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Autore: Shirokuro    21/04/2016    1 recensioni
{ yuuichirou centric; guren/yuuichirou | one-shot di 1915 parole circa | fluff; slice of life? | scritta per il contest Guren/Yuu - Niente di più, niente di meno indetto da rhys89 sul forum di efp }
Cosa c’entrava Yoichi, si domandò Yuu. L’amico sarà pure riuscito a farsi insegnare da Guren qualcosa, ma di certo non avrebbe mai potuto vantare la sua vicinanza allo spettacolo che era il loro superiore in quel quasi traumatico momento. In senso letterale, fisico. Gli era davvero molto vicino e – sebbene da una parte avvertisse la necessità di allontanarlo con un destro ben assestato – la ritenne un’importante vittoria. E poi, cos’era stato quel tono quasi dolce adoperato nel ravvisarlo dell’errore commesso lasciando Shinoa lo trascinasse? Non lo trovava un insegnamento degno di Guren se non era duro e severo.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Guren Ichinose, Yūichirō Hyakuya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una che non sapeva spiegarsi (sensazione)
   C’era un ampio salone, dentro la scuola. Sembrava un mondo a parte.
   Per arrivarci, similmente a tutte le altre stanze adibite dall’Esercito Demoniaco Imperiale Giapponese, bisognava scendere in profondità nei meandri dell’edificio, tramite scale e scale e scale e – colpo di scena – altre scale ancora, ed una volta arrivati alla giusta altezza, bastava spingere la porta alta in legno non sorvegliata. Era uno spazio molto bello, luminoso e calmo. Lì, per la prima volta, Yuu – accompagnato da Shinoa e Yoichi – vide il Tenente Colonnello Guren fare qualcosa di straordinario. Volava.
   Con passi lenti eppure felpati, volteggiava seguendo una melodia a lui familiare. Ballava. Sembrava tanto leggero da dargli l’impressione di volare assieme alla sua compagna di danze. Le mani di Shigure adagiate una sul palmo aperto dell’uomo e l’altra sulla spalla, i suoi capelli lunghi che non avevano il tempo di coprire la figura alta del militare e i suoi passi abili riuscivano a completare l’opera. Per qualche attimo fu rapito dall’immagine che gli si presentava davanti, circondata da luci e nessun altro spettatore; quindi, anche il Tenente Colonnello che tanto aspirava a superare sapeva essere aggraziato. Anche indossando la sua solita uniforme.
   «Proprio quello che ci si aspetta dalla famiglia Ichinose, cadetta degli Hiiragi» commentò poi Shinoa, spezzando l’incantesimo. Yuuichirou le dedicò uno sguardo di disapprovazione, ma lei si trascinò dietro Yoichi che ancora stava metabolizzando la situazione e si diresse verso il centro del salone, affiancando la coppia ancora alle prese con la musica da sala.
   La ragazza costrinse il povero e malcapitato Yoichi nella posizione di Guren e – dirigendo lei il ballo – iniziarono a fare quello che stavano facendo gli ufficiali. Il suo cavaliere si era inizialmente lamentato di non saper ballare, ma Yuu aveva sentito una risata divertita provenire dalla bocca di lei ed improvvisamente sapevano entrambi come muoversi. Non erano bravi come la coppia più alta nel salone, che anche dopo la loro scesa in pista aveva continuato a danzare, ma erano evidentemente portati per ballare.
   Mentre continuavano a girare e rigirare nella sala, Shinoa si approfittò di un momento di vicinanza a Guren e Shigure per passargli con nonchalance il rapporto per il quale erano appositamente scesi e che fino a quel momento aveva tenuto sulla spalla di Yoichi. Allora l’uomo fece volteggiare un’ultima volta la sua dama ed inchinandosi in segno di gratitudine per il ballo concessogli, afferrò il rapporto.
   «Efficiente come al solito» disse sarcastico. Poi alzò lo sguardo dal foglio e lo posò su Yoichi ancora costretto con Shinoa. «Yoichi!» lo richiamò allora. Il ragazzo s’agitò e si girò, temendo di venir sgridato. Guren lo studiò per qualche silenzioso istante. «Più alte le spalle, non farti trascinare dalla tua compagna; devi decidere tu come muovervi, non lei».
