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Autore: hoolabaloo    22/04/2016    0 recensioni
Dapprima fu compromessa la vista, successivamente l’udito e le altre facoltà percettive. Il male si estendeva infine alle funzioni organiche interne. La specie umana era destinata a spegnersi. Ma inconcepibile è per l’uomo la morte.
Così nel sottosuolo, a chilometri di profondità, all’oscurità di uno spazio angusto un uomo, tecnocrate, con materiali di fortuna eseguì il primo inserimento di SpredStar della storia. Certamente si trattava di un marchingegno ancora rudimentale che si limitava a correggere mediante impulsi e stimolazioni elettriche il mal funzionamento delle funzioni vitali.
Genere: Angst, Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vola. Nel vento, nella corrente viene capovolto, spiegazzato, riprende poi quota; vola sopra la grigia città. La luce non lo sfiora direttamente da moltissimo tempo. Dopo questo viaggio si posa infine sulla strada. Passa poco tempo prima che una mano incredula e esitante lo raccolga. 

Non mi interessa quello che fai per vivere. Voglio sapere che cosa brami – e se hai il coraggio di sognare di incontrare ciò che il tuo cuore desidera. Non mi interessa quanti anni hai. Voglio sapere se rischierai di sembrare un pazzo – per amore – per i tuoi sogni – per l’avventura di essere vivo

Scritto. Su carta. Alla prima lettura non intende, è sconvolto dall’avere un foglio fatto di carta tra le mani. Era ormai materiale inutilizzato.

 
Ha gli occhi stanchi, lotta contro le palpebre affinché queste non si chiudano. Sta lavorando allo SpredStar1 ormai da una giornata, ricerca fonti di rimando, esamina tutta la conoscenza letteraria prevenutagli fino a qual momento ma non lo trova.

 È più che sicuro che l’autore del frammento non sia dell’epoca del Neomondo. Nessuno tratterebbe temi come questi. Arriva sconsolato alla conclusione che la fonte è stata o precedentemente persa e mai inserita nelle memorie universali, o è stata compromessa.

 

Digressione storica

Vi è una nuova metodologia per catalogare i periodi storici introdotta nel periodo posteriore alle grandi guerre:  Un-Bellico, Bellico, e Post-Bellico.

Un-Bellico:  comprende tutto il periodo antecedente al Bellico. Con questo termine si è giunti ad indicare anche il periodo Paleo-Bellico, l’era dei grandi ghiacci e dei grandi rettili estinti, l’era del mondo giovane. Più generalmente questo periodo sta a indicare la fase in cui l’essere umano, pur disponendo di armi chimiche ed elettroniche altamente distruttive, faceva di queste un uso sporadico e ridotto

Bellico: era delle Grandi Guerre, era che comprende interamente due secoli. Il mondo uscì sconvolto e devastato da questo periodo. Le radiazioni arrivarono ad influire sulla conformazione delle placche terrestri, scalfirono la loro superfice, tutto venne reso ad una infinita pianura, deformarono e compromisero la struttura del pianeta. L’uomo aveva così finalmente vinto la natura. Anche i vegetali cambiarono la loro struttura, la fauna si ridusse drasticamente e quella sopravvissuta subì terribili trasformazioni genetiche. L’uomo cercò di sfuggire al danno da esso stesso prodotto  delle radiazioni: cercò rifugio in cunicoli sotterranei, ma queste avevano ormai avvolto tutta la terra. Non furono fermate dalla formazione resistente del suolo e si propagarono ugualmente, raggiungendo addirittura il nucleo del pianeta, figurarsi dunque se non colpirono l’uomo.

Dapprima fu compromessa la vista, successivamente l’udito e le altre facoltà percettive. Il male si estendeva infine alle funzioni organiche interne. La specie umana era destinata a spegnersi. Ma inconcepibile è per l’uomo la morte. Così nel sottosuolo, a chilometri di  profondità, all’oscurità di uno spazio angusto un uomo, tecnocrate, con materiali di fortuna eseguì il primo inserimento di SpredStar della storia. Certamente si trattava di un marchingegno ancora rudimentale che si limitava a correggere mediante impulsi e stimolazioni elettriche il mal funzionamento delle funzioni vitali.

