Fumetti/Cartoni americani > Gravity Falls
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Autore: GirlDestroyer1988    20/04/2016    0 recensioni
a little bee....
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Jedah si mise davanti a Demitri e non era molto reverenziale. “Io sono sovrano del mondo dei demoni, sovrano di una parte discretamente grande. Non mi credi? Ho la mappa” e estrasse un cartoccio, vecchio ma impossibile da distruggere se non era lo stesso Jedah a volerlo, che mostrava tanto grande fosse il suo reame Io regno su tutta Gherran, e il mio regno ha avamposti nel Koos settentrionale. Ho anche avamposti nell’Europa. E dall’Europa c’è stata, prima che arrivassi qui, quindi 444 anni fa, un espansione nel Gul. Facendo un rapido raffronto, io possiedo tutta l’Europa, la Mauritania, il Marocco, l’Algeria, la Tunisia, la Libia, l’Egitto, la Giordania e la Cisgiordania, il Giappone e la Manciuria. Tu hai, se non sbaglio, Romania, Moldavia, Ucraina, regione caucasica, Georgia, Turchia e Bulgaria. Quindi tu mi apparterresti. E….[sotto gli occhi di Demitri si trasforma in un gigantesco demone vermiglio] I MIEI POTERI RISPETTO AI TUOI TI UMILIANO. IO SONO UN DEMONE DELLA DINASTIA DEI MAKAI, TU SEI NIENTE! UN PIPISTRELLO CON I PETTORALI DI ARNOLD SCHWARZENEGGER! NON MI ISPIRI NIENTE!” e i due cominciarono a battibeccare. Bill li guardò annoiato, poi si ricordò improvvisamente di una cosa. Bill, attraversando il cosmo, aveva sentito parlare di un gigante di fuoco, che aveva sconfitto tutti i mostri del suo pianeta diventandone il padrone. Uscendo fuori dalla diga, mentre già il Sole tramontava sulla neve, mentre vento e neve avevano spento le fiamme di Vanguard, Bill si sedette su una delle pietre “nate” dallo spostamento di ciclopiche masse di ghiaccio durante l’Era Quaternaria. All’improvviso si ricordò di una creatura di fuoco smisurata, nota come Pyron il Distruttore, proveniente dal pianeta Hellstrom. Entrambi avevano stabilito negli eoni perduti una solida amicizia e per di più lui sapeva che era stato Pyron a creare gli Huitzil, quindi quel robottone, Vanguard, se la sarebbe dovuta vedere contro di lui personalmente. Lui li aveva donato una gemma Hellstromiana, dell’efestite, che, se colpita da un raggio di Sole-o da una qualsiasi altra fonte di luce, poteva richiamarlo. I due infatti si erano messi d’accordo, non ricorda in che epoca della storia di quelle insignificanti creaturine chiamate uomini, che Pyron avrebbe aspettato il momento opportuno nel lato oscuro del Sole, mentre invece lui avrebbe atteso sulla Terra. Il frammento di efestite venne messo nel cuore dell’ex recinto di fuoco di Vanguard, che aveva combusto il terreno così tanto da fabbricare della vetrina. Con il coccio più grosso convogliò il Sole nella gemma, la quale emise un abbagliante raggio color liquore alle castagne verso il cielo, più precisamente lo spazio tra la Terra e la Luna, perché il Sole nel frattempo aveva modificato il suo assetto orbitale, certo che proprio verso la zona oscura del Sole stava mirando. All’improvviso l’aria intorno a lui cominciò a rarefarsi, e l’acqua accumulata dalla Terra a evaporare creando una cortina caliginosa. Li sembrò di essere a Napoli, nella zona dei Flegrei, e all’improvviso tutta l’erba sopravvissuta a Vanguard s’appassì e bruciò, mentre Pyron emergeva dagli sfiatatoi roventi della terra, che si squamava e ascendeva al cielo in placchette di fango fattosi diavolina mentre 2, poi 4, poi 6 e poi 8 e 10 geyser di fiamme si coagulavano formando la colossale figura di Pyron. “Bill, piccolo essere bidimensionale che mi fu amico…..come da vecchi patti mi hai richiamato. Qual è la nostra prossima conquista?” e lui li spiegò della bagarre tra il vampiro di 583 anni Demitri e il demone Jedah, e di come lui non fosse interessato a schierarsi con nessuno dei due. “STATE ZITTI! IO PYRON IL DISTRUTTORE VI ORDINO DI ESSERE MIEI SERVI! NEL SACRO FUOCO DI HELLSTORM IO POSSO BRUCIARVI ENTRAMBI!” al che i due rimasero interdetti e si spostarono ai bordi di quella specifica stanza dell’impianto idroelettrico, mentre Pyron osservava compiaciuto che finalmente sia lui che Bill avevano le orecchie rivolte. “BENE. SE CI UNIREMO TUTTI E QUATTRO, POTREMO REGNARE SULLA TERRA INSIEME. CREERO’ UN NUOVO ESERCITO DI HUITZIL, E LANCERO’ L’OFFENSIVA PER IL MONDO INTERO!” E quale miglior modo di “lanciare l’offensiva sul mondo intero” se non servendosi di Internet? Sui server di tutte le grandi nazioni del Primo Mondo (America/Francia/Italia/Giappone) apparvero segnalazioni di errori, virus, problemi di connessione, soprattutto (ed esclusivamente a dire il vero) nella rete del Governo, dei laboratori PECO, nella rete del NORAD. I guai in cui incorsero il sito della Casa Bianca, i computer di una delle più grandi aziende elettronucleari del paese e il sistema difensivo che solo lui può impedire un Armagheddon nucleare sull’America si avvertirono presto anche nell’Esagono, donde il sito di François Hollande, quello della CEA e quello del CDASF divennero nodi gordiani in cui anche smanettoni devoti all’Egalitè, Fraternitè et Libertè come Wau Holland non avrebbero cavato un ragno dal buco. In Italia le cose furono pressoché identiche: il sito del Ministero della Repubblica? Hackerato. Il sito dell’Enel e della SOGIN, e del MDCDASI? Hackerato hackerato hackerato. In Giappone invece furono un attimo più furbi. Si racconta sempre, tra stranieri e tra autoctoni, di quali siano le Grandi Opere Patrie. Gli americani hanno Via col vento di Margareth Mitchell, con cui