Anime & Manga > Haikyu!!
Ricorda la storia  |      
Autore: Ladradilucciole    26/04/2016    7 recensioni
|Tsukkyama|
Spoiler 02x25
Dal testo:
"-Guarda quante stelle- mormorò Tsukishima assorto, le dita che si muovevano formando piccoli cerchi sulla sua pelle, facendogli il solletico.
-C-come?-
-Le tue lentiggini.- disse semplicemente Tsukki -Quando Akiteru era piccolo ne aveva il volto coperto, e lo detestava. Quindi per farlo stare buono nostra madre gli raccontava che ogni puntino era una stella, e che qualcuno lassù in cielo lo amava a tal punto da aver rubato le stelle per regalarle a lui. Poi è cresciuto e le lentiggini sono sbiadite, ma... ho sempre trovato un non so che di affascinante in quella storia.-"
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kei Tsukishima, Tadashi Yamaguchi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-I miei torneranno per l'ora di cena- annunciò Tsukishima atono mentre si toglieva le scarpe senza usare le mani, il cellulare stretto nella mano destra per leggere il messaggio che la madre gli aveva appena inviato.
-I-io vado a farmi la doccia allora-
Yamaguchi non aveva neanche più bisogno di chiedere il permesso.

“Fa' come se fossi a casa tua” gli aveva detto la signora Tsukishima la prima volta che si era presentato sull'uscio insieme a Tsukki.
Quanti anni erano passati? Cinque, sette?
Ricordava solo la cartella piena di compiti che era rimasta intatta, mentre avevano passato l'intero pomeriggio a giocare al computer.
E l'imbarazzo, Dio com'era impacciato, sempre a chiedere il permesso per fare qualsiasi cosa.
Ma poi, poi la loro amicizia era cresciuta, e quella singola visita si era trasformata in un rituale settimanale, per poi sfociare in quotidianità, e quella casa, a poco a poco, era diventata anche un po' sua.

Yamaguchi appoggiò il borsone accanto a quello dell'amico, già pronto a dirigersi verso il bagno.
Attraversa il salotto, gira a destra, su per le scale la prima porta a sinistra.
Avrebbe potuto fare il percorso ad occhi chiusi.

-Togliti la maglietta-
Doveva aver sentito male. Aveva sicuramente sentito male.
-C-cosa?- la domanda uscì più come un verso strozzato, mentre Tadashi sentiva la gola farsi improvvisamente secca e le guance dannatamente rosse.
Poteva avvertirne ogni sfumatura attraverso il calore sempre maggiore che si diffondeva sul proprio viso.
Rosa. Rosa scuro. Rosa vivo. Magenta. Fottuto rosso.
-Togliti la maglia, Yamaguchi- ripetè Kei, questa volta con un tono più... poteva essere apprensivo?
-Perchè?!- il moro era quasi sicuro di aver appena urlato.
Tsukishima si portò l'indice alla tempia, gli occhi socchiusi attraverso la spessa montatura degli occhiali.
Conosceva quell'espressione, quella smorfia da “perchè la gente non può fare per una volta come dico io?”, e Yamaguchi era a tanto così dal fargli notare che, dannazione, lui aveva sempre fatto a modo suo e, forse, per una volta, poteva nutrire dei dubbi riguardo alle intenzioni del proprio migliore amico che, dal nulla, gli chiedeva di spogliarsi.

Tadashi aveva ormai accettato il fatto di avere una cotta per il proprio amico d'infanzia da... da sempre?
Non ricordava quando avesse iniziato a nutrire dei sentimenti del genere nei confronti di Kei, era semplicemente successo.
Non era stato un qualcosa di improvviso; non si era alzato una mattina, gli uccellini che cinguettavano e il sole alto in cielo per poi annunciare che si era innamorato di Tsukki.
Era stato tutto così graduale, un crescendo di emozioni e sentimenti nuovi che, a poco a poco, si erano fatti strada nel suo petto fino a fargli realizzare che la parola “amicizia” non bastava più a descrivere ciò che provava per Kei.
Certo, accettare che Tsukishima non provava lo stesso per lui era stata tutta un'altra storia, e Yamaguchi c'era quasi riuscito, ce l'aveva quasi fatta a toglierselo dalla testa, un altro po' di tempo, qualche mese, massimo un anno e Tsukki sarebbe tornato ad essere nient'altro che un amico.
E ora, tutto a puttane.
Perchè mai una volta che Tsukki pensasse prima di parlare, e ora gli stava chiedendo di togliersi la maglietta e dannazione Tsukki meno male che eri tu quello freddo e distaccato e-