Post-Bellico: l’uomo uscì dai suoi cunicoli, rivide così la luce del sole. Si volevano creare le basi di una nuova civiltà. Le conoscenze però non erano andate perse: nel sottosuolo si era cercato di tramandarle il più possibile, gli scritti venivano ricopiati e mantenuti. Così l’uomo si era mantenuto razionale e non si era abbassato agli istinti animali. Le scorie radioattive erano presenti ovunque ma con le nuove tecnologie era possibile limitare la loro pericolosità e limitarle in zone circoscritte. Le vecchie “centrali energetiche”, ruderi che per secoli avevano precedentemente inquinato il pianeta sembrarono degli ottimi depositi per le scorie. Ma risalendo in superfice l’uomo portò con sé tutto quello che aveva custodito, materiale cartaceo incluso. Questo, invero, pur avendo raggiunto livelli minimi di tossicità durante il periodo di reclusione, una volta all’aria aperta diventò un ottimo ricettore di particelle radioattive. Il valori radioattivi crebbero esponenzialmente, e non si vide altra soluzione se non isolare dalla civiltà, se non distruggere, quegli elementi infetti.

Alcuni si opposero a ciò: in quel materiale era racchiusa la sapienza umana accumulata durante tutta la sua esistenza. Si poteva ricominciare senza conoscere le proprie origini? Una volta attuato questo provvedimento, qualche centinaio di persone decise volontariamente di seguire gli scritti. Vennero rinchiusi nei ruderi delle centrali, e lì si stabilirono, intenzionati a dare la loro vita per il sapere. Non si pensava che sarebbero sopravvissuti in un ambiente puramente radioattivo. Li davano per spacciati. Li chiamarono Thànandres. 

 

Matheos è fermo di fronte all’entrata della zona delimitata. Nessuno è a conoscenza delle sue intenzioni, nessuno ha potuto immaginare che per tutto quel tempo il ragazzo aveva desiderato di unirsi a loro. 

Lo avevano sempre affascinato quelle storie che si raccontavano riguardo alle vecchie centrali, riguardo alle apparizioni di esseri, spiriti, riguardo all’eco che a volte irrompeva al di fuori di quegli stabilimenti. Esseri e voci che si lamentavano del loro triste destino, deformati nell’aspetto dal rimorso e dalla rabbia. E anche lui aveva creduto che si trattasse di apparizioni, di visioni illusorie dovute ai raggi del sole che ormai toccavano il suolo terrestre senza protezione. Aveva creduto a ciò fino a quando non si ritrovò faccia a faccia con uno di essi.

Era avvenuto in giorno in cui le Grandi Nebbie avevano avvolto la città e anche le sterminate zone circostanti per giorni. Matheos si era alzato irrequieto, con la netta sensazione che quel giorno sarebbe accaduto qualcosa. Ed effettivamente qualcosa accadde, perché non più di quattro ore dopo si ritrovò smarrito nelle nebbie ed il suo SpreadStar con problemi di acquisizione dati. In questa situazione venne a contatto con uno Thànaner. Uno scambio di sguardi, giusto il tempo di notare come la pelle dell’uomo fosse ancora più squamosa della sua, di come deformato risultasse il suo viso. Poi l’uomo si allontanò. Era centro che non si fosse trattato di una visione. Quell’uomo era vero, esattamente come i suoi occhi indagatori , dall’aria leggermente sprezzanti e la sensazione di profondo turbamento da cui il ragazzo era stato sconvolto. Quell’incontro sembrava presagirne un successivo.

 

Vuole vederli, vuole sapere. Sa di rischiare molto: la sua incolumità, la sua stessa vita forse, ma la curiosità è troppa. Vuole conoscerli, vuole vederli all’opera, vedere come vivono, sopravvivono. Vorrebbe essergli d’aiuto. Gli piacerebbe poterlo fare. 