gli americani risolsero il loro Risorgimento consegnandolo ai posteri come una lotta di uomini contro uomini in cui le vittime sono storiche tanto quanto i carnefici, La fiera della vanità di William Thackeray fu l’indice morale dell’America pragmatica e materiale, Moby Dick di Hermann Melville giganteggiò a dimensioni mitiche l’ossessione, Joseph Smith con Il libro di Mormon mostrò qual’era la spiritualità yankee. In Francia Candido o dell’ottimismo di Voltaire esaltò le conquiste morali della Rivoluzione Francese, Germinale di Emilé Zola raccontò il duro mondo dei minatori, Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupery insieme a Emilio o dell’educazione fondarono la pedagogia moderna, Il canto di Bernadette di Franz Werfel esaltò questo gioiello mariano tra le Alpi francesi. In Italia Cuore di Edmondo de Amicis, I promessi sposi di Alessandro Manzoni, I Malavoglia di Giovanni Verga e Il sommergibile fiammeggiante di Luigi Motta, Belfagor arcidiavolo di Niccolò Macchiavelli. E il Giappone? Per capire il perché dell’arguzia giapponese nello straordinario caso fin qui raccontato, va premesso che anche i giapponesi hanno i loro Melville e Verga: Oē Kenzaburo, Murasaki Shikibu con il Genji Monogatari, Il viaggio in Occidente dello scimmiottino Goku, eccettera. Ma ciò che quaggiù non fecero i romanzi e gli zibaldoni laggiù fecero i fumetti. “Perché ai giapponesi i manga piacciono tanto? Forse perché gli Occidentali non hanno avuto qualcuno come Osamu Tezuka” diceva Takao Yaguchi. Grande popolo di fumettisti e lettori d’immagini seriali, non è un mistero che per loro il romanzo può anche farsi da parte: Red Snow di Susumu Katsumata racconta il burrascoso passato medioevale del paese, Ai tempi di Bocchan di Natsuo Sekikawa la travagliata modernizzazione del suddetto, Gen di Hiroshima (il primo manga pubblicato in America) di Keiji Nakazawa sulla Seconda Guerra Mondiale e i danni che essa arrecò alla stessa nazione che pretendeva di esaltare, A*K*I*R*A di Katsuhiro Otomo proiettò nel futuro 2019 il disagio patriottico successivo a Hiroshima, le contestazioni, le Olimpiadi, l’Aum Shinkryo, Classe di ferro di Akira Myashita sulla crisi della virilità del maschio medio giapponese, Strongest Disciples’ Kenichi di Syun Matsueda e Senran Kagura skirting shadows di Hideki Goto sul revanscisismo femminile e la crisi della società assiedata da un esercito di “uome” che sottraggono ai maschi, persino vibranti critiche alla sottocultura otaku che ne foraggia l’esistenza con Welcome to the NHK di Kendi Oiwa. I giapponesi poi possono pure abbandonare totalmente la carta stampata per i videogiochi. E tra i tanti videogiochi loro c’era pure un Romance Academy 7, tra i cui protagonisti c’è anche una certa GIFfany, una dei sodali di Jedah, colei che aveva propagato l’infezione. E quando alla NOLIFEGAMES, la casa che ha partorito Romance Academy 7, si accorsero che il virus D11 Base DateStmp - Huitzil#GIFfany, il “simpaticone” che aveva rovinato già America, Francia e Italia, e i programmatori della NOLIFEGAMES erano così furbi che GIFfany li era fuggita dal controllo solo perché era un intelligenza artificiale di grado superiore. “Koko o mite. GIFfany-chan wa kono toroinomokubadesu. Amerika, Furansu, Itaria o danaishi ni shite iru uirusudesu. Ima watashi wa sore o aite watashi wa watashi no mawari ijiru shite kimashita…..” e in quattro e quattr’otto venne inviata la controrisposta. E non poteva non essere un bel robottone, Devlsar V! Mentre Devlsar V, con i suoi Megaton Punches, smontava bit dopo bit il virus, estendendo l’effetto antivirale a tutti i computer della nazione, una hacker emigrata cinese stava seduta con i piedi sul desktop, bevendo un McFlurry, in una casa disordinatissima. Per essere una otaku non del tutto giapponese in fissa con software, programmi informatici e videogiochi, era sorprendentemente in forma. Infatti per caricarsi quando il gioco si faceva duro si metteva a fare flessioni appesa a una sbarra d’acciaio che attraversava il soffitto, dimostrando anche un abilità atletica piuttosto sviluppata. “Ci sei quasi….ci sei quasi….mi sa che devo darti un piccolo aiuto. Ecco qui” e caricò un potenziamento dell’antivirus su una chiavetta USB. Devlsar V ricevette un enorme alabarda spaziale, che finì con un colpo al terreno i vari Huitzil che rappresentavano gli agenti infettivi, celebrando con uno yatta in diretta su tutti i megaschermi dell’attraversamento pedonale di Shibuya. “Bene. Anche oggi la signorina Hsien-ko ha salvato la giornata. Bene, Mei-ling. Pronta ad attaccare i bastardoni che hanno provato a conquistare il Giappone? Sono stati così furbi da farmeli rintracciare. Gravity Falls, Oregon” aveva camminato, uscendo dalla sua stanza dei bottoni bevendo a intervalli, in un'altra stanza, dove all’opposto regnava un ordine impeccabile. Al suo centro c’era un enorme sarcofago, in cui riposava la sorellina di Hsien-ko, una sacerdotessa morta 115 anni prima che passò la sua forza vitale alla sorella, morta prima, permettendole di risorgere come una jiangshi, una zombie cinese. “Sorella, ti accompagnerei dappertutto” disse, mentre l’anta del sarcofago che Hsien-ko aveva precedentemente aperto, e muovendolo verso un grosso garage dove c’era la loro Jiangshi-mobile. Caricato il sarcofago a bordo, si sedette alla guida, uscendo dal palazzo, collocato nel peggior quartiere di Tokyo. Si era ai primi di Febbraio, e Dipper era di nuovo sui banchi, e stava cercando di fare il suo meglio, ma mentre stava ultimando un compito di matematica, cominciò