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Autore: Goten    07/04/2009    19 recensioni
Avvertiva ancora la mano stretta nella sua, d'istinto la strinse anche lui, per un breve attimo si fissarono, tutto quello che avevano attorno, sparì all'improvviso.
Bella si sentiva scrutare da quegli occhi così verdi e intensi, per quanto tempo aveva sognato che Edward la guardasse? Che si accorgesse di lei? Tanto tempo...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Era un noiosissimo giorno per la Forks High School, detta anche la casa degli Spartani, pioveva e come sempre, gli alunni di quella scuola, armati di ombrellini dai colori poco sgargianti, si trovavano a dover passare tutta la mattina e una piccola parte del loro pomeriggio fra quelle mura.

O almeno, questo è quello che pensava Edward Anthony Cullen, ragazzo dall'aspetto malaticcio, alto, molto alto, i capelli rossicci e gli occhi verdi. La sua pelle, perennemente pallida lo rendeva speciale alla vista delle sue compagne, tanto è vero che l'avevano eletto; ragazzo più appetibile della scuola.

Ma quella mattina, sembrava che a scuola ci fosse qualcosa di diverso.

Già nel parcheggio, Alice, la sorella di Edward, aveva potuto notare che la maggior parte delle ragazze, teneva in mano un libro e, cosa ancora più strana, lo stavano leggendo e commentando a pieno regime.

<< Che succede? >> Domandò scendendo dalla Volvo S60 che loro padre, Carlisle, aveva regalato ad entrambi per i loro voti scolastici. I suoi capelli sparavano come elettrici, il corpo piccolo ma leggiadro si muoveva sinuoso fra le varie auto.

<< Non ne ho idea. >> Rispose Edward, alzando le spalle. << Ma sinceramente, non mi interessa, almeno per oggi, non avrò la scia di ragazzine che mi correranno dietro. >> Sospirò gioendo di quel piccolo fatto.

<< Povero Eddy, oggi nessuna che sverrà al tuo passaggio! >> Sghignazzò Emmett Cullen, cugino di entrambi.

Pareva un orso, tanto era muscoloso, i capelli erano ricci e bruni, gli occhi azzurri erano quasi sempre rivolti ad una sola persona; Rosalie, la sua fidanzata.

L'occhiataccia che Edward gli riservò lo fece ridacchiare ancora di più.

Il rombo di un altro motore, li fece voltare. << Rosalie. >> Le corse incontro il ragazzone, abbracciando una fascinosa bionda dall'aspetto etereo.

<< Emmett! Non è una vita che non mi vedi! >> Esclamò, leggermente irritata per aver stropicciato già di prima mattina la sua maglietta all'ultima moda.

<< Ciao scricciolo. >> Salutò Jasper, gemello di Rosalie, la piccola Alice.

<< Vi prego, niente smancerie! >> Esclamò Edward, già nauseato dai saluti mattutini delle dolci coppiette.

<< Sei solo invidioso! >> Esclamò Alice con una linguaccia, tornando a baciare il suo ragazzo.

<< Oggi niente fans, Edward? >> Lo prese un po in giro Rosalie.

<< Ha ha ha >> Le rispose seccato.

<< Dovresti trovarti una ragazza, Edward. Dico davvero. Hai una scelta infinita! >> Segnò con la mano le varie ragazze con il libro in mano.

<< Ma per favore! >> Esclamò stizzito il più piccolo dei Cullen entrando nell'edificio scolastico, seguito dall'allegro ridacchiare dei suoi amici e parenti.

Quella mattina si rivelò ancora più strana, quando durante la pausa pranzo, sua sorella, comparve in mensa con una copia del misterioso libro.

<< Che diavolo hai in mano! >> Esclamò Edward, riconoscendo il volumetto che tutte stavano leggendo.

<< Sshh... è intrigante! >> Lo zittì Alice, facendo segno di tacere.

Spazientito, Edward si alzò, raggiungendo con poche falcate il bancone dove servivano i tranci di pizza.

<< Uno per favore. >> Disse all'inserviente.

Mentre questi scaldava la sua fetta di pizza, si accorse di avere accanto la sua compagna di Biologia.

<< Ciao. >> La salutò.

<< Ciao. >> Rispose arrossendo Isabella Swan.