   Yuu strinse i pugni. Improvvisamente c’erano gli occhi di Shigure e Shinoa puntati su di lui. Si vergognò profondamente e si sarebbe voluto sotterrare.
   «Vuoi unirti?» lo istigò il suo Capitano, scuotendo la chioma lilla.
   «Penso che andrò a dormire» si limitò a dire, iniziando a correre verso l’alto, sulle scale.

 
*

   «Hai passato quattro anni a Sanguinem eppure non sai leggere latino» esordì Guren, come ad introdurre un doloroso discorso. «Posso dedurre che tu non sappia nemmeno...»
   «Oh, voi venite da famiglie di prestigio, sarebbe ridicolo compararmi a voi!» Yuuichirou affondò con urgenza le mani nel lenzuolo bianco del proprio letto, per poi posarlo sul suo capo, nascondendosi all’interlocutore divertito.
   Sanguinem era stata un capitolo molto buio e crudo della sua esistenza, ma non era stata una città propriamente crudele. Ai vampiri divertirsi piaceva e spesso dagli edifici più imponenti si sentivano melodie e musiche. Nessun vampiro aveva mai fermato i bambini che ballavano per le strade all’udire delle marce e degli inni, alcuni nobili si dedicavano fra loro all’apprezzare quello che apprezzavano anche le bestioline attorno a loro, seppur mai interagendo con loro direttamente. Alcuni più crudeli, in genere non nobili, obbligavano i bambini spaventati a ricominciare a ballare; ma questo era un altro conto. A volte i ragazzi più grandi si organizzavano in piccole festicciole dove potersi confrontare. Quindi, come la lettura latina, anche il ballo era una delle cose che volendo Yuuichirou avrebbe potuto apprendere a Sanguinem. Solo che a dodici anni nella sua testa non c’erano divertimento e voglia d’imparare, al contrario di Mikaela ed Akane che invece – probabilmente anche per tutelare i più piccoli – avevano sempre cercato di portare un po’ di gioia in casa.
   «Non dico che sia un male, ma...» Guren si permise di portare la mano al mento, pensando a come tirare su il suo prediletto. «Aah, non ci riesco. Te ne vergogni pure tu, che senso ha mentire: tu non sai nemmeno ballare, sei senza speranze» rise poi. Yuu sentì le guance avvampare. Poi avvertì il lenzuolo scivolargli di dosso, tirato via dalla mano grande del Tenente Colonnello.
   «Che c’è?!» domandò, una volta realizzato quanto fosse esposto in quel momento.
   «A te di saper ballare non interessa minimamente; perché te ne fai un problema? Perché io so farlo? Perché ho consigliato Yoichi su come fare
   Yuu portò rapidamente le mani coperte dai guanti bianchi dell’uniforme alla bocca dell’uomo, costringendolo al silenzio. Le labbra del più grande si incurvarono all’insù contro il tessuto spesso dei guanti, ma abbastanza sottile affinché Yuu percepisse il gesto. Guren accennò un morso sulle mani del ragazzo che istintivamente le tirò a sé. «Chiedimelo» ordinò poi.
   «Cosa?»
   «Chiedimi di insegnarti a ballare» spiegò inginocchiandosi sul letto, avvicinandosi a Yuu.
   «Tu devi farmi diventare più forte, non un ballerino provetto!» si lamentò, affondando nel lenzuolo che aveva recuperato nuovamente, osservandolo di sottecchi.
   «Stai chiedendo ad un ballerino provetto di farti diventare più forte: pare quasi scontato io possa pretendere da te questo ed altro» controbatté, colpendo nel profondo il ragazzo che si sentì come attraversato da un violento fendente. Non per niente, Guren Ichinose era Tenente Colonnello.
   L’uomo si alzò in piedi, passandosi la mano fra i capelli; quella stessa mano la offrì al ragazzo, che quasi istintivamente l’afferrò. Come se ne pentì. Il più grande lo tirò a sé con facilità e costrinse la sua vita alla propria.
   «Guren...?!»