progressivamente a aggiungere elementi indipendenti: {x[12X2-4x+(8 x0  9 x)-6X-2]-[2+6x2+(9 x2 8 x0) -4x + 12 x2] x} era qualcosa che non c’era nel compito. Aveva pensato tutto questo sovrappensiero, ma la cosa strana è che sovrappensiero quella disequazione (o equazione, boh) aveva senso. {x[12 x2-4x+72 x-6 x-2]-[2 + 6 x2 + 72 x2-4x+12 x2]x} {x[12 x2+62x-2]-[90 x2-4x +2]x} {12 x3+62 x2-2x-90 x3+4x2+2 x} {-78 x3+66 x2} {x2(-78 x+66)} {-78 x+66} poi si fermava qui. Quei numeri però non si limitarono a rimanere qualcosa che aveva scritto preda dell’istante, ma continuarono a cantilenargli in testa per giorni. Era proprio come se un gruppo di bambini si fosse messo a cantare menosettantottoxpiùsessantasei all’infinito. Era come se quelle cifre e quelle lettere li volessero comunicare qualcosa. A poco a poco anche i suoi sogni divennero così, continui snocciolamenti di numeri, cifre, operazioni, radici, logaritmi, potenze. Il suo vecchio sogno poteva allora essere scritto come: 12 (le ore di sonno se ci comportassimo all’opposto degli oritteropi)*35 (la taglia di seno del succubo del suo sogno)+25 (i pesci dei piedi)+52(il numero da lui visto in cima all’ingresso della fermata metropolitana)=497. Aggiunse anche questo alle lettere che mandava a Mabel, mentre un autentica nostalgia per Gravity Falls lo coglieva, guardando la terra vergine aldilà da Stuart Avenue, nei complessi residenziali con l’ingresso lungo Hawthorne Road. Nel frattempo il macchinone di Hsien-ko procedeva come un carrarmato, indifferente alle leggi della strada dell’Oregon, verso Gravity Falls senza più neve, ma ancora tanto freddo. Infatti il clima era stato responsabile dell’eliminazione del party di compleanno di Pacifica, una delle ragazze più in vista della città, nella forma di una febbre a 90. Nella sua villa galleggiante in un insenatura del lago Detroit alla ragazzina pareva di delirare. Vedeva infatti un enorme limousine bianca che cercava di scalare le montagne che circondavano l’area residenziale (diversi nababbi prendevano residenza lì). Erano ovviamente le due jiangshi, che erano quasi arrivate al loro obbiettivo, se solo dei minotauri guidati dal patriarca Testosteronauro non si fossero messi a mezza via, brandendo armi pleistoceniche e indicando una strada alternativa. Era necessario non far passare nessuno di là, perché qualcosa di molto minaccioso la stava ostruendo. “Viandanti! Noi che proteggiamo queste terre dal Poli-orso non possiamo permettervi il continuamento! Lui stesso si è risvegliato e insieme agli altri poli-mostri ha provocato il pandemonio nel nostro mondo sotterraneo! Hanno il marchio della Bestia Con Solo Un Occhio! Dovete allontanarvi, viandanti!” “Il marchio…il tizio del marchio….fateci passare che abbiamo un lavoretto urgente!” e se i minotauri avevano bloccato la strada, la Jiangshi-mobile avrebbe creato per sé stessa un percorso suo proprio. Arrampicatasi sulle rocce arrivò a valle, dove un gruppo di minotauri cercava di respingere il poli-orso (un grizzly con sette teste) dallo sbranare un cucciolo dei loro. “Bene! Mekanda Kross!!” e Hsien-ko, credendo di essere in Supercar Gattiger, girò la chiavetta della jiangshi-mobile in senso antiorario, aprendo un particolare cruscotto mentre una coppia di servomeccanismi brachiali le veniva in aiuto nel guidare questa nuova configurazione. Nel frattempo il poli-orso era distratto da degli strani giochi di luce astratti, che servivano a tenerlo deconcentrato sulla piccola preda. Mekanda Shierd!!! E una coppia di brocchieri con spine acuminate vennero lanciate da dietro lo spazio delle portiere a ali di gabbiano, infliggendo una tremenda scriminatura alla bestia, mentre i due minotauri adulti cercavano di proteggerlo “costruendogli” intorno uno scudo. Mekanda frame!!!! E dai parafanghi si attivarono una lunga batteria di lanciafiamme, che colpirono in pieno il poli-orso. Infine Hsien-ko decise di dare lei personalmente il colpo di grazia. Dalla cabina si ritrasse all’interno del bagagliaio, dove con un antico rituale fatto di nuovo vivere all’epoca delle tecnologie digitali, sorella e sorella si fusero in un non-morto cinese dalle armi in grado d’impensierire anche il più audace guerriero. Con le sue gigantesche braccia simili a quelle di un Megatherium riuscì a respingere l’orso per ben tre volte, mentre i danni si facevano sentire. Quan Zhang Lian! E da una delle due braccia-la sinistra-partì un enorme palla demolitrice con aculei protundentesi da essa. L’animale si fratturò la mascella della settima testa, per poi essere da lei preso al cappio. Buttato a terra, venne finito da un'altra arma della jiangshi, una fiocina lanciata da una balestra dal braccio destro. “La nostra gratitudine è incommensurabile! Misteriosa pellegrina venuta da non sappiamo dove, resta con noi per i prossimi tempi!” “No devo venir meno alla vostra gratitudine, per quanto incommensurabile essa sia. La mia ultima meta è laggiùGravity Falls. È per ragioni di sangue” “Questo coso è una barzelletta. Non funziona e mi continua a prendere in giro dicendo che ne è capace” Stan non riusciva a venire a patti con Facebook. “Zietto? Io ho sonno, tu c’è n’hai?” “Pure troppo. Internet non serve….” Disse mentre un A un cazzo veniva rintruzzato giù nello stomaco facendo male, perché Stan era ancora conscio che non bisognasse dire turpiloqui con i bambini. Mentre dormivano GIFfany entrò nel server del computer di Stan, facilitata dal virus. Era lei la vera infettatrice, e con un espressione funerea s’impadronì degli elettrodomestici di casa Pines. Ma nel