fece schiantare tra gli alberi innevati. Le strappò l’aorta, continuando quel tiro alla fune anatomico finché non le strappò il cuore. “Sangue d’insetto….disgustoso….” disse uscendo dalla boscaglia. “Ma quell’affare da dove era uscito?” E il suo sguardo si rivolse verso lo Jefferson. E nello Jefferson c’era un popolo di donne-ape, la cui più giovane, aspirante regina, era colei che aveva cercato di catturare l’insetto fuggitivo. Nello Jefferson, infatti, esistevano titanici invertebrati artropodi, nonché appunto le donne-ape. “Lullaby Bee! Non allontanarti troppo!” “E’ fuggita mamma! Adesso tutti verranno a sapere di noi!” “Non preoccuparti troppo! Gli abitanti di questa città sono già abituati a creature mostruose, come il Gobblewonker. Vedrai che capiranno” “Okay mamma” “Lullaby….lo sai cosa significa Okay?” “Nessun morto mamma” “E infatti lo vedi che non è morto nessuno?” “Be speriamo….” Durante la notte da qualche parte a Gravity Falls si misero a fare cagnara in una discoteca. Stan lanciò dalla finestra delle bottiglie di Pitt Cola svuotate, le quali però non ce la fecero a raggiungere per davvero la discoteca. “Tutto inutile. Dovremo lasciarci sanguinare le orecchie” Lullaby Bee, cercando di presentarsi in un aspetto umano, era nella discoteca facendosi trascinare dall’ipnotica nenia di assordanti sbadigli e guaiti dei sintetizzatori rimpallanti nelle casse a totem. L’ambiente era buio, illuminato solo da improvvisi lampi blu, che rivelavano che nessuno ballava. Erano tutti immobili, con occhi infossati, arrossati, senza vene, rivolti verso punti inesistenti sui soffitti, una disgustosa bava semi diafana che gocciolava ininterrottamente dalla bocca, gli abiti di un barbone. Tutti uguali, tutti sotto ketamina, la droga degli zombie. In effetti non sembravano neppure capaci di respirare. All’improvviso Lullaby sentì qualcuno che cercava di aggrapparsi a lei per non cadere. “Ti prego non voglio cadere……non voglio cadere…..la vedi la paura? Must not you feel dirty and coward? Non dovresti sentirti lurida e codarda? PERCHE’ STO CADENDO? Devo sedermi……devo sedermi!” e si buttò a terra vomitando sangue. Lullaby era terrorizzatissima da quella scena. Voleva urlare, voleva chiedere aiuto, ma la voce non le usciva. Era però preda del peggior diluvio di pensieri della sua vita. Altri sballati le furono addosso, delirando cose senza senso mentre sniffavano Popper, oppio in bottiglietta. Erano i fattoni più terrificanti che Lullaby avesse mai visto. All’improvviso un uomo gigantesco accese le luci, spense la musica e salvò Lullaby dal diventare preda di quegli sbombardoni. “Andatevene!” non c’è più posto per voi!” e trascinò un esanime Lullaby in una casa un tempo appartenuta a un taglialegna. A pochi minuti dall’alba la massa di drogati d’House e Anesket si riservò per le strade uscenti da Gravity Falls, diretti verso Heyburn. Blubs, sceriffo di Gravity Falls, tornando dalle ferie, notò quella processione di sballati, e, come un mandriano di un branco di LongHorns, mosse indietro l’esercito di fattissimi verso la nuova centrale di Polizia. Adesso per loro erano guai seri, perché l’insonnia non giustificava quello che era un evidente stato di ebbrezza dovuto a droghe. Nello sceriffo rimaneva la voglia di visitare il suo vecchio amico Stan, che lo ricevette con la peggior espressione facciale mai fatta. “Dormito male?” “Non dormito affatto” “Bellissimo. Comunque non hanno dormito neppure i tizi che devono aver organizzato un rave party qua nei paraggi l’altra notte. Appena tornato, ecco già che belle cose sono costretto a vedere. Come stanno i piccolini?” “Scazzati pure loro. Con tutta questa cagnara non abbiamo chiuso occhio. Se vuole ci facciamo della Pitt come ai vecchi tempi” “Dove sono?” “Nell’antro della bestia” disse cupo l’omone, Victor Von Gederheim. “Ti ho salvata da morte certa, come il mio creatore avrebbe voluto….oppure no. Troppi ricordi confusi, e non so neppure quale sia il mio primo ricordo. La prima cosa che so di aver vissuto è un combattimento con un mutante….un uomo-ippopotamo colossale….lo sconfissi uccidendolo con l’alta tensione….no non ti ucciderò…ma so che prima ci dev’essere stato dell’altro. E tu, donna-ape, cosa ricordi per primo?” “Nemmeno io so cosa nella mia vita sia successo prima o dopo. Il solo cercare di pensarci mi angoscia e turba. La mia evoluzione da larva, a ninfa e poi a pupa, il mio uscire dall’involucro….. “Non ero ancora nata che già sentivo il cuore che la mia vita nasceva senza amore mi trascinavo adagio dentro l’alveare giù per le cellule verso il mio destino. “ “E poi perché il primo ricordo dev’essere per forza così importante? E il secondo, e il decimo, o qualunque ci faccia stare bene o ci definisca…..ti svelerò un segreto della vita. Le api sono insetti sociali, insetti che, in milioni di anni, si sono organizzati in una civiltà come quella umana. Ma l’uomo e l’ape non sono la stessa creatura. Un ape è morta senza altre api, e oltretutto un ape non sarà mai sola. La società delle api è il trionfo dell’individualismo, molto più di quanto si creda. Attacca un formicaio, avrai il caos, allorché ogni formica è mentalmente e spiritualmente subordinata alla regina, e al rango superiore. Le formiche seguono il principio: solo una cosa, solo per quella cosa. Così una formica sola sarà sempre inerme. Ci sarà sempre bisogno di 10100 formiche per soverchiare un topo. Faticoso, dispendioso, sovente senza successo? Sì. Una bottinatrice invece saprà sempre risponderti. Anche perché c’è un grosso equivoco sulla nostra natura: noi non siamo api. Siamo vespe!” “Il pungiglione…in effetti [Victor va a prendere Un manuale di entomologia di Carl Burmeister, prima edizione 1836] non è da api. Il loro pungiglione è a forma di uncino, il tuo assomiglia a una spada. Perché me l’hai mostrato?” “Perché le vespe non fanno il miele, ma la carta. Siamo un popolo di cartaie, che ti danno in pasto non quella disgustosa sbobba angiosperma, ma l’altrettanto disgustosa sbobba di cartongesso, ottenuta dal midollo degli alberi, che ha il gusto del borotalco. Da buongustai vero? Ecco perché ho difficoltà a capire la tua domanda: le vespe non hanno tutti questi patemi esistenziali. Scompaiono le api? Ci rimarremo noi, i calabroni, i bombi, i colibrì, le zanzare maschio, le tipule, i pipistrelli. O ancora meglio: il trionfo delle crepidine, le grandi liberate dai pronubi!” “Ti posso interrompere? Perché hai tutta questa paura? Perché hai tutta questa rabbia?” “Ch….che cosa? Io….sono arrabbiata? Sono impaurita…..” e a poco a poco cominciò a piangere. “Ho avuto paura in quella discoteca! Tutti mi toccavano e c’era una musica assordante e era tutto buio! Ti ringrazio di avermi portata via da lì….” “Tu adesso mi vedi grande, forte e capace di proteggerti. Ma anche io ho paura. Io stesso vivo nella paura. Temo più di ogni altra cosa non la morte, ma il niente. Ecco perché ti ho chiesto quale fosse il tuo primo ricordo. Perché ti ci puoi aggrappare, può essere l’appiglio a cui tenersi stretti quando sotto di te il mondo comincia a distruggersi. Senza di quello sei preda sua, del niente. Ed è una cosa terribile. Ecco perché ti raccomando di sforzarti sempre di ricordare che cosa hai vissuto per prima” “Come posso fare….questo posto si chiama Gravity Falls….no, il nome non mi dice niente. Eppure se solo qui ci fosse qualcosa con cui poter spodestare quella Morrigan! Nell’albero genealogico dei Makai sono io il prossimo. Non mi può tenere lontano da ciò che è mio di diritto! Ma allora ci dev’essere qualcosa….” “La posso scocciare un momento?” e Jedah si ritrovò davanti Bill “Billy” Cipher, il simpatico (simpatico…) papocchio di Gravity Falls. “E tu cosa saresti? Una barzelletta?” “No, non le so raccontare. Qual è il colmo per un barzellettiere? Colmare una lacuna! Ecco, non fa ridere. Ma torniamo a noi. Trilioni di anni fa, fuggii dalla mia dimensione oscura, e quando gli esseri umani apparvero, capii subito che potevo disporre dei più esilaranti burattini da 100 milioni di anni a questa parte! Cifre dette tanto per dire, ovvio. MA! COMUNQUE! Il signor Jedah Domna….vuole sbirciare?” “Come sai il mio nome? E cosa dovrei sbirciare?” “Oh….io ho tenuto d’occhio te e Demitri per tutto questo tempo….e t’invito a scoprire i più grandi e oscuri misteri di Gravity Falls…..” “Qui