Prima che potesse fare, o anche solo dire qualcosa, Yamaguchi sentì la mano del biondo attorno al proprio polso che lo tirava, costringendolo a seguirlo verso una destinazione ignota all'interno della casa.
Attraverso il salotto.
Poi a destra.
Su per le scale.
La prima porta a sinistra.

Yamaguchi aprì gli occhi di scatto; non si era neanche accorto di averli chiusi.
Kei era di fronte a lui, le dita fredde ancora strette attorno al suo polso, mentre con l'altra mano teneva spalancata la porta del bagno e gli faceva segno di entrare con il capo.
Non ottenendo alcuna risposta da parte del moro, Tsukishima si vide costretto a trascinarlo con la forza all'interno della stanza, per poi farlo sedere sul bordo della vasca.
La ceramica era fredda a contatto con la pelle, coperta a malapena dai calzoncini della squadra.
-La maglietta- domandò per la terza volta il biondo, e Yamaguchi questa volta sentì il colore abbandonargli completamente il volto.
La maglietta sarebbe rimasta dove stava, fine.
-Yamaguchi, non voglio farti niente, ma togliti la dannata maglietta-
Ma certo Tsukki, anche Hitler aveva promesso di non invadere la Cecoslovacchia, eppure guarda un po'.
Il biondo si accovacciò di fronte a lui per guardarlo negli occhi, la voce che tradiva la leggera irritazione che non era mai stato troppo bravo a mascherare.
Perchè doveva guardarlo così? Non poteva semplicemente accettare che Tadashi fosse un ragazzo estremamente pudico e lasciarlo vivere? Che poi-
-Per favore- sbuffò il più alto, roteando gli occhi.
Tsukki gli aveva chiesto “per favore”.
Okay, Yamaguchi aveva un urgente bisogno di una penna e un calendario, perchè questa era una data da segnare, evidenziare, sottolineare tre volte con una di quelle penne a gel brillantinate.

Ma forse... forse se per Kei era così urgente che si mostrasse a torso nudo, se era arrivato ad implorarlo nonostante il suo carattere orgoglioso, forse c'erano davvero delle buone intenzioni dietro alla sua richiesta.
Yamaguchi prese un respiro profondo, assaporando il profumo di bagnoschiuma alla fragola che aleggiava nell'aria.
Sa di Tsukki. Arrossì leggermente al pensiero.
E poi le sue mani erano strette alla stoffa della divisa della Karasuno, mentre si sfilava la maglia da sopra la testa.
Era normale sentirsi così esposto, così vulnerabile di fronte al proprio migliore amico?
Tsukishima gli prese l'indumento dalle mani e lo adagiò nel cesto dei panni sporchi alla sua sinistra, per poi tornare a studiare il torace del moro.
-Come immaginavo-
Allo sguardo interrogativo dell'amico, Kei lo costrinse ad alzarsi, facendolo mettere davanti allo specchio rettangolare che capeggiava sul lavandino.
E lì, la bocca di Tadashi si spalancò a formare una piccola 'o'.
Il riflesso gli restituiva l'immagine di un ragazzo gracile dal corpo abbronzato tappezzato di lentiggini.
Le spalle erano parzialmente coperte dalle mani di Tsukishima, ruvide e fin troppo pallide a confronto con la sua pelle nuda, ma non spiacevoli.
Quello era forse il contatto più intimo che aveva con Tsukki da molto tempo.