Edward la trovava buffa, goffa sotto certi aspetti. In due anni che si conoscevano, il massimo che si erano detti era stato sempre; ciao.

Poi notò un particolare. << Niente libro tu? >>

Isabella si voltò verso di lui, sbattendo veloce le palpebre. << Come? >>

Un sorriso sbieco si formò sul volto di Edward. << Sembra che tutte abbiano una vera passione per quel libro. >> Indicò quello che Alice stava leggendo. << Perfino mia sorella ne è rapita! >>

Notò distrattamente lo sguardo di Isabella allargarsi per lo stupore. << Oh... bé... no. Niente libro. >> Sorrise imbarazzata abbassando lo sguardo, il rossore non aveva ancora abbandonato le sue guance.

Alice lanciava ogni tanto delle occhiate furtive al fratello, il suo sguardo si fece attento. Perché quella scena le sembrava così famigliare? Più che la scena in se, perché suo fratello le ricordava tremendamente il vampiro Anthony di quel libro? E perché, Isabella Swan le ricordava da matti Marie? La ragazza umana che si innamorava del vampiro?

La massa di gente stava aumentato nella mensa e dopo aver ricevuto la sua fetta di pizza, Edward tornò al tavolo.

<< Ho visto che parlavi con Isabella. >> Buttò li Alice.

Edward addentò un pezzo di pizza. << Si. E' simpatica. >>

<< E non ti corre dietro come le altre. >> Si aggiunse Rosalie.

Il più giovane dei Cullen sollevò le spalle in un gesto indifferente.

Rosalie si perse ad osservare la sala. << E' sempre da sola. >> notò con un pizzico di amarezza.

Gli altri ospiti del tavolo sollevarono lo sguardo e lo puntarono verso Isabella.

Davanti a se, la ragazza teneva una bottiglietta di limonata e una mela, stava scrivendo su un quaderno. Era molto presa, talmente presa da non accorgersi del suono della campanella.

Sobbalzò, quando la voce di Angela la raggiunse.

<< Bella! E' suonata, andiamo. >> Le sorrise gentile, mentre attendeva che riordinasse i suoi quaderni e li riponesse nello zaino.

<< Mi piacerebbe sapere cosa stavi scrivendo di così importante. Eri così concentrata. >>

<< Oh, niente di che... solo qualche appunto. >> Rimase vaga, notando con la coda dell'occhio che dietro di loro i Cullen camminavano tranquilli.

<< Hai letto il nuovo libro che uscito?! >> Gli occhi di Angela erano brillanti.

Isabella sentì dentro di se una paura incredibile. << No... a quanto pare lo stanno leggendo tutti. Ehm, di che parla? >>

Le mani di Angela si congiunsero emozionate. << Oh Bella! E' fantastico! Non ho mai letto niente del genere! Guarda, c'è l'ho qui! >> Estrasse dalla sua tracolla il libro dalla copertina nera.

Bella, imbarazzata lo prese in mano. << Ehm, di che parla? >> Domandò di nuovo.

<< Amore! E' una storia d'amore favolosa! Ti fa battere il cuore dalla prima all'ultima pagina! Spero che l'autrice faccia presto anche il seguito. >>

Isabella deglutì con il respiro accelerato. << Si sa niente dell'autrice? >>

<< No. A quanto pare, si sa solo che è una donna. Ma, la parte più bella è che ha ambientato il romanzo a Forks! >>

<< Davvero? >> Doveva sembrare sorpresa.

<< Oh si. Descrive tutto con una minuziosità incredibile! >>

Angela proseguì felice di esprimere il suo parere più che favorevole per il romanzo, mentre Bella ascoltava sinceramente commossa tutti quei commenti entusiasti.

Se solo avessero saputo che era lei l'autrice di quel romanzo... e se solo lui, avesse capito quanto era innamorata...

Sospirò, adesso doveva affrontare un'ora di Biologia, dove lui, sarebbe stato al suo fianco.

Si sedette, camuffando la sua solita agitazione, con una calma apparente, e poi, eccolo; Edward Anthony Cullen.

Lui era diventato nella sua fantasia Anthony il vampiro buono... ma Isabella Marie Swan, sapeva di non poter essere come la Marie del suo libro.

Perché se Anthony si era accorto di Marie per il suo sangue, era anche vero che Edward non si sarebbe mai accorto di lei, troppo sciatta e normale.