c’è tutto quello che puoi adoperare! Il Gobblewonker, il divoratore lacustre di Gravity Falls! Il Gremloblin! I pipistrelli giganti succhiasangue….e GIFfany” “Chi o cosa è Giffany?” “GIFfany è quello che stai cercando, Jedah. Una regina che possa darti un erede per la TUA prole Makai. Belial ti ha escluso dalla successione, che adesso è interamente buttata sulle spalle degli Aensland. Ma, e correggimi se sbaglio, saresti tu il legittimo erede, tu e tutti i Domna. Ma una donna ti ha intralciato, una succube dai capelli verdi prato, Morrigan Aensland. Con la puerile scusa che saresti stato troppo crudele-e lasciamelo dire: più bastoni danno risultati maggiori rispetto a molte carote-ti hanno estromesso dalla linea genealogica, e ancora oggi hai il sangue che ti s’inacidisce nelle vene. Ma queste creature sono le più potenti del mondo! Draghi lacustri! Gremlins! Goblins! Minotauri! Pipistrelli grandi come aereocisterne! Immaginati banchi di draghi idrofili che dalle profondità marine si levano maestosi assaltando con ferocia belluina tutte le più grandi navi! E che dai fiumi emergono distruggendo ponti, porti, devastando-arrancando come lenti Morti striscianti-le città! Immaginati eserciti di minotauri grandi 3 volte un uomo, che a colpi di scure si fanno largo nelle schiere umane depredando e saccheggiando! Imporresti il tuo nome sul mondo degli umani, nessun altra più goduriosa maniera di vendicarti di quell’ingrato di Belial! E guarda la stessa Gravity Falls….sarà la tua pietra angolare, da dove costruirai fino a oscurare ambo il Sole e la Luna con la tua supremazia! E Giffany ti starà appresso, seduta al tuo fianco….la migliore regina che tu possa desiderare. Guardala. È pura essenza digitale, se riuscirai a far sì che contagi Morrigan…lei si prostrerà ai tuoi piedi….e potrai finalmente prenderti ciò che è tuo” Jedah valutò che Giffany, l’ex vicefidanzata di Soos, non sembrava una gran guerriera. “Oooooh adesso cominciamo a ragionare. È uno spirito maligno tanto potente?” “Te l’ho già detto, non è un fantasma, ma una creatura elettrica partorita dai circuiti di un computer. Il concetto non ti è chiaro?” “E’ che epistemologicamente nella dimensione da cui provengo tutte le creature immateriali, sostanziose come l’aria sono considerate fantasmi. Può possedere davvero dei corpi di carne e sangue?” “Te l’assicuro. E posso farglielo fare su me stesso. GIFfany, vieni dal tuo boyfriend…..” e quella si chinò su di lui, su Bill Cipher, metà per proteggerlo metà per stuprarlo, e insieme vennero raccolti da un abbagliante raggio fotonico. L’aspetto di GIFfany e Cipher adesso era quello di una sacerdotessa egiziana giapponese vestita di una lunga tunica bianca e di bellissimi gioielli d’oro, simili a quelli della faraona Menace di Queen’s Blade. Tra i tanti c’è n’era anche uno triangolare, cioè Cipher. “Fusi come siamo adesso siamo molto più forti!” parlarono a voci sovrapposte come in un coro metà di ditirambi e ginocoride, mentre lei/lui eseguivano davanti a Jedah una danza sacra improvvisata sul momento. “I miei complimenti. Ma se ti puoi fondere con lei…..perché non lo fai con il sottoscritto?” “GIFfany può farlo anche con creature materiali, ma io Bill Cypher non ho capacità tanto estese” “Ma puoi de-fonderti?” “Certo!” e in un altro raggio di luce GIFfany e Bill Cipher si scissero. “Kare wa sorera no" niku de on'nanoko" no tame no watashi o hōki shite irunode, watashi wa hōfuku surubekidearu to esuōesu! Anata no utsukushī kyūketsuki, anata wa watashi no kareshi ni narimasu ka?” “Che lingua è?” “Giapponese. Il gioco da cui è sbucata fuori è Romance Academy VII, della NO LIFE GAMES, con sede a Ome, Kanto. Soos è un essere umano di peso subnormale che mi divertivo a spaventare quando avevo ancora 271 anni….ah bei tempi…era così divertente veder sclerare quell’inutile bambino…..comunque per dovere di Stato io ho un trilione di anni” “Ne avrai di cose su cui scrivere eh?” La giornata era la peggiore di tutto l’Inverno di Gravity Falls. Fuori una bufera aveva oscurato il cielo e il lago, dopo essersi sciolto dal ghiaccio in cui si era fossilizzato, adesso sollevava onde gigantesche sulla baia. Persino la vecchia rimessa delle barche da pesca e dei pedalò scricchiolava fin dentro le sue travi e trabecole, scossa da raffiche di vento così potenti da essere state in grado di demolirla, se solo la loro velocità fosse aumentata. Un vento del genere notoriamente non è un buon segno. Stan si scolava un pò di robusto WhipperSnapper con quel miracolo umano di Fiddleford McGucket, il quale nonostante fosse solo al secondo bicchiere già aveva il cervello annodatogli allo stomaco dal Delirium tremens alcoholicum. “E allora c’è questa tipa venuta su dal culo del Nicaragua, mi sembra Bilwi o Irlaya….comunque sta tipa qui ch’aveva un seno….due tette così che nemmeno…..eh eh eh eh eh!” “Vacci piano con sta roba….non voglio sentire barzellette sconce oggi…ho già molto a cui pensare. Per esempio quella creatura, il “segaiolo gorgogliante”….”Eh eh eh eh eh eh! Allora lo vedi vecchio mio che sempre lì torniamo? ALLA TROIA! Eh eh eh eh!” Stan si arrese alla stupidità fallocefala di quell redneck lì davanti, mentre si affacciava alla finestra cercando di fendere con uno sguardo che non era assolutamente quello di Scott Summers la danza della tempesta là fuori. All’improvviso quell Gobblewonker tanto favoleggiato da quell vecchiaccio arteriosclerotico apparve. In realtà la nebbia, il vento e I fiocchi di nevischio a forza 7 non permettevano un granchè discernimento, ma Stan non capiva se era un Gobblewonker o una coppia di quei mostri. Ciononostante una cosa era certa nonostante la tempesta: erano parecchio incazzati, o era parecchio incazzato. Il suo aspetto era diverso: la testa era più stretta, simile a quella di un varano, il collo più corto, aveva zampe e non pinne. Sulla schiena c’era una sorta di gobba, da cui si staccava, con una certa delicatezza, una pinna centrale a zampa d’anatra. Siccome c’era una specie d’effetto strabismo, questo nuovo Gobblewonker era assieme a un suo simile, con le medesime caratteristiche, sebbene in cotanto caso più estremizzate. Il cranio del secondo era un Pallone d’ossa e muscoli, un cranio quasi sferico, da Allosaurus, mentre l’altro pareva un Macroplata. Il collo era tozzo e pieno di doppi menti. Le sue zampe erano quelle dei primi cavalli, animali che ancora non sapevano cosa fosse uno zoccolo. A cavalcioni del Gobblewonker più grande c’era un uomo-pesce, ora quasi umano, di una bellezza rinascimentale, ora un bruto dalla faccia senza nè capo nè coda, con occhi, bocca, naso e orecchie-branchie spostate in zone insensate. Cavalcava brandendo un tridente uno dei due giganti, e dai RRRRRRUUUUUMMMMMBBBBBLLLLLLEEEE che Stan sentiva con crescente preoccupazione auscultando gli intersizi delle assi di legno come un medico prossimo a una crisi di pianto su un paziente che sta “correndo intorno alla Luce” era chiaro che l’obbiettivo era quella catapecchia. Ma quando ormai le zampe maestose di quei colossi giurassici erano liminarie a distruggere tutto, un vocione strillò Raggi variabili! E il ruggito di uno dei due Gobblewonker divenne dolente. Stan era a terra e tutto quello che nel suo organismo non fosse liquido, o gassoso, o unicellulare, era teso come la corda di un mandolino. Le mani erano incrociate sulla testa a formare uno sbarramento, I denti cigolavano dalla forza con cui erano digrignati, il sudore era anche lui trattenuto. Una seconda volta si sentì l’urlo Raggi variabili! E un altra volta l’urlo del Gobblewonker assunse una stonatura di dolore. A poco a poco I loro versi si fecero più lontani, e Stan, come un oggetto a memoria di forma, ritornò un uomo verticale e placido. Era l’occasione per un sospiro di sollievo, ma tale era stato lo shock che, per rincusare l’adrenalina, si limitò a una semplice sistole-diastole polmonare. Normale amministrazione per il suo apparato respiratorio. Si sentì punto nelle ghiandole surrenali quando si sentì il rumore di una carota matura sottratta al campo x100, dal che capì che la tempesta aveva sradicato degli alberi. Ma calma, calma, calma: il peggio era passato, epinefrina non avevi più il dovere di scorrergli in corpo. “Ehi Stan? Che ***** è successo?” e Stan, con le mani di ceralacca, aprì la porta sull’ignoto