frattempo Hsien-ko, dopo che le si unirono in silenzio Morrigan e Felicia, aveva messo piede da dove l’infezione si era propagata, il Hoo-Ha Owl’s Pizzamatronic Jamboree. “Come hai fatto a sapere che questo era il posto?” “Bè…..GIFfany.exe aveva una serie di easter eggs su questo posto. Per esempio gli animatronic, diffusi unicamente nella zona settentrionale dell’America pacifica, o gli striscioni, con Gravity Falls, Oregon pressocché ovunque. Non sono stati molto furbi….” Hsien-ko troncò a metà la conversazione perché uno di quei robot, la scoiattolina-cheerleader, provò a attaccarle, freddandola con un pugno dei suoi giganteschi artigli metallici. Le altre bestie presero vita e si mossero minacciose verso di loro, ma Morrigan e Felicia le furono addosso alla velocità dello sguardo. Il tasso rockettaro cercò di colpire Morrigan con il suo chitarrone, ma lei li piantò tutta la mano sinistra negli occhi, per poi privarlo di ambo le braccia buttandolo di lato mentre quello ancora teneva stretta la sua chitarra, facendo sì che essa venisse via con le braccia a cui era attaccata. Il tasso indietreggiò agitando le braccia che non aveva più, ma con un colpo della sua stessa chitarra Morrigan li decollò la testa dal tronco. Felicia ultimò il tasso con un artigliata che sfondò il nemico con 3 scriminature, per poi occupparsi dell’orso simile a una palla di pelo in combutta con il gufo e la rana. All’orso diede uno schiaffo in piena faccia sparandogliela indietro, mentre allo strigide e all’anuro li ficcò ambo le braccia in pieno petto, spaccandolo in due come se fossero state statue di cartapesta. GIFfany fu infine costretta a intervenire, insieme al Rumble McSkirmish di Fightin’Fighters. Dōjō no bōei ni kainyū suru junbi ga dekite? Disse una GIFfany trasformatasi in Katsuragi di Senran Kagura Estival Version. YOU MUST DEFEAT MY IMPACT OF HOLY FLAME TO STAND A CHANCE! Strillò l’eroe della saga picchiaduro, che, un pò come gli eroi dei picchiaduro nella mentalità stereotipica di chi tanto per dire non ha mai giocato a robe come Them fightin herds o Skullgirls, urlava pressoché sempre. E il suo Impatto del fuoco sacro avrebbe pure funzionato su una Morrigan colta di sorpresa, se solo il “trio fantastico” Vicky Bragg, Ursula Karloff e Spinnerella non avesse deciso d’intervenire. Lo Speed Slayer colpì in pieno Rumble, mandandolo contro il muro. Poi GIFfany se lo beccò sulla nuca, compiendo un giro della morte. La Karloff, quella che poteva sciogliersi in brillantina argentata, adesso sembrava un Cavaliere dello Zodiaco. “Spinnerella, travolgili” e la Bragg lanciò la loro amica meccanica contro la coppia, e girò così velocemente che nemmeno L’impatto del fuoco sacro le potè fare qualcosa. Facile come è facile per Soos alienarsi dalla realtà. Infatti la vita di Soos è un inferno. Infatti quando il terzetto di umane (o meglio: un duetto di umane e una robot) tornò alle tre automobili (le Van-mobiles) videro, nell’intrico degli alberi di notte, tanti puntini giallo scuro che lentamente nevicavano incontro a loro. “Electric Shell! Combine ON!” strillarono in sincrono, come un coro gregoriano spaventato. Servì per agganciarsi ai mezzi, Zemmen, Aquileion, Voltar. Letheum era già nell’alto dei cieli, ed era il Letheum del Mercoledì. Dopotutto il buon Dr Lau aveva fatto costruire un Letheum per ogni giorno della settimana, armandolo in base a delle simulazioni virtuali. I “tanti puntini giallo scuro” erano ovviamente nuovi Huitzil, che il drone affrontò con una silenziosa ferocia. Il capo dello stormo venne abbattuto con un laser frontale, mentre un altro si beccò in pancia un arpione caricato a pressione, con filo a piombo con effetto tagliente. Un altro venne fatto esplodere con dei missile-boomerang, per poi congiungersi con Zemmen. Per permettere a Zemmen di trasformarsi, il Letheum del Mercoledì spruzzò nello spazio prossemico suo e di Zemmen del Trietitalluminio, trasformando la coppia in una cometa fiammeggiante. Nonostante il metallo non gradisse più di tanto quest’aumento di pressione, Zemmen e Letheum poterono fendere lo stormo di Huitzil al sicuro. Per poi liberarsi dal fuoco Zemmen e Letheum si tuffarono nel Breitenbush, tornando dai loro compagni, che erano riusciti a eliminare diversi Huitzil, ma Aquileion era stato abbattuto, e Voltar, con “impigliati” nei Divoratori cefalotronici una coppia di macigni, combatteva agitando I pietroni come delle maracas. Ma due Huitzil schiacciati come scarafaggi e fatti esplodere con I Missili 1 e 2 non erano sufficienti. Ma Il troncone superiore di Vanguard stava arrivando, e distrusse gli ultimi Huitzil. A uno con uno schiaffo divelse la testa, a un altro incassò la testa nel tronco con un pugno, per poi trapassarglielo con una Mano volante, per poi farlo esplodere con un Indicata pirica. L’ultimo Huitzil era ancora pura pietra, più lento ma immune alle Mani volanti (che catturò e rispedì per ben due volte a Vanguard ½ come fossero palline da baseball) ma l’Indicata pirica riuscì a fermarlo, nonostante non potesse distruggerlo. Vanguard ½ si rimise in piedi con due gomitate, tornando a volare, mentre Aquileion ne prendeva in prestito il compito di lanciafiamme con un possente Ruggito escoriante. La Bragg, nello Zemmen, non riusciva a decidersi su quale arma utilizzare. Le Onde elettroacustiche erano capaci di spaccarlo in due, ma Vanguard, soprattutto se a metà di sè stesso, si sarebbe scaricato in un battibaleno con quell’arma. Era come se si fosse chiesto a Enrico Caruso di fare un Do di petto per 5 ore di fila. Vanguard si