A Tadashi non era mai piaciuto osservarsi troppo a lungo allo specchio, finiva col notare nuovi difetti ogni secondo che passava.
Le braccia esageratamente lunghe, i capelli che non stavano mai a posto, le maledette lentiggini che non volevano saperne di sbiadire, l'ematoma sulla clavicola destra.
Yamaguchi sbattè gli occhi un paio di volte; là in alto, appena sotto la punta delle dita di Tsukki, si trovava un livido delle dimensioni di un pungo che andava a macchiargli la pelle ambrata di un colore bluastro.
La mia prima ferita di guerra. Si ritrovò a pensare con una punta d'orgoglio.
-Oggi, dopo che hai ricevuto col corpo l'attacco del numero 4, ho visto che continuavi a massaggiarti la spalla- spiegò Tsukishima -Quindi ho pensato ti fossi fatto male. Era una schiacciata parecchio forte.-
Dio, com'era stato idiota.
Una risatina nervosa gli scappò dalle labbra.
'Sta volta Hitler ha mantenuto la promessa. Fu tutto ciò a cui riuscì a pensare prima di storcere il naso; forse avrebbe potuto trovare una metafora migliore.

Il biondo doveva avere frainteso il motivo del suo riso perchè lo costrinse a sedersi di nuovo, non prima di averlo fulminato con un'occhiataccia.
-Sta' zitto Yamaguchi, per una volta che mi preoccupo per te-
Lo rimbeccò aprendo l'armadietto dei medicinali accanto allo specchio.
Entrambi sapevano che stava mentendo: Tsukishima si era sempre preoccupato per Yamaguchi, fin dai tempi delle elementari.
Era il suo cavaliere dall'armatura-non-poi-così-scintillante, il suo paladino della giustizia con la lingua tagliente e lo sguardo ancora più affilato.
Era il suo migliore amico e, sinceramente, Yamaguchi non avrebbe potuto chiedere di meglio.
-Scusa Tsukki-
In casi del genere sembrava la cosa più giusta da dire.
Kei si limitò a scrollare le spalle, mentre afferrava un parallelepipedo vermiglio dal ripiano smaltato dell'armadietto.
-Questo dovrebbe andare per gli ematomi- asserì leggendo la composizione della pomata sul lato della scatola.
Tornò ad accovacciarsi davanti al più basso, sfilando il tubetto dalla confezione e aprendolo.
Un intenso odore di arnica andò ad impregnare la stanza, mentre Tsukishima prelevava un po' del prodotto con la punta delle dita.

Il contatto freddo della crema contro la pelle nuda fece tornare Tadashi alla realtà.
Era seminudo, il proprio migliore amico inginocchiato tra le sue gambe, e... Dio, poteva sentire le guance accendersi di nuovo.
Fortunatamente Kei sembrava troppo concentrato sul livido per far caso al colore scarlatto delle sue gote.
Yamaguchi inclinò leggermente la testa di lato per osservarlo meglio: le sopracciglia corrucciate gli infondevano un'aria più seria del normale, mentre gli occhi dorati erano nascosti dalle lunghe ciglia che sbattevano rapide ad intervalli regolari, un tic che solitamente gli veniva quando era impegnato in qualcosa di importante.
Era dannatamente bello quando era concentrato.
Non una di quelle bellezze convenzionali, puramente estetiche, era più il “odio tutti ma con te ho sempre fatto uno sforzo per essere gentile” tipo di bellezza.

Il moro pregò tutti gli dei esistenti e non che il più grande non riuscisse a sentire il suo battito cardiaco perchè, a giudicare dalla violenza con cui il cuore gli stava martellando contro il torace, era lì lì dall'avere un infarto.