là fuori. Fu il classico tuffo nell’acqua ghiacciata: l’ambiente esterno era normale, la tempesta era cessata, l’acqua era scura, oleosa, e il ghiaccio vi ci stave già formando sopra di nuovo. L’ambiente non sembrava dell’Oregon, ma delle montagne dell’Hokkaido. All’improvviso il robot gigante chiamato Vanguard apparve. Assomigliava a un gigantesco angelo azzurro, con ali dorate e pettorali scolpiti. L’altezza era 56 metri e il peso 327 tonnellate. I piedi erano minuscoli, con I bordi orlati di diamanti, e le piante dei suddetti erano dei cuscinetti rotondeggianti forati al centro, che facevano sì che quando il Vanguard camminava assumesse un passo molleggiato, simile a un astronauta sulla Luna. “Complimentoni. Che aria tira lassù? Spifferi?” “Non c’è di che preoccuparsi omettino! Quei brutti mostri se ne sono andati!” “Ha qualche idea in merito? Come si chiama il Signor…..” VANGUARD “Aaaah bel nome. C’è Legione tra di voi?” “Marco 5-1,20! Comunque nonostante le nostre voci…..siamo tutte donne all’interno. Progetto settantaseimilaventisette Vicky Bragg, progetto settantaseimilaquarantadue Ursula Karloff, progetto duemiladuecentocinquantasei, Spinnerella. “io, Vicky Bragg, piloto Zemmen, le braccia e la testa di Vanguard. Mi vedete quassù nel suo naso” “io, Ursula Karloff, piloto Aquileion, le ali di Vanguard. Non mi vedete: la testa di Aquileion è incassata nel lombare” “Io, Spinnerella, piloto Voltar, le gambe di Vanguard. Non mi vedete: la testa di Voltar è incassata nel suo petto” poi Vanguard diede la schiena agli uomini laggiù in fondo, e decollò con un forte rumore. C’era a dire il vero un quarto componente: uno Shuttle rosato sulla schiena. Stan si affacciò e vide che il mezzo disegnava una curva verso il Jefferson, che incombeva maestoso su tutta Gravity Falls. Laggiù erano al Lago omonimo. Vanguard era stato creato per combattere gli Huitzil, o Huetzil, giganteschi automi creati, secondo le leggende, dai primissimi popoli precolombiani. Manipolando un misterioso metallo proveniente dalla Quinta Dimensione, il Krencayler, Lau costruì questo portentoso mecha per proteggere la Terra da questi invasori alieni. Lau infatti era conscio delle teorie di Malanga e di Breccia, e siccome Gravity Falls era più o meno l’epicentro di tutte le bizzarrie dell’Universo e non solo, il monte Jefferson che vi incombeva sopra con I suoi 3.199 metri era perfetto per ultimare, insieme al popolo della Quinta Dimensione, I lavori sul Krencayler. Costruì Zemmen, Aquileion e Voltar, nonchè le tre automobili che, incastrate all’interno dei mecha, davano vita al robottone. Il mecha settei (schematica progettuale delle macchine) era stato curato dallo scienziato nippoamericano Dan Kobayashi. Le tre macchine da corsa sono guidate dalle tre guerriere parte del corpus progettuale del Dr Lau sulla succube Morrigan Aensland. Sono normali macchine da corsa con un aspetto retrofuturistico. Hanno I generici nomi di Machine 1, Machine 2 e Machine 3, e la prima è ispirata alla Lotus Esprit di 007 la spia che mi amava, la seconda è una Chevrolet Express del 1987, la terza è ispirata alla Honda Dream di Minority Report. Ognuna possiede armi basate su un comando vocale: Conato laser (Laser Puke) un raggio laser, Missili muscolosi (Muscle Missiles), banali missili a forma di lombrico, Guscio elettronico (Electronic Shell) una bolla d’energia che para I proiettili nemici. Zemmen è la testa, il tronco e le braccia di Vanguard. È un astronave piuttosto simile al Battle Marine di Combattler V, con muso a freccia, “pettorali scolpiti” sulla carlinga, reattori tubulari. Nel muso, protetto da una coppia di valve, c’è occultato il volto di Vanguard. Le sue braccia sono I reattori, che vengono chiusi dalle mani, poste lateralmente. Per aiutarlo a non precipitare li si attacca alla schiena un reattore speciale. Ha come armamenti il Conato laser (Laser puke) lanciato dal muso, e I Missili pettorali (Pectoral missiles) usati anche da Vanguard, ovverossia I “pettorali” di Vanguard si protendono in Avanti e da sotto di essi parte una doppia raffica di missili altamente contundenti. Aquileion è il possente paio di ali di Vanguard. Si mette a metà tra Zemmen e Voltar, e sebbene non possano far volare Vanguard per il troppo peso, queste bellissime ali d’oro scintillante possono provocare tifoni, agire da scudi, e anche ferire I nemici con I bordi acuminati delle suddette. Lo stesso Aquileion è un Aquila dorata pressocché invincibile. Ciononostante il suo arsenale bellico è limitato a Raggi variabili (Variable Beams), laser dalle narici, Ruggito escoriante (Excruciating Roar), un getto di fuoco dal becco, Grinfie elettroniche (Electronic Claws), gli artigli. Voltar è l’unico-eccettuando ovviamente Vanguard-robot antropomorfo del Vanguard Team. È quello più strano: un vichingo con l’elmo giallo, le corna a manubrio di bicicletta, il torso viola con un esplosione stilizzata sui polmoni, mutandoni perlacei, gambe blu con microscopici piedini verde acqua orlati di diamanti, braccia violacee con al posto delle mani cappucci da saliera da cui grondano lunghi tentacoli bionici. Sul volto ha Quattro nei, disposti come gli estremi della dama cinese. Costituisce le gambe di Vanguard. I “nei” sono cannoncini laser-Disintegrazione, Doppia disintegrazione, Tripla disintegrazione, Quadrupla disintegrazione (Disintegration, Double disintegration, Triple disintegration, Quadruple disintegration)-che s’attivano in ordine crescente in base all’impellenza, trasformabili in torpedini-Missile 1, Missile 2, Missile 3, Missile 4. La placca sui polmoni può sganciarsi e essere scagliata come un missile-l’arma più potente-e prende nome di Bomba boom (Boom Bomb), dei banali calci che, causa I diamanti, provocano gravi Danni, e I tentacoli, I Divoratori cefalotronici (Cephalothronics Devourers), che possono strangolare I nemici. Vanguard è il Magnum Opus di Lau. Durante l’aggancio, Zemmen riceve il componente ausiliare Letheum che li si aggancia magneticamente alla schiena, elicitando così I reattori del suddetto a trasformarsi nelle braccia, venendo ostruiti dai polsi delle mani di Vanguard. Sorretto sempre da Letheum, Aquileion s’inserisce in corrispondenza della fascia toracolombare di Vanguard, la poppa di Zemmen, che ne incerniera I deltoidi. Piegando I suddetti in un angolo di di 45°, Voltair si protende in Avanti, mentre delle pinze afferrano la testa, il processo spinoso, il grande romboide e la grande dorsale, mentre Aquileion contrae le zampe, facendo compiere al polso di ognuna una rotazione di 180°, in modo da “palparsi I seni”. Teso Aquileion, disegna un trapezio la cui ipotenusa è “aperta” e le sue “ante” (che valgono metà dell’ipotenusa stessa, così come I suoi cateti) sono poste a destra e a sinistra descrivendo con I cateti una coppia di angoli di 95° nello spazio libero  tra un cateto e l’altro s’intromette Voltar, dopo l’apposita trasformazione. Le corna si piegano all’indietro di 90°, per poi piegarsi di nuovo di 90° in degli alloggiamenti posti nei deltoidi. La testa si contrae e viene stipata nello sterno (la placca della Bomba Boom è sul diaframma). I tentacoli bionici vengono riassorbiti e stipati nei bicipiti, i quali, in virtù di alcune sezioni non di Krencayler ma di gomma vulcanizzata possono contenerne la mole lasciandosene riempire e dilatare, e le braccia, inturgiditesi, roteando lentamente lungo un binario a buccia d’arancia entrano e si collocano nel gran dorsale e nel dentato inferiore, se non prima che un congegno abbia fatto sganciare i polsi, assicurati magneticamente a ciascuno dei due orifizi. All’interno di Zemmen ci sono 2 concavità in cui i polsi di Voltar si possono inserire, rendendo il costrutto più solido. in implementazioni successive in questi alvei verranno aggiunti dei perni che s’incastrino nelle fossette digitali dei polsi, rendendo il tutto ancora più solido. Lassù nel mentre le valve della prua di Zemmen si aprono e il volto “cade” in avanti, venendo ovviamente trattenuto da poderosi alamari. Il posto del pilota “cade” anche lui in avanti, imperciocchè i lati del divanetto sono provvisti di contrappesi, che in condizioni di non trattenimento fanno sì che il peso complessivo della poltrona e di chi vi sta seduto sopra aumenti, e percorrendo un binario scanalato a forma di paraspigoli il