sarebbe ritrovato senza voce. Ma Letheum era diabolico, e dallo stesso buco del cannone laser di prima lanciò un missile autocentrante [Spin Drill] che perorò selvaggiamente il gigante di roccia, per poi ricollocarsi nel Leuthem. Vanguard ½ si fece fare uno sgabello da Voltar e Aquileion, stringendone le spalle, facendo partire I Missili pettorali e infine le tanto agognate Onde elettroacustiche, che assordarono mezza città. Il mattino dopo, ovviamente, tutti erano al corrente che qualcosa di brutto era successo. “Durante la notte la pizzeria è stata distrutta. Qui ci sono carcasse di sculture di pietra. Stan, che cos’è successo?” “Hmmmm….non ne ho idea. Ehi, fermate tutto. Sono o non sono quelli I minotauri?” “Sì piccolo umani. Notti fa, abbiamo conosciuto una creatura straordinaria, di cui vi vorremmo raccontare” “Vi voglio raccontare. Io e mia sorella siamo morte 150 anni fa. Ma nostra madre, Jingshen de Shenguo, riuscì a tenerci in uno stato di rianimabilità, anche se sacrificò parte importante del suo Ki, energia vitale. Abbiamo continuato a percorrere questo mondo. Ora vivremmo in Giappone, difendendolo con tecnologie nuovissime e antichi incantesimi dalle minacce sovrannaturali dell’Universo” Hsien-ko e le varie ragazze avevano creato un accampamento sperimentale all’interno della base del Monte Jefferson. “Io sono la principessa degli Aensland, la più importante famiglia reale del mondo dei demoni” “Io sono una donna-gatto statunitense, cresciuta da delle suore” “E noi siamo delle orfane cresciute dal Dr Lao. Lui è stat oil nostro protettore, facendoci crescere. Tranne ovviamente Spinnerella, lei è una robot” nel frattempo Stan aveva precedentemente dato a Lau un campione di roccia, introducendosi nella montagna silenziosa. “Stupito? Strabiliato? Ricordati: questo è il mondo del 1960!” disse Lau mentre era lì per lì per mollare un altra frontata allo stipite della porta. “No signorina, non stavolta” e con un movimento di una fluidità tale da far supporre fosse pure lui dotato di quei calibratori magnetici carpali/sfirici del suo allievo Paul Whale superò l’imminente nuova emicrania e fece da Cicerone a Stan all’hangar interrato dei tre mezzi. “Non vedrai niente, non potrai spifferare niente. Questo” e puntò uno dei suoi ditoni da uomo-più-alto-del-mondo verso I giganteschi portali di roccia “è puro piombo di natura plutonica. Piombo, 82Pb con 82 elettroni in rotazione, fusosi con pegmatite e zircone. I raggi X non potranno mai e poi mai passarvi attraverso. Vuoi che ti racconti di Vanguard Ace, Guerriero Galattico [Ginga no senshi Vanguard]?” “Un robot a forma di angelo culturista non lo si vede tutti I giorni, quindi se il Signore vorrebbe mettermi al corrente?” “La quinta dimensione viene oltre la Dimensione dell’Incubo. Supera in magnificenza quella da cui proviene un esserino che lei certamente conoscerà….Bill Cipher” “Bill….continua,continua” “la Quinta Dimensione abbonda del Krencayler, un metallo in grado di far rimbombare senza sollecitazioni esterne una vibrazione in 40 ettohertz. Questo significa che Vanguard può lanciare dalla bocca un boato sonico a 240 decibel, cioè il “boom!” di un jet che viaggia e supera il muro del suono a bassissima quota a mach 25. L’ho potuto creare combinando, con l’aiuto di alcuni laboratori di otorinolaringolatria per sviluppare un arma sonica da impiegare per la difesa nazionale. Il Krencayler può reggerlo senza che il metallo abbia del boato. Il metallo infatti possiede una rimembranza sonica di un forte rumore. L’ho costruito con queste caratteristiche proprio per far fronte a dei colossi di roccia, gli Huitzil, evocati da Pyron, con lo scopo di eliminare una dopo l’altra le creature sovrannaturali (I darkstalkers) che sono meno forti di lui. L’ho affidato ai miei tre migliori esperimenti, 76027, 76042 e 2256. Mi è appena arrivata una comunicazione sul cercapersone digitale. Hsien-ko. Bene, procedere all’approccio” il macchinone della non-morta cinese entrò, e sembrò che la Grande Diva fosse finalmente arrivata. Un gruppo di uomini in tute sterilizzate che il sarto non sapeva se fare gialle come quelle degli impiegati alla sicurezza di una centrale nucleare o bianche come un esercito di infermieri circondò una Hsien vestita come la Julie Kane di Motorcity (di Chris Prynoski) che però denigrò, dicendo, con un aplomb mista a strafottenza, che nonostante fosse morta non aveva microbi e era in salute molto più di loro, che si sentivano la salmonella senza quelle tute scartate da qualsiasi altro ramo lavorativo. “Fate passare la reginetta!” disse entusiasta. “Buongiorno….oh, quante ragazze….e chi è il beato tra le donne?” “Sarei io” disse Lau “sebbene la storia qui non sia il suo film. Avevo una moglie, ma purtroppo è mancata al mio affetto molto tempo fa. Queste sono delle orfanelle che ho cresciuto io e che mi considerano loro padre” “Io sono Morrigan Aensland, principessa degli Aensland. Lei è Felicia, libera gatta del Nevada. E tu chi sei?” “Hsien-ko. Da quello che mi/ci hanno tramandato nacqui nel 1730 assieme alla gemella Mei-Ling, persi la madre poco dopo aver compiuto i diciotto anni, sacrificatasi per la salvezza del suo popolo, liberando tutto il KI in me per l'eliminazione di spiriti malvagi. Per salvare la madre, decidemmo di praticare il Tensei-no-Jutsu per preservare almeno la sua anima, ma invece utilizzammo l'Igyo Tenshin-no-Jutsu, che fallirà e manderà in un limbo l'anima di nostra madre. Entrambe diventammo non-morte, dotate di grandi poteri sovrannaturali, per farla pagare a quei mostri che