Sa che non si tratta di esseri pericolosi, non sono dotati di mezzi avanzati come quelli dei neopoliti2:  teme  il modo in cui potrebbe essere accolto. I due mondi non sono mai entrati in contatto, non sa cosa aspettarsi. Ma si fa coraggio. Scavalca il limite, lo SpreadStar lo avverte che l’ambiente circostante è soggetto a mutamenti radioattivi. Lo spegne, e prosegue. 

Giunge all’entrata di un’antica centrale termoelettrica. Cammina tra i ruderi dei marchingegni, un ambiente labirintico. Il silenzio è assoluto. È certo che il rumore dei suoi passi sia ormai giunto alle loro orecchie.

 

Infine anche il suo ultimo tentativo di rintracciare l’autore è fallito.  L’ultima cosa che lo legava agli Thànander. Realizza quanto sia stato sciocco, realizza quanto il suo progetto fosse irrealizzabile. Il Neomondo non è ormai più degno delle sue radici, le ha rinnegate.

Ai neopoliti2 non piace sentir parlare di virtù o conoscenza: solo il progresso governa la loro mente. L’uomo non è migliorato. Aveva creduto sinceramente di poter essere d’aiuto per quegli uomini emarginati. Non lo  avevano propriamente accolto. Più che altro non lo avevano fermato. Dopo aver capito le intenzioni che lo avevano mosso gli avevano permesso di consultare la “libreria”. Una persona non avrebbe mai potuto leggere tutti quei volumi in una sola vita. Gli consentirono di lasciarsi aiutare nel registrare e riscrivere le opere di uomini antichi millenni, gli consentirono di conoscere. 

Ma a lungo andare la situazione si faceva lentamente problematica: Matheos era confuso. A cosa apparteneva veramente? Era di animo troppo curioso e gentile per riconoscersi nella mentalità del neomondo, ma non poteva dire di essere uno Thànaner. Innanzi tutto, nonostante non passasse molto tempo nelle zone radioattive, compiendo il suo lavoro di catalogo anche nella propria abitazione, il suo metabolismo veniva lentamente devastato. Non si sentiva mai pienamente accolto e partecipe.

Inoltre si sentiva impotente di fronte a quella moltitudine di persone: troppi da aiutare, troppo lavoro da svolgere per loro, troppo il materiale di cura richiesto e troppe le storie di dolore che emanavano quei luoghi.

Si sente uno stupido. Si era illuso di poter migliorare da solo la situazione di un mondo parallelo al suo. Non è riuscito ad attenersi al piano. Ha fallito.

Una corrente d'aria improvvisa irrompe nella stanza, spalancando con uno schianto la finestra e sollevando il materiale cartaceo sul piano di lavoro. I fogli si librano in aria per un breve momento. Poi si posano.  Ma uno di questi viene catturato dalla corrente, viene portato fuori dall'abitazione, all'esterno, libero di volare per il neomondo. 

 

Vola. Nel vento, nella corrente viene capovolto, spiegazzato, riprende poi quota; vola sopra la grigia città. La luce non lo sfiora direttamente da moltissimo tempo. Dopo questo viaggio si posa infine sulla strada. Passa poco tempo prima che una mano incredula e esitante lo raccolga.

“ … Voglio sapere cosa brami – e se hai il coraggio di sognare di incontrare ciò che il tuo cuore desidera …”

Lo scritto lo incoraggia, lo spinge a perseguire nel suo scopo. Ha già organizzato tutto con dei suoi compagni, neopoliti, ma con principi discordanti da quello progressista, imposto dalla società.  Andranno a far visita agli Thànaner, coglieranno il loro sapere, ne faranno tesoro. Cercheranno di aiutarli. 
 


 

  1. SpreadStar: schermata virtuale-visiva. Ogni essere umano ormai dispone di una schermata visiva che riproietta le immagini intercettate dalla vista attraverso un congegno elettronico inserito all’interno del nervo ottico dei bulbi oculari, comandato da un cheap celebrale interno. Oltre che a ricreare l’immagine realmente percepita proietta anche una schermata grafica virtuale con cui si può interagire. Computer o dispositivi cellulari sono stati sostituiti dallo SpreadStar, che comprende tutte le loro funzioni
  2.  Neopoliti: abitanti del mondo civilizzato
     
  
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