divanetto s’aggancia magneticamente (i suddetti pesi sbilanciatori sono di metallo) alla pulsantiera del cockpit, dotata solo di un timone per equilibrare il mecha. Tutti i comandi di lancio delle armi sono dati vocalmente. I piedi di Vanguard sono “zatteroni” ammortizzati a forma di uovo di Colombo, strutture sferiche perfette che rimangono poggiate e equilibrate in piano da sole, senza bisogno di sostegni e impalcature. Raggi variabili [Variable Beams] laser dagli occhi Onde sonar [Sonar Waves] dalla bocca partono onde sonar che servono per scansionare oggetti e ambienti Onde acustiche [Acustic Waves], chiamate anche Onde Scopiche, Onde Acustoscopiche o Onde elettroacustiche. È il boato di un jet che accelera a Mach 5, oltrepassando così il muro del suono, sparato sempre dalla bocca. È la mossa finale di Vanguard: è un boato così potente da portare il nemico a sgretolarsi, e infatti l’arma viene chiamata anche Corno di Gerico. Daghe di Vanguard [Vanguard’s daggers] chiamate anche Mecha spade triple, Lame modulari, Lame a eiezione. Dai pettorali di Vanguard una coppia-un hangar a muscolo-di hangar scaglia contro il nemico dei raggi laser alla massima potenza. Ciò serve da deterrente per una coppia di kobutan dalla lama lunga, che, essendo componibili, devono essere salvaguardati mentre si trasformano. Le else dei suddetti hanno come alettoni quelli che sembrerebbero dei lacci, in realtà bio-corde in kevlar che agiscono come la coda di uno squalo. Dotate di piccoli reattori, possono così essere lanciate come missili, oltre che essere utilizzate per i combattimenti corpo-a-corpo. Agganciandole insieme si ottiene un boomerang lacerante Missili pettorali [Pectoral missiles] arma presente anche nel singolo Zemmen, i pettorali si protendono in avanti e da sotto di essi delle katiusce possono entrare in azione Gambe turbinanti [Whirling legs] le gambe di Vanguard s’inturgidiscono e una coppia di turbine nel coccige entra in azione, trasformandole in delle turbine. Arma utilizzata anche in funzione difensiva oltre che di scavo Lame a giravolta [Hippity-hoppity blades] le Whirling legs possono essere rese peggiori da una coppia di lame, ognuna piegata di 88°, che fuoriescono dai due lati dei calcagni. Mani volanti [Flying hands] i classici pugni a razzo, uno dei clichè più duri a morire dei robottoni da Mazinga in poi Indicata pirica [Phyrical pointing-the-finger] raggi di fuoco e fiamme dai polpastrelli Il Leuthem Ι7, o semplicemente Leuthem, è il mezzo aereo autonomo che s’aggancia allo Zemmen per non farlo precipitare. C’è n’è uno per ogni giorno della settimana, con armi diverse. Il Gobblewonker dormiva nei recessi più bui e cupi del lago, mentre il secondo mostro, come Stan e i suoi pronipoti ebbero modo di imparare, era meccanico e perciò era tenuto in un officina da dei tritoni zombie. Jedah, insieme a Bill “triangolino” Cipher, avevano già cominciato a distorcere le creature da sogno di Gravity Falls. Infatti il diretto superiore di quei carassi putrefattesi per cattiva manutenzione dell’acquario, Rikuo la creatura acquatica, era stato “BillCipherizzato” con un marchio a forma di triangolo ciclopico sul collo. “Ignore, ignore, la ua creatura non c’è l’ha fatta a ditruggere il mondo di uperficie” disse uno dei tecnici incaricati di riferire i lavori nelle officine al capo, il re, l’imperatore, intendendo che quei mostri avrebbero dovuto distruggere Gravity Falls, o in alternativa, di cose da distruggere, distruggere la diga del Willamette, posta oltre la prima montagna all’orizzonte del Gravity Falls Lake, tra la seconda montagna della cordigliera occidentale e la prima della cordigliera orientale. Così facendo Gravity Falls sarebbe stata inondata dalle acque dell’impetuoso Willamette, e Rikuo, con il popolo dei tritoni, avrebbe potuto regnarci sopra. Ovviamente lui non contava nulla ma solo Bill Cipher alla fine avrebbe avuto l’ultima parola. Queste creature corrotte, poi, non pronunciavano la S. “Gli esseri della superficie….di recente molti di loro hanno rovinato il mio bellissimo lago, e hanno ucciso le creature che ci pascevano. Saprete già tutti che io non transigo che l’ordine di questo lago venga così brutalmente violato. Torna tra i tuoi lavoratori e questa volta dì loro che devono organizzare un bombardiere. Mio signore Jedah, mio signore Bill….adesso muoverò il Gobblewonker verso l’argine del mondo di superficie….cos’altro devo fare?” e Bill li rispose, telepaticamente: “la tua mossa per ora sarà questa. Vedrò se quel Gideon è disponibile….” Nella notte la bufera era tornata a soffiare, ma un camion niente affatto raccomandabile non si era fatto intimidire e correva lungo le strade diretto verso il lago Gravity Falls. Uscì di strada e parcheggiò lungo la spiaggia. Come c’era da immaginarsi, era dello scarico illegale di rifiuti tossici. Due sghignazzanti malavitosi, con facce da furetto, parlavano tra di loro sintonizzati sull’emittente radio 243, una stazione radio a luci rosse in cui normalissime donne, casalinghe annoiate, studentesse con poco amore per se stesse e autentiche puttane navigate del mestiere in trasmissioni in studioli amatoriali facevano arrapare gli uomini all’ascolto, con tutti i beceri trucchetti del genere (tipo leccare il microfono rischiando la folgorazione…..roba strasgressivissima proprio). Come se non bastasse, quei due ragazzini ammuffiti (perché cos’altro potevano essere?) sghignazzavano selvaggiamente leggendo il nuovo numero di Elastigirl la troia elastica, una di quelle doujinshi dove dall’inizio alla fine non facevano che fare sesso e basta. Niente storia, niente personaggi, niente tutto. E ridevano come matti, o come i penosi sciocchi che erano. “Guarda che bocce….in quest’avventura se le è già fatte eiaculare tre volte…” “E guarda che culo! Che culo! Cagna nuda erotica ti tromberei nuda!” (questa frase non aveva senso, ma qualcuno di quei due masnadieri aveva il cervello sufficiente per capire il non sequitur che avevano pronunziato….) “E’ troia! Puttanona trombati quel negro con il cazzo kilometrico….” “Ehi, hai già scaricato quella merda nel lago?” “Sì…adesso lo faccio…ma perché non potremmo trombarci a turno quella troiona di Elastigirl? Perché non stiamo andando a puttane?” “E voi, perché state per fare quello che state per fare anche se illegale?” e i due guardarono fuori dai finestrini, e nonostante la bufera, identificarono immediatamente una volante, dall’altro lato del lago. Nonostante la distanza, il vento e la radio ormai pronta a orgasmare lei al posto della donna che dall’altra parte magari stava cucinando una pizza o sterilizzando un pappagallo all’ospedale il megafono dello sceriffo Blubs era quello e rivolto contro di loro. E vennero portati in centrale. Insieme a Blubs c’erano Stan e Shandra Jimenez, la cronachista locale. Al tg infatti la prima notizia di quel giorno, 28/12/2012, era che i livelli d’inquinamento del lago di Gravity Falls erano stati considerati pronti alla categorizzazione come “letalmente alti”. Secondo il “misteriologo” Blendin il Gobblewonker era figlio di questo inquinamento, sebbene si dovesse essere addormentato ai tempi, perché adesso tutti sapevano che il Gobblewonker “storico” era un robot costruito da Fiddleford. Mentre Stan cestinava il fumettaccio porno di uno di quegli idioti, questi non facevano che ripetere con un tono piagnucoloso che sarebbe stato fastidioso pure per uno qualsiasi degli Amici della colazione frignoni che non era colpa loro, e poi i nostri boss ci ammazzeranno, e noi non ci entriamo niente, ci hanno minacciato, lei non sa chi siamo noi, buaaaaah vogliamo la mamma. Blubs, con la faccia da poker di “Yo bro tu non me la conti giusta fratello” li liquidò chiudendoli in cella, ma con tutti i numeri arretrati di Elastigirl la troia elastica, salviette umide, e bagni singoli, con washlets. Come dicevano i greci, Se gli Dei non vogliono più bene a un mortale, li danno esattamente ciò che vuole. Comunque, mentre la Jimenez parlava in camera, Stan e Blubs discutevano di ripulire il lago. “Non ho la competenza necessaria per decidere in merito. Potremmo chiedere al governatore, Kitzhaber, ma deve prepararsi a viaggiare fino a Salem….e con la bufera qua fuori c’è un dito che si dimena dicendoci no no no no no nonononono N O Napoli Otranto NOOO l’omino nel burrone fa NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO” “Sì Blubs ho capt” “Fammi finire. OOOOOOOOO sqwuatch” “Ho capito. Ma almeno lei sa se Blendin o chi per lui è disponibile a studiare quell’acqua perché la si possa ripulire?” “Blendin è sempre disponibile. A meno che tu non sia disponibile alle sue bizzarrie! Questa è più una frase di senso compiuto che una battuta!” Comunque Stan non voleva davvero rivolgersi a Blendin. Era troppo strano, troppo macchiavellico, e troppo poco affidabile con i bambini. Capperi! L’ultima volta che Dipper e Mabel erano stati lasciati soli con lui erano finiti dentro un videogame anni 80 della Zanussi. Perciò avrebbe fatto tutto da solo…..o con l’aiuto del rimbambito più rimbambito così rimbambito da eseguire i suoi ordini a spron battuto senza cercare di portargli via i nipotini. “Ehi Fiddleford! Hai ancora la tua vecchia batisfera?” “Oh Stan! Te la vendo gratis!” “Wow! La mia fortuna sta incominciando a girare!” Lasciati a casa i nipoti, con una di quelle scuse veritiere di cui non ci si pente, Stan e Fiddleford si immersero e cominciarono a raccogliere campioni. Erano palombari e appena resisi conto che era vero, c’erano barili gialli di scorie su tutto il fondale, quando il secondo, robotico Gobblewonker emerse dal limo del fondale. E Stan e Fiddleford vennero catturati. “E’ lei il re degli abissi? Veniamo in pace, vogliamo solo aiutarla!” disse Stan, isolato da Fiddleford, al cospetto di Rikuo. “Tu….creatura della superficie? Non ce la faccio a crederti. Un tempo regnavo sull’immensità dell’oceano, e voi creature mi eravate sconosciute. Ma poi a poco a poco i vostri veleni hanno cominciato a piovere sul mio mondo, e non ebbi più un regno. Nemmeno qui ho potuto regnare tranquillo, perché quell’altra creatura della superficie con le sue macchinazioni ha solo continuato a disturbarmi! Adesso mi servirò IO di quell’abominio superficiale contro di voi!” “E se Sua Lacustrità me lo lascia chiedere, come?” “Annegherò nei flutti tutti voi. Distruggerò quei muri colossali con cui drenate l’acqua, e per voi questa valle smetterà di essere vostra!” “La diga! Per favore strano…..pesce. Ci permetta almeno di traslocare….poi lei potrà far scoppiare tutte le dighe che desidera….” E Stan tremava come una foglia, cercando di leggere negli ineludibili occhi gialli di Rikuo un sì o un no. E purtroppo sapeva che nel fondo di essi la risposta era pronta, ma non era quella che li avrebbe salvati. Ciononostante Rikuo fu conciliante….a modo suo. “Ti darò 48 ore per avvertire TUTTA la superficie. Non voglio che un minuto di più venga da voi speso come lo state spendendo ora” e grossomodo a calci in culo Stan e Fiddleford vennero fatti riemergere. Con il tempo alle costole e tutta Gravity Falls da salvare. La bufera mugghiava, il tempo era stretto come un guinzaglio da cormorano al povero Stan, ma insieme a Dipper, Mabel e Waddles, con uno spazzaneve, risalivano il crinale verso la sede della tv locale, decisi che mai come adesso Gravity Falls aveva bisogno di loro. “Direttore! Il tempo è poco, l’urgenza spropositata, dobbiamo mandare un messaggio a reti unificate!” “E voi chi siete? Non è così che funziona nonno” “CHIUDI IL BECCO E FACCI FARE QUESTO SPECIALE!” “Zietto fermati. Scusi buonuomo, quello che nostro zio vorrebbe mandare a dire a tutti quanti è che….” E il direttore, l’uomo con la faccia più presupponente che voi possiate immaginare, stranamente lasciò che Dipper li parlasse in forma strettamente confidenziale. E quello che Stan, sudando come una rana velenosa sudamericana e urlando come un aluatta non riuscì a ottenere, lo ottenne Dipper bisbigliando ad un orecchio. Quando si dice che con le buone maniere si ottiene tutto. E immediatamente tutti corsero, tutti accesero, tutti saettarono affinché un intero studio di registrazione audio-video fosse a loro disposizione. Quando la buriana dei loro passi s’interruppe, Stan e i suoi corsero a dare l’allarme. In quel momento davvero non ci fu tempo, e per il bene di tutti l’isteria di un popolo di montanari terrorizzati ebbe il sopravvento su tutto il resto. 48 ore sole non erano tante e per di più ne erano già passate qualcuna. L’esodo doveva scattare immediatamente. Persino i media più grossi-Fox News, CNN- s’interessarono a quella catastrofe. Mentre la neve era cessata, a fioccare erano i giornalisti, gli opinionisti, gli elicotteristi che come avvoltoi spiavano le auto intente a scappare, cariche di fuggitivi terrorizzati. Ma nemmeno Rupert Murdoch, Jay Leno e Steven Colbert riuscivano a cavare un ragno dal buco. Neppure la BBC, Studio Aperto e Al Jazeera erano capaci di strappare un intervista, un immagine migliore di un biscione di auto dal tettuccio imbiancato che clacsonavano e cercavano di fuggire da lì, nonostante non fosse rilassante per nessuno sapere di essere a Warm Springs, lungo la Route 26, lontani da Gravity Falls ma improvvisamente accortisi di non avere piani a lungo termine. In effetti non era vero: il panico per il panico NON ERA STATA la soluzione migliore. Un animale selvaggio che sente uno scoppio vive lo scoppio come uno stimolo per fuggire, ma lo scoppio in sé non lo aiuterà mai a strutturare un migliore apparato di autoconservazione. È per questo che le papere sono così facili da sforacchiare di pallottole: sentono un petardo e quasi si fucilano da sole. E così tutti all’autogrill di Madras, con la certezza che Gravity Falls non esistesse già più. Mentre tutti gli altri facevano salotto, Dipper smise di telefonare ai suoi e si mise con Stan a parlare di che brutta piega avesse preso il Natale quell’anno. Era ormai Capodanno ma nessuno avrebbe esploso un fuoco d’artificio. Infreddolito e triste, Dipper cercò di ricordare com’era contento il giorno in cui arrivò. Per quella notte coloro che un tempo erano vissuti a Gravity Falls dovettero dormire a Madras, ritrovandosi però molti in squallide roulotte come successe ai nostri protagonisti. La mattina del 1 Gennaio Dipper stava già facendo i bagagli. Mabel lo guardava, immobile nel letto a castello in alto, con un espressione imbronciata. “I tuoi genitori ti stanno venendo a prendere? Dobbiamo già lasciarci?” Dipper sospirò cercando le parole che sapeva non esserci mai state. “E’ meglio così Mabel. Sento solo freddo, la neve mi annoia e paralizza, non era il Natale che volevo. Non è colpa tua, non è colpa mia, non è colpa tua, Stan. Adesso vado. Mio padre mi sa che sarà nero come la notte quando mi verrà a riprendere. Non vorrà che ci vedremo mai più. Per lui la diga che è venuta giù, l’acqua e tutto quanto saranno solo colpa di Prozio Stan e la sua Bottega del Mistero. Bè….è stato bello finché ci ho creduto” e uscì incamminandosi verso l’autostrada. L’auto era parcheggiata, ma sua madre scese, sfiorandolo come se lui non esistesse, con un volto al tempo stesso sconvolto ma lieto. Suo padre era altrettanto sollevato, ma ugualmente turbato, da cosa era facile intuire. “Per fortuna che tuo zio ha dato l’allarme e che ti ha messo al sicuro. Non è quel fannullone che credevo. Tua madre è andata a ringraziarlo. Ma….sali figliolo sali. Avremo modo di arrabbiarci con noi stessi quando saremo a casa, se riusciremo a essere a casa. Questo posto mette i brividi. Tua madre per fortuna ha finito. Prima me ne scappo meglio è” e tutti quanti partirono alla volta di Pocatello. Durante il viaggio a Dipper venne una fitta di…..non sapeva cosa fosse. Al tempo stesso gli mancava Gravity Falls, gli mancavano Mabel, Dipper, Waddles, Stan, Soos, Wendy, persino Gideon, Blendin….GIFfany, gli gnomi, le micro-aquile….ma non era vero. Lui sapeva che niente avrebbe mai potuto distruggere Gravity Falls. Sommersa dalle acque del Willamette, Gravity Falls esisteva ancora. I Gobblewonker erano quelli che oggettivamente più avevano beneficiato della distruzione della diga, mentre gli gnomi, magari, erano fuggiti risalendo lo Jefferson via sottosuolo. Dopotutto era stata divorata dalle acque solo la zona strettamente urbana, ma il circondario, i pendii con i loro boschi, le vette innevate e le grotte sprofondate nella pasta della terra erano lontani e lontane dall’epicentro. Quindi….di cosa aveva nostalgia? Si rese conto, mentre il sonno lentamente li riempiva un cervello improvvisamente fattosi concavo e deserto come una tanica che si riempie di catramina, che