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Autore: reirahime    26/04/2016    3 recensioni
(ColdFlash o Lenarry || Missing moment dalla 1x12 di Lot e 2x18 di The Flash)
“Barry non salva nessuno.”
Sospirò, continuando ad accarezzarlo, non riusciva a vederlo ridotto in quello stato. Non poteva credere a quello che stava pensando, era troppo smielato e romantico, ma a Barry servivano quelle parole. “Tu mi salvi ogni giorno.”
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Barry Allen, Jefferson Jackson, Leonard Snart
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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You saved me in every way a person can be saved

 
Quella situazione iniziava a diventare davvero tragica, quasi insostenibile. Non per lui che aveva ancora un po’ di forza di volontà conservata in qualche parte della sua testa, ma per alcuni di loro era così.
Mentre Rip parlava, spiegando loro la missione - forse più un suicidio premeditato -, ripensavano alle loro famiglie e alla vita che si erano lasciati alle spalle, senza nascondere la preoccupazione. Il rischio era alto, lo sapeva bene anche lui, ma non sentiva il bisogno di condividere con altri. Come al solito rimase in disparte, ad ascoltare, le braccia incrociate al petto, mantenendo la sua intimità e la sua privacy come se fossero alcune delle cose più preziose della propria vita, appigli di cui aveva bisogno per tirare avanti.
“Se tardiamo a riportarli a casa... la storia viene alterata.”
Rip spiegò loro i rischi della missione oltre ai dettagli del piano, sembrava non avere paura della conseguenze. Len si chiese se era fiducia nelle loro abilità o semplice disinteresse, non era infatti la prima volta che il capitano di quella nave metteva davanti a tutto la propria famiglia e la propria missione.
“E non ci sarà una casa… a cui tornare. Verrete dimenticati da chiunque abbiate mai conosciuto.”
Forse più la seconda, visto che non aveva scrupoli a lanciare una notizia bomba come quella senza un minimo di tatto… non che lui sarebbe stato diverso, nemmeno lui avrebbe trovato un modo migliore per dire le cose come stanno.
Jax e Stein si allarmarono ancora di più, lo stupore e l’angoscia facilmente individuabili sul loro volto.
“Cioè, persino mia madre non mi riconoscerà?” chiese il più giovane di loro, l’unico che non voleva partecipare a questo suicidio fin dall’inizio, convinto da Stein, che sembrava adesso condividere anche la stessa espressione del ragazzino oltre che i pensieri. “Mia moglie…”
“E la mia… Ah già, io non ho nessuno” continuò Mick che, intenzionato forse a fare una battuta, ottenne il risultato opposto.
Il criminale puntò gli occhi verso il basso, cambiando gamba su cui poggiare tutto il peso del corpo mentre iniziava a sospirare. Lui e Mick sembravano gli unici, oltre a Rip, a non essere allarmati da quel rischio, anche se non del tutto vero. Sapeva come nascondere i suoi pensieri e come fare a risultare freddo.
“Sempre meglio che morire” disse, continuando a puntare gli occhi sul pavimento. Non ascoltò più i loro discorsi, non aveva bisogno di sentire altro. Non riusciva ad immaginare una vita senza le uniche persone a cui voleva bene e, chissà per quale motivo, ricambiavano quell’affetto, rendendo la sua vita un po’ meno banale e miserabile, come avrebbe dovuto essere quella di un ladro e un assassino.