ci hanno distrutto le vite!” “Allora abbiamo nemici simili” disse Morrigan. “Mi fate vedere cos’è quell’affare con cui siete arrivate qui con un così grande squillo di trombe?” l’auto era targata {-78x+66} “Ma non ha senso” disse Vicky. “Nessuna città, nessuna data…..sono numeri a caso. Che oltretutto non producono nessun numero preciso: se indicassimo -78x+66=0, -78x=-66, 78x=66, x=66/78, x=1,18-. Cioè un uno seguito da 7 diciotto. È totalmente nel reame dei Numeri Insensati, cioè quelli che per la matematica non hanno significato e che per gli esseri umani non hanno utilità. Per esempio tutte le alterazioni del chilo esatto del NIST di Gaithersburg: che differenza fa? Un chilogrammo resta un chilogrammo anche se c’è il progressive deterioramento della struttura di cooperite purissima…..” “E’ una mia furbata. Siccome io e mia sorella proverremmo dal regno dei morti, non apparterremmo a nessuna nazione nè realtà umana, e quindi non abbiamo una targa che si rifaccia a qualche posto preciso sulla Terra. Oltretutto questa è una targa magica: ogni anno si e I caratteri cambiano, ogniqualvolta in base a un operazione matematica diversa e così astrusa da non solo essere un puro esercizio di autocompiacimento aritmetico, ma da non dare nessun risultato concreto. Ad esempio l’anno scorso la nostra targa recitava il risultato di un equazione in cui c’erano somme di algoritmi, sottrazioni di disequazioni di secondo grado, moltiplicazioni logaritmiche, divisioni di radici cubiche di potenze sessagesimali, e il risultato era un numero assurdo e che non riusciva del tutto a esistere. Così si è proprio introvabili eh?” “Parlando di argomenti più seri, voi che cosa siete venute a fare qui?” “Credo che ve l’avessimo già spiegato. Perchè fate finta di non conoscermi?” “Per turlupinare Lau, per far finta di non averti mai vista prima per non farlo sentire uno che vive sotto le pietre e sa tutto dopo che l’hanno già Saputo tutti. C’era una questione in sospeso vostra con degli spiriti maligni, gente cattivissima, a mio dire. E non avete trovato niente…..o credo male?” “Credi cose sbagliate ma stai con I buoni. Io sto cercando GIFfany, un potente virus informatico originalmente creato dalla NOLIFEGAMES. E l’attacco è stato lanciato da qui” continuando poi a raccontare di come pensava bisognasse agire. “E se sono così combattiva è per ragioni di sangue, sangue cinese!” Nel frattempo GIFfany si era allontanata da Rumble, per cercare da tornare da Soos. Non si lasciava così una ragazza, non la si metteva in pausa così! Soos si era fidanzato con Wendy, e entrambi avevano deciso di vivere nel mondo reale, il più possibile. “Se le cose che ami vogliono incatenarti o tumularti in un bozzolo, non hai capito nulla della tua vita. Wendy, vorrei restare qui accanto a te fino alla fine del mondo. Mi piacerebbe che Dipper fosse qui, era così dispiaciuto dal fatto che stessi buttando la mia vita che era il primo a volermela cambiare [si guarda le mani] ho davvero buttato la mia vita? Perchè mi sento già al capolinea? E se questo tramonto non mi facesse stare bene?” “Soos, io non ho una risposta precisa. Se l’avessi te la darei, ma da che parte comincio? Soos, tu non hai buttato nulla della tua vita. Anzi: stai cominciando a vivere proprio adesso. Guarda il Sole con me, non è importante che tu lo trovi romantico o cosa. Dopotutto siamo seduti su questo tronco perchè avevamo le gambe distrutte dall’estenuante camminata. Neppure io lo trovo poi così affascinante. È solo il Sole che orbita intorno alla Terra. E mi viene pure da vomitare….” “Davvero? È davvero un tramonto così orribile?” “No Soos scusami…mi sento male Soos….per favore aiutami a tornare a casa….” “Wendy….Wendy mettiti in groppa….ma cos’hai? Oh cielo scotti! Sei infiammata! Dio devo parlarne con Stan” “Febbre improvvisa. Proprio una partenza da campioni…..” “E il Dottor Olive, quello con I baffi piegati verso il basso, cos’ha detto?” “Non è niente di grave, ma non può fare I lavori manuali che richiedi lei. Detto in parole povere, dovrà fare tutto da solo” “Ah animella….” Soos e Robbie vennero messi a sfaccendare sia da Stan che da Stanford “Ford” Pines, fratello di Stan, venuto per incontrare “Papà Gambalunga” cioè Lau. “Sta bene?” “Benissimo fratello! È più alto dal vero!” “Dove lo posso trovare?” “Nel Monte Jefferson” “Nello Jefferson? Io sapevo che il Buon Dottore era troppo impegnato a Nampa!” “No, è troppo furbo. Deve combattere degli extraterrestri invasori” “Extraterrestri invasori?” “Sì, gli Hellstromiani, o meglio, il solo Hellstromiano rimasto dopo il perfezionamento della Guerra su quel remote avamposto della costellazione del toro, Pyron” “Tipo tosto?” “Un gigante fatto di fuoco, con delle antennine da formica?” “Ma che non me lo si dica!” e Stan e Ford, ridendo e scherzando, erano ormai alle falde della montagna. All’improvviso da delle pietre scattarono degli allarmi, delle sirene che fecero scoppiare dei tremendi ululati che attraversarono tutta la vallata. Nel frattempo Soos era intento a rompere dei ciocchi, mentre Mabel era accanto al letto di Wendy, facendole la veglia. Soos aveva pensato bene di farle sentire della musica rilassante, ma Mabel vide preoccupata che il volume era troppo alto per quelle circostanze. Decise così di abbassarlo, ma la macchinetta le si ribellò nelle mani, vibrando preda di un improvvisa folgorazione. Cadde a terra ridotto a un vecchio carrarmato giocattolo GAMA incendiato dalle sue stesse scintilla da pietra focaia. Cosa li stava prendendo da renderlo così picchiatello così