stava avendo nostalgia di sé stesso. Rimpiangeva-e al tempo stesso esaltava-il sé stesso che quelle cose le aveva vissute. Ma in realtà quei ricordi servivano a altro. Il Gobblewonker, gli gnomi, GIFfany, i minotauri, quel tanghero biondo uscito dai videogiochi….tutti avevano cercato di uccidere lui e le persone a cui voleva bene. Perché cose del genere li avrebbero dovuto far venire il labbro sincopato del pianto imminente? Perché quelle cose li tangevano? E non riusciva a comprenderlo. Rannicchiato come un grosso gatto arresosi, cominciò a vedere cose inquietanti, e remote. Se l’effetto Doppler lo si sarebbe potuto applicare alle immagini, allora quella era l’occasione buona. Sentiva su di sé lo sguardo di una ragazza. Era uno sguardo-non sapeva come, ma lo sentiva-indifferente. Lei aveva un profumo dolce, ma che lui non riusciva a sopportare. Era un aroma artificiale, della candeggina, del detersivo esotico dato sulla pelle come un olio massaggiante. Era impertinente come odore alla pelle così fresca e delicata di quella ragazza, era un accozzaglia di molecole di stimoli olfatto-sinaptici che non riuscivano a creare un discorso olfattivo coerente. Aprì gli occhi e vide una diavolessa nuda, con capelli corvini e corna intarsiate come corallo blu che lo osservava. I bicipiti poggiati sui seni formavano un cuore, mentre un mastodontico ciuffo le copriva metà faccia. L’occhio sinistro, quello che adesso impietosamente lo osservava, era vacuo e immobile come quello di una bambola rotta. L’espressione era corrucciata e assente. In un'altra occasione, quella visione di abbondanza callipigia li avrebbe suscitato l’imbarazzo, il timore misto a interesse di un bambino che si avvicina al sesso, ma in realtà o quel timore non c’è, o c’è tutta la vita ed è una ribellione. Piuttosto era contrariato da quell’erotismo vuoto e kafkiano. “E tu cosa vuoi?” chiese stizzito. Ma quella semplicemente lo raccolse dallo stato di raggomitolamento in cui era richiuso e lo accompagnò a una soglia. Poi si andò a coricare in un letto che sembrava un sedile posteriore. C’era nella parete davanti una soglia, da cui una luce filtrava ovattata. Dipper fece spallucce alla situazione e spinse l’uscio. Al tatto li sembrò di stare toccando l’imbottitura di un sedile di un auto. Si trovò in un centro benessere ricavato dall’hangar di un dirigibile, mentre si sottoponeva a un massaggio shiatzu che consisteva nel farsi leccare i piedi da dei Megalechis Thoracata. Era indeciso se sciogliersi o rimanere rigido come un grattacielo, immerso in quell’acquerugiola in ebollizione. L’ambiente infatti li sembrava stesse diventando sempre più caldo, sebbene in realtà la temperatura fosse quella di un acquario con clima normale sulla scala Kelvin. Davanti a lui c’era una fermata della metropolitana, lungo i cui binari correva una ciclo draisina con sopra una ballerina avvolta in un velo. Dipper sapeva che doveva andare dall’altra parte, e con il cuore in tumulto nuotò verso il bordo vasca, e, in una “camera di asciugamento” ripulì sé stesso dall’acqua e si vestì di tutto punto. Certi punti dei piedi li formicolavano ancora. Si mosse cautamente verso la fermata, mentre nell’aria una radio accesa trasmetteva Che bella cosa na jurnata e Sole nella cover di Pavarotti , intramezzata dal baccano di un officina automobilistica colta nel pieno dell’orgasmo lavorativo. Raggiunse la banchina e, resosi conto che non c’era nessun modo per andare dall’altra parte se non attraversando i binari, fu costretto a farlo. Ma mentre ci provava rimase infangato nella motta fresca tra un buco del binario e il successivo, proprio mentre a tutta birra la draisina di prima lo raggiungeva. Mentre il catafalco era imminente a tranciarlo si svegliò sudato sul sedile dell’auto…di Stan? Perché era ancora nell’auto di suo zio? Non stava tornando a Pocatello con i suoi? E mentre il cuore li decelerava in petto, guardò quel mondo alieno cercando di capirlo. “Stan….siamo bloccati?” “Purtroppo sì Dip. E la nostra città sta per essere fatta scomparire nelle acque” e proprio mentre Dipper si ricacciava nella cunetta del sedile posteriore, la sua mente venne pungolata da una voce telepatica. “Ciao piccolo umano. Se non mi sbaglio il tuo nome è Dipper. Mi sono nascosta qui nel bagagliaio, e mi sono divertita a manipolare la tua mente addormentata. Ti prego non essermi rancoroso, non l’ho fatto per il tuo male. Comunque lungo il Willamette si sta combattendo una battaglia molto dura e cruenta per la salvezza di Gravity Falls. E ti dovrò anche parlare di alcuni amici che ho conosciuto nel frattempo….” Le 48 ore stavano per scadere, ma Rikuo non riusciva a prendere la Decisione Irrevocabile. “Eppure, delle volte, le creature della superficie ci hanno aiutato” disse, mentre i suoi ricordi passavano come immagini televisive su una specie di stagno verticale, tra i quali la ripulitura e il salvataggio degli animali impelagatesi nella macchia di petrolio dell’Exxon Valdez. “Ti dimentichi-disse Bill Cipher, venuto fuori dal marchio sul suo collo-DI QUESTO!” e quel bastardello di Cipher li fece vedere le battaglie sottomarine della Prima (Uomini sul fondo di Francesco de Robertis) e della Seconda (L’ammiraglio è uno strano pesce di Arthur Lubin) Guerra Mondiale, i test nucleari nell’oceano (Il mostro dei mari di Robert Gordon; Mondo cane di Gualtiero Jacopetti), la tragedia dell’Exxon Valdez, del colera dei frutti di mare del golfo di Napoli, della BP British Petroleum nel golfo del Messico. “Vedi con che poca cura ti considerano? Vi considerano?” e Rikuo allora andò avanti spedito. E in sua manforte arrivarono gli Huetzil tanto temuti da Lau. Essi assomigliavano a delle statuine dell’epoca neolitica Jōmon della storia giapponese. Erano un branco piuttosto compatto, e come in un branco di formiche, c’erano i soldati “carne-da-cannone” i sacrificabili Come non potevo non mettere questo dopo averlo detto! I soldati quelli tosti, più grandi e con armi migliori, i tecnici, il leader, eccettera. I tecnici erano Huitzil acquatici capitanati da Rikuo in persona, affiancati dal secondo Gobblewonker. Ma prima di raggiungere la diga una frana improvvisa gli sbarrò la strada. I soldatini rimasti lungo l’argine, quello che interessa anche il Kansas verso Ovest, poterono vedere essere stata opera della Bomba boom di Voltar, che si dileguò insieme a Letheum, Aquileion e Zemmen. Gli Huitzil, punti sul vivo, li diedero la caccia, ma le tre donne che si misero a inseguire erano degli ossi duri, e il primo si beccò Zemmen in piena pancia, dopo che l’astronave li tese un agguato dal Pamelia, il secondo venne arso da Aquileion e li venne tranciata di netto mezza testa, il terzo nonostante la possibilità di appallottolarsi e darsi fuoco mentre avanzava così rotolando venne “spento” dalla Quadrupla disintegrazione e poi mandato a farsi della litoterapia contro un costolone, afferrato e agitato come una Nestlè© Wonder Ball dai Divoratori cefalotronici. Il gruppo si riunì e, tuffandosi nel Coyote Lake, poté procedere alla trasformazione in Vanguard. Raccogliendo per strada un grosso macigno, il robottone si diresse verso la diga, tirando il pietrone in testa al Gobblewonker, per poi neutralizzare con una serie di calci volanti un manipolo di Huitzil. Uno stormo lo attaccò con i piedi, unitesi insieme in una palla d’acciaio a molla, di cui Vanguard si disfò tranciando le molle con una raffica di colpi di mano, per poi procedere a calciare ogni palla al mittente, accompagnandola con ognuna delle sue armi, dalla testa ai piedi e poi interessandosi alle braccia. Così a uno la palla li esplose in mano con i Raggi variabili, l’altro con i Missili addominali, l’altro con le Mani volanti. Poi Vanguard si creò un recinto con l’Indicata pirica, ottenendo così una temporanea protezione. Un gruppo cercò di colpirlo con le mani trasformate in magli spinati, un altro con le mani trasformate in frese a molla, ma con le Gambe turbinanti prima e le Lame a giravolta dopo li eliminò tutti. Un gruppo d’artificieri fece scattare dalle ginocchia delle granate e le lanciarono, ma Vanguard con possenti colpi d’ala e l’Indicata pirica fece esplodere per eccessivo surriscaldamento la parte esplosiva delle suddetti torpedini, mentre le altre esplosero contro li stessi audaci che le avevano sparate, certuni