Le probabilità di perderli per sempre erano altissime e l’ultima volta che aveva visto entrambi non era andata proprio benissimo. Lisa si era offesa perché era stata l’ultima a sapere della sua partenza e lui, il suo Barry, aveva accettato la cosa, sostenendo ogni sua scelta, come era sua abitudine fare. Però poteva ancora ricordare il volto segnato dalla paura quando gli aveva detto di stare attento. Ad entrambi aveva promesso che sarebbe tornato da loro, ma soprattutto per loro. Doveva fare qualcosa.
Si allontanò per primo dalla stanza, mentre Rip, con Sara e Kendra, ultimavano gli ultimi dettagli del piano per il rapimento del suo mini sé stesso – era così che avevano iniziato a chiamare lo loro versioni più giovani a bordo della nave, per evitare confusioni -, rimanendo però sull’uscio ad aspettare Jax.
Quest’ultimo uscì dalla stanza insieme al professore e insieme a loro due fece un tratto di strada, senza chiacchierare. Jax e Martin si chiedevano il motivo di quell’accompagnamento silenzioso, ma furono interrotti quando il criminale aprì bocca, richiamando l’attenzione del giovane.
“Jax, accompagnami devo mostrarti una cosa.” Era una richiesta che non ammetteva una risposta negativa, perciò il ragazzino abbassò il capo, annuendo, e si allontanò, sotto lo sguardo attento del professore, che ormai aveva imparato a fidarsi di lui e quindi non era preoccupato.
“Che devi mostrarmi, Snart? Se è qualcosa che riguarda il piano perché non l’hai detto a Rip, mentre eravamo tutti insieme?”
Leonard fece un sorriso sghembo. Con lui aveva iniziato a farlo più spesso rispetto al resto del team, Jax si era in qualche modo guadagnato la sua fiducia, ed era per questo motivo che gli stava chiedendo un favore, oltre al fatto che era l’unico a saper pilotare la navetta che gli serviva proprio in quel momento.
Si guardò intorno, assicurandosi di essere rimasti soli, e si fermò proprio davanti al ragazzino. “Ascolta…” disse, richiamando la sua attenzione, lo avrebbe chiesto una volta soltanto.
“Ho visto la tua faccia poco fa, mentre Rip parlava. So che vuoi rivedere tua madre un’ultima volta prima di correre questo rischio, e so anche che sei l’unico in grado di portarci fuori di qui. Perciò io ti copro le spalle mentre torniamo a Central City, dai un ultimo bacio alla mammina, mentre io sai… ricarico le batterie della mia pistola.”
Jax lo fissò, sollevando le sopracciglia, indeciso se rispondere o meno alla sua provocazione. Tutti a bordo sapevano della sua relazione con l’eroe di Central City, anche se lui continuava a far finta di niente e loro gli facevano credere di essere all’oscuro di tutto.
“Hai lasciato il caricabatteria a Central City, Snart?” gli chiese con una sottile ironia che aveva imparato da lui stesso e da Mick. “Comunque ci sto, facciamolo.”
Leonard sapeva evitare le frecciatine allo stesso modo in cui le lanciava, fu facile per lui ignorare il ragazzo e proseguire con il resto del suo piano. “Sono tutti impegnati ad organizzare i nostri rapimenti quindi non si accorgeranno di niente. Abbiamo circa due ore per andare e tornare, non un minuto di più.”
Gli porse quindi la chiave necessaria per pilotare la navetta senza l’autorizzazione di Rip, una specie di chip che aveva già rubato con facilità prima e altrettanto lo era stato questa volta.
“E questa quando l’hai presa?” chiese Jax curioso, non l’aveva visto allontanarsi nemmeno per un secondo quel giorno.
“Un ladro non svela i suoi trucchi” rispose semplicemente Leonard, scrollando le spalle e invitando il ragazzo a seguirlo, senza perdere ulteriore tempo prezioso.
 