Perchè ora erano soli, ed erano così vicini, così vicini che se avesse allungato un poco la mano avrebbe potuto scostargli quel ciuffo ribelle che continuava a finirgli davanti agli occhi, e che Kei si ostinava a soffiare via; così vicini che se si fosse sporto...
-Guarda quante stelle- mormorò Tsukishima assorto, le dita che si muovevano formando piccoli cerchi sulla sua pelle, facendogli il solletico.
-C-come?-
-Le tue lentiggini.- disse semplicemente Tsukki -Quando Akiteru era piccolo ne aveva il volto coperto, e lo detestava. Quindi per farlo stare buono nostra madre gli raccontava che ogni puntino era una stella, e che qualcuno lassù in cielo lo amava a tal punto da aver rubato le stelle per regalarle a lui. Poi è cresciuto e le lentiggini sono sbiadite, ma... ho sempre trovato un non so che di affascinante in quella storia. Ecco, ho finito-
Kei si sollevò facendo forza sulle ginocchia, per poi sporgersi sul lavandino e lavare via il residuo di crema dalle mani.
Tadashi sfiorò il livido con la punta delle dita, cercando di allontanare il fantasma delle mani di Tsukishima, che premeva opprimente sulla pelle.
-Sono solo lentiggini Tsukki- sorrise timidamente Yamaguchi mentre il biondo si strofinava le mani nell'asciugamano verde menta.
Per tutta risposta, Tsukishima uscì dal bagno, lasciando la porta semi aperta.
Yamaguchi poteva sentire i suoi passi attutiti dalla moquette che ricopriva il corridoio, e si chiese se avesse detto qualcosa di sbagliato.
Tsukki era sempre stato molto permaloso, ma non aveva forse ragione?
Quei puntini erano semplici lentiggini, dannate macchioline che avevano deciso di ricoprirgli tutto il corpo.
Di sicuro non erano stelle.
Le stelle erano così brillanti, eteree, belle, così diverse da lui, che dubitava fortemente qualcuno si fosse preso la briga di rubarne un numero spropositato proprio per lui.

Tsukki tornò un minuto dopo, con un pennarello nero in mano.
-Guarda qua- disse solo, sfilando il tappo del pennarello coi denti -lo Scorpione-
Il feltro gli solleticava la pelle mentre Kei sembrava essere impegnato in un'entusiasmante sessione di “unisci i puntini”.
Yamaguchi abbassò la testa di scatto: a mano a mano che Tsukki tracciava le sue linee, la costellazione sembrava prendere forma sul suo fianco destro.
Un ricciolo ad indicare la coda, e poi su tutto dritto per poi curvare a destra, dove si diramavano le tre linee che rappresentavano la testa.
Okay, aveva avuto fortuna; dopo tutto ne aveva il corpo ricoperto, era ovvio che qualche lentiggine si fosse disposta per puro caso a formare quella che sembrava forse, vagamente una costellazione.

-L'orsa maggiore sulla guancia- annunciò prima di sollevargli il volto con la mano sinistra.
Vicini. Erano troppo vicini.
Le mani di Tsukki erano fredde, eppure Yamaguchi sentiva il viso andargli a fuoco.

Da quell'angolazione riusciva a scorgere ogni sfumatura delle iridi di Tsukishima, oro affogato nel miele, così caldo da risultare quasi freddo.
-Non muoverti, mi fai sbagliare-
-S-scusa Tsukki-
Non aveva bisogno di guardarsi allo specchio per sapere che figura gli stesse comparendo a poco a poco sulla guancia; un trapezio irregolare, dalla cui estremità sinistra si snodava una linea che correva nella stessa direzione.
Si rese conto di star trattenendo il respiro solo quando Kei si allontanò, rimuovendo la mano dal suo volto.

-La Bilancia- il biondo sembrò esitare, fissando la miriade di puntini che macchiavano la pelle del minore -vicino al cuore- uscì poco più che un sussurro.
Il pennarello scorreva leggero sulla sua pelle senza produrre alcun suono.
C'era un tale silenzio nella stanza, che se non fosse stato per i loro respiri che risuonavano tra le quattro pareti Tadashi avrebbe creduto che il tempo si fosse fermato.
E Tsukki era talmente assorto, talmente concentrato, da quasi non accorgersi delle capriole che stava facendo il cuore di Yamaguchi mentre la punta di feltro gli passava sopra, evidenziando stelle che il moro non credeva esistessero davvero, non sulla propria pelle.
Ma Tsukki le vedeva, oh se le vedeva, mentre collegava quattro puntini formando una specie di “U” rovesciata e spigolosa, sulla cui sommità andò poi a posizionare un triangolo.