all’improvviso? Poi sul piccolo schermo da pochissimi pollici Mabel intravide il viso gonfio e stravolto dall’ira, come nel famigerato “effetto di trasformazione della faccia” degli Infaceables Galoob ™ di GIFfany, la ragazza virtuale per cui una volta Soos s’era preso una sbandata. “Questa ragazza…che ci fa ancora a rompere le uova nel paniere di tutti?” “Come hai osato mettermi in pausa?” strillò lei, disintegrando lo schermo e nascondendosi (stile trincea della Grande Guerra) dietro il letto di Wendy. “Svegliati mia cara. Un nuovo giorno si è levato. Adesso andiamo dal tuo amato!” e Mabel svenne (raccolta e tenuta lontana dal pavimento da Waddles e Steven Jr, la capra dagli occhi da Velociraptor) quando vide una Wendy GIFfanizzata. “Will you help me to made my convalenscence and to take my medecines?” disse lei, Wendy, con la voce però di GIFfany. “Aiuto!” urlò Mabel, scappando mentre Wendy, mai stata così in carne, la braccava ferocemente. Mabel riuscì a uscire e raggiungere Soos, armato di una motosega da Leatherface nel primo Non aprite quella porta (the Texas chainsaw massacre) di Tobe Hooper. Soos, reso elettrico dall’apparizione di GIFfany, diede un potente strattone alla corda di carburazione, e la motosega cominciò a ruggire nell’aria mentre Soos la menava come Kratos avrebbe menato I suoi spadoni da Invidia penis della Tier Harribel di Bleach. “Vattene via! Non voglio più vivere in un videogioco! Adesso ho questa di realtà! E mi piace! Ridammi Wendy?” “Before you pauses me…..then you burn the books I’ve asked you to carry for me…..you broke my heart….and then you say to me there’s nothing I can do to be the girl you like…..i don’t feel nothing more of positive for you….and for this…..her…..and you obviously…..HAS TO DIE!” e la “magia” di Cipher (e secondo voi chi si nasconde dietro tutto questo?) fece balzare delle barre della vita da Super Smash Bros sulle testoline di Soos e Wendy GIFfany Version. Nel frattempo Mabel era già lontana mille miglia. Sapeva dov’era lo Jefferson, ma il bosco le sembrava improvvisamente intricato e minaccioso, senza nessuna strada da seguire. Eppure la montagna era là, all’orizzonte. Senza nessun posto dove andare, Mabel, seguita da Waddles, si accovacciò sull’erba bionda. “Grung grung?” chiese Waddles. “Ci siamo persi Waddles. E devo assolutamente raggiungere mio zio…ma qual’è la strada giusta? Qui non ho modo di orientarmi in nessun modo e….” improvvisamente Mabel si paralizzò. Anche Waddles si pietrificò, emettendo dei grugniti nervosi. “C’è qualcuno….” Bisbigliò Mabel mentre il peso della responabilità per la vita di Soos e la paura del dimenticarsi la strada (obliofobia) la bloccavano come 2 potenti bracci meccanici che lentamente le stavano scardinando le ossa della schiena. Victor uscì dall’intrico della foresta a massima velocità, mentre degli Huitzil lo tallonavano. “E adesso chi sei tu?” strillò Mabel Travolta dall’Universo colto in una così follemente accelerate evoluzione. “Sono un amico piccolina! Ti sto portando al sicuro!” e Victor procedeva veloce come il vento, ma non abbastanza per quelle maledette machine, I cui strumenti di morte implacabilmente distruggevano ogni cosa che incontrassero. Quando alla fine di un piede che sembrava non finisse mai, o che ogni volta si contraesse e si allungasse come I piedi a lingua di Melchisedec de Il mago di Oz Victor cominciò a salire la roccia, gli Huitzil erano davvero vicini. Victor si fermò in corrispondenza di un traliccio (la cui posa risaliva al 1898, dieci anni dopo la sua scalata integrale) e, recidendone due cavi in disuso, se li appoggiò alle viti d’acciaio sui lati del collo, ansimando di piacere epicureo come un maratoneta centrato nel palate dal getto freddissimo di una pistola a acqua. “Elettricità….benedetta elettricità. Adesso possiamo riprendere il cammino…” ma Mabel, insieme a Stan e Ford, erano già entrati in uno dei passaggi segreti del monte. Anche Victor lo fece, l’ingresso di una vecchia miniera, con tanto di sistema di trasporto ferroviario, ma all’ultimo, I sistemi di controllo dei binari della base non risposero, proprio a un versante a fortissimo rischio, cattivo segno che gli Huitzil avevano trovato un accesso alla base, e ora se ne stavano servendo. La vetturina di Victor precipitò nel vuoto, ma non sopraggiunse la morte, come quei bastardi speravano. Un miracolo, racchiuso nella possenza di Victor, lo aiutò a afferrare una delle bozzosità della roccia, appollaiandosi poi come Batman sulla sommità della suddetta anomalia sporgente della parete. Era quasi caduto in un fiume di lava, che seguiva un canale di scolo che portava alla cima, dove qui, del mai non troppo grande sifone eruttivo, era rimasto adesso un solo orifizio, storto come un uretra umana, che da un momento all’altro-data la generosità di quell cremoso fiume di roccia incandescente-si sarebbe allargato, reggendosi sì ancora su un canale moncone di un arteria lavica molto più grande (sebbene fosse lecito credere che il sistema di “bolle vuote” dove si sviluppava la base esistesse già da prima dell’occlusione), ma pezzo pezzo tutto scavato da un eruzione. “Fareste meglio a non scherzare con il Succo-della-Terra….se non volete che il Succo-della-Terra con voi poi non sia affatto scherzoso” intendendo che non conveniva loro manipolare la lava o provare a farlo per usarla contro di lui, perchè altrimenti anche per loro sarebbe stata la fine. Quelli però non lo ascoltarono e si costruirono un ponte per raggiungerlo. Victor li tirò un macigno che lo fece crollare, mentre la lava li