<< Ciao. >> La salutò lui di nuovo.

<< Ciao. >>

Il loro solito rituale, il loro solito saluto.


§


Entrando in cucina, attirato dal buon profumo di torta al cioccolato, Edward notò sua sorella Alice intenta nella lettura.

<< Alice, perché stai leggendo quel romanzetto? >>

<< Edward, se non sapessi che sei umano, ti avrei scambiato per il protagonista del libro. >> Sentenziò sfogliando l'ennesima pagina.

<< Che diavolo stai dicendo?! >>

Alice, prese a leggere a voce abbastanza alta, affinché suo fratello potesse ascoltare. << Anthony è di carnagione molto pallida, è alto 1,87 m e ha un fisico slanciato e muscoloso. Il suo viso ha lineamenti dritti e regolari ed è incorniciato da capelli ribelli color bronzo, che si accostano ai suoi occhi: da umano, questi erano verdi, ma con la trasformazione in vampiro hanno un colore che varia dall'ambra al nero. Il colore dei suoi occhi è determinato dallo stato di sazietà del vampiro. I vampiri che non si nutrono per alcune settimane infatti, hanno gli occhi neri e le occhiaie molto pronunciate. Complessivamente il suo aspetto è eccezionalmente attraente e utilizza questa peculiarità, compreso il suono suadente della sua voce, per affascinare e destabilizzare gli esseri umani. E' dotato di un potere supplementare, la lettura del pensiero: è convinto che abbia questa capacità perché in vita era molto sensibile. Non può piangere né dormire e può avere figli ma solo con una donna umana. Può simulare di mangiare cibo umano, anche se lo considera pessimo. Parla diverse lingue tra cui lo spagnolo e il portoghese. Oltre ad avere la facoltà di leggere nelle menti, è molto agile, forte e veloce e può decidere se bloccare una determinata voce nella sua testa. La sua vista è molto acuta e gli consente di vedere al buio.Non può mostrarsi alla luce del sole perché la sua pelle reagisce ai raggi solari diventando brillante e la cosa costringe lui e la sua famiglia a non presentarsi a scuola quando ci sono le belle giornate. >> ( n.d. Goten; grazie Wikipedia)

Durante tutto il monologo, Edward si era servito di una abbondante porzione di torta, sua madre Esme era una cuoca eccezionale.

<< E allora? >> Domandò con la bocca piena.

Alice lo guardò allibita. << Edward, ma non vedi che sei tu questo vampiro! E' la tua perfetta descrizione! Poteri vampireschi a parte, sei tu spiccicato! >>

Il sopracciglio del ragazzo si arcuò scettico.

<< Non guardarmi così! Prova a leggerlo, scommetto che ritroveresti parecchie cose del tuo modo di fare e del tuo carattere in quel personaggio. >>

Gli lanciò il libro, che prontamente venne preso al volo.

<< Senti Alice, non ho intenzione di leggere un libro per ragazze. >>

Lo sbuffo di sua sorella gli fece chiaramente capire quanto poco le importasse di quella stupida scusa. << Leggilo e poi mi dirai. >> Furono le sue parole, prima di lasciare la stanza.

Edward posò il libro sul tavolo, si tagliò un'altra abbondante fetta di torta e seguendo, molto poco felicemente, il consiglio della sorella, si apprestò a leggere il famoso libro dalla copertina nera.

Era arrivato a leggere ben tredici pagine e adesso, entrava in scena la famiglia di vampiri. Per un attimo si bloccò colpito. Non era possibile!

I vampiri del racconto avevano tutti i loro secondi nomi! Assurdo! C'era addirittura la descrizione perfetta di Rosalie! Solo che nel libro si chiamava Lillian, esattamente come il suo secondo nome!

<< Cribbio! >> Esclamò, andando avanti a leggere con occhi allucinati.

Chiunque avesse scritto quel libro, li aveva osservati davvero bene! Aveva riconosciuto subito Alice, Rosalie, Emmett e Jasper, nelle descrizioni delle prime venti pagine, ma la sua, era quella che lo lasciava più di tutti senza parole.

Era lui! Non c'erano dubbi!

Chi diavolo era quella persona che lo aveva capito e visto in un modo così intimo?!