-Sono solo lentiggini- ripetè, il tono di voce drasticamente basso; gli sembrava che, se avesse alzato anche solo di un poco la voce, avrebbe rovinato tutto.
Che cosa doveva rovinare, poi, lo sapeva solo lui.
-Sta' zitto, Yamaguchi- chissà perchè, però, neanche Kei voleva saperne di tornare a parlare normalmente -E vai a farti una doccia; mia madre torna tra mezz'ora e tu hai la faccia sporca di pennarello-
E forse aveva davvero rovinato tutto con le sue stupide constatazioni indesiderate fatte a mezza voce, perchè il fantasma della presenza di Tsukishima tornò ad aleggiare sulla sua pelle nuda, facendolo sentire più vulnerabile di quanto non pensasse.
Il biondo si alzò di scatto, richiudendo il pennarello con un sonoro “clic” del tappo.
Yamaguchi poteva sentire la calma, la magia (poteva chiamarla così?) che si era andata a creare scivolare via come sabbia tra le dita.
Kei aveva violato la propria sacro santa bolla personale per farlo stare meglio, si era sforzato per sollevargli il morale, perchè Kei sapeva quanto Yamaguchi odiasse le proprie lentiggini, e lui, per l'ennesima volta, aveva mandato tutto a farsi fottere.
Solo quando Tsukishima uscì, chiudendo con poca grazia la porta dietro di sé e lasciandolo solo, Yamaguchi si permettè di sospirare.

-Quindi com'è andata la partita contro la Seijo?-
Tadashi avrebbe potuto giurare che i sorrisi della signora Tsukishima fossero tra i più luminosi che avesse mai visto.
Era come se sorridesse con tutto il corpo, mentre disponeva le pizze appena consegnate nei rispettivi piatti.
Certe volte, Yamaguchi si chiedeva se lei e Tsukki fossero davvero parenti, o se il biondo avesse semplicemente ereditato la sua riservatezza dal padre, che vedeva raramente a causa dei continui impegni lavorativi di quest'ultimo.

-Vinto 2-1- rispose Kei senza troppo entusiasmo.
-Hai fatto qualche punto?- sorrise la donna, un sorriso gentile e più contenuto, ma non meno luminoso del precedente.
-Ha fatto dei muri incredibili!- rispose Yamaguchi al posto suo mentre si portava una fetta di pizza alla bocca -Tsukki è imbattibile sotto rete, riesce sempre a mantenere la calma-
Okay, forse Yamaguchi stava giocando all'adulatore, ma non riusciva a togliersi di dosso il senso di colpa per ciò che era successo poco prima, e sapeva che i complimenti non avevano un grande effetto su Tsukki, ma tanto valeva provare, no?
-Davvero Kei?- la signora Tsukishima spalancò leggermente gli occhi.
Kei era sempre stato molto riservato, e raramente le parlava di ciò che gli accadeva a scuola, figuriamoci agli allenamenti o addirittura alle partite.
Quando la sera si ritrovavano per cenare assieme dopo un match, di solito il massimo che la donna riusciva a scucirgli era l'esito finale, accompagnato da un “erano forti” o un “mh, sì abbiamo giocato bene” se era fortunata.

Quasi a confermare i suoi pensieri, Tsukki si limitò a scuotere le spalle per poi tornare a mangiare.
Yamaguchi notò che le sue orecchie avevano assunto un colore più rosato, e si ritrovò a sorridere inconsciamente: Kei non era tipo da arrossire facilmente, solitamente il colore si diffondeva solo sulle orecchie e lì si fermava, stando ben attento a non raggiungere le guance.
Dopotutto, lui era il freddo e impassibile Tsukishima.

-Yamaguchi ha fatto cinque punti di seguito in battuta- annunciò senza alcun preavviso Tsukki, facendo quasi strozzare il diretto interessato con il boccone che stava masticando -E ha ricevuto l'attacco dell'asso della Seijo-

Cos'era, una battaglia a “vediamo chi riesce a complimentare di più l'altro”?
Il tono di Kei era asciutto come sempre, ma il moro non potè fare a meno di notare la piccola increspatura delle sue labbra.
Sta sorridendo, sta sorridendo per me.
Perchè, anche con la testa china sul piatto e i riccioli biondi che gli nascondevano parte del volto, il minore era più che sicuro che quella sottospecie di ghigno che vedeva sul viso dell'amico fosse un sorriso sincero.
-Ma è fantastico Tadashi!- gli occhi della signora Tsukishima si fecero, se possibile, ancora più grandi -Guarda caso prima di tornare mi sono fermata alla pasticceria qua vicino e ho preso una torta alle fragole. Volete una fetta? Sì che la volete, dobbiamo festeggiare!-

Yamaguchi si ritrovò a pensare che, se Tsukki era la luna, discreta, distante, con le sue parti in ombra accuratamente nascoste allo sguardo dei più superficiali, sua madre doveva con ogni probabilità essere la Terra, alimentata dalla forza di mille vulcani e altrettanti maremoti.