fecero fuoco con i loro cannoni laser orali, ma Vanguard venne difeso dalle ali di Aquileion, mentre Letheum sparava una coppia di missili a cavatappi, che drenarono i laser e fecero esplodere le teste di quelli che avevano osato. Alla frutta, uno degli Huitzil di basso taglio cercò d’aggredire Vanguard con un grosso tronco di sequoia, ma Vanguard lo prese e li fece fare tanti di quei giri che quando finì poteva montare una lampadina semplicemente tenendola in mano per il bulbo con l’isolante all’aria, per poi buttarlo nel Willamette facendogli scoppiare la terra da sotto i piedi con i Raggi variabili. Alla vista che anche gli Huitzil più forti erano stati smontati a botte, Rikuo si sentì di nuovo mancare. E questa volta i ricordi del bene che gli uomini avevano fatto al mare li permisero di vincere il controllo tatuato di Bill. “TU, INSIGNIFICANTE BESTIA D’ACQUA DOLCE! TU DEVI OBBEDIRE A CIPHER! TU DEVI OBBEDIRE A JEDAH!” la voce di Bill era diventata sfalsata, come se più persone si urlassero contro e addosso contemporaneamente. Jedah apparve alle spalle di Bill, in una forma totalmente inumana, mentre intorno a Rikuo le simmetrie, le prospettive, si facevano strane, distorte, impossibili. Cipher divenne cieco, poi nero, da lui cominciò a colare sangue, mentre Jedah aveva posato una colossale mano unghiuta su Rikuo, impedendolo al suolo. Sempre più furibondo, vedeva in tempo reale il suo fallimento. “QUESTE CREATURE….SI CREDONO LE REGINE DELL’UNIVERSO. MA L’UNIVERSO è DEGLI ALTRI. E GLI ALTRI SONO STUFI DI ASPETTARE!” e diede ordine al Gobblewonker di attaccare la diga. La creatura allora caricò a testa bassa mollando testate al cemento. Non funzionando, fece partire i siluri. Ma Vanguard lo aveva tracciato con le Onde sonar, e ce lo aveva per la coda. Lo fece roteare su sé stesso per poi lanciarlo in culo al fondale. Purtroppo il grosso del male era già stato fatto, e la diga stava riempiendosi di crepe, mentre l’acqua già cominciava a pisciare. Ma l’incredibile accadde: le donne-vespa insieme a Queen Bee arrivarono, Lilith in testa, per riparare la diga. Erano vespe cartaie, non potevano non realizzare qualcosa di meravigliosamente solido: i nidi di vespa ispirarono Buckminster Fuller, con opere come il progetto di ristrutturazione urbana di Harlem e la Spaceship Earth di Disneyland Experiment Prototype Community Of Tomorrow. “Diamoci dentro ragazze, questa diga ha bisogno di noi!” e veloci come le vespe che tormentano Paperino le crepe erano assicurate. Nel frattempo si svolgeva il feroce combattimento tra il Gobblewonker e Vanguard. Il Gobblewonker cercò di strappargli la testa a zannate, ma Vanguard, un Ercole-Reideen, lo strozzò con la sua forza prodigiosa, mentre le braccia meccaniche di Leuthem a arti superiori di mantide religiosa colpivano gli occhi, rendendo il mostro cieco. Poi con un pugno lo spedì contro un muro di roccia, facendoglielo crollare addosso. Sparò i siluri, e Vanguard li sterminò con i Raggi variabili. Poi lo colpì con un altro cazzotto, e poi li assestò un diretto al mento, due-tre ganci sulla destra e la sinistra, un doppio maglio perforante in testa, e il Gobblewonker lo attaccò con un terzetto di motoseghe dallo stomaco. Vanguard le evitò per un soffio, eseguendo una capriola con la gravità diminuita dall’ambiente acquatico dominato dalla spinta d’Archimede. Vanguard usò i Missili pettorali, riuscendo a danneggiare solo la prima motosega. La coppia sopravvissuta saettò estremamente vicina a Vanguard, ed era chiaro che bisognasse inventarsi un piano. Intervenne il classico pugno dall’alto, che piegò lesionandolo il sostegno della seconda motosega. Poi con la seconda Gamba turbinante con l’intervento immediato della relativa Lama a giravolta spezzò le motoseghe e compì sul Gobblewonker una Back Suplex. Il Gobblewonker cercò di nuovo di attaccare Vanguard con un morso, ma incontrò il duro pugno del robot. E con tanto di pugno in bocca, Vanguard attivò la Mano volante relativa, la sinistra, e il palato del Gobblewonker venne trapassato. Poi eseguì su di lui una Argentine Backbreaker Rack, sguainando poi le Mecha spade modulari. I laser dell’hangar saettarono contro il Gobblewonker, spingendolo da parte. Poi per pura schandefreüd alcune sezioni delle Mecha spade modulari lo graffiarono, per poi montarsi nei pugni di Vanguard. Scattando in avanti tranciò la sua noce, pugnalandogli poi l’addome, emergendo dal fiume e sbattendo il Gobblewonker a terra. La Mecha spada modulare rimastagli conficcata tranciò il suo corpo fino ad affrancarsene, tornando da Vanguard. Poi, sparando a terra altri Raggi variabili, il Gobblewonker fu costretto a rimettersi verticale. E adesso l’attacco finale, il in nome del Sole vincerò, il ti punirò in nome della Luna: ONDE ELETTROACUSTICHE! E si sentì un concorde volare oltre il muro del suono, e la scossa sonica scosse così tanto il derelitto Gobblewonker da farlo esplodere in una spirale ascendente di fuoco, mentre i componenti meccanici schizzavano nell’aria caldi come i fornelli di un ristorante. Nel frattempo Lilith, congedatasi dallo sciame, era insieme a Felicia e Victor, nascosti dietro a dei costoni rocciosi. “Mia sorella sa, da uno degli esseri umani, Gabriel Lau, che le creature che dobbiamo combattere, i tritoni, non possono muoversi sulla terra. Però possono strisciarvi fuori e compiere agguati. Hanno una mobilità molto ridotta. Quindi dovremo essere particolarmente attenti, perché non potendo correre veloci come nuotano, ci tenderanno dei tranelli. Se non sbaglio quelle cose hanno dei guardiani, persone che ci badano, che le custodiscono. Se riusciamo a salvarle….” “Ragazze, io non vengo con voi. Il mio compito è proteggere, non uccidere, né combattere. Il mio creatore voleva fare di me una specie di super soldato del futuro, ma i sentimenti mi hanno sempre impedito di fare davvero della violenza. Spero che voi possiate capire” e la sola Felicia e Lilith entrarono dentro la diga, vedendo che gli operai della diga erano stati BillCipherizzati, così facendo compensavano le scarsezze dei tritoni-zombie che Rikuo aveva per farsi servire mentre era ancora al servizio di Jedah e, ovviamente, Bill Cipher. “Quelli sono esseri umani che si comportano come scimmiette ammaestrate. Ne ho visto un paio e agiscono senza pensare” e oltretutto c’era un enorme acquario di tritoni-zombie a cui gli umani prestavano cura. “Li allevano e li curano come si farebbe con dei normali carassi da acquario. Ci conviene allontanarci da qui, e cercare di raggiungere il centro di questa powerhouse. Quella creatura metà umana metà ittica dovrebbe essere qui dentro, comandando tutto” e Felicia andò avanti, essendo quella che non avrebbe rischiato di esporsi sgattaiolando. Lilith furba aveva dalla sua un particolare amico immaginario: After Man. Un simpatico robot suo amico immaginario, e lo lanciò contro i tecnici indaffarati. “Chi è?” chiese uno dei più indaffarati, un magrino con occhiali a fondo di bottiglia e i capelli pieni di forfora. L’umanoide attaccò smascherando l’ostilità dei tecnici. Immune ai proiettili delle guardie ne colpì due con pugni allungabili, altri due con lacci dai polsi, e, senza troppa voglia di stare a menare tutti quanti, attivò due turbini sui reni, e lo avvolsero in un gigantesco ciclone, servendosi di ruote da piantana d’ospedale girando su di sé, trasformandosi in un imitatore di Tazmania e travolse tutti, buttando uno dei tecnici contro l’ampolla d’acqua alle sue spalle, l’acquario-nursery dei tritoni-zombie. Rikuo capì che delle creature marine e/o acquatiche stavano soffrendo e cacciò uno strillo così forte che persino un demone come Jedah dovette coprirsi le orecchie. Il suo urlo era quello di un Cyprinella Venusta, il pesce che strilla. “Dei miei sudditi sono minacciati. Non posso non soccorrerli!” e cercò di scappare verso l’uscita, ma Jedah cercò di catturarlo, ma venne attaccato da Rikuo con una combo tra le sue zampe a ventaglio e un nuovo urlo da togliere l’udito. Quando vide quelle creature sirenoidi non morte muoversi soffrendo a ogni passo che cercavano di fare, cominciò a raccoglierne una per una, cercando dell’acqua. Era per fortuna vicina, un imboccatura simile a un imbuto rovesciato che dava su un affluente sotterraneo del Willamette, il Rickreall Creek. Era difficile riuscire a