   «Chiedimelo» insisté, piegandosi sul viso di Yuuichirou.
   Cosa c’entrava Yoichi, si domandò Yuu. L’amico sarà pure riuscito a farsi insegnare da Guren qualcosa, ma di certo non avrebbe mai potuto vantare la sua vicinanza allo spettacolo che era il loro superiore in quel quasi traumatico momento. In senso letterale, fisico. Gli era davvero molto vicino e – sebbene da una parte avvertisse la necessità di allontanarlo con un destro ben assestato – la ritenne un’importante vittoria. E poi, cos’era stato quel tono quasi dolce adoperato nel ravvisarlo dell’errore commesso lasciando Shinoa lo trascinasse? Non lo trovava un insegnamento degno di Guren se non era duro e severo.
   «Insegnami, allora» provò, attendendo un rifiuto.
   «Non così; sii più supplichevole». Infatti. Guren ghignò ed il più giovane lasciò un sorriso dipingersi sul volto.
   «Per favore, insegnami a ballare» sussurrò, innalzandosi in punta di piedi e sfiorando il naso adunco di Guren con le labbra.
   Sorpreso, l’uomo dai capelli mori lo studiò. Poi, forse decidendo che quella richiesta lo soddisfaceva pienamente, ammorbidì la presa sulla vita e posizionò le mani di Yuu una sulla propria spalla e l’altra sul palmo – avrebbe preso il ruolo della donna; non che non se lo aspettasse.
   «Così? Senza musica?» s’incuriosì il ragazzo. Guren iniziò a muoversi, portandoselo dietro per la camera angusta. Yuu lo lasciò fare. Non aveva senso opporsi. Non rivide in loro la magia che avvertì in sala quando vide lui e Shigure danzare, onestamente. Però non gli spiacque minimamente.
   C’erano le grandi e rassicuranti mani di Guren, la sua figura composta e lo sguardo da sciagurato che per l’ennesima volta gli parve trasformato in gentilezza. La luce della lampadina era fioca e non gli permetteva di studiare il suo cavaliere. Allora si concentrava sui suoi passi decisi che lentamente imparò a seguire. Lentamente. Si domandò più volte, facendo avanti e dietro collo sguardo dal suo petto ai suoi piedi, quanto tempo fosse passato. La testa era pesante. Quanta pazienza aveva Guren, di preciso?
   Se lo era chiesto anche in altre occasioni, Yuuichirou, ammettendo a se stesso quanto fosse impossibile rimanere inflessibili davanti alla sua esuberanza e vivacità. Forse, sotto quel punto di vista, lo ammirava – segretamente, ovvio. E Guren continuava a muoversi nel silenzio, accettando silenziosamente il dolore inflitto dai piedi più volte calpestati e dalle ginocchia spesso andate ad incrociarsi. Era comunque fluido in ogni movimento, scivolava sul parquet e, al contrario della sua dama, non era mai andato a sbattere né contro la libreria, né contro il tavolo.

   «Sei una frana» commentò, alla fine. «Non sei per niente portato!»
   «Come se non lo sapessi già di mio» esalò il più piccolo, abbandonandosi sulle lenzuola, mentre l’altro si dirigeva verso la porta.
   Si sentiva stranamente calmo, avvertiva il suo stesso respiro. Si sentiva così anche Shigure, dopo aver ballato con il suo superiore? Lei era decisamente più brava e servitrice della famiglia Ichinose, quindi indubbiamente era stata in lei impresso un certo portamento, ma... come si sentiva lei dopo aver ballato col Tenente Colonnello?
   «Guren?»
   L’interpellato si fermò, accogliendo la chiamata. «Sì?»
   «Quando si è bravi, come ci si sente dopo averlo fatto per bene?» domandò, portando gli avambracci sopra il viso, infastidito dalla luce della lampadina solitaria. Guren si avvicinò nuovamente al letto e spostò le braccia che gli impedivano di guardare Yuuichirou.
   «Non lo so» soffiò. Il ragazzo spalancò gli occhi. «So solo che insegnare a te qualunque cosa è estenuante, tanto che riesco a sentire l’aria che si muove nei polmoni; entra e riesce e la sento anche per la gola, mentre respiro».