Dormire a casa di Kei aveva i suoi alti e bassi.
Il letto di Tsukki era da una piazza e mezzo, tanto per cominciare; ciò significava che due persone sufficientemente magre e che non si muovevano troppo nel sonno avrebbero potuto condividerlo facilmente.
E, se per il piccolo Tadashi delle elementari quello era un fattore positivo, il Tadashi liceale non poteva che catalogarlo come un dettaglio decisamente negativo.

Yamaguchi fece un salto mentre un tuono crepitava in lontananza, facendo tremare i vetri delle finestre.
Per uno che aveva un tale terrore dei temporali, quelle finestre dannatamente grandi (e, secondo Yamauguchi, non abbastanza sicure) erano assolutamente da inserire nella sua lista mentale dei “lati negativi del dormire a casa di Tsukki”.
-A giudicare dalla distanza lampo-tuono l'origine del temporale è piuttosto lontana- affermò Kei infilandosi il pigiama. Era quello che Yamaguchi gli aveva regalato per il compleanno, si accorse; riconosceva il brachiosauro stilizzato, verde su sfondo bianco, lo stesso verde delle maniche e dei pantaloni abbinati -Non c'è niente di cui avere paura-

Tadashi strinse più forte il lembo della maglietta fin troppo larga; era quella che Tsukki gli prestava sempre quando si fermava lì a dormire e si dimenticava di portare un cambio.
Doveva essere di almeno una taglia più grande, di una tonalità di arancio cupo che col tempo si era ridotto ad un colore decisamente più slavato, con al centro un'enorme stella gialla, in netto contrasto con i bermuda blu elettrico che sbucavano da sotto la t-shirt.

-I-io non ho paura- si costrinse a ribattere.
-Mh. Possiamo andare a dormire allora- più che una domanda era un'affermazione.
Kei si tolse gli occhiali e li appoggiò sul comodino accanto al letto, per poi infilarsi sotto alle coperte, seguito a ruota da Yamaguchi.
Le lenzuola sapevano di sapone, ed erano così morbide, se solo non fosse stato per il fatto che le maledette continuavano ad attorcigliarsi attorno alle sue gambe e dannazione stava cadendo dal letto, forse era il caso di avvicinarsi a Tsukki ma no così è troppo vicino aspetta che mi sistemo meglio e perchè la maglia deve sollevarsi nei momenti meno opportuni e – ugh.
Yamaguchi tirò un ultimo calcio alle coperte prima di lasciarsi cadere a peso morto sul materasso in posizione supina, imitando l'amico.

Da piccoli, c'erano notti in cui passavano ore intere a fissare il soffitto, uno affianco all'altro, a contare le crepe sopra di loro ed ascoltare il rumore dei propri respiri, rompendo il silenzio solo di tanto in tanto, solo se necessario.
Quella, si disse Yamaguchi, doveva essere una di quelle notti.
L'unica differenza era che ora lo spazio a disposizione era decisamente diminuito, costringendo le loro spalle a stare in contatto continuo.
Il che non era spiacevole, se non fosse stato per il calore spropositato che emanava il corpo di Tsukki accanto al suo.

-Come va il livido?-
Tsukishima aveva sempre avuto questa pessima abitudine di assumere un tono menefreghista anche quando si trattava di argomenti che gli stavano a cuore.
Era più forte di lui, Yamaguchi lo sapeva bene.
-Un po' meglio, se non lo toc...-
Un lampo improvviso illuminò la stanza, seguito a distanza di secondi da un tuono che Yamaguchi si sentì rimbombare fin nelle ossa.