trasportare ogni uomo-pesce non morto a quella struttura conica, ma quando le creature riuscivano finalmente a tuffarsi, Rikuo gioiva tra sé e sé sentendole tornare nell’acqua. After Man li si fece davanti, quando Rikuo tornò sui suoi passi per finire Jedah. “Mi scuso profondamente con Lei per quello che è successo. Dovevo aiutarLa in qualsiasi maniera per fermare quel mostro di Jedah. Ho sconfitto questi uomini della superficie sottomessi a Jedah e al Suo altro padrone, Bill Cipher. Ma nella colluttazione non solo ho quasi ucciso questa gente (ma purtroppo ci sono occasioni in cui la violenza è obbligatoria) e ho lanciato una di esse contro quell’acquario e l’ho distrutto, e l’acqua è defluita. Ma Le assicuro che non volevo assolutamente farlo” “Va bene, strano essere che non sembra essere fatto di carne. Adesso dobbiamo finire quello che ho cominciato” Ma purtroppo Felicia nel frattempo era stata catturata. Bill Cipher era montato su un macchinario Waldo per marchiare sulla catena di montaggio i più diversi capi di bestiame. Felicia era chiusa in una sfera diafana piena di buchi attraverso cui Cipher infilava il suo marchiatore. La punzecchiava insistentemente perché riuscisse a marchiarla con il suo segno del comando. Ma Felicia era troppo agile, e afferrò quell’affare, piegandolo e mutilandolo. Il rinculo fece cadere Bill che camminò piccato come il Comandante Occhio di Wander Over Yonder fino al cospetto di Felicia. Che era molto meno felice di lui. “DEVI ASCOLTARMI E UBBIDIRMI! IO SONO BILL CIPHER! DALLA SECONDA DIMENSIONE! E IO HO IL POTERE SU TUTTE LE CREATURE DELLE TENEBRE! CHE MI SEGUIRANNO FINO ALLA MORTE, SCATTANDO AD OGNI MIO COMANDO! E CON LORO IO POSSEDERò ANCHE L’INSIGNIFICANTE MONDO DEGLI UMANI!” ma alla coordinata alla subordinata di primo grado del periodo che aveva appena espresso rispose un improvvisa insoddisfazione di Jedah, giustificata dal fatto che Bill avesse espresso il proposito di regnare in solitaria sul mondo degli esseri umani e delle creature della notte, escludendolo. E i due finirono con il colluttare, lasciando così a Felicia la possibilità di scappare. “Rotola rotola….” Fece lei sentendosi Bijou la cricetina dai fiocchetti blu. Nel frattempo avveniva sia il combattimento tra Bill e Jedah, sia le scuse di Lilith e il suo amichetto robot dal boschetto della sua fantasia con Rikuo. “Morrigan….sapevo fosse essere regina del regno dei demoni…cosa sarà venuta a fare qui? Il vecchio Lord Belial non sarà molto contento con suo padre….e lui con lei” “No non credo che si arrabbierà. Lei è vecchia di 335 anni, e mi può raccontare tante storie di potenti della Terra da cui gli Aensland hanno potuto imparare: da James Monroe, quinto presidente degli Stati Uniti, abbiamo appreso l’importanza di pensare alla politica interna senza interventismi non richiesti [James Monroe fu il quinto presidente degli Stati Uniti, famoso per la “Dottrina Monroe” che isolò politicamente gli Stati Uniti fino alla presidenza Thomas Woodrow Wilson, che ruppe questo isolazionismo per intervenire nella Prima Guerra Mondiale]. Da Walt Disney l’importanza della politica del buon vicinato, anche quando metterla in pratica rischierebbe di rendere acefalo il regno [Nei primi anni 40 gli studi Disney di Burbank erano attanagliati da uno sciopero cominciato da Herb Sorrell, che finì con il rendere la situazione esplosiva. Roosvelt offrì a Disney un viaggio propagandistico in Sud America per promuovere un alleanza con l’America. Walt partì con alcuni uomini tra cui Ward Kimball, Milt Kahl, Wolfgang Reithermann, Vladimyr “Bill” Tytla, Les Clark, Al Zinnen verso Rio de Janeiro, occasione per il cartoonist Fred Moore di creare Josè Carioca, pappagallo cicerone di Paperino alle bellezze del Brasile nell’episodio Acquarela do Brasil di Saludos Amigos e Non sei mai stato a Bahia? Di I tre caballeros. Purtroppo nonostante l’amore dei brasiliani per Paperino niente impedì che negli anni 70 Come leggere Paperino di Ariel Dorfman, elenco di leggende nere su Disney che anticiperà Walt Disney il principe nero di Hollywood e Walt Disney the dark side of Dumbo. Corso e ricorso storico il fatto che libri del genere verranno pubblicati negli anni 70-80, quando si faranno i primi cartoni animati per adulti, a cui non sarà estraneo il Brasile con Vampiros! En la Habana di Juan Padron. Proprio corsi e ricorsi storici….]. Quindi non siamo mai davvero avventati nelle nostre scelte. Se ci fosse stato un modo più soft per venire a capo della questione però…” nel frattempo Lilith ebbe un insight. “Felicia! Cielo me l’ero scordata!” “Scusa ma era stata anche una mia idea quella di separarci. Purtroppo sono stata fatta prigioniera da Jedah, quel demone che governa la struttura….” “Ferma tutto donna-gatto. Hai detto Jedah? Era lui che servivo, insieme a un'altra creatura, un certo Bill. Quando questo robot ha rotto l’acquario ha risvegliato in me il senso di protezione verso le creature d’acqua che Bill e Jedah avevano pervertito, trasformandolo in un utilizzarli come schiavi e guerrieri. Grazie di cuore. D’altrocanto è piuttosto ovvio che né l’uno né l’altro avrebbero trattato meglio queste povere creature” e stava finendo di parlare mentre Felicia dava le ultime zampate alla bolla di plastica (erano davvero dei pessimi carcerieri) per liberarsi. Lilith la controllò per vedere se avesse reumatismi, o se stesse male in omni sensu. “No, ho le ossa molto più resistenti di quelle di un essere umano. E poi anch’io sono stata a Parigi, al Crazy Horse, dove mi esibivo in un enorme ciliegia di plastica diafana in un gigantesco bicchiere di Martini insieme a Amelie Valentine. Quel regolo triangolare giallo voleva marchiarmi al collo….per fortuna che sono agile come un giaguaro e non pigra come uno di quei gatti d’appartamento viziati. E questo bel tipo qui non mi sembra molto…..in carne. Direi più bulloni e relé” “Scusa per l’omissis Felicia. Lui è After Man, il mio amico robotico immaginario. È un po’ come i WebDiver o i Digimon, un costrutto virtuale che posso materializzare. E parlo di Costrutto virtuale in riferimento a un personaggio virtuale, telematico, come quelli di Hiroto Ishikawa e Akiyoshi Hongo perché Internet si è sviluppato sul cervello umano, e il rapporto tra mente e computer era già stato esplorato in modo simile dai romanzi di Philip K Dick” “Sei una genietta. Adesso però dobbiamo battercela, o altri due Geni (nel senso di Jin, spiriti) ci verranno a distruggere” e il terzetto (After Man si era dissolto) uscì dalla diga, proprio mentre Bill e Jedah erano tornati a coalizzarsi dopo essersi accorti che Felicia era scomparsa. “Ci hanno buggerato come trote!” disse Bill astioso. “E tu non ti saresti dovuto inventare che soltanto TU avresti regnato sul mondo degli uomini e dei Darkstalkers! Noi dobbiamo combattere insieme! SOLO NOI POSSIAMO DOMINARLI!” ma dopo che al predicato verbale Possiamo dominare seguì il complemento oggetto Loro insito nel Li nel Dominar, si sentì da uno dei recessi della stanza in cui erano un applauso. “Novellini supponenti. Io ho 530 anni e conquiste fin dalla culla. Studiandovi posso dirvi che tu, pipistrello alla lavanda, in 3000 anni non hai fatto altro che strusciarti come una lumaca per il tuo cantuccio nel regno dei demoni senza mai procedere oltre e tu, nei tuoi 300.000 anni, ti sei messo solo negli ultimi 57 anni a cercare di conquistare UN BRUFOLO! Di tutta questa landa….l’Oregon. se io fossi stato in te, avrei già messo a ferro e fuoco Salem 77 anni orsono (1936). Che dico! In 77 anni io avrei già conquistato Oregon, Washingthon, Idaho, Montana, Wyoming, ambo i Dakota, Minnesota, Wisconsin, Iowa, Indiana, Michigan, Pennysilvania! E se mi sono trattenuto è solo per i puritani e le loro caccie alle creature della notte. Con loro i miei arzigogoli non funzionano, loro sapevano tracciare sangue di vampiro come i cani che erano. Gli uomini di adesso sono molto più babbalei…in compenso nell’Est Europa ho creato un discreto seguito: Romania, Moldavia, Ucraina, Russia caucasica, Georgia, Turchia, Bulgaria. Transilvania, Chisinau, Charkiv, eccettera. Ve lo dico adesso: unitevi a me, e caverete qualche grosso bel ragno succulento dal buco. Altrimenti vi distruggerò seduta stante. Non mi piacciono i lavativi”
   
 
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