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Autore: L_yukari    22/04/2016    0 recensioni
Kamariah fece capolino dal bosco dietro la spiaggia e raggiunse lentamente l’amica seduta di spalle...
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era domenica e Habsah era seduta sul cumulo di sabbia lasciato dall’alta marea delle ore precedenti, il cielo iniziava a rischiararsi e creava un leggero brillio sulla superficie leggermente increspata del mare mentre l’umidità iniziava ad aumentare. In lontananza sembravano udirsi i preparativi mattutini del tamu domenicale, ma era solo un’impressione, la spiaggia era troppo lontana perché si percepisse qualcosa. L’abitudine gioca brutti scherzi, pensò Habsah. Quella mattina era scivolata giù dal letto prima di tutti così la mamma non l’avrebbe potuta incastrare per preparare le stoviglie da portare al mercato…Habsah era insofferente al caos del Tamu Besar, ma fortunatamente questo si svolgeva solo una volta all’anno. Eppure, in quel mercato frenetico e seccante, nell’ incessante brulicare di persone, aveva incontrato per la prima volta Kamariah; la ragazza proveniva da un piccolo villaggio lontano e si era appena trasferita a Kota Belud, Habsah era stata la sua prima amica lì…e amante.
Kamariah fece capolino dal bosco dietro la spiaggia e raggiunse lentamente l’amica seduta di spalle, a un certo punto Habsah si voltò: -Alla fine sei venuta davvero-, disse con gli occhi lucidi, ancora incredula, - Non dovevo farlo? Alla fine anch’io avevo voglia di rivederti- rispose un po’ imbarazzata Kamariah, la brezza marina le scompigliava leggermente i lunghi capelli, il barlume dell’alba le illuminava appena appena la pelle scura. Sembrava una dea agli occhi di Habsah. –Mi sei mancata -, continuò. Habsah si avvicinò a lei e l’abbracciò, un abbraccio timido e colmo di malinconia, la cicatrice da ustione che portava sul collo e su parte del petto poggiava sul seno dell’altra. Quel giorno era la prima volta dopo tre mesi che le due si rivedevano ed erano passati due mesi dalla morte del padre di Habsah, dovuta a una leucemia fulminante. Suo padre era sempre stato un uomo burbero che maltrattava moglie e figlia, fino quasi alla fine dei suoi giorni. Habsah ricorda troppo bene il giorno del suo 17esimo compleanno, in cui si era data appuntamento con Kamariah nel bosco per festeggiare. Suo padre la seguiva di nascosto perché aveva intuito un cambiamento nei comportamenti della ragazza e sospettava che si fosse innamorata di un ragazzo, ma quando scostò le fronde del salice piangente sotto cui le due ragazze stavano facendo l’amore inorridì. Non avrebbe tollerato che sua figlia si fidanzasse a quell’età, tanto meno con un’altra donna, per giunta più grande di lei di cinque anni. Diede uno schiaffo a Kamariah, separandole, e trascinò via la figlia. Habsah cercò di parlargli, di fargli comprendere i suoi sentimenti, furono inutili anche le preghiere disperate della moglie; all’apice della furia quell’uomo orrendo le lanciò addosso una padella colma di olio bollente, deturpandole la pelle che ora poggiava sul petto di Kamariah.
- Ricordi ancora quando passeggiavamo su questa riva al tramonto? Tutte le gare di nuoto per arrivare più al largo possibile?
 Kamariah le accarezzò con leggerezza la cicatrice e Habsah si ritrasse velocemente, - ti fa male? - domandò, l’alba sempre più sul termine.
- Sono felice che quel farabutto sia morto - deviò Habsah.
- Non continuare a odiare anche tua madre…
- Mia madre mi ha sempre lasciata da sola. Ha accettato di subire tutte quelle angherie da parte di suo marito e non si è ribellata una sola volta, nemmeno per amor mio! ha costretto anche me a subire, non ha una dignità, né orgoglio. Non mi ha mai protetta e questa cicatrice ne è la prova più evidente.
- Credi che non soffrisse per tutto ciò e che rimanesse indifferente solo per puro terrore? Non nutrire rancore. Una donna è capace di sopportare tanto dolore, ha così tanta forza interiore da non piegarsi alla sofferenza, e sicuramente non è indifferente al dolore dei propri figli. Il rancore consuma l’anima come un tarlo, sei troppo bella per farti logorare dall’odio. – disse Kamariah stringendola a sé.
- Anche con questa orrenda cicatrice addosso?
Kamariah sorrise dolcemente, piano piano i visi si avvicinarono e le due si unirono in un bacio profondo, pieno d’amore, illuminato dal sole appena sorto.
- Riesci sempre a farmi sentire a casa.
Io e te, di nuovo.
 
Kota Belud: città dello Stato di Sabah della Malesia orientale, nella porzione settentrionale dell’isola del Borneo.
Tamu: mercato all’aperto tipico di Kota Belud, avviene ogni Domenica.
Tamu Besar o Great Market: tamu tenuto una volta all’anno in una scala molto più ampia sempre a Kota Belud.
   
 
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