***
 
Il salto temporale con la navetta era più complicato di quello con la nave di Rip. Intanto la differenza di anni doveva essere relativamente poca e loro erano fortunati visto che si trovavano in un luogo dove il tempo non trascorreva quindi vicino a tutte le epoche. Durò come al solito pochi attimi, causando però i soliti effetti che scomparvero nel giro di pochi minuti.
Dopo che Jax fece atterrare la navetta, guardò il complice di quell'avventura e, senza bisogno di dire niente, annuirono entrambi, prendendo ognuno la propria strada. Jax andò dritto verso casa sua, per riabbracciare la madre, e Leonard invece si diresse verso gli Star Labs.
La sicurezza dei laboratori era migliorata, ma non così tanto da impedirgli l’accesso. Si intrufolò senza farsi beccare e quando arrivò alla sala principale, Cisco, che si trovava da solo all’interno dei laboratori, reagì con un urletto di paura al solo vederlo.
“Snart!” urlò, con una mano sul cuore, cercando di riprendere un certo contegno. “Devi smetterla di entrare di nascosto. Che ci fai qua?”
Cisco faceva parte di quel gruppo ristretto di persone che erano a conoscenza della relazione tra Barry e il criminale e quindi non era così preoccupato per la sua presenza in quel luogo, anche se inaspettata.
Leonard non rispose alla sua domanda, ma si avvicinò guardandosi intorno, accarezzando la scrivania con la punta delle dita. I laboratori erano stranamente troppo silenziosi, non c’era la solita massa di persone che gironzolava tra una stanza e l’altra, solo Cisco. Mentre osservava e analizzava la situazione, il suo sguardo si posò sulla tuta di Flash, riposta dietro la sua vetrina, segno che Barry non era in missione contro qualche pazzo metaumano.
“Dov’è lui?” chiese, distogliendo lo sguardo e puntandolo dritto in quello di Cisco, che ebbe un brivido lungo il corpo dovuto alla serietà di quello sguardo e al timbro di voce così glaciale, che aveva quasi dimenticato.
Cisco abbassò lo sguardo, quell’uomo gli faceva continuamente paura nonostante fosse adesso dalla “loro parte”, e iniziò a balbettare insicuro di cosa dire, per non rivelare troppo, non voleva essere lui a dirgli la verità.
“Lui… Barry, non è qui. Non viene da giorni… forse lo puoi trovare a casa sua.”
Non riuscì a farsi dire altro di importante, anche se si può dire che non ci aveva neanche provato. Aveva i minuti contati e l’unica persona con cui voleva parlare era lui.
Andò a cercarlo a casa sua l'auto del detective West non era parcheggiata all'esterno, facendogli dedurre che la casa fosse vuota, con un solo inquilino all'interno
Aprì la serratura, introducendosi con cautela dentro, poi proseguì dritto su per le scale, girando a destra verso la camera di Barry.
Lo trovò sotto le coperte, completamente imbacuccato, non si girò nemmeno per sapere chi si fosse introdotto nella sua camera. La preoccupazione iniziò a farsi strada dentro di lui, cosa che non era successa nemmeno quando lui stesso era stato in pericolo di vita, solo lui poteva fargli provare quelle sensazioni.
“Scarlet?” cercò di richiamare la sua attenzione, sussurrando il suo soprannome, uno dei pochi che Leonard usava con il suo ragazzino.  
Barry tirò fuori la testa dal suo rifugio improvvisato, mostrando un’espressione di stupore puro. Come Cisco, anche lui non si aspettava una sua visita ed era evidentemente scioccato di trovarselo davanti.
“Leonard?” chiese, come per conferma, come se fosse una specie di miraggio destinato a scomparire da un momento all’altro, rimanendo però fermo sotto il piumone.
Il criminale gli buttò uno sguardo un po’ confuso, si chiedeva perché il suo ragazzino non era sfrecciato in un flash ad abbracciarlo come avrebbe fatto in una qualsiasi situazione normale, era invece rimasto a guardarlo scioccato più tempo del dovuto.
“Proprio io, in carne e ossa” gli rispose, avvicinandosi al letto e sedendosi sopra esso, vicinissimo a Barry. “Che ti succede, ragazzino?”
Era da lui essere diretto, senza troppi giri di parole, ma in quel caso era dovuto anche alla mancanza di tempo a disposizione. Era venuto in quel posto per una specie di addio, per sé stesso, e invece era Barry ad avere più bisogno di quella visita.
A quella domanda Barry non riuscì più a sostenere il suo sguardo, il suo volto sorridente si incupì lasciando spazio alla tristezza. Leonard si rese conto che doveva essere successo qualcosa di veramente grave, non l’aveva mai visto senza un sorriso per lui.
“Zo-Zoom…” iniziò a dire, senza avere le forse di pronunciare persino il suo nome.
Leonard si irrigidì, non pensava che lo scontro con il velocista nero fosse arrivato ad una svolta.
“Si è preso tutto…” Barry strinse le labbra, si vedeva quanto stesse male, ma Leonard voleva sapere di più. Lo incitò a continuare, afferrandogli una mano e stringendola. “Ha rubato la mia velocità.”
Leonard non era tipo da strabuzzare gli occhi o cose del genere, si limitò a socchiuderli per riordinare le idee. La notizia appena ricevuta l’aveva scosso, ma a Barry serviva incoraggiamento, non qualcuno che si dispiacesse insieme a lui.