   «Eeh, allora anche imparare da te estenuante. Per quanto mi sia oscuro cosa tu mi abbia insegnato trascinandomi per la stanza come fossi un sacco di patate per... quanto tempo è passato?»
  «Due ore».
   Yuu si tirò su a sedere, lasciando Guren ancora chinato che lo seguiva con lo sguardo. Cercò cogli occhi l’orologio: aveva ragione, erano passato due ore nel silenzio più totale. «Come diamine è possibile?»
   «Ho detto che è stato estenuante per un motivo. Perché sei lento».
   «Non capisco». Guren aveva evidentemente altro da dire, ma il ragazzo era troppo stupito per permettergli di confonderlo ancora di più.
   «Yuudota» lo richiamò l’uomo. «Oltre alla stanchezza, il motivo per cui ti senti così rilassato e sei cosciente di ogni cosa che avviene nel tuo corpo è che ti senti bene, a tuo agio» provò a spiegare. Non capiva comunque, però. Guren lo squadrò per qualche istante.
   «È così anche quando balli con il Sottotenente Shigure?» chiese. L’altro accennò un sorrisetto divertito, prima di scuotere la testa in senso di diniego.
   «No. E sai perché?»
   «No: perché?»
   Guren si protese e stampò un bacio sulle stesse labbra che prima avevano sfiorato arrogantemente il suo volto. Questa volta Yuuichirou si fece paonazzo, sorpreso dal gesto.
   «Lo senti, il sangue che affluisce alle guance ed il cuore che batte?» domandò allora l’uomo.
   «Ovvio!» rispose il malcapitato ragazzo, coprendosi la bocca con le mani.
   «È più o meno la stessa cosa; per questo con Shigure non sento niente del genere».
   Il giovane afferrò il lenzuolo e ci si avvolse nuovamente. «Va bene, va bene, ho capito. Grazie della lezione. Ora puoi andare» si affrettò a liquidare il superiore, ancora nella crisalide di cotone che si era creato. Sperava la sua reazione esagerata lo soddisfacesse, anche se era il primo a dubitarne.
   Tutto ciò che ottenne in cambio fu la sensazione di calore che lo circondò all’improvviso. Riusciva a distinguere le braccia che lo richiudevano cercando allo stesso tempo un’apertura nella sua barriera e c’era il busto pesante dell’uomo a sovrastarlo.
   «Poi vado, ma voglio venire ringraziato a dovere; sii più carino». Infatti.

 
Soundtrack(s); Tokyo Scenario (UNISON SQUARE GARDEN), World Goes Round (Hannah Macklin)Quanto mi piace scrivere cose stupide? Tanto, tanto. Volevo scrivere qualcosa di scemo su questi due e l'ho fatto. Il risultato mi lascia perplessa, non so se mi piace o se non mi piace, ma sapete cosa? Sti cazzi. E quando ci vuole, ci vuole! (una one-shot inutile sulla gurenyuu, non il sti cazzi)
È puramente acontestuale. Di solito non scrivo così a cuor leggero, ma stavolta m'è uscita. Per questo, non ho niente da dire. Solo... è difficile tenere a freno lo spirito da fujoshi, a volte, quindi mi sono fermata (forse pure malissimo) al secondo infatti, che conclude, ripetendosi, la storia. (/o vo)/ non volevo scrivere nulla di indecente stavolta,, spero di non aver fatto un casino. Ah ah. Amo questi due, non posso farci niente. Mi sono avvalsa dei prompt Mi insegni a ballare? e Fammi diventare più forte, per quanto molto... ridimensionati?
Il titolo più che altro è riferito al discorso alla fine sul fatto che Guren e Yuu si sentivano bene a ballare assieme, anche se senza musica da seguire. Insomma, alla sensazione che Yuuichirou vorrebbe capire meglio.
Ok, grazie per aver letto; spero abbiate gradito (e che abbia un po' spezzato la tensione degli ultimi capitoli del manga)(shin'ya where the fuck are you)(guren cOME BAKC TO URSELf)(<< a dimostrazione del fatto che mahiru è tr014 btw).
   
 
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