Adesso, il suo alter ego di carta era a lezione di biologia, e la povera Marie non sapeva di aver vicino a se un vampiro desideroso di bere il suo sangue.

Edward si interruppe un attimo. La sua compagna di biologia era Isabella Swan... ma questa Marie, a parte assomigliarle un pochino, era leggermente diversa da lei.

Comunque, chiunque fosse la scrittrice, aveva osservato anche Isabella, perché davvero, leggendo alcuni punti del libro, Bella sembrava sul serio la protagonista.

Arrivato a pagina trentasei, il momento in cui Anthony salvava Marie dall'essere schiacciata dal furgoncino di un loro compagno di scuola, Edward dovette interrompere la lettura. Il suo cellulare stava vibrando incessantemente.

Scocciato, lo estrasse dalla tasca dei jeans e lesse sul display: papà.

Aprì lo sportellino. << Ciao papà, dimmi. >>

<< Edward, sono a piedi, la Mercedes non parte, potresti venirmi a prendere? >>

Guardò distrattamente l'orologio, segnava le 17:30. << Si, dammi il tempo di arrivare. >>

<< Ottimo, a dopo. >>

Mise un segno sulla pagina che stava leggendo e uscì, le parole di quel libro gli vorticavano nella mente. Chiunque fosse l'autrice, era stata maledettamente brava nello scrivere.

E mentre Edward si recava all'ospedale da suo padre, Isabella, stava buttando giù la bozza del suo secondo libro.

Seduta china davanti al suo portatile, ribatteva senza sosta gli appunti che aveva scritto quella mattina.

Il terrore che aveva provato nel vedere la sorella di Edward, mentre leggeva il suo libro, si augurava di non provarlo mai più. Doveva cercare di essere più indifferente, ma non le riusciva molto bene il fatto di mentire.

Sbuffò frustrata.

La sua mente corse alla pausa pranzo, quando Edward e aveva rivolto la parola. Aveva davvero sentito, come la sua eroina del libro, il cuore balzarle nel petto al suono della sua voce. Sorrise triste e si diede della patetica. Edward non avrebbe mai visto nulla in lei.

E intanto, i primi quattro capitoli del secondo libro prendevano vita...

<< Bella, sono a casa. >> La porta dell'ingresso si chiuse e Charlie fece la sua comparsa.

<< Ciao papà. >> Lo salutò, salvando le ultime righe.

<< Pronta per la cena? >>

<< Ovviamente. >> Sorrise Bella, una cosa che adorava, erano le uscite serali con suo padre. La tavola calda di Forks non era male e li, spesso e volentieri le venivano le idee migliori per il suo libro.

Afferrò la giacca e sotto la fine pioggerellina della città, con l'auto della polizia, si recarono finalmente a cenare.

Dopo aver ordinato, suo padre attese il resoconto serale. Era l'unico che sapesse la verità sul libro che stava spopolando in quei giorni, l'unico che sapesse chi fosse la sua scrittrice.

<< Allora, a che punto sei arrivata? >>

Isabella spalmò una dosa abbondante di ketch up sulle patatine e prese a raccontare. << Direi al quarto, forse quinto capitolo. Ma adesso, credo che farò entrare i licantropi in scena. >>

<< Mmm... ottimo! >> Lo sguardo di suo padre si accese di entusiasmo, a lui piacevano davvero i suoi racconti, sopratutto se riguardavano mostri di fantasia. << E che fine a fatto Anthony? >>

Isabella abbassò lo sguardo. << Bé, lui se ne è andato, l'ha abbandonata, pensando che fosse meglio per lei, più sicuro... >>

Lo sguardo scettico di suo padre fu incomparabile. << Questo Anthony mi sembra un po idiota, sai. >> Prese un bel boccone del suo panino, un sorso di birra e continuò la sua spiegazione. << Cioè, ha fra le mani, l'amore della sua vita e la lascia da sola?! Pur sapendo che questa Marie attira sfortuna da ogni parte?! Sei sicura che la ami? >>

Isabella sorrise divertita, i commenti di suo padre erano veramente i migliori. << Si, sono sicura. >>

<< Mah... >> Addentò un altro boccone poco convinto.

Quella sera, parecchia gente si era fermata per prendere dei pasti veloci da portare a casa, difficilmente il Dottor Cullen si fermava in quel posto per prendere qualcosa di pronto, ma quel giorno, accompagnato da Edward, entrò nel piccolo locale.