“Barry…” iniziò, continuando a stringergli quella mano. Si chiese se sarebbe cambiato qualcosa se lui non fosse partito. “Perdonami per il ritardo. Avrei dovuto essere qui con te.”
Quella frase fece crollare Barry del tutto. Si piegò in avanti contro di lui, affondando il volto contro il suo petto, e si lasciò andare in un pianto quasi disperato. “Mi sento così inutile, Len... senza la mia velocità non servo a nulla...”
Leonard gli accarezzò le spalle, cercando in qualche modo di consolarlo, per quanto fosse in suo potere, ma Barry non sembrava voler smettere di piangere.
“Sei sempre Barry.”
Leonard si era interessato a lui quando era Flash, si era fissato con il velocista, era arrivato ad avere un’ ossessione per lui, ma era di Barry che si era innamorato. Del ragazzino sempre in ritardo, impacciato e nerd, non dell’eroe.
Barry continuò a tenere il volto incollato ai suoi vestiti e a Leonard non dispiaceva tenerselo stretto in quel modo, anche se ancora disperato.
“Barry non salva nessuno.”
Sospirò, continuando ad accarezzarlo, non riusciva a vederlo ridotto in quello stato. Non poteva credere a quello che stava pensando, era troppo smielato e romantico, ma a Barry servivano quelle parole. “Tu mi salvi ogni giorno.”
Fu solo in quel momento che sollevò la testa, guardandolo negli occhi, le lacrime avevano smesso di scorrere finalmente, anche se avevano lasciato il rossore sulle sue guance. Per una volta Barry non sapeva cosa dire, la frase l’aveva lasciato più sconvolto di quanto pensasse, così fu Leonard a continuare quel discorso.
“Non è la velocità a fare di te un eroe. Ogni volta che hai salvato qualcuno… non è stato Flash a farlo, è stato Barry. Non sarà facile, dimmi qualcosa che lo sia, ma ti riprenderai quella velocità e la prossima volta che ci vedremo avrai sconfitto Zoom, promettimelo.”
Si guardarono negli occhi per qualche attimo prima che Barry si decidesse ad annuire, il discorso del fidanzato era stato convincente anche se non del tutto. Barry sentiva ancora tanto di quello sconforto dentro di sé, ma per lui ci avrebbe provato.
“T-te lo prometto, Len.” Si asciugò le lacrime con le maniche del maglioncino, sollevandosi ulteriormente dal corpo dell’uomo che lo lasciò spostarsi. “Sai, hai detto che io ti salvo tutti i giorni, ma è tutto l’opposto. Sei tu che stai salvando me.”
Leonard sorrise, avvicinandosi di nuovo a lui, e posò le labbra su quelle del ragazzino, iniziando a baciarlo dolcemente.. Sentì prima il sapore salato delle lacrime, poi riconobbe quello solito del suo Barry, che ricambiò incrociando le braccia dietro il suo collo. Le loro lingue si scontrarono più volte, continuando quell'agognato bacio fino a quando entrambi rimasero senza fiato.
Se quello fosse stato il loro ultimo bacio, Leonard l’avrebbe ricordato per sempre, quell’ultimo bacio che sapeva di lacrime, di passione e di amore.
“Leonard?” chiese Barry, adesso che era un po’ più lucido. “Che ci fai qua? Avete eliminato Savage?”
L’uomo pensò un’ultima volta al motivo per cui aveva cercato Barry quel giorno, ma decise che non c’era motivo per spezzare il cuore ad entrambi, visto che non aveva nemmeno la sicurezza che sarebbe accaduto.
“No. Sono qui per te, abbiamo fatto una sosta da queste parti e mi mancavi. Adesso però devo andare…”
A Barry sfuggì un’esclamazione dispiaciuta per il poco tempo che avevano trascorso insieme, entrambi sentivano la mancanza l'uno dell'altro e quei minuti trascorsi insieme erano preziosi.
Il criminale si alzò, pronto ad andarsene, ma aveva fatto solo qualche passo verso la porta quando Barry si alzò e velocemente – anche se non come avrebbe voluto – si fiondò ad abbracciarlo da dietro.
“Torna presto.”
Non rispose, rimasero così, per poco tempo, poi Leonard lasciò la stanza.. Non poteva fare nessun tipo di promessa.
Lasciata la casa raggiunse il luogo dove avevano lasciato la navicella, dove trovò Jax già ad aspettarlo. Avevano ancora cinque minuti prima di essere scoperti, perciò salirono a bordo e allacciarono le cinture, pronti a tornare a bordo della Waverider.
Fu Jax ad interrompere il silenzio tra di loro, esordendo all’improvviso. “Gliel’hai detto?”
Leonard si voltò a guardarlo, dopo tutta la vicenda precedente non aveva voglia di negare nulla. “No.”
“Perché?” chiese il giovane, senza aspettarsi una vera risposta conoscendo il tipo.
“Non era necessario.”
Rimasero in silenzio per quel breve tempo necessario a ritornare a bordo.
Leonard pensò che, se Barry poteva riprendersi la sua vita, anche lui poteva farcela e sarebbe ritornato presto.




NdA:

Buonasera <3
Se avete letto tutto e siete arrivati fino a qua, non posso fare altro che ringraziarvi. Spero che vi sia piaciuta come è piaciuta a me anche se è piuttosto dolorosa. Questi due meritano tanta felicità e io sono una persona cattiva Le battute di Barry sono tutte della mia amica Lia, infatti il discorso è preso da una role che abbiamo fatto ieri sera, quindi si può considerare una ff scritta a 4 mani. Se vi è piaciuta, ringriate anche lei <3
Ovviamente gliela dedico perchè si merita questo ed altro.
Ti voglio bene <3

Anto Snart

 
   
 
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