-Tsk, meno male che non avevi paura-
Yamaguchi aprì di scatto le palpebre che aveva serrato per lo spavento: okay forse aveva fatto un piccolissimo salto, e, sempre forse, si era lasciato scappare un urletto non proprio virile ma – oh cazzo.
-Oh cazzo-
Appunto.
Yamaguchi si era letteralmente (e involontariamente) buttato tra le braccia di Tsukki e ora era aggrappato alla sua maglietta e Kei lo stava fissando con la sua solita espressione indifferente che poteva voler dire dieci mila cose diverse e dannazione era fottuto era tanto tanto fottuto.
-M-mi dispiace Tsukki, il tuono, non l'ho fatto...- si ritrovò a inciampare tanto con le parole quanto coi gesti, cercando di rialzarsi per poi rovinare di nuovo addosso al biondo finendo, se possibile, in una posizione ancora più imbarazzante.
Le sue guance si erano fatte talmente rosse da fare invidia alla divisa della Nekoma.

Tadashi aveva previsto lo “Sta' zitto, Yamaguchi” che non tardò ad arrivare; quello che non aveva previsto, era la mano Tsukki salda sulla sua spalla, le dita che giocavano con le increspature della stoffa della t-shirt.
-Pioverà tutta notte, quindi se devi saltare in questo modo ad ogni singolo tuono fai prima a stare così- sbuffò Kei -Non voglio svegliarmi alle tre di mattina perchè tu non sai stare fermo-
A Yamaguchi occorse uno sforzo non indifferente per costringere il proprio corpo a collaborare e, finalmente, ad annuire.

-Aspetta così non respiro- soffiò il biondo, e Tadashi poteva giurare di aver sentito la traccia di una risata nella sua voce.
Lo afferrò per le braccia costringendolo a sollevarsi, per poi farlo posizionare al proprio fianco, la testa del moro adagiata sulla sua spalla sinistra.
-Non c'è niente di cui avere paura-
-Mh-

Un altro lampo di luce, e le braccia di Yamaguchi si ritrovarono a stringere la vita di Tsukki, inconsciamente, naturalmente.
E Yamaguchi stava per lanciarsi in un'altra serie di scuse mal formulate, ma la voce gli morì in gola quando sentì la mano di Kei carezzargli i capelli, timidamente, con movimenti leggeri ma meccanici, frutto di una tenerezza ancora grezza.
-Solo per stasera- sussurrò Tsukki, e Tadashi riusciva a sentire il sonno impastargli già la voce.
Sollevò il capo, solo un poco, solo un attimo, pregando che Tsukishima non interrompesse quel gesto tanto intimo quanto innocente.
Kei aveva gli occhi chiusi, il capo abbandonato tra i cuscini fin troppo morbidi mentre il respiro iniziava a regolarizzarsi.

-Tsukki?- un bisbiglio, un mormorio, poco più udibile di una foglia che cade al suolo d'autunno -Tsukki, tu ruberesti le stelle per me?-

Yamaguchi tornò ad appoggiare la testa sulla spalla dell'amico.
Forse è meglio che questa domanda rimanga in sospeso.
Si convinse, cercando di prendere sonno.

-Perchè no-

Un fruscio, spostamenti d'aria, braccia attorno a spalle tremanti.

 


NOTE DELL'AUTRICE:
Heilà!
Questa è la mia prima fic nel fandom di Haikyuu!! e, sì dai, direi che mi soddisfa abbastanza (WOH, strano che per una volta mi piaccia quello che scrivo).
Era da secoli che volevo fare una Tsukkiyama – quelle due patate mi hanno rubato l'anima – e su Tumblr ho trovato un miliardo di fanart sulle costellazioni che Yama ha sulla pelle, quindi eccoci qua.

Piccole precisazioni (?):
-Lo scorpione è il segno zodiacale di Yama, mentre la bilancia quello di Tsukki (yep, c'era un motivo per cui ho voluto posizionarla vicino al cuore – l'orsa maggiore invece mi piaceva e basta.
-Amo il fluff, mi nutro di fluff, ma in questo caso ho preferito mantenermi su un piano un po' più platonico per evitare di sforare nell'OOC (soprattutto per quanto riguarda Kei ugh).

Tutto qua, spero che il risultato finale sia soddisfacente, in ogni caso un commentino  mi farebbe davvero piacere (consigli, critiche costruttive, qualsiasi cosa possa aiutarmi a migliorare :))
Grazie dell'attenzione, baci,
Ladradilucciole
.

 

 

 

   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: Ladradilucciole