Il tentennare della campanella attirò lo sguardo di Bella.

Edward Cullen era appena entrato, mortalmente pallido, e maledettamente bellissimo.

Il suo cuore si mise a fare le capriole, mentre un vago rosso brillante le coprì l'intero volto.

Suo padre, non era uno stupido, occhieggiò con fare indifferente i nuovi venuti, ci mise circa cinque secondi per collegare.

<< Credo che Anthony sia appena entrato... >>

<< Papà! >> Sibilò Bella sempre più rossa.

Charlie rise divertito, mentre sua figlia desiderava solo sotterrarsi. Forse però, potevano scamparla, i Cullen non davano segno di averli visti...

<< Carlisle! >> Lo chiamò Charlie, facendo inorridire la figlia.

Sia il padre che il figlio si voltarono verso di loro. << Charlie! >> Lo salutò il Dottor Cullen avvicinandosi.

In quel momento, Bella trovò importantissimo fissare il suo piatto. Suo padre glie l'avrebbe pagata cara!

<< Bella, è un vero piacere rivederti. >> Le sorrise sincero il Dottor Cullen.

Isabella, sempre al limite dell'imbarazzo, posò i suoi occhi sull'uomo. << Anche per me, è un piacere rivederla. >>

La risata melodica del padre di Edward la fece sentire ancora più piccola. << Di sicuro è un piacere incontrarci qui, piuttosto che in ospedale. >> Edward li guardava curioso, non sapeva che la figlia dell'ispettore Swan era una assidua frequentatrice di quel posto.

<< Già, con tutte le volte che ti fai male, dovremmo farti la tessera d'oro come membro onorario. >> Ridacchiò Charlie. Quando le risate scemarono, l'ispettore si rivolse al ragazzo. << Tu devi essere Edward, giusto? >> Allungò la mano stringendogliela.

<< Si signore. Sono Edward Cullen. >>

<< E' un vero piacere conoscerti, tuo padre mi racconta sempre di te. >>

Edward si sentì leggermente in imbarazzo, osservò la sua compagna di corso, era veramente buffa. Rossa come un gambero. Le sorrise, scatenando un ulteriore eccesso di colore.

Ah, ma chi era Anthony Masen in confronto a lui?!

Gli piaceva sapere di avere quell'effetto sulle ragazze, e Isabella Swan non faceva eccezione. Era solo molto più deliziosa e soprattutto, non gli correva dietro come facevano le altre.

Si era accorto in tempo che suo padre si stava congedando dagli Swan, salutò cordiale e si allontanarono.

Isabella, tirò un sospiro di sollievo, mentre suo padre ridacchiava.

<< Non è stato divertente! >> Sbottò irritata.

<< Oh si invece. >> Rise ancora, divertendosi un sacco a tormentare sua figlia.

Nella Volvo argento che correva a velocità sostenuta, Edward e suo padre stavano discutendo sull'incontro casuale appena avvenuto.

<< E' carina. >> Sentenziò di nuovo Carlisle.

<< Papà, per favore... >> Sbuffò Edward, parcheggiando l'auto in garage.

<< Finalmente! C'è ne avete messo di tempo per prendere due panini! >> Esclamò Alice andandogli incontro.

Carlisle le passò la busta con la sua cena. << Abbiamo fatto due chiacchiere con un amico. >>

<< Ah si? >>

Entrarono in casa, Edward seguì l'inconfondibile odore dei pasti di sua madre.

<< Si. >> Continuò Carlisle. << Abbiamo incontrato Charlie Swan e sua figlia, Bella. >>

<< Oh, come sta Isabella? E' un po che non viene più in ospedale. >> Si aggiunse Esme.

Mentre Edward addentava la sua fetta di lasagne, notò distrattamente che il libro dalla copertina nera non era più in vista.

<< Alice, dov'è? >> Si guardò attorno.

<< Dov'è cosa? >>

<< Il... libro. >>

La mano di Alice scatto in direzione della mensola dietro di lei. Eccolo li. Gli occhi di Edward si posarono curiosi su di lui.

Aveva già deciso, finita la sua cena, niente lo avrebbe distratto da quelle maledette pagine.

   
 
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