fondeva. Senza poi più molto altro per affacciarsi sul fiume-ora ingrossatosi-Victor cominciò a menare pugni addosso al muro di basalto alle sue spalle, convintob che un passaggio segreto doveva pur esserci. Ma non c’era l’eco del vuoto antistante in nessuno dei punti da lui malmenati. Che la montagna lo stesse tradendo proprio messo così nei guai? Ma all’ultimo una roccia più friabile collassò, mostrando un passaggio segreto. Era una zona non artificializzata, e lo si capiva: buio pesto. Arrive infine alla stanza dei bottoni, dove dei droni combattevano degli Huitzil mai visti prima. Erano delle macchine, non dei fantocci di roccia, dei carri armati composti da moduli esagonali come tante confezioni di Toblerone attaccate le une alle altre, con un espressione feroce negli occhi disegnati sul cruscotto. Da un uretra in mezzo ai cingoli usciva una sega rotante, mentre all’opposto il Monte Jefferson si difendeva con missili-drone che sfondavano le corazze dei carri come un piccone devasterebbe una scultura ottenuta da cartoni della pizza riciclati, auto d’attacco che biasimavano le seghe rotanti dei nemici con possenti Trapani, motociclette simili a kunai su ruote che si destreggevano in mezzo a quei pesanti catafalchi marroncini facendogli schiantare gli uni addosso agli altri in un orgia di rottami blindati da estasiare Luca Devigili, altri Panzer erano stati rilasciati perchè con possenti versoi tranciassero a metà quelle ridicule cucharache che Pyron (e chi altri sennò?) aveva mandato loro contro. Victor osservò la scena ridotto a una statua di cera bianchissima, di cera da candela devozionale da cappella del cimitero, assistendo a quella puntata di Jayce il cavaliere dello spazio sceneggiata da un individuo affetto da ADHD. Quando il pavimento di quella stanza si riempì di rottami fumanti, Victor scese lungo una scaletta a Z, venendo però bloccato da una staccionata d’acciaio elettrificata. Il suo spazio vitale era limitato, e vide dei portelloni aprirsi in sincrono, e un diluvio di rosso inondò la stanza emettendo un odore di zolfo e bromo. Il metallo scheggiato e divelto venne progressivamente annerito e combusto in wolframite. Si sentì il rumore di uno sciacquone, e la lava, insieme alla wolframite, precipitò nel vuoto. Allora la staccionata si abbassò, e Victor rapido risalì le scale. Ma giunto sulla rampa circolare, e prossimo a entrare nel livello successivo, un immane rombo sconvolse l’ambiente, e un getto di lava salì rapidissimamente verso l’alto, mentre un terremoto sconvolgeva le cime. Lau controllava I progressi del “sistema di pulizia geotermico” mentre I nefroliti di wolframite erano prossimi per saettare nell’aria sottoforma di lapilli. “Mabel! Oh cielo, perchè te ne sei andata dalla fattoria?” “Soos è in pericolo! GIFfany sta possedendo Wendy e lo vuole uccidere!” “Oh Benedizione!” disse Ford, senza una vera e propria conoscenza dei fatti più recenti di Gravity Falls. “Lau! Lei è l’uomo che ci ha difesi con la sua tecnologia?” disse un Victor sudato e annerito dalla fuliggine (simile a quella con effetto fossilizzante di Pompei) a Lau. “Victor von Gederheim. Il colosso dei boschi di Siuslaw. Cos’hai fatto?” “Ho protetto la bambina. Ci sono quei mostri qua dentro. Fuori, nei laboratori, nel seminterrato. Stanno penetrando inesorabilmente. Non c’è nessuna maniera che lei conosca per fermarne l’avanzata?” “Sono già tutti all’Altro Mondo dei robot. Guarda questo teleschermo…” e Lau lo invitò a verificare con I suoi begli occhietti. Ritornati alla pietra, buttata in cataste nuragiche ancora bollenti, dopo la lava. Il volcano scosso da un eruzione che si propagò nella foresta come l’onda concentrica di un sasso buttato nell’acqua di un lago. “Perdinci. SETTORE A113! INVIARE IMMEDIATAMENTE LE AUTOCISTERNE ESTINTRICI!” e dei piccoli carri dei pompieri radiocomandati (stile Safari Adventure del Disneyland Resort) irruppero nella foresta per spegnere l’incendio. Uno di loro portò alla base un cucciolo di cerbiatto, insieme a una moffetta e un leprotto. “Avete trovato un tipo trippone, con pochi peli di barba non curati, di nome Soos Ramirez?” “No nostro comandante. Sappiamo solo che il fiume di lava sta curvando verso Est, dopo che è sgorgato a Sud della montagna e ha attraversato un tratto a C da Sud a Ovest, poi brevemente a Nord e adesso a Sud” “Quindi dove hai detto che starebbe sterzando?” e la macchina soccorritrice diede a Lau un dattiloscritto con un disegno spartano dello Jefferson, con una lingua rossa che disegnava prima una C intorno alla O dello Jefferson, perdendosi poi in un informe scarabocchio serpentine verso la conclusione del foglio a destra. “Computer Omicron! Dov’è la casa di Stan Pines?” “Controllando i dati satellitari da me raccolti la casa dell’individuo chiamato Stan Pines si trova a circa un kilometro di distanza dalla massa lavica. La suddetta massa sis ta spostando verso il lago Marion” “Ma non c’è modo di sapere se Soos sta bene?” “Ho fatto partire immediatamente lo Zemmen proprio per questo. Mi metto in contatto con Vicky. Vicky? Mi senti?” “Forte e chiaro Lau. C’è una ragazza con le lentiggini qui da me. È febbricitante e per di più ha una scriminatura sanguinolenta che le attraversa il piano verticale. Il taglio per fortuna non ha raggiunto organi vitali. Insieme a me c’è un ragazzino sbilenco e pieno di escrescenze sebacee sulla cute. Il tizio da voi chiamato Soos sta bene, ma è parecchio sconvolto. Ha una motosega insanguinata e vi sta piangendo sopra”
   
 
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